"4/07110" . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07110 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100511"^^ . . . "2014-05-15T00:33:20Z"^^ . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-07110 presentata da RITA BERNARDINI martedi' 11 maggio 2010, seduta n.319 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il signor Ennio Petricca risiede a Montelibretti (Roma), paese della Sabina romana ove svolge attivita' di agricoltore regolarmente dichiarata presso gli organi competenti, inoltre percepisce pensione di invalidita' essendo stato riconosciuto invalido dal 1997 in quanto affetto da grave zoppi'a e altre gravi patologie; nonostante la sua invalidita', il signor Petricca potrebbe condurre una vita tranquilla ed accettabile se solo i suoi rapporti con il comandante dei carabinieri insediatosi nella stazione di Montelibretti non avessero assunto, nel corso del tempo, aspetti piuttosto inquietanti a causa degli atteggiamenti prevaricatori e delle condotte persecutorie poste in essere nei suoi confronti dal maresciallo Pasquale Fariello e da alcuni suoi sottoposti; la vera e propria persecuzione alla quale e' sottoposto da anni l'agricoltore Ennio Petricca ad opera dei carabinieri, costringe l'agricoltore di Montelibretti a vivere nella paura e nel terrore, oltre ad averlo costretto a spendere tempe e denaro per contrastare in sede giudiziaria le numerose accuse menzognere che i rappresentanti delle forze dell'ordine hanno sistematicamente elevato nei suoi confronti; agli atti esistono circa venti sentenze, emesse dalle piu' diverse autorita' giudiziarie, che assolvono il signor Petricca dalle accuse mosse nei suoi confronti da carabinieri di Montelibretti durante l'insediamento del maresciallo Pasquale Fariello. Peraltro alcune di queste sentenze non mancano di porre in luce il rapporto personale estremamente conflittuale tra il maresciallo e l'agricoltore nonche' l'assoluta non credibilita' di talune ricostruzioni e prospettazioni messe a verbale proprio dai carabinieri; il primo episodio di una lunga serie di atti persecutori consumatisi ai danni del signor Petricca avvenne nella tarda notte del 5 novembre 1999, allorquando l'agricoltore e la sua anziana madre furono svegliati nel cuore della notte dal maresciallo Fariello il quale, senza motivo alcuno, pretendeva di entrare all'interno dell'abitazione dell'uomo. Di fronte all'insolito atteggiamento del maresciallo, il signor Petricca chiamo' il proprio avvocato che, giunto sul posto, constato' l'inesistenza di motivi tali da giustificare una visita in piena notte da parte delle forze dell'ordine. Il rappresentante dei carabinieri giustifico' il suo operato sostenendo che quella sera il signor Petricca, affacciatosi alla finestra, aveva insultato i carabinieri mentre stavano passando fuori di casa sua per un normale servizio, senza specificare alcunche' circa il motivo per cui le forze dell'ordine stessero percorrendo una strada privata di proprieta' di un cittadino incensurato. In seguito alla denuncia del maresciallo, Petricca venne tratto a giudizio, ma nel corso del procedimento penale il maresciallo non si presento' mai a testimoniare sicche', di rinvio in rinvio, il processo giunse a prescrizione; successivamente, precisamente in data 21 marzo 2000, mentre il signor Petricca, in quell'occasione accompagnato dal signor Mancini, stava collaborando ad una raccolta firme per protestare contro l'operato del nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Montelibretti in relazione ad alcuni presunti episodi di abusi commessi da quest'ultimo in danno di minori e portatori di handicap, venne preso con la forza, presumibilmente su ordine del maresciallo Fariello, e, privato del bastone canadese col quale si reggeva, trascinato a forza all'interno della caserma dei carabinieri. Dopodiche' l'uomo venne fatto oggetto di violenze fisiche e morali, come peraltro si evince da numerose fotografie datate nonche' dai referti di due distinti medici assegnati presso il carcere di Regina Coeli, luogo dove il signor Petricca venne condotto con l'accusa di resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Sull'episodio