INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08896 presentata da TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101004

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_08896_16 an entity of type: aic

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-08896 presentata da MAURIZIO TURCO lunedi' 4 ottobre 2010, seduta n.377 MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che: una nota di agenzia (ANSA) del 2 ottobre 2010, delle ore 18:11, afferma che «Due militari italiani - un alpino paracadutista del 4 o reggimento, i cosiddetti «ranger», e un incursore della Marina militare («Comsubin») - sono rimasti feriti oggi nell'ennesima battaglia che si e' consumata in Afghanistan tra esercito e forze della coalizione internazionale da una parte e talebani dall'altra. I due appartengono alla «task force 45», l'unita' delle forze speciali italiane di cui faceva parte anche il tenente Alessandro Romani, morto durante un'operazione nei pressi di Farah il 17 settembre scorso, e che praticamente ogni giorno sono impegnati in scontri a fuoco con gli insorti. I due, di cui non sono stati resi noti i nomi, hanno riportato ferite d'arma da fuoco ad un braccio: gia' operati, le loro condizioni, assicurano dal contingente italiano, non destano preoccupazioni. La battaglia e' esplosa poco dopo le 10:30 nel distretto di Javand, nella provincia di Badghis, una delle piu' calde della zona ovest del paese (quella sotto il controllo italiano), quando i militari italiani hanno fatto scattare, assieme all'esercito afghano, un'operazione per arrestare diversi leader talebani. Lo scontro si e' protratto per diversi minuti e si e' chiuso con l'arresto di cinque insorti e l'uccisione di diversi combattenti talebani. Oltre ai due militari italiani, sono rimasti feriti anche tre afghani, sempre in modo lieve. Solidarieta' e vicinanza ai militari italiani e all'intero contingente impegnato in afghanistan e' stata espressa dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che si e' tenuto costantemente informato attraverso il capo di Stato maggiore della Difesa, dal presidente del Senato Renato Schifani e dal Pd. Gratitudine nei confronti dei nostri militari e' stata espressa anche dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha annunciato per novembre un incontro con gli alleati per decidere la strategia di uscita dal paese. «Il futuro della presenza italiana in Afghanistan - ha detto Frattini - sara' stabilito dalla Nato e dall'Onu: ci troveremo a novembre a Lisbona e li' ci sara' una road map per il graduale passaggio di potere alle autorita' civili afghane». «La provincia di Herat, dove ci sono gli italiani - ha poi spiegato Frattini - sara' una delle prime ad essere interessate. Il che ovviamente non vuol dire che i soldati italiani se ne andranno. Il piano e' restituire all'afghanistan il pieno controllo della situazione entro il 2014»; sul sito web http://byebyeunclesam.wordpress.com/ e' pubblicato un interessante articolo dal titolo «Complicita' politiche ed istituzionali per la task force 45» risalente all'11 ottobre 2009 nel quale si legge testualmente «Dei "professionisti" tricolori della task force 45 si conoscono i reparti di provenienza e la forza approssimativa, 180-200 uomini. Non si sa niente invece delle dotazioni militari, niente degli ufficiali e sottoufficiali, niente della effettiva catena di comando locale, niente sugli avvicendamenti e sui cicli di "operazione", niente sulla sorte riservata ai feriti mujaeddin e pashtun catturati sul terreno ne' esiste agli atti del Ministero della Difesa un solo comunicato che riguardi l'attivita' operativa dell'unita' speciale (...) su tali vicende, secondo l'articolo citato» il silenzio di giornali e televisione e' totale: si sa solo, per notizie che rimbalzano in Italia dalla agenzie di stampa afghane nelle provincie di Herat e Farah, che, ad oggi, si contano a centinaia gli insorti «neutralizzati» ed a decine i morti ammazzati tra i residenti per «effetti collaterali» di rastrellamenti, cecchinaggio, tiri di mortaio e «bonifiche» dall'aria. Ora che la Folgore sta per essere avvicendata la task force 45 torna, ad orologeria, alla pratica del rambismo, per alzare il livello dello scontro e per preparare come si deve il «terreno» alla Brigata Sassari. Tutte le Grandi Unita' devono lasciare un minimum di caduti nel Paese delle Montagne, sufficiente a cementare solidarieta' tra i partner dell'Alleanza Atlantica, a rilanciare sul piano nazionale la necessita' della guerra al «terrorismo», ad instillare nelle Forze Armate del Bel Paese l'odio per un «nemico» che predica e pratica l'Islam, a preparare a livello politico una componente militare di elite che offra le esperienze e le specializzazioni necessarie per essere utilizzata, quando sara' «necessario» (...); una campagna normativa «acquisti-dismissioni» che parte in sordina dal 1999 e ha preso un'accelerazione da capogiro a partire dall'estate 2006. Le riforme nella Pubblica Amministrazione annunciate da Brunetta ed approvate in settimana