"BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "20100629-" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07799 presentata da FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100629" . "0"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07799 presentata da FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100629"^^ . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-07799 presentata da MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI martedi' 29 giugno 2010, seduta n.344 FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: il settimanale «L'Espresso» nella sua edizione in edicola il 25 giugno 2010, ha pubblicato una lunga, dettagliata, documentata inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti, cosi' riassunta fin nella copertina: «La grande bugia di Bertolaso. Ha speso 72 milioni di euro per bonificare La Maddalena. Affidando i lavori a suo cognato»; la gravita' del contenuto della citata inchiesta e' tale che si ritiene utile e necessario riportarla integralmente; la citata inchiesta parla di «Una discarica di rifiuti tossici nell'arcipelago della Maddalena. Fanghi neri impregnati di idrocarburi pesanti sbuffano come nuvole di vulcani sottomarini. Contaminano i pesci, i molluschi, i crostacei. E forse anche la vita degli uomini, delle donne e dei bambini che li mangeranno. La sabbia e' cosi' inquinata che le alghe non crescono in un raggio di centinaia di metri. Un deserto subacqueo. Bisogna scendere sul fondo del mare per vedere come hanno lasciato morire la natura e al tempo stesso preso in giro milioni di italiani. Bisogna infilarsi la muta, le pinne, una maschera da sub e nuotare quasi tre chilometri tra andata e ritorno. Ed ecco, fra i due e i dieci metri di profondita', la bugia colossale di una bonifica che qui sotto non e' mai cominciata. Perche' la discarica e' nel mezzo di Porto Arsenale, nel bacino su cui si specchiano i cristalli e i marmi pregiati della Main conference, la palazzina che l'anno scorso avrebbe dovuto ospitare gli onori del G8. Basta immergersi in apnea sotto le grandi vetrate, infilare la mano nella melma e filmare. Nubi color antracite salgono dense, piroettano e ricadono trascinate dal loro peso specifico verso fondali piu' lontani. Eppure, tra scandali, costi fuori controllo, indagini per corruzione e arresti, la bonifica era l'unica operazione considerata necessaria. Almeno, l'avevano dichiarata conclusa. Ora nemmeno quella si salva. «Un intervento esemplare», hanno detto. L'aveva confermato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, 60 anni, commissario delegato di queste grandi opere. L'aveva certificato il suo sponsor nel governo, il sottosegretario Gianni Letta, 75 anni. Invece no. Forse sono stati male informati. Forse qualcuno della struttura di missione nominata da Palazzo Chigi e spedita alla Maddalena a suon di stipendi d'oro, ha raggirato perfino loro. Oppure non hanno ancora raccontato tutto su questo brutto intrigo. Ma qui sotto, nel grande quadrilatero che dovrebbe diventare un porto turistico per Vip, gli effetti della bonifica non si vedono. E chissa', magari e' per questo che il vertice del G8 e' stato spostato a L'Aquila. Perche' le eliche delle barche a motore avrebbero sollevato gli idrocarburi e trasformato l'acqua in un ammasso oleoso a visibilita' zero. I sommozzatori dell'antiterrorismo non avrebbero potuto garantire la vigilanza. E per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarebbe stata una pessima figura ricevere i presidenti dietro vetrate affacciate su un mare che in alcuni giorni diventa nero come la pece. Cambi di colore imprevedibili che dipendono dalla risalita dei veleni nascosti sul fondo. Questa storia comincia lunedi' 22 marzo. Quella sera davanti alle telecamere di «Porta a Porta» Bertolaso difende il cognato, Francesco Piermarini, 52 anni, fratello di sua moglie. «Avete pure messo in mezzo mio cognato», dice a chi gli contesta gli incarichi familiari alla Maddalena: «Io a mio cognato non gli ho dato assolutamente nessun incarico. Mio