INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07051 presentata da SICA VINCENZO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19970129
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_07051_13 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del tesoro. - Per sapere - premesso che: il banco di Napoli spa, in conseguenza delle sue note condizioni di difficolta' gestionali, e' stato oggetto di apposito decreto-legge n. 163 del 27 marzo 1996, reiterato con i decreti-legge n. 293 del 27 maggio 1996, n. 394 del 26 luglio 1996, convertito nella legge 19 novembre 1996, n. 558. l'intervento finanziario del tesoro, come riportato nei diversi testi legislativi, era subordinato al contenimento del costo complessivo del lavoro. Sia l'intervento dello Stato che il contenimento del costo del lavoro erano finalizzati alla ristrutturazione dell'azienda ed al suo rilancio; in data 21 marzo 1996 il banco comunico' alle organizzazioni sindacali, alcune proposte miranti a sollecitare un esodo dei dipendenti (vedi circolare Sindirigenti Credito/Sinfub del 22 marzo 1996) peraltro gia' avviato nei confronti del personale con oltre 35 anni di contribuzione, anche con forme incentivanti (vedi circolare sindirigenti credito 22 aprile 1996 n. 719); in data 22 luglio 1996 venne firmato un accordo, tra banco e organizzazioni sindacali, sul costo del lavoro e sulla previdenza. In quella occasione, sempre in funzione del programma di ristrutturazione aziendale e allo scopo di procedere ad una operazione di prepensionamento, venne consentito l'accesso al trattamento pensionistico del banco al personale con una anzianita' contributiva di almeno 30 anni (vedi allegato n. 3 all'"Accordo"); la seconda reiterazione del decreto, il n. 394 del 26 luglio 1996, confermava il diritto all'accesso alla pensione ai dipendenti con almeno 30 anni di contribuzione; il banco emano' su tale punto la circolare del 6 agosto 1996 n. 252 con la quale, richiamando: a) la possibilita' di accesso alla pensione anche ai dipendenti di cui al paragrafo precedente, per il combinato effetto dell'accordo e del decreto-legge n. 394 del 1996; b) lo scopo della necessaria ristrutturazione aziendale a cui l'esodo sollecitato e' strettamente finalizzato; invitava tutto il personale interessato a far conoscere la propria disponibilita' a tale esodo, mediante istanza fornita in fac-simile alla suddetta; va precisato che, nel frattempo, le incentivazioni economiche, inizialmente erogate ad alcuni dipendenti in possesso dei requisiti di legge per la pensione di anzianita' (35 anni almeno di contributi), erano state sospese; infatti il comunicato della Fabi del 8 ottobre 1996, al penultimo capoverso, cita: "sull'esodo il direttore generale ha confermato che, allo stato, sussiste una netta posizione negativa del Ministro del tesoro circa eventuali incentivazioni"; tutte le notizie circolanti, anche a livello sindacale, escludevano per chiunque qualsiasi ulteriore forma di incentivo al pensionamento anticipato (economico od altro) ivi compresi i dipendenti dalle filiali cedute alla Banca popolare di Brescia che avessero rassegnato le dimissioni, secondo il contenuto dell'ipotesi di intesa sottoscritta il 30 luglio 1996; in presenza di questa situazione, consapevoli delle necessita' dell'azienda di ridurre il proprio organico, alcuni dipendenti, pur se con notevoli sacrifici finanziari, dichiaravano la propria disponibilita' al prepensionamento nell'interesse del banco e nell'intento di contribuire cosi' alla sua ristrutturazione ed al conseguente auspicato risanamento e rilancio dell'istituto; sulla base delle rispettive istanze, essi venivano collocati in pensione; si fa presente che il ricorso a tale prepensionamento, ai sensi dell'accordo del 22 luglio 1996, avrebbe interessato - secondo notizie verbalmente fornite dai sindacati - un piccolo numero di dipendenti (non piu' di un centinaio); in data 9 gennaio 1997 vi e' stato un incontro tra il banco e le organizzazioni sindacali, nel quale l'azienda ha rappresentato la necessita' di ridurre gli organici di altre 1200 unita', atteso che il prepensionamento avvenuto fino al 