in CdM vanno in questa direzione, al di la' dei settori «civetta» sotto tiro. Per capire cosa si stia muovendo dietro la task force 45, dopo mesi di impenetrabile silenzio su questa «unita' antiterrorismo», bastera' leggere il seguente comunicato AGI dello scorso 9 ottobre: «Un capo talebano Ghoam Yahya (un nome con tutta probabilita' inventato di sana pianta, ndr) e 25 suoi affiliati (!) sono stati neutralizzati oggi nel corso di un operazione congiunta di militari italiani e statunitensi. L'episodio e' avvenuto a 20 km da Herat. Secondo quanto si apprende la task force 45 che seguiva il gruppo di insorti gia' da ieri, e' entrata in azione. Appresa la notizia il Ministro della Difesa si e' subito complimentato con il CSM gen. Vincenzo Camporini e con il comandante delle forze italiane di Herat generale Rosario Castellano»; la posta in gioco, ad avviso dell'articolista, sarebbe la prossima Presidenza della Repubblica; l'articolo continua affermando: «La task force 45 non dipende ne' da Castellano ne' dal suo diretto superiore gen. Bertolini ma dall'ammiraglio G. Di Paola (...), eletto il 13 febbraio del 2008 Segretario Generale del Comitato che riunisce i vertici militari dei 28 Paesi aderenti all'Alleanza Atlantica, quando era ancora C.S.M. delle Forze Armate per decisione del CdM del governo Berlusconi. (...) Giancarlo Chetoni»; sebbene l'articolo a firma di Giancarlo Chetoni non sia recente appare di tutta evidenza che i dubbi e le considerazioni espresse dall'autore sulla task force 45 siano tuttora attuali; i recenti avvenimenti dove ha trovato la morte il tenente Alessandro Romani, nonche' quelli riportati dalla citata agenzia ANSA, accrescono il convincimento degli italiani, ampiamente riscontrabile nei numerosi sondaggi effettuati dai maggiori quotidiani, che l'Italia sia effettivamente impegnata in operazioni di guerra e non invece di supporto umanitario alle popolazioni interessate e che quindi e' opportuno l'immediato ritiro dei militari italiani impegnati in Afghanistan; dalle informazioni reperibili sul web inoltre si puo' apprendere come sia crescente anche il timore che i militari italiani siano effettivamente responsabili dell'uccisione o del ferimento di civili afghani avvenuto, ancorche' accidentalmente, durante operazioni ufficialmente dichiarate di supporto all'esercito afghano effettuate congiuntamente con altre forze armate in ambito ISAF; in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Tempo del 3 ottobre 2010 dal significativo titolo «Caccia ai talebani feriti due commandos» l'autore, riferendosi alla task force 45 scrive che «Una guerra silenziosa condotta da uomini silenziosi. Giovani "fuori ordinanza" con le loro barbe lunghe e le divise prive di stemmi, solo lo scudetto tricolore. Militari professionisti. L'eccellenza delle forze armate di tutte e quattro le Armi: anche i Gis dei carabinieri partecipano alle missioni. Vivono in un compound a Camp Arena a Herat. Un po' orsi, un po' guasconi. Gente "massiccia" che dal 2006 opera in Afghanistan. Il loro compito e' stanare i terroristi» -: quale sia l'effettiva consistenza numerica della forza denominata «task force 45», quale la sua dipendenza funzionale e gerarchica, di quale e quanto armamento dispone, quali siano le regole di ingaggio a cui devono attenersi gli appartenenti alla predetta task force, quali gli obiettivi la durata e i risultati delle missioni svolte dal 2006 ad oggi, quanti i militari feriti, quanti quelli deceduti e quali le cause; quali siano i soccorsi portati dai militari italiani della task force 45 ai talebani catturati o feriti durante gli scontri armati, quali siano i soccorsi prestati alle popolazioni civili eventualmente coinvolte; se il Presidente del Consiglio non ritenga opportuno invitare le autorita' afghane ad avviare una inchiesta per stabilire se le cause della morte dei talebani deceduti nel corso dei combattimenti avvenuti il 2 ottobre 2010 nel distretto di Javand, nella provincia di Badghis siano deceduti a causa di colpi di arma da fuoco in dotazione ai militari della task force 45; se non ritenga opportuno e urgente adoperarsi con maggiore concretezza per ricondurre le attivita' dei militari italiani, ed in particolare della task force 45, nel corretto ambito del mandato ricevuto dal Parlamento, anche attraverso una consistente riduzione dell'armamento impiegato, affinche' sia evitata ogni possibile deriva della missione militare verso un inaccettabile conflitto al quale l'Italia non puo' e non deve partecipare.(4-08896)
xsd:string INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08896 presentata da TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101004 
xsd:integer
20101004-20121015 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08896 presentata da TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101004 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
xsd:dateTime 2014-05-15T00:45:28Z 
4/08896 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 

blank nodes

data from the linked data cloud

DATA