cognato e' stato scelto perche' e' un grande esperto di bonifiche ambientali. Ha lavorato con il guru delle bonifiche ambientali, che e' Gianfranco Mascazzini. È per questa ragione e' stato impiegato». Mascazzini, nel 2008, e' direttore generale del ministero dell'Ambiente. Il cognato di Bertolaso viene inserito con un incarico ad personam nello staff di Palazzo Chigi. E assegnato alla struttura di missione in Sardegna che coordina la bonifica e l'avvio dei cantieri del G8. Alla Maddalena pero' Piermarini racconta una storia un po' diversa. Dice di avere una laurea in economia e di essere rientrato da poco in Italia dopo aver terminato un'attivita' finanziaria all'estero. Comunque secondo Bertolaso, responsabile di tutta l'operazione G8, suo cognato viene scelto solo perche' e' un grande esperto di bonifiche. Passano le settimane e Porto Arsenale apre finalmente i cancelli. Dal 22 maggio al 6 giugno La Maddalena ospita le regate della Louis Vuitton Trophy. L'occasione, pure questa finanziata con soldi pubblici, per il lancio ufficiale del «porto spettacolare del futuro», come pubblicizzano i manifesti. Infatti, concluse le gare, le strutture a cinque stelle saranno disponibili soltanto in futuro. Non prima di un anno. È un inizio un po' zoppo del nuovo polo turistico affidato in concessione per 40 anni alla Mita resort della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Il canale e il bacino interno sono interdetti alla navigazione. I pochi yacht, le barche a vela e a motore devono ormeggiare nel bacino esterno, davanti alla Main conference. E la mattina di martedi' primo giugno succede qualcosa di strano. L'acqua in cui si riflette l'opera simbolo progettata dall'architetto Stefano Boeri diventa nera. La partenza di uno yacht di appoggio alla regata fa risalire dai fondali nuvole dense che colorano il mare. Non e' solo sabbia, che nell'arcipelago e' ovunque chiara. Questi turbini sono oleosi, molto scuri e tendono a rimanere sul fondo. Pochi giorni dopo, di rientro su un volo Olbia-Milano, l'aereo di Meridiana passa casualmente sopra l'arcipelago. E a piu' di mille metri di quota la differenza dei colori e' netta. Intorno l'acqua e' blu. Davanti alla Main conference il mare e' nero. Con una pennellata di inquinamento che si allunga verso l'isola di Caprera. Non resta che aspettare la fine delle regate. E la nuova chiusura di Porto Arsenale. Il modo per scoprire cosa si nasconde sui fondali e' entrare nei due bacini a nuoto. Il segreto di Discarica Maddalena viene svelato da «L'espresso» dopo quattro giorni di immersioni. Dal 13 al 16 giugno. Il filmato e le fotografie cliccabili mostrano in esclusiva i fanghi tossici e delle macerie scaricate illegalmente in mare alla fine dei lavori, proprio sotto la Main conference. Perfino il canale di ingresso e il bacino interno dell'Arsenale sono inquinati da sostanze altamente pericolose. Per questo, durante le regate della Vuitton Trophy, la Provincia di Olbia Tempio ha vietato la navigazione alle barche a motore. Ma solo nel bacino interno: per «minimizzare al massimo qualsiasi fenomeno di risospensione», e' scritto in un avviso. Un vero successo: un porto turistico costato complessivamente 377 milioni di euro pubblici nel quale yacht, barche e gommoni non possono attraccare. L'inquinamento nel bacino interno lo conferma un'indagine dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Il 25 e il 26 novembre 2009 i tecnici del ministero dell'Ambiente e la struttura di missione di Palazzo Chigi fanno eseguire 31 carotaggi nei sedimenti del fondale. Scoprono cosi' alte concentrazioni di molecole killer (vedi l'elenco a pagina 43). Ben oltre i limiti di legge, superati spesso con multipli esponenziali. Si tratta in gran parte di derivati del petrolio e residui di combustione. Sostanze scaricate in mare per decenni durante il lavaggio dei serbatoi e delle sentine delle navi, quando l'Arsenale era gestito dalla Marina militare italiana. I risultati delle analisi vengono tenuti segreti fino alla primavera di quest'anno. Il