INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08559 presentata da MARTUSCIELLO ANTONIO (FORZA ITALIA) in data 19970319
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Ai Ministri dei lavori pubblici, del bilancio e della programmazione economica e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: la 13^ Commissione permanente del Senato sta svolgendo un'indagine conoscitiva sullo stato del sottosuolo napoletano, in seguito ai noti ultimi eventi, anche dolorosi, verificatisi nei mesi scorsi; dalle audizioni e' emersa una completa mancanza di coordinamento tra il centro e la periferia, che continua a ritardare una strategia complessiva ed unica delle importanti problematiche connesse; i Ministri auditi hanno dichiarato di voler predisporre un piano di interventi economico-finanziari per fronteggiare la grave situazione determinatasi; e' necessario intervenire per il disinquinamento dell'intero Golfo di Napoli; la rete fognaria di Napoli, con uno sviluppo di circa cento chilometri, in buona parte risale ancora all'epoca borbonica, per la particolare conformazione orografica della citta' si sviluppa su tre livelli: 1) la zona alta ad una quota superiore a metri 12,50 sul livello del mare, il cui "collettore alto" parte da Piazza Carlo III ed arriva a Piedigrotta, dove prende la denominazione di emissario di Cuma; 2) la zona media, ad una quota tra metri 4,50 e 12,50, il cui "collettore medio" parte da piazza Garibaldi e giunge a Piedigrotta in apposita vasca, dove le elettropompe sollevano le acque sversandole nell'emissario di Cuma; 3) la zona bassa, ad una quota tra metri 2,00 e 4,50, servita da due collettori, uno ad oriente e l'altro ad occidente: il collettore basso orientale, che ha origine in via Marina, arriva all'inizio di via B. Brin e presso piazza Duca degli Abruzzi, sversa a mare le acque; il collettore basso occidentale e' costituito da due rami che portano le acque luride in una vasca sottoposta al fabbricato dell'impianto di sollevamento ubicato nella villa comunale; nel progetto speciale per il disinquinamento del Golfo di Napoli (P.S. 3) era previsto il comprensorio n. 2, relativo all'area Napoli est; tale comprensorio prevedeva la costruzione di un megaimpianto di depurazione nell'area di San Giovanni a Teduccio; la ex Cassa prevedeva di costruire questo impianto per il trattamento di sette metri cubi al secondo circa di portata nera e trentacinque metri cubi al secondo circa di portata di pioggia, con il compito di depurare i liquami provenienti dalla zona orientale di Napoli e dai comuni vesuviani di Portici, Ercolano e Torre del Greco; una volta costruito l'impianto di Napoli est, quest'ultimo avrebbe gradualmente sostituito il piccolo ed allora obsoleto impianto di depurazione di San Giovanni a Teduccio, costruito, per altro, vicino alla costa ed in luogo densamente abitato (all'attualita' tale impianto e' stato riammodernato dal commissariato straordinario del comune di Napoli con i fondi post terremoto); la Casmez, nel 1990, ha trasferito parte dei collettori gia' costruiti e l'area dell'impianto di depurazione di Napoli est alla regione Campania, che ha avviato la costruzione dell'impianto ed il completamento di alcuni collettori; allo stato, per la fine del 1997, l'impianto di depurazione con l'emissario a mare e le condotte sottomarine verra' completato in una prima linea funzionale e funzionante; occorrera', nel seguito, prevedere il completamento di una seconda linea ed il finanziamento per l'adeguamento alla nuova normativa europea (n. 217 del 1991); della rete dei collettori e' gia' completato il collettore alto orientale per la raccolta dei liquami della zona orientale di Napoli, mentre il collettore basso orientale, in parte finanziato con i fondi europei "Pop", e che in parte deve essere finanziato con nuovi fondi, deve essere ancora realizzato; nel progetto del basso orientale e' prevista anche una modifica funzionale del collettore medio orientale, che consentira' la raccolta di tutti i liquami del centro di Napoli per inviarli all'impianto di depurazione di Napoli ovest-Cuma; il secondo collettore gia' realizzato e' il collettore vesuviano, che parte dalla stazione di Bagno Nuovo in Portici per arrivare all'impianto di Napoli est. Era previsto inoltre l'allaccio di ulteriori tre tronchi di collettori in testa al predetto collettore vesuviano: Torre del Greco, primo lotto; Torre del Greco, secondo lotto; Napoli