INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06827 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950124
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_06827_12 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno e della difesa. - Per sapere - premesso che: ad avviso degli interroganti: in tutti gli anni "del regime" della cosiddetta "Prima Repubblica" si e' avuto come costante una particolare forma di consociativismo tra i partiti centristi e il Movimento sociale italiano; tale "consociativismo nero" e' dimostrato dal fatto, che molti massimi dirigenti dei servizi segreti militari alla fine della loro carriera sono transitati nel Movimento sociale italiano divenendone deputati e senatori; si ricorda in particolare: il potente generale Giovanni De Lorenzo, capo del Sifar, protagonista del tentato golpe del '64 (Piano Solo), delle schedature di massa di esponenti dei partiti democratici e dei sindacati (anche dello stesso Papa Giovanni XXIII, ritenuto in odore di "comunismo"), poi diventato deputato monarchico e dell'MSI; il generale Vito Miceli capo del SID, coinvolto nelle trame golpiste del principe nero Valerio Borghese, autore delle protezioni ai "neri" e agli uomini della strage di Piazza Fontana, poi deputato dell'MSI; gli interroganti ricordano come anche l'ex capo del Sismi generale Ramponi, siede in questa legislatura a Palazzo Madama eletto nelle liste di Alleanza nazionale-MSI; nei giorni scorsi il senatore Andreotti, descrivendo in pubbliche interviste su quotidiani nazionali nonche' in un lungo servizio del TG3 delle ore 19 di sabato 21 gennaio le sue ragioni difensive nell'imminenza della decisione di rinvio a giudizio nei suoi confronti per il reato di associazione mafiosa, ha dichiarato che gli appariva come "assai singolare" il fatto che i suddetti responsabili dei servizi segreti, cessato il servizio, fossero transitati nel ruolo di parlamentari del MSI. Tale affermazione, ad avviso degli interroganti, potrebbe essere interpretata come una velata minaccia di rivelare ragioni non conosciute di tali militanze politiche, onde ottenere dal MSI-AN, oggi forza non piu' emarginata del potere, aiuti e coperture politiche utili a sostituire i vecchi e forti sostegni perduti col declino della Democrazia cristiana; recentemente l'ex-parlamentare dell'MSI Giulio Caradonna ha ammesso che "un anno prima che scoppiasse la caciara sulla P2, Almirante mi chiese di fissargli un appuntamento con Gelli, sostenendo che poteva essere molto utile al partito. Si sono incontrati alla stanza 126 dell'hotel Excelsior, a Roma ... Quando Almirante era ormai morto, non potevo che chiedere spiegazioni a Gelli. Dopo la sua estradizione in Italia sono andato a trovarlo. E lui mi ha riferito che Almirante gli aveva chiesto dei soldi e che lui glieli aveva dati". Il grande maestro della P2 Gelli ha ammesso di aver incontrato "per tre-quattro volte Almirante all'Excelsior"; una figura centrale dell'eversione nera in Italia, Vinciguerra, chiama, di fronte ai magistrati, in correita' gli ambienti dell'MSI e dell'estremismo neofascista. Nella requisitoria del Pm di Bologna Libero Mancuso la deposizione del Vinciguerra viene definta "lucida ricostruzione delle figure dell'eversione in Italia". In tale ricostruzione si legge tra l'altro: "la divisione tra destra extraparlamentare e Movimento Sociale non fu mai netta; viceversa si puo' dire che un legame costante, mai interrottosi del tutto, venne mantenuto a livello di vertice se non con Arturo Michelini, certamente con Giorgio Almirante"; "E' quest'ultimo - prosegue Vinciguerra - che si pone come figura centrale nella storia del neofascismo post bellico ed e' lui a fare da mediatore fra le istanze ufficialmente avanzate dai gruppi della destra nazional-rivoluzionaria e quelle moderate del partito che rappresenta ... presentandosi ai camerati dentro e fuori dell'MSI come uomo in grado di conciliare le esigenze di una lotta senza riserve e senza compromessi con quelle della mimetizzazione necessaria per non farsi mettere fuori legge ..."; "Le scissioni Ordine Nuovo/MSI - prosegue la ricostruzione del Vinciguerra - e Avanguardia Nazionale da Ordine Nuovo sono state piu' che altro strumentali e hanno difatti garantito il controllo pressoche' assoluto dell'estremismo di destra da parte di pochi uomini che, a livello di vertice, sono sempre stati in contatto tra loro, peggio ancora in accordo fra loro almeno fino alla meta' degli anni '70, quando Avanguardia Nazionale, ormai legata al principe Borghese, tenta di ripercorrere una via autonoma senza successo... Della violenza estremistica il MSI non fu solo il beneficiario in termini politici ma anche il promotore ed il coordinatore. Non c'e' stata operazione politica ad ampio respiro che non abbia visto il MSI presente con i suoi uomini ed i suoi dirigenti ora in veste di suggeritori, ora di