ministero li comunica agli addetti ai lavori in una riunione soltanto il 23 aprile 2010. E ammette cosi' la mancata bonifica dell'Arsenale. Avviata nel 2008 sotto il controllo di Francesco Piermarini, come ha raccontato in tv suo cognato Bertolaso. E mai completata. Non risultano invece analisi dei fanghi nel bacino esterno. Ufficialmente quel tratto di mare non e' inquinato. All'Ispra dicono di non sapere nulla della presenza di idrocarburi davanti alla Main conference. E nessuna comunicazione e' stata data alla Provincia di Olbia Tempio, come conferma Pierfranco Zanchetta, assessore all'Ambiente nella giunta di centrosinistra uscente. Nei documenti, Discarica Maddalena non esiste. Domenica 13 giugno soffia il maestrale. Dal porticciolo di Punta Moneta la nuotata e' tutta controvento e controcorrente. A un centinaio di metri dalla banchina est di Porto Arsenale il fondale beige diventa improvvisamente nero. Le alghe sono morte o non crescono. L'acqua, prima limpida, ora e' torbida. È il percorso di uscita delle correnti di bassa marea. Qui sotto ci sono lastre di eternit, cemento e fibra di amianto, cadute o buttate in mare. Dopo la lunga nuotata fino all'ingresso dei bacini, bisogna tornare indietro. Stanno smontando i pontili della Vuitton Trophy e sulla banchina opposta sono al lavoro due sommozzatori veri. Un secondo imprevisto appare all'improvviso tra Caprera e Santo Stefano, a meta' della traversata a nuoto del canale centrale: arriva un mercantile. Meglio togliersi di mezzo. Al piu' presto. La nave cargo si avvicina silenziosa. E va a ormeggiare alla banchina di Porto Arsenale. Una zona, secondo la mappa dell'Ispra, che dovrebbe essere interdetta alla navigazione. Il carotaggio in quel punto, il numero 22, rivela tra le concentrazioni piu' alte di benzo(a)antracene (3,07 milligrammi per ogni chilo di sedimento), benzo(a)pirene (2,90 milligrammi/chilo), benzo(b)fluorantene (2,72), crisene (2,8), pirene (7,6) e di altri veleni. Ulteriori aree di inquinamento record dei fondali sono il tratto centrale del canale di ingresso. E la banchina Ovest, fra il centro commerciale e l'hotel a cinque stelle: con massimi qui di 5,6 milligrammi/chilo di pirene, di 4,29 di benzo(b)fluorantene (cancerogeno, puo' provocare danni genetici) e di 16,9 di policlorobifenili (sostanza con tossicita' paragonabile alla diossina). Contaminata anche la banchina Est dove gli idrocarburi raggiungono i 6.380 milligrammi/chilo. Lunedi' 14 giugno la traversata a nuoto parte dalla costa opposta: il molo davanti all'ex ospedale militare, il secondo hotel del G8 costato 73 milioni e ora completamente abbandonato. Tra le 6 e le 9.30 del mattino c'e' tempo per controllare tutti e due i bacini e il canale di ingresso. È incredibile che abbiano scaricato in mare tonnellate di macerie sotto la Main conference, il progetto simbolo al quale non e' stato ancora trovato nome migliore. Forse lo meriterebbe visto che e' costato 52 milioni, tutti incassati dall'impresa di Diego Anemone, 39 anni, arrestato con il coordinatore degli appalti, Angelo Balducci, 62, e scarcerato dopo tre mesi. Proprio li' davanti il fondale e' fangoso e completamente spoglio. Non crescono alghe per centinaia di metri. La probabile concentrazione di veleni annienta la vita. Qua e la' nel limo chiaro emergono chiazze di sedimento nero. Il giorno dopo, martedi' 15 giugno, la corrente tra Punta Moneta e il canale di ingresso e' piu' forte del solito. La mattinata e' dedicata a nuove immersioni. Basta scendere, agitare la mano nel fango gelatinoso, fotografare e filmare. Le nuvole nere salgono da piu' punti. Poi si torna nel canale di ingresso e nel bacino interno: in queste due zone la bonifica e' stata fatta ma solo lungo le banchine, per una larghezza di appena una decina di metri. A pochi chilometri da qui, a Palau di fronte alla Maddalena, proprio oggi il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo e il collega francese Jean-Louis Borloo, stanno firmando il protocollo per la nascita del Parco marino delle Bocche di