esiste un'audiocassetta con la quale il signor Mancini, all'insaputa degli appartenenti alle forze dell'ordine, registro' le concitate fasi dell'arresto e' del conseguente trattenimento in caserma del suo amico; nel predetto nastro, trascritto nel corso del processo mediante perizia giurata, si possono ascoltare le voci dei carabinieri Angelo Semeraro e Catello Esposito che, riferendosi ai fatti in questione, ammettono, contrariamente a quanto dichiarato nel verbale di arresto e nel referto medico dal carabiniere Semeraro, che il signor Petricca fu trascinato a forza nella caserma e che lo stesso non ha mai colpito nessun pubblico ufficiale. Non a caso la corte di appello di Roma, sezione I, assolse definitivamente l'imputato dalle accuse mosse nei suoi confronti dai carabinieri di Montelibretti con sentenza n. 7665/06 emessa in data 11 dicembre 2006; vero e' che la sera del 21 marzo 2000, quando il signor Petricca fu fermato in piazza della Chiesa Nuova, i carabinieri Semeraro e Desogus gli contestarono una inesistente irregolarita' della sua autovettura (peraltro perfettamente in regola), dopodiche' lo invitarono a seguirlo in caserma. Agli atti, pero', gli stessi carabinieri dichiararono che l'uomo fosse ubriaco, ma allora non si capisce perche' lo abbiano invitato a seguirli in caserma con la sua autovettura. E comunque il signor Petricca venne assolto anche dalla accusa di ubriachezza dal giudice del tribunale monocratico di Roma, dottoressa Carla Santese, con sentenza del 2 novembre 2004 (procedimento penale n. 38516/00 R.G.N.R.); come prima ricordato, accusando il signor Petricca di minacce, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, il maresciallo Fariello ottenne la traduzione dell'uomo dalla caserma al carcere. Dopo che il giudice della cautela concesse all'indagato gli arresti domiciliari, il maresciallo Fariello e i suoi sottoposti cercarono in ogni modo di farlo tornare in carcere denunciando per ben due volte il signor Petricca di evasione (denuncia del 31 marzo 2000 e del 15 aprile 2000). Anche in queste due circostanze il giudice per le indagini preliminari decise di non procedere contro il signor Petricca ritenendo non fondate le accuse dei carabinieri come si evince dalla lettura del decreto di archiviazione depositato il 15 giugno 2001 dalla dottoressa Iannini e del decreto di archiviazione depositato il 13 marzo 2001 dal dottor Trivellini. Peraltro, in occasione della prima denuncia di evasione, e precisamente nella relazione del giorno 1 o aprile 2006 inviata al magistrato, i carabinieri scrissero testualmente che il detenuto agli arresti domiciliari «sarebbe evaso o stava per evadere con la Passat del suo amico Fratini Francesco che aveva ancora il motore acceso»; accusa palesemente falsa atteso che, come venne appurato in seguito, il signor Fratini all'epoca non possedeva piu' l'autovettura Passat, che infatti si trovava ferma con il motore fuso nell'autofficina «Sifacar». A causa di questa accusa poi rivelatasi infondata, il signor Petricca venne arrestato e ammanettato coram populo nella piazza principale del paese, mentre si trovava a colloquio con il sindaco Pasqualino Imperi; un ulteriore episodio si verifico' in data 11 luglio 2000 allorquando il signor Petricca, nel mentre sedeva nella piazza del suo paese, venne avvicinato da due carabinieri i quali gli intimarono di seguirlo in caserma e di esibire i documenti di identificazione, tutto cio' nonostante l'uomo fosse persona gia' conosciuta alle forze dell'ordine dati i due precedenti arresti e le cinque denunce fatte dai militari nei suoi confronti nelle settimane precedenti. Fingendo di andare a prendere la carta di identita' in macchina, il signor Petricca, avendo il sospetto che lo stessero portando in caserma con l'inganno e, quindi, temendo per sua incolumita' (attesa la violenza subita dallo stesso in passato all'interno della stazione dei carabinieri di Montelibretti), si diede alla fuga. Su questo episodio e' stato aperto un procedimento penale a carico del signor Petricca, nel corso del quale sono stati sentiti tre testimoni che hanno smentito la versione fornita dai due carabinieri. Il