_:B45a72f668b86484432ad0d7cc4203786 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata giovedi' 17 novembre 2011 nell'allegato B della seduta n. 550 All'Interrogazione 4-07473\n presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI Risposta. - In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto indicato, si rappresenta quanto segue. I resti della colonia romana di Liternum si trovano in Campania lungo la sponda sinistra del lago Patria che ricade nel territorio del comune di Giugliano, ultimo comune verso nord della provincia di Napoli e pertanto di competenza della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, nonche' nel territorio del comune di Castelvolturno in provincia di Caserta, che invece rientra nelle competenze della Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta. Il sito, insieme con il tracciato dell'antica via Domitiana che ancora si conserva per lunghi tratti tra Cuma e Liternum, e' tra le piu' importanti presenze archeologiche che caratterizzano il litorale domizio. Fino a pochi anni fa Liternum poteva identificarsi esclusivamente con il Foro della citta' e i suoi monumenti, portati alla luce negli anni Trenta ad opera della Soprintendenza e successivamente espropriati dalla Provincia di Napoli, nelle cui competenze territoriali tuttora ricade essendo diventato parte del demanio provinciale. Dagli inizi degli anni Novanta Liternum e' al centro di un rinnovato interesse da parte delle istituzioni: in primo luogo il Ministero per i beni e le attivita' culturali che, oltre all'espletamento degli adempimenti formali di tutela, vi ha ripreso le indagini archeologiche esplorando sia alcuni settori dell'area urbana antica, sia le zone extraurbane dell'anfiteatro e della necropoli, tutte in proprieta' privata spesso divenute luoghi di discarica. Tale attivita' di ricerca, nonostante i limiti imposti dalla scarsa disponibilita' economica, ha portato da un lato notevoli progressi nella conoscenza della storia e della topografia della citta' antica, dall'altro ha consentito l'acquisizione per esproprio delle aree esplorate: oltre a quella dell'anfiteatro sono state acquisite, anche mediante prelazione, alcune aree dell'abitato che si estende a nord e ad est del foro. Questa zona, in proprieta' privata affidata a coloni e sottoposta a vincolo sin dagli anni Cinquanta, e' rimasta prevalentemente identificata ma non per questo e' sfuggita a due devastanti episodi di abusivismo edilizio, nei confronti dei quali la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei a suo tempo ha posto in essere tutti gli adempimenti finalizzati a contrastare le azioni dannose per il patrimonio archeologico; attualmente gli immobili abusivi sono oggetto di attenzione da parte di tutte le istituzioni competenti in materia di tutela del territorio per i provvedimenti del caso. I risultati delle recenti indagini archeologiche, resi peraltro noti all'opinione pubblica attraverso l'allestimento di una sezione dedicata a Liternum nel museo archeologico dei campi flegrei nel castello di Baia e con la pubblicazione nel relativo catalogo, avrebbero richiesto la prosecuzione dell'esplorazione archeologica, purtroppo da tempo interrottasi per carenza di fondi. L'area del foro, di pertinenza della provincia di Napoli e di cui si auspica e si sollecita da anni un restauro conservativo, e' stata dotata di una nuova recinzione di tipo monumentale e di un impianto di illuminazione. Il comune di Giugliano, recuperando una proposta progettuale elaborata d'intesa con la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei e la Provincia, gia' negli anni Novanta, nell'intento di creare un parco archeologico comprendente sia il Foro che le aree circostanti, con fondi regionali ha di recente acquisito queste ultime, ancora ricadenti in proprieta' privata, e realizzato un primo intervento di bonifica e di sistemazione a verde creando percorsi pedonali con punti di sosta e di osservazione sia dell'ambiente naturale che delle evidenze archeologiche al momento visibili in maniera sparsa nel parco, tra cui un tratto dell'antica Domitiana, nell'auspicio che future campagne di scavo possano riportare gradualmente alla luce altri settori della citta'. L'area urbana ancora inedificata dell'antica Liternum, che viene attualmente in senso lato denominata «parco archeologico di Liternum», con l'acquisizione di suoli anche da parte del comune appartiene allo Stato (Ministero per i beni e le attivita' culturali), alla provincia di Napoli e al comune di Giugliano. Il concorso di diversi soggetti istituzionali ha imposto la necessita' che gli stessi individuino in maniera congiunta le modalita' di gestione e valorizzazione al fine di garantire la fruizione pubblica nel rispetto della tutela del sito, che resta tra i meno conosciuti della Campania. A tale scopo e' in via di definizione la redazione di un protocollo d'intesa tra le parti, di concerto con la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania. Parallelamente sarebbe auspicabile intraprendere lo scavo sistematico con la messa in luce e il restauro delle strutture antiche. In tal