Bonifacio. C'e' da giurare che la delegazione francese sia all'oscuro dell'inquinamento provocato dalla Marina militare al centro del nuovo parco. Mercoledi' 16 giugno, le ultime immersioni. Resta adesso da scoprire perche' il bacino davanti alla Main conference non sia stato bonificato. Qualcuno disposto a raccontare cosa sia successo si trova: «Piu' scavavi nel fondale, piu' trovavi fanghi contaminati», ricorda il tecnico di un'im- presa: «La benna tirava su melma densa come cioccolata e nera come pece. Erano sicuramente idrocarburi pesanti. Hanno deciso di lasciarli li' perche' senza la costruzione di una diga ermetica, avrebbero inquinato l'arcipelago. E la costruzione della diga avrebbe fatto perdere tempo e ridotto i margini di guadagno per le imprese. Lo stesso vale per la parte non bonificata del canale e del bacino interno. So che la sospensione dei lavori e' stata autorizzata da qualcuno dentro al ministero dell'Ambiente». L'ennesima operazione di maquillage per salvare l'apparenza. Anche se la bonifica e' costata 31 milioni, che salgono a 72 milioni 610 mila euro sommando gli interventi di consolidamento delle banchine e la trasformazione in porto turistico. Ora pero' tutte le opere rischiano di diventare una colossale cattedrale nel deserto. Uno spreco da 377 milioni a carico degli italiani e delle casse della Regione Sardegna, che per questa spesa deve rinunciare a nuovi investimenti. E che, come proprietaria della struttura, dovrebbe addirittura pagare la nuova bonifica. Per il pericolo che i fanghi tossici risalgano, la navigazione nel porto e' vietata. E senza possibilita' di attracco, addio posti barca. Addio occasioni di lavoro. La zona pero' non puo' reggersi sui due mesi del turismo estivo. Con la chiusura delle basi americane e il Porto Arsenale fermo, per i 2 mila disoccupati dell'arcipelago si riaffaccia dopo decenni la prospettiva dell'emigrazione. È il danno piu' odioso della finta bonifica: aver rubato il futuro all'isola. I manager di Mita resort forse sapevano della presenza dei veleni. Sara' per questo che la societa' di Emma Marcegaglia ha ottenuto da Bertolaso un canone a prezzo di svendita: 60 mila euro l'anno, come l'affitto di una cartoleria in centro alla Maddalena. «L'espresso» l'ha chiesto alla societa', senza ottenere risposta. Nei mesi della bonifica raccontano di camion che entravano carichi nelle aree di cantiere. L'ultimo dubbio porta a quei giorni del 2008: se i fanghi contaminati sono ancora in fondo al mare, i rifiuti tossici cementati sotto le banchine vengono tutti dall'Arsenale?» -: se quanto sopra esposto corrisponda al vero; in caso affermativo, quali urgenti interventi si siano approntati e si intendano approntare; se non si ritenga necessario dover fornire chiarimenti su quanto accaduto e sulle relative cause ed eventuali responsabilita'; se sia vero che nella zona di mare interessata si registra un'altissima concentrazione di molecole killer e che dal mare si sollevano nuvole di idrocarburi; se sia vero che tonnellate di macerie sono state scaricate sotto la cosiddetta «Main Conference», e si tratterebbe del residuo dei «lavaggi» di navi militari; se sia vero quanto riferiscono tecnici dei cantieri che «piu' scavavi nei fondali, piu' trovavi fanghi contaminati»; quali spiegazioni abbia fornito la struttura di missione, coordinata dal dottor Bertolaso, che si e' occupata delle attivita' di bonifica; se, in particolare, risulti che grandi quantita' di rifiuti tossici, fanghi e amianto giacciono nel mare davanti all'Arsenale, e nonostante il responsabile della protezione civile abbia garantito che l'area era stata bonificata; se sia vero che i lavori della protezione civile in relazione a detta, presunta, bonifica sono costati 72 milioni di euro circa; se si sia in grado di fornire le voci specifiche di spesa e di indicare come questo denaro sia stato utilizzato; in caso contrario, perche' non si sia in condizioni di farlo. (4-07799)" . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "4/07799" . . "2014-05-15T00:37:58Z"^^ . . .