procedimento non e' ancora giunto a sentenza; successivamente, in data 3 novembre 2000, due carabinieri si avvicinarono al signor Petricca, in quel momento intento a colloquiare con alcuni compaesani davanti al bar della piazza principale del paese, con l'intenzione di multarlo atteso che lo stesso aveva parcheggiato in modo illegittimo la sua autovettura. Al che l'uomo invito' gli operanti ad attivarsi in modo da spostare una vettura che senza diritto si trovava parcheggiata sullo spazio riservato ai disabili dove lui aveva il permesso di sostare. I carabinieri ignorarono il predetto invito, sicche' il signor Petricca sali' in macchina al fine di allontanarsi dal posto in cui si trovava e, soprattutto, senza avere la benche' minima intenzione di seguire i carabinieri in caserma, luogo all'interno del quale pochi mesi prima aveva subito pesanti violenze ed umiliazioni. A questo punto il maresciallo cerco' di strappargli le chiavi dal cruscotto ed il signor Petricca, nel tentativo di divincolarsi dall'aggressione, riporto' alcune ferite poi curate presso il pronto soccorso di Tivoli dal quale venne rilasciato con un referto contenente «anamnesi obiettiva». Anche per questo accadimento il signor Petricca venne accusato di ingiuria, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale; accuse ritenute non veritiere ed assolutamente infondate come puo' evincersi dalle motivazioni della sentenza assolutoria emessa dal tribunale di Tivoli, giudice dottoressa Antonella Capri, passata in giudicato il 30 giugno 2006 (R.G.N.R. 65458/00); in data 8 novembre 2001 il signor Ennio Petricca viene nuovamente denunciato dai carabinieri di Montelibretti per i reati di cui agli articoli 99, comma 4, 336 e 594 del codice penale. In questa circostanza, pero', non e' il maresciallo Fariello a muovere le predette accuse, ma i suoi sottoposti, carabinieri Angelo Semeraro e Massimiliano Cozzi. Il signor Petricca e' stato assolto anche da queste imputazioni dal tribunale di Tivoli, giudice dottor Bucca, il quale nelle motivazioni della sentenza scrive testualmente che i carabinieri accusatori sono infedeli rappresentatori degli accadimenti (sentenza passata in giudicato il 31 maggio 2004, R.G.N.R. 101/04); il 7 maggio 2002 i carabinieri Cozzi e Loreti, sottoposti del maresciallo Fariello, denunciano per l'ennesima volta il signor Ennio Petricca; in questa circostanza lo accusano addirittura di aver tentato di investire il carabiniere Cozzi durante una presunta forzatura di un posto di blocco (sul punto si rimanda a quanto dichiarato dagli operanti nei verbali n. 2238358 e 2238359); in particolare i due carabinieri scrivono quanto segue: «Petricca Ennio coinvolto in un incidente stradale con danni alle persone non ottemperava l'obbligo dell'ALT dandosi alla fuga». La predetta accusa si rivela ben presto assolutamente falsa ed inventata atteso che proprio quel giorno, nell'orario precisato nei due distinti verbali, il signor Petricca si trovava all'interno della caserma dei carabinieri di Monterotondo seduto davanti al maresciallo Graziano che in quel momento gli stava notificando un atto giudiziario. Il maresciallo Graziano, sentito a sommarie informazioni dal pubblico ministero, ha confermato la versione del signor Petricca, di tal che il giudice per le indagini preliminari, dottor Tamburelli, ha archiviato con decreto la denuncia dei carabinieri Cozzi e Loreti (R.G. G.I.P. 1004/03 - decreto di archiviazione del 29 maggio 2003). E con questa siamo giunti a ben cinque sentenze di assoluzione e a due decreti di archiviazione; tutti provvedimenti con i quali l'autorita' giudiziaria ha ritenuto essere assolutamente non veritiere le ricostruzioni dei fatti e le conseguenti denunce fatte in danno del signor Petricca dai carabinieri di Montelibretti; in data 20 settembre 2004 i carabinieri Angelo Semeraro e Massimiliano De Santis si avvicinano al signor Petricca, in quel momento seduto sulla pubblica piazza, chiedendogli i documenti del motorino, documenti a loro gia' noti per averli chiesti in piu' di una circostanza sempre al medesimo signor Petricca. Al che quest'ultimo protesto' dicendo che il motorino era parcheggiato