organizzatori, ora di fomentatori ..."; "Non si puo' scrivere la storia - e' sempre il Vinciguerra a parlare - anche sul piano giudiziario, della strategia della tensione se non si accetta la realta' che vuole la destra neofascista italiana tatticamente divisa e strategicamente unita, in una suddivisione strumentale di ruoli e di compiti che doveva permettere l'utilizzo inconsapevole di centinaia di migliaia di persone allo scopo di portare contro la sinistra italiana quell'affondo decisivo che avrebbe consentito la trasformazione del regime da democrazia parlamentare a Repubblica presidenziale, nella quale la destra avrebbe avuto un peso determinante e decisivo. Non la restaurazione di un regime fascista, bensi' l'instaurazione di una democrazia autoritaria nella quale i comunisti non avessero spazio di cittadinanza legale ..."; i giudici di Bologna sottolineano come le conclusioni del Vinciguerra siano "dense di riferimenti concreti anche alle vicende politiche dei vari Rauti e Gianfranceschi, indicati come "nazifascisti puri e duri" e uomini del SIFAR che ne consente l'assunzione nelle ospitali redazioni de Il Tempo e de Il Giornale d'Italia"; "Non c'e' stata - ecco infatti le conclusioni del Vinciguerra - una strategia stragistica, c'e' stata una strategia che aveva preventivato gli attentati, gli agguati, i disordini, i feriti e i morti, che li ha cercati e li ha provocati cosi' da mantenere il Paese in un equilibrio tanto precario che in ogni momento, nel corso degli anni fra il 1965-66 ed il 1981-82, un intervento autoritario compiuto da forze politiche di Governo sostenute dalle Forze Armate e dai corpi di polizia sarebbe stato accolto come una liberazione dalla popolazione stanca, nauseata, impaurita da anni ed anni di violenza estremistica di segno ora "fascista" ora "comunista". Avanguardia Nazionale non ha fatto nulla di piu' e nulla di meno di quello che hanno fatto tutti gli altri gruppi, MSI compreso, della destra "neofascista" italiana ..."; "Si tenga conto - scrive il Pm Mancuso - che colui che riferisce queste affermazioni e' persona tra le piu' informate sui fatti di strage, non soltanto quella, orribile, di Peteano da lui stesso commessa ed il cui complice Cicuttini, tuttora latitante, ha ricevuto aiuto economico a copertura dai massimi vertici del MSI ma che e' al corrente, come ha piu' volte dichiarato e come e' evidente in atti, degli autori delle stragi dell'Italicus e del 2 agosto per cui appare di estremo rilievo il riferimento agli anni della strategia stragistica da lui indicati nel periodo tra il 1965-66 ed il 1981-82"; particolarmente significativa e' quella parte della requisitoria in cui il Pm Mancuso afferma: "non puo' che suonare come conferma di questa analisi l'appartenenza ovvero la provenienza dal MSI-F.d.G. della quasi totalita' degli eversori, da Rauti a Delle Chiaie a Signorelli, a Semerari, alla intera cellula aretina di Cauchi, Franci Batani, Brogi, l'intero gruppo della Fenice, gli autori della strage di Peteano, i maggiori esponenti della cellula veneta, da Freda a Ventura, a Melioli, a Giomo, gli "spontaneisti" dei NAR, ecc. Peraltro l'atteggiamento di doppiezza dell'MSI verso costoro, anche in caso d'espulsione, e' ricordato con precisione da Vinciguerra, ma in maniera piu' banale Brogi ricorda come "il Cauchi era il capo degli attivisti del MSI e prese le distanze dal partito su richiesta di Ghienelli (Federale di Arezzo e difensore di Cauchi, n.d.r.) solo quando le indagini di Ordine Nero cominciarono a interessare persone della Federazione di Arezzo". Ancora piu' significativo e' poi il passaggio costante nelle file del MSI di vertici della strategia eversiva, o di programmatori di colpi di Stato, o di uomini della P2 e dei Servizi segreti come De Lorenzo, Miceli, Birindelli, Viviani"; "E' noto - concludono i giudici di Bologna - come dai Servizi segreti si vada via con valige piene di documenti ricattatori. Si fa riferimento ai vari De Lorenzo, Allavena, Miceli, Maletti, Labruna etc."; proprio la continuita' organica del "consociativismo nero" dell'MSI in tutta la storia della cosiddetta "1^ Repubblica" pone oggi inquetanti interrogativi sul destino della democrazia italiana. Il MSI, sia pur sotto la nuova sigla di Alleanza Nazionale, e' diventato, nel gabinetto Berlusconi, partito di Governo. Suoi uomini hanno ricoperto delicati incarichi sia al Ministero della difesa che al Viminale. Si sono gravemente ripetuti in questi mesi episodi nei quali sono state utilizzate informazioni riservate di chiara provenienza dei servizi segreti per screditare e colpire avversari politici; gli interroganti citano in particolare: a) il supposto dossier contro esponenti dell'Associazione Senzaconfine il cui utilizzo e' stato minacciato pubblicamente dal sottosegretario all'interno onorevole Gasparri se non fosse cessata la campagna di questa associazione