senso nel 2007 la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei ha avuto modo di eseguire un'indagine nell'area demaniale individuando un criptoportico monumentale, struttura completamente riempita di sabbia portata dal vento, di cui e' stato possibile eseguire solo lo scavo del crollo della copertura a volta, avente verosimilmente la funzione di compensare, con un sistema di piani sfalsati, un salto di quota esistente tra la fascia costiera pianeggiante e il pianoro sul quale fu edificata la citta'. Lo scavo ha evidenziato come l'edificio prosegua verso sud in direzione di un parco residenziale che purtroppo insiste sul settore meridionale dell'antica Liternum e che deriva dalla degenerazione e dall'ampliamento graduale di un villaggio olimpico sorto negli anni sessanta e originariamente costituito da casette di legno a palafitta. In questa area come in quella piu' a sud, fortemente urbanizzata, per lo piu' in maniera abusiva, dagli anni novanta e' costante il controllo della soprintendenza che nell'ambito dei suoi compiti istituzionali esercita attivita' di tutela anche attraverso ricerche archeologiche effettuate in occasione di interventi di edilizia privata o per rilascio di pareri in sanatoria. Infatti, se in tale area il costruito ha occultato le presenze antiche, non ha tuttavia cancellato la valenza archeologica dell'area il cui sottosuolo, laddove non manomesso, conserva ancora ben leggibile nella sua stratificazione il tessuto urbano di Liternum che potrebbe un giorno essere restituito alla luce con un pianificato e radicale intervento di recupero archeologico. In tal senso, mediante azioni e provvedimenti coerenti, che caratterizzano ormai da anni l'operato della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, viene costantemente riaffermata la valenza archeologica di questo settore meridionale della citta' antica, in forza della quale nel 1995 non si e' esitato ad imporre un nuovo organico vincolo diretto sull'intera area, gia' in parte vincolata sin dagli anni Cinquanta, o ad acquisire nel 2006 per prelazione un appezzamento di terreno sfuggito all'edificazione. Questo Ministero e' non solo bene a conoscenza della situazione del sito archeologico, ma e' attivamente presente nell'espletamento sempre tempestivo degli adempimenti di tutela di stretta competenza, promuovendo altresi', nella convinzione dell'indissolubile rapporto tra tutela e valorizzazione, iniziative di promozione, non senza sollecitare in tal senso gli enti locali comproprietari del sito archeologico, cui la normativa vigente attribuisce precipuamente tali compiti di valorizzazione. Per quanto sopra appare evidente che tutte le aree di pertinenza della colonia romana, la quale ricade esclusivamente nel territorio del comune di Giugliano, ivi compreso il tratto della via Domitiana che attraversa lo stesso comune, risultano sottoposte a vincolo archeologico ai sensi della normativa vigente. Relativamente all'esplorazione e alla messa in luce dell'antica Liternum, auspicabili non solo per motivi culturali, esse dipendono esclusivamente dalle risorse economiche che, quando disponibili, si sono rivelate sempre inadeguate e insufficienti per questo sito archeologico. Per quanto concerne la parte del sito archeologico di Liternum che ricade nel territorio comunale di Castel Volturno (Caserta), la competente soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta ha comunicato che il comune di Castel Volturno riveste un generale interesse archeologico in quanto parte dell'antico ager Campanus suddiviso agli inizi del II secolo avanti Cristo tra le colonie di Volturnum e Liternum. Studi topografici e ritrovamenti avvenuti a seguito del controllo di lavori pubblici e di privati hanno evidenziato l'esistenza di numerosi siti che hanno confermato l'interesse archeologico del territorio. Con particolare riferimento all'esistenza di provvedimenti di tutela, risultano agli atti di ufficio il decreto ministeriale del 10 aprile 1987 di notifica dell'interesse archeologico al Comune di Castel Volturno, imposto ai sensi degli articoli 1 e 4 della legge n. 1089 del 1939 sulla particella 127 del foglio 27 (localita' S. Maria a Civita), e la notifica di «vincolo archeologico» della «parte emissario e foce vecchia del lago Patria». La competente soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta sta valutando l'ipotesi di sottoporre tutta l'area sopra descritta a vincolo archeologico. Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attivita' culturali: Francesco Maria Giro." . _:B45a72f668b86484432ad0d7cc4203786 "20111117" . _:B45a72f668b86484432ad0d7cc4203786 . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-07473 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI lunedi' 7 giugno 2010, seduta n.332 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riporta il Corriere della Sera del 1 o giugno 2010 (ultima modifica 3 giugno 2010), luoghi in cui Scipione l'Africano visse i suoi ultimi giorni sono stati dimenticati e abbandonati. Vi insiste un parco archeologico decisamente poco valorizzato e minacciato di tanto in tanto dagli abusi: la costa del giuglianese e quella di Castel Volturno, nel Casertano, sono tra le piu' disastrate d'Italia dal punto di vista del cemento selvaggio; a Liternum, Amedeo Maiuri, direttore del museo archeologico di Napoli negli anni '30, celebre per aver portato alla luce buona parte delle citta' romane di Pompei e Ercolano, in precedenza gia' individuate dagli archeologi borbonici, affido' l'incarico a Giacomo Chianese, ispettore onorario della Soprintendenza alle antichita' di Napoli, di condurre uno scavo sistematico nell'area dell'antico foro. Nel 1933 inizia l'operazione «Liternum» per individuare nella zona del Lago Patria (nel Giuglianese) il sito dell'antica cittadina romana. I saggi di scavo danno esito positivo e permettono di fissare il sito della dimenticata Liternum, dove, appunto, Scipione l'Africano si era ritirato con i legionari per dedicarsi alla bonifica e alla coltivazione della terra. Vennero alla luce gran parte delle rovine ancora visibili, il foro e l'antico teatro; individuando tra l'altro ben sei chilometri della via Consolare Campana, oggi irrimediabilmente perduta; da allora, passati i clamori e gli sfarzi dell'illusione di un rinato impero romano fascista, il sito archeologico di Liternum e' diventato il piu' degradato e dimenticato d'Italia. Nell'estate del 1960, il comitato promotore dei Giochi del Mediterraneo che si disputano quell'anno a Napoli sceglie proprio l'area a cavallo del foro dell'antica Liternum per impiantare un nuovo edificio. Sui terreni al di sotto dei quali insisteva l'antica colonia romana, e dove si presume si conservino ancora i resti di gran parte delle abitazioni civili - domus e botteghe - vennero realizzate le strutture di un moderno villaggio olimpico destinato ad ospitare gli atleti della nazionale jugoslava. Oggi quel villaggio e' divenuto un parco privato; all'incirca 400 anime che vivono su una nuova probabile «Pompei». «Proprio in occasione di uno scavo per l'installazione del nuovo condotto fognario all'interno del parco privato» spiega la dottoressa Adriana d'Avella attuale direttrice dell'area degli scavi del parco archeologico di Liternum «abbiamo condotto un saggio che ha riportato alla luce i resti di un'antica fornace per la lavorazione dell'argilla e la fabbricazione dei laterizi, segno dell'elevato grado di sviluppo della colonia romana»; mentre l'archeologa illustra le scoperte portate avanti con competenza e preparazione negli anni recenti, lo scempio operato in passato e' purtroppo irrimediabilmente visibile sotto i nostri occhi. In particolare il muro di cinta che delimita la proprieta' del parco privato e' stato costruito in aderenza con le antiche murazioni romane che ancora affiorano dal terreno. Nell'area attuale degli scavi dove e' venuto alla luce l'antico Criptoportico, ovvero un corridoio di passeggio a volta coperto che collegava all'antico foro, si notano i moderni mattoni adoperati per la costruzione del muro perimetrale e la relativa colata di cemento poggiata sui resti di un muro di sostegno d'epoca romana in «opus reticolarum». La volta del criptoportico pero' e' orribilmente sventrata da un carotaggio in cemento armato. Ma e' solo una parte dello scempio adoperato fino ad oggi. All'interno dell'area sotto tutela della Soprintendenza controversie legali con i discendenti degli antichi coloni proprietari negli anni trenta dei suoli confinanti, nonche' fenomeni di speculazione edilizia selvaggia dei primi anni '80 hanno prodotto due casi «emblematici» di abusivismo proprio a ridosso dell'ara sacra. Una struttura conserva parte delle antiche mura di una domus romana, l'altra e' stata edificata proprio lungo l'antico tracciato della via consolare domitiana che si immetteva nell'area del foro. «Un breve tratto e' stato riportato alla luce l'anno scorso sottratto alle coltivazioni locali che lo avevano destinato a una bella vigna» commenta l'archeologa, che poi si dice orgogliosa del ritrovamento di un busto d'imperatore acefalo venuto alla luce durante una campagna di scavo. «Busto attualmente conservato nel museo archeologico dei campi Flegrei» -: se il Ministro interrogato sia a conoscenza della gravissima situazione descritta con riferimento al sito dell'antica cittadina romana di Liternum; se e quali azioni intenda intraprendere per riportare alla luce un sito di cosi' straordinario valore storico e artistico; se intenda sottoporre tutta l'area descritta comprendente il Giuglianese e Castel Volturno a vincolo archeologico e se intenda adottare provvedimenti immediati per la tutela di questi luoghi che hanno subito il degrado e l'incuria.(4-07473)" . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07473 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100607"^^ . _:B45a72f668b86484432ad0d7cc4203786 . "2014-05-15T00:35:46Z"^^ . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "20100607-20111117" . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "4/07473" . "1"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07473 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100607" . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" .