correttamente e che quindi non capiva il motivo di tanto accanimento nei suoi confronti; sicche' i due militari gli chiesero di seguirlo in caserma e, a fronte del rifiuto dell'uomo, lo presero con la forza, lo ammanettarono e lo trascinarono all'interno della loro autovettura. Anche su questa vicenda i testimoni presenti al fatto ed escussi poi in dibattimento hanno riferito che il signor Petricca, persona disabile e gravemente malata, fu vittima di una deliberata azione provocatoria, di una violenta aggressione e del conseguente illegittimo arresto operato da parte dei carabinieri di Montelibretti. A causa di questi fatti il Petricca venne accusato nuovamente dai carabinieri di minacce, ingiurie e resistenza a pubblico ufficiale; accuse dalla quale venne per l'ennesima volta assolto in data 25 ottobre 2006 dal tribunale di Tivoli, giudice dottor Fabrizio Gentili (sentenza n. 446/06). Peraltro il medesimo giudice, dottor Gentili, allora presidente del tribunale penale di Tivoli, ha assolto il signor Petricca anche da un'accusa di evasione originata dall'ennesimo rapporto dei carabinieri di Montelibretti (sentenza n. 448/05 del 30 novembre 2005); il maresciallo Fariello ha denunciato Ennio Petricca pure per diffamazione che, a suo dire, sarebbe stata commessa da quest'ultimo durante una manifestazione di raccolta firme organizzata dai cittadini di Montelibretti in data 23 marzo 2000 per protestare contro alcuni dubbi atteggiamenti messi in atto proprio dal maresciallo. Anche la denuncia di diffamazione e' stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari di Tivoli, dottor Tamburelli, in data 7 luglio 2005 (procedimento n. 1579/02 R.G.N.R.); decreto di archiviazione emesso nonostante l'opposizione formulata dal rappresentante delle forze dell'ordine; oltre a tutti i citati provvedimenti giudiziari, con i quali l'autorita' giudiziaria ha sempre smentito la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, in primis dal maresciallo Fariello, occorre citare anche una decina di sentenze emesse dal giudice di pace, dottor Leofreddi e dottor Buonfiglio, con i quali sono stati puntualmente accolti i ricorsi presentati dal signor Petricca in ordine ai verbali accusatori elevati contro di lui dai carabinieri; in tre occasioni, inoltre, sempre i carabinieri di Montelibretti hanno accusato Ennio Petricca di guidare in stato di ebbrezza violando l'articolo 186 del codice della strada (la prima denuncia e' del 21 marzo 2000, la seconda del 4 novembre 2000 con rapporto n. 4852/131-1 alla prefettura di Roma; la terza del 27 settembre 2006 con rapporto 5440375 U.T.G. al Ministero dei trasporti). In tutti e tre i casi i verbali dei carabinieri sono stati totalmente annullati dall'autorita' giudiziaria: il primo con sentenza emessa dal tribunale di Roma, giudice dottor Capri, in data 22 novembre 2004; il secondo emessa dalla medesima autorita' giudiziaria in data 12 ottobre 2006, il terzo con sentenza n. 4904 del 17 maggio 2004 emessa dal giudice di pace, dottor Buonfiglio; alla luce delle sentenze assolutorie citate, la questura di Roma, che nel frattempo, su richiesta dei carabinieri di Montelibretti, aveva emesso due diffide orali di sorveglianza a carico del signor Petricca, revocava i detti provvedimenti in data 7 febbraio 2006; sulla base di un decreto penale di condanna con il quale il signor Petricca veniva condannato per averlo diffamato, il maresciallo Fariello ha ottenuto che in sede civile dell'agricoltore venisse condannato a corrispondergli 59.000 euro a titolo di danni non patrimoniali. La predetta sentenza e' stata impugnata dal signor Petricca; la volonta' persecutoria del maresciallo Fariello ai danni del signor Petricca e' altresi' dimostrata dalle numerose relazioni di servizio nelle quali il rappresentante delle forze dell'ordine descrive il malcapitato Petricca come una persona che: a) non ha mai svolto l'attivita' di agricoltore; b) fa parte della criminalita' organizzata; c) e' persona violenta e capace di ogni delitto; d) e' dedita alla frequentazione di pregiudicati, nonche' al commercio di droga e diamanti. Al contrario, e' di palmare evidenza che il signor Petricca, oltre ad