INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08085 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950301

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_08085_12 an entity of type: aic

Ai Ministri del bilancio e della programmazione economica, dell'ambiente, della sanita', dell'interno e dell'industria, commercio e artigianato. - Per conoscere - premesso che: il 2 luglio 1991 il primo degli interroganti produsse l'atto ispettivo n. 4-26441, poi riprodotto ed integrato, in mancanza di risposta, l'8 luglio 1992 con il n. 4-03068; l'interrogazione era rivolta ai Ministri dell'ambiente, della sanita', dell'interno, per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e delle partecipazioni statali ed era diretta a conoscere - premesso che: "la stampa napoletana ha reso noto che in localita' Settecainate, nelle campagne tra Varcaturo e Giugliano, sara' prossimamente avviata a realizzazione e completata in 18 mesi una mega-discarica, dove saranno smaltiti e riciclati i rifiuti solidi urbani e che l'impianto - il piu' grande della provincia di Napoli e della regione Campania - avra' una capienza di otto milioni di metri cubi; con 85 mila tonnellate all'anno di rifiuti da trattare, con cinquanta centraline per la captazione di biogas e la trasformazione in energia, il costo dell'impianto raggiungerebbe gli ottanta miliardi e sarebbe gestito da un consorzio misto tra il comune di Giugliano ed un'azienda a partecipazione statale, la Italimpianti; l'impianto praticherebbe "prezzi politici" fungendo da calmiere in un mercato selvaggio per la discarica dei rifiuti; non solo, ma nella discarica, attraverso il previsto finanziamento della legge n. 441 del 1986, verra' anche installato un macchinario per il riciclaggio di carta, vetro, ferro, lattine, mentre verranno ospitati i fanghi provenienti dal depuratore di Cuma e dall'alveo dei Camaldoli: il tutto in una vasta area nella quale insistono vecchie cave di pozzolana abbandonate da un decennio; la regione Campania ha dato il suo nulla-osta e da un finanziamento di 27 miliardi si e' passati a 41, che cresceranno di altri 19, oltre ai 20 necessari per le strutture di riciclaggio prima dello stoccaggio; il consiglio comunale di Giugliano dovra' decidere se indire una gara di appalto o affidare la concessione dei servizi (espropri, definizione dei progetti, gestione) alla ECOGIT, un consorzio istituito tra il comune di Giugliano e la Italimpianti del gruppo IRI; il tutto si gioverebbe dei fondi dell'Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno, nell'ambito del PS3 per il disinquinamento del golfo di Napoli, mentre e' previsto un ulteriore progetto, sempre nell'ambito del PS3, relativo all'adeguamento di altra discarica nel territorio di Giugliano (la cui amministrazione comunale ha quindi scelto debba essere la pattumiera della provincia di Napoli, della regione Campania ed...oltre) per una capacita' di tre milioni e mezzo di metri cubi -: se rispondano al vero le notizie di cui in premessa; in tal caso non v'e' dubbio che la dimensione "megagalattica" dei due impianti sia tale che il pericolo di definitivo, incommensurabile ed irreversibile inquinamento atmosferico della zona diverrebbe quanto mai concreto, nonostante ogni possibile accorgimento tecnico, viste tutte le esperienze sin qui realizzate; se nella zona esistano abitazioni private e comunque se la loro presenza nei pressi degli impianti non renderebbe assolutamente impossibile il continuare a viverci; se non si intenda espropriare il che e' impensabile, vastissime aree ai lati degli impianti; come si pensi di affrontare e risolvere il gravissimo problema di tutte le aree ove esiste presenza umana (abitazioni, locali commerciali, industriali, artigianali, attivita' di produzione, stoccaggio, trasformazione agricola); se siano stati fatti studi in ordine al regime dei venti della zona e con quale esito; se risulti che siano state avviate le necessarie istruttorie ed a che punto esse si trovino in ordine alle indispensabili procedure di impatto ambientale, delle quali si ignora tutto; se non si ritenga opportuno che il comune di Giugliano eviti procedure che, a giudizio dell'interrogante, quanto mai sospette e piu' volte criticate dalla Commissione parlamentare antimafia - sempre che l'impianto in parola sia legittimo dal punto di vista ambientale - ricorrendo a concessioni che si sono rivelate in una miriade di casi quelle piu' idonee ad aprire la via a spese incontrollate, a tangenti ad imprese camorristiche, affidandosi invece a regolari procedure di appalto; quale sia il piano finanziario nei dettagli e lo stato delle procedure presso l'Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno; quali siano i particolari della gestione e dei costi della stessa, anche in relazione ai preannunciati prezzi politici, con chiara indicazione di cosa si tratti e cioe' se si ritenga che essi dovranno coprire i costi e non avere nessuna o solo molte ridotte plusvalenze; quali siano i tempi effettivi di avvio a realizzazione e di prevedibile completamento degli impianti e quelli della loro entrata in funzione; quale sia la localizzazione degli impianti rispetto alle aree individuate per la discutibilissima sede del nuovo aeroporto. Quanto precede sia in relazione all'atto ispettivo di uguale contenuto, restato privo di riscontro nella decima legislatura, n. 4-26641 del 2 luglio 1991, sia all'avviso di gara apparso - esattamente dopo un anno dalla inevasa interrogazione e come se la stessa non fosse stata mai ripresentata - il 2 luglio 1992 sulla