che ricordava il passato di agitatore neofascista del sottosegretario in questione; b) le lettere private del segretario nazionale della Cisl D'Antoni rivelate strumentalmente sempre dal sottosegretario Gasparri, nel mezzo delle attuali agitazioni sindacali contro la finanziaria del Governo Berlusconi; in questo quadro generale occore inserire anche, ad avviso degli interroganti, la notizia sui supposti lavori svolti presso la Dia da parte dell'esperto del fenomeno mafioso Pino Arlacchi, presa da evidenti fonti riservate, comparse anche in una interrogazione parlamentare presentata da deputati di AN; occorre altresi' inserire, seppure gli avvenimenti siano antecedenti alla formazione del Governo Berlusconi, la diffusione di informazioni riservate sul candidato a sindaco di Trieste Illy, in merito alla motivazione della sua esenzione dal servizio di leva, rese note durante la campagna elettorale per le elezioni comunali dall'onorevole Gasparri; a fianco dell'oblio generalizzato sulle gravi responsabilita' dell'MSI e dei suoi vertici nell'alimentare la stategia della tensione e la sua contiguita' strutturale con svariati elementi del terrorismo neofascista, si tende ad accreditare AN-MSI come estranea al consociativismo della 1^ Repubblica dimenticandosi come invece proprio suoi uomini hanno ricoperto incarichi decisivi nei servizi segreti, ovvero hanno disposto di un potere enorme che ha sempre condizionato in questi 40 anni il destino politico della Repubblica; tramite De Lorenzo prima, Vito Miceli dopo, il MSI avrebbe sempre avuto stretti rapporti con alcuni settori della Cia la quale avrebbe elargito, secondo un'opinione diffusa, copiosi finanziamenti alle forze politiche utili in funzione anticomunista; in particolar modo la struttura segreta Gladio, avrebbe usato reclutare negli ambienti del MSI e dell'estremismo di destra. A dimostrazione di tali rapporti vi e' il fatto che Armando Degni, militante contemporaneamente del MSI e di Ordine Nuovo il 16 febbraio 1967 firmava su documento "segretissimo" una "dichiarazione d'impegno" ricevendo "il mandato di assolvere compiti militari speciali nell'ambito dell'organizzazione militare speciale dipendente dallo Stato Maggiore della Difesa" collegata alla Nato. Del resto colui che richiedeva abitualmente le informazioni sui gladiatori per conto del Sifar era il noto Giuseppe Santovito, che arruola Francesco Stoppani per una missione che i magistrati di Bologna definiscono "apertamente illegale". Bene, Francesco Stoppani risultava "vicino alle idee del MSI e gia' aderente al F.d.G" (dichiarazione del generale Inzerilli al Pm di Bolzano del 25 giugno 1991); d'altronde, a conferma delle preoccupazioni descritte in premessa, lo stesso Ministro dell'interno pro tempore onorevole Maroni, in una intervista rilasciata a fine ottobre 1994 al quotidiano romano Il Messaggero affermava: "Alleanza Nazionale e' un rischio per la democrazia. Se non fossi al Viminale, e se la Lega non fosse al Governo, An sarebbe gia' un pericolo"; nel libro di Michele Brambilla "Interrogatorio alle destre", Giorgio Pisano' e Pino Rauti (uno ex-parlamentare dell'MSI, l'altro eurodeputato di Alleanza Nazionale) rivelano i rapporti stretti esistiti tra gli esponenti dell'estrema destra e l'Ufficio affari riservati del Ministero dell'interno -: se il Ministro dell'interno possa escludere che le informazioni utilizzate contro avversari politici dall'onorevole Gasparri, siano state reperite attingendo dalla banca dati del Ministero stesso o da informative dei servizi segreti; rispetto al rapporto Vinciguerra e alle conclusioni del Pm di Bologna in merito ai rapporti tra servizi segreti e personaggi iscritti o legati al MSI, se non ritenga il Governo di poter consentire finalmente l'accesso agli archivi dei servizi segreti civili e militari ai magistrati e alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle stragi. (4-06827)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
COCCI ITALO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
MORONI ROSANNA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
CARAZZI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
BOLOGNESI MARIDA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
SCIACCA ROBERTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
VIGNALI ADRIANO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
LENTI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
DE MURTAS GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
BELLEI TRENTI ANGELA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
ALTEA ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
BOFFARDI GIULIANO MASSIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
COMMISSO RITA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)
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4/06827
DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)