31 dicembre 1996 non aveva prodotto gli effetti sperati; a tale riduzione il banco intendeva pervenire, ricorrendo ad un esodo incentivato oppure a licenziamenti collettivi; il successivo 16 gennaio 1997 l'azienda ha emanato apposita circolare con la quale si riconosceva un incentivo "per un importo che mediamente in relazione alla categoria di appartenenza va dal 75 per cento al 90 per cento di una annualita' netta di retribuzione sottoforma di maggiorazione di trattamento di fine rapporto"; a distanza quindi di pochi giorni dagli ultimi prepensionamenti - finalizzati alla indispensabile ristrutturazione aziendale - viene attuato un progetto di esodo, questa volta con offerta di incentivo economico, finalizzato alla medesima indispensabile ristrutturazione aziendale. Riesce difficile accettare per casuale tale circostanza; essa, al contrario, si presenta come azione discriminante nei confronti di quei dipendenti che, per un senso di sensibilita' di fronte alle particolari difficolta' dell'azienda, hanno accettato di prepensionarsi, con indubbio sacrificio economico per se' e per le proprie famiglie, nella convinzione che nessuna incentivazione sarebbe piu' stata concessa dal banco stante le condizioni di dissesto in cui si trova. Tale delibera appare, quindi, lesiva del diritto dei lavoratori all'eguaglianza di trattamento da parte del datore di lavoro, essendoci perfetta coincidenza delle motivazioni che hanno indotto il banco a sollecitare tutti i prepensionamenti, sia prima che dopo il 31 dicembre 1996, e pertanto essa va estesa anche ai dipendenti gia' collocati in prepensionamento ai sensi e per gli effetti di cui in premessa; attraverso l'esame dei fatti accaduti e delle notizie pervenute, tutta la operazione dell'esodo appare condotta in maniera niente affatto limpida: si cominciano a concedere i primi incentivi a dipendenti (in gran parte dirigenti) che hanno maturato i requisiti di legge per la pensione di anzianita' e se ne sospendono le erogazioni quasi subito per interventi esterni; al prepensionamento ai sensi all'accordo del 22 luglio 1996 (soggetti in possesso di almeno 30 anni di contribuzione) accedono meno di un centinaio di lavoratori quasi totalmente in servizio presso le filiali periferiche del banco e quasi tutti con qualifica inferiore a "dirigente"; i comunicati sindacali, oggi attentamente analizzati, evidenziano atteggiamenti e circostanze non chiare di comportamento dei vertici aziendali e sollevano molti interrogativi, come le inspiegabili motivazioni che inducono l'azienda a trattenere in servizio personale (ovviamente direttivo) che gia' aveva volontariamente presentato le dimissioni o a concedere proroghe a personale che aveva gia' collocato a riposo. Vedi: circolare organizzazioni sindacali del 26 luglio 1996 pagina 2, 3^ capoverso e seguenti; circolare Sindirigenti credito del 5 settembre 1996 pagina 2 ultimo capoverso; pagina 3, 2^ e 3^ capoverso; circolare sindirigenti credito Sinfub del 27 settembre 1996 pagina 1, 4^ capoverso, pagina 2, 2^ e 5^ capoverso; idem del 8 ottobre 1996; idem del 10 gennaio 1997 pagina 1, 4^ e 5^ capoverso; circolare organizzazioni sindacali 10 gennaio 1997 pagina 1, 5^ e 6^ capoverso; pagina 2, 8^ capoverso -: quali iniziative intenda prendere per evitare l'evidente discriminazione tra dipendenti che, per le stesse motivazioni aziendali, sulla base degli stessi accordi e per effetto della stessa norma legislativa sono andati in prepensionamento alla fine dello scorso anno. (4-07051)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07051 presentata da SICA VINCENZO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19970129
xsd:integer
0
19970129-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07051 presentata da SICA VINCENZO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19970129
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
PITTELLA GIOVANNI SAVERIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO)
SINISCALCHI VINCENZO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO)
xsd:dateTime
2014-05-15T10:47:27Z
4/07051
SICA VINCENZO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO)