INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08507 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100908
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-08507 presentata da RITA BERNARDINI mercoledi' 8 settembre 2010, seduta n.366 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il 13 e 14 agosto in occasione della II edizione del «Ferragosto in carcere» l'interrogante, accompagnata dal sindaco di Enna Paolo Garofalo e dal segretario dell'Associazione Radicali Catania Gianmarco Ciccarelli, ha visitato la Casa Circondariale di Enna in due momenti: la sera del 13 agosto per un colloquio con la direzione e il 14 agosto per un'approfondita visita della struttura; la delegazione e' stata ricevuta e accompagnata dalla direttrice dottoressa Letizia Bellelli e dal comandante della polizia penitenziaria commissario Marisa Messina; dalla visita ispettiva e' emersa la seguente situazione dell'istituto: detenuti presenti 205, oltre a 5 unita' fra detenuti semiliberi e detenuti in isolamento; uomini detenuti 197 e donne 5; la capienza regolamentare effettiva dell'istituto e' di 101 posti (dovrebbe essere 124, ma alcune stanze sono inagibili); 127 detenuti hanno una condanna definitiva mentre coloro che sono in attesa di giudizio sono 78 (29 imputati, 20 appellanti, 29 ricorrenti); ben 99 detenuti sono tossicodipendenti (96 uomini e 3 donne) e 4 di loro sono in terapia metadonica; 54 detenuti sono affetti da epatite C (53 uomini e 1 donna), 68 presentano patologie di tipo psichiatrico (62 uomini e 6 donne); i detenuti stranieri sono in tutto 68 (66 uomini e 2 donne); gli agenti effettivamente in servizio sono 125, a fronte di una pianta organica che nel 2001 ne prevedeva 123; «sulla carta non vi e' carenza - ci informa il Commissario Marisa Messina - in realta' si', perche' la pianta organica e' calibrata sulla capienza regolamentare e inoltre incide molto il nucleo traduzioni, che assorbe anche le traduzioni di Piazza Armerina e di Nicosia; a tutto questo si aggiunge l'anzianita' del personale: in molti soffrono di stati d'ansia»; nell'Istituto c'e' un solo psicologo per 12 ore mensili, mentre gli educatori sono in tutto 2 rispetto ai 4 previsti dalla pianta organica e fino a un mese fa operava solo un'educatrice; il carcere di Enna ospita varie tipologie di detenuti: comuni, protetti, semiliberi e sezione femminile; la struttura presenta diverse aree chiuse per inagibilita', a causa di infiltrazioni d'acqua dal tetto: sono chiuse 3 celle nel reparto uomini e mezza sezione femminile; in tutto l'istituto le docce sono in comune all'esterno delle celle ed e' consentito l'uso della doccia 3 volte a settimana; i bagni, che sono ubicati all'interno delle celle, sono alla turca; i detenuti usufruiscono di 4 ore d'aria (9-11 e 13-15), pertanto, trascorrono in cella 20 ore su 24; e' la stessa direttrice ad informarci che «gli spazi esterni molto ridotti con cortili destinati ai passeggi molto piccoli; il cortile un po' piu' grande viene chiamato »campo di calcio«»; «insomma, afferma la direttrice, le possibilita' di movimento dei detenuti sono molto ridotte...non abbiamo nemmeno la palestra»; anche in questo istituto siciliano c'e' un padiglione nuovo, omologato per 68 posti, chiuso in attesa di collaudo; nonostante le ristrettezze economiche, la dirigenza dell'istituto si e' fatta carico di realizzare nell'anno corsi professionali e progetti che, come nel caso di quello denominato «Arcobaleno», hanno coinvolto anche i detenuti cosiddetti «protetti» (responsabili - o presunti tali - di reati sessuali) in genere discriminati dal resto della popolazione detenuta; fra i corsi si annovera il progetto di restauro del mobile antico (protocollo d'intesa con la provincia), il progetto «incontriamoci a tavola» che ha realizzato un libro di cucina con ricette provenienti da tutto il mondo il cui ricavato (i libri sono venduti a 10 euro) finanzia l'acquisto di biancheria intima, shampoo, e altro per i detenuti indigenti; un'altra attivita' ha previsto e prevede la realizzazione di fiori in feltro; di particolare interesse e' stato lo spettacolo teatrale «Mille bolle blu» sul tema dell'omosessualita' nei confronti del quale i detenuti hanno dimostrato grande interesse e maturita'; anche il corso di rugby «fate squadra per vincere» riscuote apprezzamento fra la popolazione detenuta; pochissimi sono i detenuti che lavorano: 20 sono alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, 2 semiliberi lavorano in proprio e 1 semilibero lavora alle dipendenze di datori di lavoro esterni; non e' prevista una guardia medica h24: la presenza del medico oscilla dalle 8 alle 12 ore al giorno e, in caso di necessita', viene chiamata la guardia medica esterna; di notte, all'interno della struttura, non sono presenti ne' un medico ne' un infermiere; a fronte del cospicuo numero di tossicodipendenti, solamente 4 volte a settimana sono presenti in istituto uno psichiatra e uno psicologo del SERT; nel corso della visita sono emerse le seguenti, ulteriori, situazioni: le infiltrazioni d'acqua riguardano sia gli uffici che gli ambienti detentivi: perfino nel corridoio della direzione c'e' una stanza chiusa per inagibilita'; anche nella cappella sono visibili infiltrazioni e le finestre sono rotte; la sala colloqui si trova sottoterra ed e' fatiscente con i muri scrostati a causa dell'umidita'; la stessa direttrice afferma: «e' una sala obiettivamente angusta...non e' da ristrutturare, e' da chiudere e destinare ad altro»; quel che appare incredibile ad avviso dell'interrogante e' che nel nuovo padiglione, ancora chiuso perche' in attesa di collaudo, non e' stata prevista sala colloqui; nell'istituto e' presente una piccola area verde per i colloqui con i bambini; purtroppo, a causa delle rigide temperature (Enna e' a 930 metri sul livello del mare) non e' utilizzabile nella stagione invernale; segni evidenti di fatiscenza causati dall'umidita' sono riscontrabili anche nelle cucine; il cuoco fa presente che a causa della carenza di fondi l'affettatrice non funziona da due anni e che gli «obbligatori» stivali antiscivolo se li e' dovuti pagare di tasca sua; nelle celle del piano terra della dimensione di circa 10 metri quadrati sono ristretti tre detenuti; i bagni all'interno delle celle (con wc alla turca) sono in cattive condizioni; non c'e' acqua calda in cella; nelle finestre, oltre alle grate, sono presenti reti a maglie strette; un detenuto della cella n. 1 lamenta: «dopo che andiamo in bagno, ci dobbiamo lavare con la bottiglia. Mica siamo animali! Io ho sbagliato, sono un delinquente...ma anche lo Stato per come ci tiene infrange la legge!»; un altro detenuto, sempre della cella n. 1, lamenta il fatto che il magistrato di sorveglianza gli abbia rigettato la possibilita' di lavorare all'esterno, nonostante abbia un residuo pena inferiore ad 1 anno e abbia fatto 3 anni di buona condotta; nella cella n. 3 e' presente un detenuto in regime di sorveglianza speciale; la porta blindata e' chiusa e puo' usufruire di sole 2 ore d'aria al giorno; il wc alla turca e' privo di porta; all'interno della cella mancano la televisione, il fornellino e perfino lo specchio; ha gia' fatto 6 mesi in questo regime di detenzione e dovra' farne altri 3; un detenuto della cella n. 7 (che ospita 7 detenuti ed ha una superficie di 23,50 metri quadrati) ha fatto la domanda per il trasferimento in una struttura carceraria della Calabria, dove risiedono i 2 figli e la moglie gravemente malata («le hanno diagnosticato un tumore»); racconta di essere stato condannato in contumacia: «non ho avuto il piacere di assistere al mio processo; non ho ricevuto neanche una lettera, soltanto quella in cui mi comunicavano la condanna definitiva; sono qui per ignoranza»; le condizioni delle docce comuni del piano terra sono pessime: il tetto non e' semplicemente scrostato, ma sono presenti veri e propri buchi con perdite d'acqua; nel passeggio piu' grande (il cosiddetto «campo sportivo») non e' presente il bagno e nemmeno un lavandino; al primo piano, sezione protetti, sono presenti 48 detenuti; un detenuto della cella n. 16 e' visibilmente disperato: «ho fatto diverse domandine, avrei bisogno di parlare con qualcuno, con uno psicologo, oppure con un educatore: ero fiorista...adesso sto malissimo, sono un diabetico scompensato, non ci vedo quasi piu', avrei bisogno di una visita»; la cella n. 18 ospita 4 detenuti che dormono in un letto a castello a quattro piani: la distanza fra l'ultimo letto e il soffitto della cella e' di poche decine di centimetri; nella cella n. 30 la delegazione incontra Giovanni Zullo, 28 anni, di Salerno che chiede da un anno e mezzo il trasferimento a Salerno o comunque, in subordine, un avvicinamento: «non ricevere nemmeno una risposta e' la cosa peggiore, mi si dica almeno un si' o un no»; fa presente di aver perso la madre e la sorella e che il padre e' gravemente ammalato; inoltre, accusa un forte dolore alla schiena e da 2 anni chiede invano di poter fare una TAC, ma non riesce ad ottenere l'autorizzazione da parte del magistrato di sorveglianza; al secondo e terzo piano del carcere ci sono i cosiddetti «cameroni» che ospitano i detenuti comuni; al terzo piano la cella n. 42 ospita 8 detenuti in circa 20 metri quadrati; i detenuti raccontano di essere stati anche in 9 e addirittura in 10 all'interno di questa cella dove ciascun detenuto e' costretto a dividere l'armadietto (la cosiddetta «bilancetta») per riporre gli effetti personali anche intimi, con un compagno di cella; anche nella cella n. 39 troviamo 8 detenuti in 20 metri quadrati: i detenuti lamentano: «quando piove entra l'acqua»; «in cella non c'e' acqua calda», «la doccia la possiamo fare soltanto 3 volte la settimana e in estate e' un problema», «non c'e' alcuna socialita', non c'e' palestra, e il passeggio e' piccolo e sporco» «cuciniamo e laviamo piatti e stoviglie nello stesso lavandino in cui laviamo i piedi e le parti intime», «il passeggio non e' coperto e in inverno non usciamo per il freddo, tanto piu' che per regolamento i giubbotti imbottiti non possono entrare in carcere»; un detenuto racconta di essere stato trasferito dalla casa circondariale di Catania Piazza Lanza alla casa circondariale di Enna, con una sanzione disciplinare che gli costa 5 giorni di isolamento; a suo dire, ha avuto un rapporto disciplinare per il fatto che i compagni di cella (a piazza Lanza) avrebbero rotto una serratura durante la battitura delle sbarre, battitura a cui lui pero' non avrebbe partecipato; ritenendo il rapporto privo di motivazione e quindi ingiusto, ha intrapreso per alcuni giorni lo sciopero della fame e proprio per aver praticato questa forma di protesta non-violenta, a suo avviso, sarebbe stato trasferito ad Enna; nella cella n. 41 sono presenti 13 detenuti in circa 40 metri quadrati; qui molti detenuti lamentano il fatto che il magistrato di sorveglianza si opponga a qualsiasi richiesta o permesso, o - peggio ancora - non fornisca alcuna risposta; 3 cameroni, al terzo piano, sono chiusi perche' dichiarati inagibili; nella sezione femminile, nella cella n. 3 incontriamo 4 detenute che vivono in 10 metri quadrati; una di loro, di nome Maria Mascali, piange ed e' visibilmente disperata; racconta: «a 12 anni ero mamma e a 32 anni ero gia' nonna!; la signora Mascali ha 4 figli, uno di 33 anni, una di 28 anni (che ha a sua volta ha 3 bimbi e deve operarsi di tumore alla gola), una di 24 anni e una di 19 anni; quest'ultima, che la signora Mascali chiama »la bambina« non parla, e' sorda, ed ha gravi problemi psichici»; «La bambina soffre molto e quando viene a trovarmi ai colloqui, non dice nulla e piange; mi rimane meno di un anno e mezzo di carcere, vorrei poter scontare il resto della mia pena agli arresti domiciliari per aiutarla»; la visita al reparto nuovo ha ricordato all'interrogante le «costruzioni impossibili», con il piccolo particolare che gli architetti che hanno progettato le divisioni interne hanno invece reso possibile la realizzazione di una struttura priva di qualsiasi logica razionale, soprattutto se si pensa alla finalita' per cui si sono spesi tanti denari pubblici; «un posto adatto per giocare a nascondino» si sente mormorare durante la visita; il reparto si trova al di sopra del muro di cinta del carcere, con evidenti problemi sotto il profilo della sicurezza tanto piu' se si tiene presente che a causa della carenza del personale di polizia penitenziaria, i posti di sentinella perimetrali (le cosiddette «garritte» del muro di cinta) non sono presidiati e risultano sguarniti; oltre al fatto che le celle sono «nascoste» nei corridoi circolari dei piani, in alcune di esse l'ingresso della doccia e' talmente stretto da risultare impraticabile per