sud, collettore litoraneo Portici; il primo lavoro - Torre del Greco, primo lotto - serve la parte alta di Portici ed Ercolano ed e' in corso di realizzazione da parte della regione Campania (finanziato con la prima annualita' della legge n. 64 del 1986); il secondo lavoro - Torre del Greco, secondo lotto - (finanziato con la seconda annualita' della legge n. 64 del 1986) si congiunge al primo lotto e serve Torre del Greco ed Ercolano (nel finanziamento era prevista anche la Stazione di sollevamento del macello che solleva i liquami di Ercolano e li invia nel primo lotto di Torre del Greco); il terzo lavoro - collettore litoraneo Napoli sud - a servizio del comune di Portici, era in corso di esecuzione da parte della regione Campania. Il comune di Portici e la sovrintendenza hanno tardato ad esprimere un parere ed a concedere la relativa autorizzazione; l'impianto di depurazione di Cuma ha vissuto circostanze che ne hanno condizionato il funzionamento e ne hanno determinato un peggioramento d'impatto ambientale; a seguito dei fenomeni tellurici e del bradisismo che hanno interessato tutta la fascia flegrea, si sono verificati dal 1984 al 1989 fenomeni consequenziali di dissesto in alcuni punti del collettore borbonico che porta le acque fecali all'impianto di Cuma attraverso un percorso di 17 chilometri circa (vedi voragini verificatesi in occasione di "Italia '90" nel Parco San Paolo) e frane che hanno interessato anche il collettore di Monte Ruscello. Le sabbie che si sono accumulate provenienti dal collettore borbonico, che per effetto del bradisismo si e' deformato, hanno invaso tutti i settori di trattamento ed hanno favorito la sedimentazione delle acque fecali piu' del necessario, provocando maggiori immissioni di idrogeno solforato -: se quanto sopra risponda a verita'; se intendano, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, anche mediante apposite conferenze di servizio: a) avviare la realizzazione con urgenza del collettore basso orientale, anche per eliminare l'inquinamento della darsena Marinella del porto di Napoli; b) rifinanziare l'intervento revocato con delibera Cipe dell'ottobre 1993 del secondo lotto Torre del Greco; c) in ordine al collettore litoraneo Napoli sud, rifinanziare il lavoro revocato recentemente dal Cipe. Si precisa che tale collettore, posizionato a fianco della ferrovia, risolverebbe tutti i problemi fognari di Portici, in quanto le fogne comunali, per caduta quindi senza alcun sollevamento, avrebbero potuto allacciarsi al collettore litoraneo, in tal modo i liquami sollevati nella stazione di Bagno Nuova (nel progetto), avrebbero cosi' raggiunto, attraverso il collettore vesuviano (gia' costruito), l'impianto di depurazione di Napoli est. Si tiene a precisare che, in assenza della realizzazione di tutti i collettori sopra citati, non possono arrivare tutti i liquami previsti all'impianto di depurazione di Napoli est, vanificando, di fatto, tutte le opere costruite prima della ex Casmez e completate poi dalla regione Campania, nel disegno progettuale complessivo per il disinquinamento della zona orientale di Napoli; d) finanziare la regione attraverso il piano triennale 1994-1996, cosi' come piu' volte richiesto dalla stessa regione per la ristrutturazione del collettore borbonico, per un importo di trentaquattro miliardi di lire; e) riassegnare i centotrentatre' miliardi (o quanti rideterminati) ai sensi della legge n. 64 del 1986 che il ministero, con delibera Cipe del 31 dicembre 1992, revoco' e che erano necessari per il completamento dell'impianto di Cuma, nonostante alcune opere fossero gia' state iniziate dalla regione; le opere revocate avrebbero anche consentito: 1) autoproduzione dell'energia elettrica necessaria per il funzionamento dell'impianto (cogenerazione); 2) insonorizzazione acustica di tutte le apparecchiature elettromeccaniche, che avrebbe consentito l'azzeramento dell'impatto acustico; 3) trattamento termico dei fanghi, che avrebbe consentito la realizzazione del novanta per cento della produzione dei fanghi con conseguente risparmio di numerosi miliardi per il conferimento in discarica dei fanghi e riduzione al minimo dell'impatto ambientale; 4) condotte sottomarine, che avrebbero salvaguardato le spiagge litorali; 5) automazione e telecontrollo dell'impianto di depurazione. (4-08559)
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19970319-19980112
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