avere una partita IVA e a versare puntualmente i contributi INPS dal 1980, da vent'anni rifornisce di frutta i mercati generali e la distribuzione Conad, avendo proprio su questo acquisito attestati di fornitore ufficiale dallo stesso direttore generale degli ortofrutticoli Conad perlomeno fin dal 1989. Peraltro: a) non esiste alcun riscontro ne' indizio documentale, probatorio o investigativo dal quale poter inferire l'esistenza della criminalita' organizzata nel territorio di Montelibretti; b) le affermazioni del maresciallo Fariello circa la natura violenta e criminale del Petricca non hanno ad avviso degli interroganti alcun aggancio con la realta' e sono pertanto gravemente diffamatorie; in un'altra occasione, precisamente in data 26 febbraio 2002 i carabinieri contestarono al signor Petricca la violazione dell'articolo 180, commi 1 e 7, perche' momentaneamente sprovvisto di patente di guida, e tutto cio' nonostante l'uomo si trovasse in quel momento all'interno della Banca di Roma e la sua autovettura fosse chiusa e regolarmente parcheggiata sulla pubblica via; il che dimostra per l'ennesima volta l'assoluta pretestuosita' ed arbitrarieta' dell'atteggiamento degli appartenenti all'Arma dei carabinieri; in una circostanza il maresciallo Fariello ha scritto a verbale che il signor Ennio Petricca avrebbe minacciato il concittadino Luigi Alesi, ma quest'ultimo, con una successiva dichiarazione da lui sottoscritta, ha smentito categoricamente anche questa ricostruzione dei fatti; nel corso di una udienza davanti al giudice di pace, dottor Buonfiglio, precisamente in data 20 aprile 2006, il signor Romano Zozzi ha dichiarato testualmente: «Ribadisco che le dichiarazioni che avrei fatto nei confronti del signor Petricca e che sono state riportate nel verbale, non sono state da me dette, ma sono state scritte ed inventate dai carabinieri»; la signora Vilma Vera, anch'essa cittadina di Montelibretti, di professione insegnante, ha presentato un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Tivoli accusando i carabinieri di averle usato violenza facendola scendere di peso dalla macchina mentre, in compagnia del parroco di Montelibretti, Don Antonio Marghottini, si stava recando a visitare la madre paralizzata del suo amico Petricca. Nella denuncia la donna scrive che nell'occasione il maresciallo Fariello le avrebbe detto, testualmente: «come fa una bella ragazza come te a portare in regalo un profumo a uno storpio come Ennio Petricca»; sottolineato infine che: a) la vera e propria persecuzione alla quale e' sottoposto il signor Ennio Petricca ha lasciato talmente perplessi ed indignati gli stessi cittadini di Montelibretti al punto che numerosi quotidiani locali si sono occupati, nel corso degli anni, della vicenda; b) Ennio Petricca ha sporto diverse denunzie nei confronti del maresciallo Fariello; sul punto attualmente esiste un procedimento pendente in fase di indagini preliminari assegnato al pubblico ministero presso la procura di Tivoli, dottoressa Fazi -: se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero; se non si ritenga di accertare, mediante ispezioni ministeriali e/o l'apertura di una indagine amministrativa interna, se nell'operato dei carabinieri della stazione di Montelibretti, e, in particolare, del maresciallo Pasquale Fariello, non siano ravvisabili estremi di rilevanza disciplinare riconducibili ad un ingiustificato atteggiamento persecutorio perpetrato dagli stessi nei confronti del cittadino Ennio Petricca; in particolare come intendano intervenire e quali provvedimenti intendano adottare nei confronti dei carabinieri indicati in premessa, visti gli innegabili riscontri, rappresentati anche da atti e provvedimenti giudiziari, che testimoniano come le numerose denunce presentate nel corso degli anni dai militari della stazione di Montelibretti nei confronti del signor Ennio Petricca siano state ritenute come non fondate dall'autorita' giudiziaria. (4-07110)" . . "1"^^ . . . . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07110 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100511" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . "20100511-20100726" . .