INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07082 presentata da ARRIGHINI GIULIO (LEGA NORD) in data 19950203

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Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere: se corrisponda al vero quanto affermato da alcuni ex-parlamentari democristiani di Brescia in dichiarazioni pubbliche, riportate dalla stampa, in cui vengono accusati di gestione affaristica e di interessi privati in atti d'ufficio numerosi amministratori bresciani e tra di essi anche due ex ministri della Repubblica (oltre che ex-sindaci ed assessori del capoluogo lombardo); se non ritengano che vi sia la necessita' da parte della Magistratura di dare tempestivamente una risposta chiara a proposito della relazione mafiosa tra politica ed affari che e' da piu' parti denunciata come il vero problema morale della citta' di Brescia, in primo luogo avviando un'inchiesta su tutta la politica urbanistica sviluppata a Brescia negli ultimi trent'anni; se il Ministro di grazia e giustizia non riconosca l'utilita' che la situazione bresciana sia posta all'attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura e che i Magistrati di Brescia procedano ad un esame dell'operato delle amministrazioni succedutesi nella citta' nel periodo indicato dalle denunce degli ex parlamentari democristiani; se il Governo sia a conoscenza di alcune tra le piu' significative dichiarazioni rilasciate da importanti esponenti bresciani della ex Democracria Cristiana e riprese ripetutamente dalla stampa, che qui di seguito si riportano: "Il Ministro Prandini, grande centro forlaniano, additato dalla sinistra come diavolo corruttore, a cominciare dai 20 miliardi dati al costruttore Longarini, contrattacca: "Gli affari a Brescia se mai li ha fatti la sinistra che per 30 anni ha gestito la politica urbanistica". E sciorina bei nomi. I bei nomi della Brescia guelfa la cui bandiera e' oggi il Ministro Martinazzoli: l'ex assessore all'urbanistica Luigi Bazoli e l'assessore uscente Innocenzo Gorlani" ("Brescia: guerra sugli "affari" dc", Corriere della Sera, 19 settembre 1991); "La corazzata Prandini spara su Luigi Bazoli e Innocenzo Gorlani. Ma non manca di riservare qualche colpo anche all'antagonista di sempre, Mino Martinazzoli, e al Presidente del Banco Ambroveneto Giovanni Bazoli. "Non so se di affari ne sono stati fatti, ma, se cosi' e' stato, a farli e' stata la sinistra dc che, per trent'anni quasi interrottamente, ha gestito la politica urbanistica della citta'". L'ex Ministro dei Lavori Pubblici tira il suo gancio da pugile all'attacco parlando con i giornalisti alla fine della presentazione dell'annuale convegno di "Azione popolare", che si terra' a Sirmione. Gianni Prandini non si limita a generiche accuse, se la prende con la stampa ("Sono stato vittima di un'aggressione giornalistica e vorrei sapere chi sono gli officianti") e mira a bersagli personali: "Si tratta tratta dell'assessore Luigi Bazoli, consuocero dell'architetto Benevolo, e dell'assessore Innocenzo Gorlani. Gli affari, se ci sono stati, sono passati per gli studi professionali in cui ricorrono questi nomi"" ("Prandini va all'attacco", Bresciaoggi, 19 settembre 1991); "Dopo le aggressive dichiarazioni dell'onorevole Gianni Prandini e la replica dell'onorevole Mino Martinazzoli (e degli avvocati Innocenzo Gorlani e Luigi Bazoli, chiamati in causa) ora si schierano le reciproche squadre. I prandiniani partono all'attacco e correggono il tiro. L'onorevole Bruno Ferrari difende il suo capo corrente: "Prandini ha fatto bene a dire le cose che ha detto. E' la pura verita'. Per chi conosce anche solo marginalmente come stanno le cose a Brescia, e' fuori discussione che l'urbanistica in questa citta' e' stata gestita da sempre dalla sinistra dc, Luigi Bazoli con il consuocero Benevolo e l'avvocato Gorlani". Secondo Ferrari "sarebbe interessante che la stampa nazionale effettuasse una approfondita indagine sulla realta' di Brescia e accertasse chi erano i proprietari delle aree sulle quali in questi anni si e' sviluppata la citta'. Anche l'onorevole Gianni Gei si inserisce: "Prandini si e' difeso da ingiustizie e false accuse che da anni gli vengono rivolte, spesso fomentate dall'interno della DC bresciana. A quanto mi risulta a Brescia non ci sono i signori delle tessere, l'alternativa alle tessere sono le societa' per azioni e le banche". L'ex europarlamentare Andrea Bonetti sembra ancora piu' insinuante: "Non e' certo delittuoso esercitare un'attivita' professionale, ma non e' accettabile che chi a ogni pie' sospinto fa del moralismo ignori che l'area del Ministro Martinazzoli e' il punto di riferimento politico di rilevanti consulenze professionali che hanno interessato Brescia"." ("Dc contro Dc, e' la guerra", Bresciaoggi, 20 settembre 1991); quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in ordine a quanto sopra. (4-07082)
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