una persona un po' robusta e, in altre, progettate per le carrozzine dei disabili, la stretta apertura della porta del bagno non ne assicura l'accesso; per accedere a questo nuovo padiglione sono presenti rampe di scale, prima in discesa e poi in salita che portano percio' allo stesso livello di partenza, rampe dotate di elevatore per disabili ma prive di scivoli per trasportare i carrelli del vitto e altri materiali; non e' stato previsto un gruppo elettrogeno d'emergenza in caso di black-out elettrico -: se ritenga di dovere intervenire per incrementare l'organico della polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Enna o, in subordine, di sollevare il personale dall'incombenza delle traduzioni riguardanti gli istituti di Piazza Armerina e Nicosia; se, piu' in generale, visti gli attuali vuoti d'organico di cui soffre il corpo dei «baschi azzurri», il Governo non intenda richiamare immediatamente in servizio i quasi 2.000 agenti penitenziari distaccati tra Ministero e il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il cui utilizzo sul campo risulterebbe quanto mai prezioso; quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per intervenire rispetto al grave problema del sovraffollamento del carcere di Enna, riportando le presenze dei detenuti nei limiti imposti dalla capienza regolamentare; se intenda da subito restituire un minimo di spazio vitale a quei detenuti che sono costretti a vivere in celle dove lo spazio a disposizione di ciascun recluso e' addirittura al di sotto dei 3 metri quadrati; se intenda immediatamente dare disposizioni che consentano ai detenuti di potersi fare la doccia tutti i giorni e di disporre di acqua calda nelle celle dove i detenuti sono costretti a passare 20 della 24 ore quotidiane; in quali tempi intenda mettere l'istituto nelle condizioni di poter fornire ai detenuti, molti dei quali tossicodipendenti e affetti da malattie psichiatriche, un'adeguata assistenza psicologica attraverso l'assunzione di un congruo numero di psicologi in grado di svolgere un lavoro quotidiano presso l'istituto; in quali tempi intenda fornire i necessari mezzi per dotare la casa circondariale di Enna di una guardia medica h24 e in che modo intenda intervenire per garantire il diritto alla salute della popolazione detenuta; in che tempi intenda fornire i mezzi per ristrutturare le aree fatiscenti dell'istituto e i fondi necessari per la manutenzione ordinaria; quanto occorrera' ancora attendere per rendere piu' umana la sala colloqui e per togliere le fitte reti alle finestre che impediscono alla luce e all'aria di entrare nelle celle; cosa intenda fare per adeguare i fondi delle mercedi in modo da consentire ad un piu' elevato numero di detenuti la possibilita' di lavorare e con compensi che permettano ad alcuni di loro di aiutare i loro familiari indigenti, spesso anche figli minori; in che modo intenda operare per ripristinare il principio della territorializzazione della pena, evitando i costosissimi sfollamenti dalle carceri del continente a quelle siciliane; se intenda intervenire per quanto di competenza in relazione ai casi segnalati in premessa; se intenda sollecitare i direttori degli istituti penitenziari italiani ad applicare la circolare del Dap che consente ai detenuti di telefonare verso utenze telefoniche mobili a chi ha familiari che non dispongono di un'utenza fissa; se e quali iniziative di competenza intenda assumere per incrementare l'operativita' della magistratura di sorveglianza; con quali opportune modifiche strutturali e in che tempi sara' aperto il nuovo padiglione del carcere di Enna; quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno dell'istituto penitenziario di Enna alla piena conformita' al dettato costituzionale e normativo. (4-08507)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08507 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100908
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20100908-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08507 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100908
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
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4/08507
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)