stampa, ad iniziativa dell'ECOGIT, per un appalto di lire 21.930.000.000"; rispose in data 11 febbraio 1993 l'allora Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno assumendo quanto segue: "Nell'ambito del progetto speciale per il disinquinamento del golfo di Napoli e' stato finanziato un primo lotto di opere per la realizzazione della discarica per rifiuti solidi urbani e fanghi provenienti dalla depurazione di liquami domestici in localita' "Sette Cainati" del comune di Giugliano in Campania in provincia di Napoli. Detta discarica, della cacita' di 3,2 milioni di mq., e' ubicata in un'area distante da abitazioni private (precedentemente interessata dalla coltivazione di una cava di pozzolana attualmente esaurita) con il fondo ad oltre venti metri di profondita' dal piano di campagna. I rifiuti che saranno smaltiti nella discarica, consentiranno il recupero ambientale della cava abbandonata. La localizzazione dell'opera e' stata approvata dalla regione Campania con il Piano delle discariche, nell'ambito del piu' generale Piano regionale di smaltimento dei rifiuti. Per la realizzazione del progetto, il comune di Giugliano, preposto alla attuazione dell'intervento e destinatario delle opere, ha costituito con la societa' Italimpianti il Consorzio ECOGIT. Detto Consorzio, nella qualita' di concessionario, provvedera' all'appalto dei lavori secondo la vigente legislazione, ed alla gestione diretta delle opere realizzate. Il progetto, redatto a livello esecutivo in conformita' della vigente legislazione, e' completato dalle indagini sulle condizioni climatiche della zona (venti, precipitazioni atmosferiche, deflussi superficiali, falde idriche) e tiene conto degli accorgimenti necessari per il monitoraggio delle condizioni ambientali durante l'esercizio della discarica. L'importo complessivo del progetto da realizzare ammonta a lire 40,2 miliardi, di cui lire 21,93 miliardi per lavori, lire 3,52 miliardi per la gestione biennale delle opere, lire 5,0 miliardi per espropriazioni, e lire 9,75 miliardi per spese generali, I.V.A., imprevisti, etc. Secondo le previsioni progettuali, dopo un anno dalla consegna dei lavori sara' possibile dare inizio al conferimento dei rifiuti in discarica, avviando in tal modo a risoluzione il problema dello smaltimento dei rifiuti in una vasta area della provincia di Napoli, dove non esistono allo stato discariche pubbliche"; la discarica in Giugliano - localita' Sette Cainate - interessa una superficie effettiva (dichiarazione degli agricoltori) di ha 40 circa (mq. 400.000) e non di 16 ha (mq 160.000 = mc 3.200.000 e m. 20 di altezza) indicati nella risposta dal Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. Il centro dell'area dell'istituenda discarica e' ad appena km. quattro, in linea d'aria, dal comune di Qualiano. Oltre 500 persone abitano nel raggio di un chilometro dalla cava ed oltre 3.000 vivono nel raggio di 2 km. Per il momento: perche' la zona e' in rapida espansione con la realizzazione di nuove case molte anche abusive; il vento dominante, il classico "ponentone" degli agricoltori, proviene dal lato mare, ovvero da ovest e nord-ovest; e da alcuni anni spira con maggiore intensita' in quanto non piu' frenato dagli alti festoni aversani che costituivano la caratteristica della coltivazione dell'Asprino maritato al pioppo. Tutti, ormai, abbattuti; le falde idriche sono gia' inquinate, da circa un quindicennio, dagli scarichi industriali a valle e da infiltrazioni di altre discariche effettuate in cave, ormai colme, ed indicate nella localita' Scalzapecora (tra l'azienda vivaistica Maisto e la localita' Maioni-Lottizzazione Eurotetto) ed in localita' Maioni (azienda agricola Francesco Tambaro). Stampa e Tv, a livello nazionale, si soffermarono a lungo su questi scandali, anni or sono. Le cave di Sette Cainate (perche' sono due e non una) sono di proprieta' Illiano e Lubrano. La prima e' prossima, ed a livello, della linea ferroviaria "Direttissima" Napoli-Roma; e' infatti da tempo esaurita; la seconda e' pronta a divenire un altro sversatoio; effettivamente gli agricoltori sono seriamente preoccupati ma tacciono per lo piu' perche' gli interessi torbidi e malavitosi sarebbero enormi. C'e' la corsa all'acquisto dei terreni prossimi alle cave con l'offerta di lire 32/35.000 al mq. Il tutto passerebbe tra le mani, deve passare, di cammorristi di Giugliano. Temono gli agricoltori pressioni ed intimidazioni eguali a quelle subite dai loro colleghi con terreni prossimi all'Acquaflash. Il business, dicono, e' enorme. Per lo sfruttamento della pozzolana il terreno viene trattato, "affittato" a lire 30.000/mq; per lo sversamento dei rifiuti introitano, a seconda della profondita', anche centinaia di migliaia di lire. Ricoperto poi il tutto con materiale proveniente da scavi per costruzioni e da altri cantieri, il terreno verrebbe rimesso a coltura. Si aspettano gli agricoltori un miracolo: quello della revoca della concessione alla discarica. Ma non apriranno bocca, ne' alzeranno un dito...Per paura -: se si intenda, atteso quanto precede, verificarne punto per punto il fondamento e chiarire quali prospettive possano aprirsi in ordine alla revoca del finanziamento e della iniziativa inquinante (per molti aspetti...) in questione. (4-08085)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08085 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950301 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
BASILE VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE) 
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