INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06349 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO) in data 19961222

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_06349_13 an entity of type: aic

Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che: fino agli anni 1960, lo Stagno di S. Gilla, nei comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra (Cagliari), era uno dei piu' pescosi d'Europa: il pescato medio annuo e' giunto fino a diciassette mila quintali di pesce pregiato. Tale "industria ecologica" che garantiva circa mille posti di lavoro ed era una delle piu' redditizie dell'intera regione, e' stata posta in crisi dell'avvio della zona industriale di Cagliari (localita' Macchiareddu). Le industrie petrolchimiche (Sir spa, Enichem spa, Mineraria spa, Fluorsid spa, Gencord spa, eccetera) hanno scaricato nello Stagno e sulle sue rive migliaia di tonnellate di residui tossici contenenti metalli pesanti (mercurio, cromo, piombo, eccetera) tanto da far vietare la pesca con ordinanza capitaneria di porto di Cagliari n. 61/74 del 25 luglio 1974; altro grave fattore di degrado e' stato la realizzazione, all'interno della zona umida, di un grande "porto canale industriale" (Progetto Speciale n. 1/27/A) a cura del Consorzio per l'area di sviluppo industriale di Cagliari (Casic) tuttora mai entrato in funzione dopo trent'anni di lavori e circa mille miliardi di lire al valore nominale gia' spesi complessivamente; con deliberazione n. 3190/14154 del 23 maggio 1985 del comitato tecnico regionale dei lavori pubblici venne approvato il "progetto dei lavori di risanamento, ristrutturazione, regolazione idraulica e biologica e delle strutture produttive per le attivita' ittiche nella laguna di Santa Gilla in Cagliari", predisposto dal gruppo di esperti coordinato dal professor Pietro Puddu, per conto dell'assessorato regionale alla difesa dell'ambiente: obiettivo del progetto e' il risanamento della zona umida e la ripresa della pesca; da allora sono stati spesi con questa finalita' circa centottanta miliardi di lire, ma tuttora l'attivita' di pesca non e' conclusa ne' i lavori risultano terminali, nonostante con decreto dell'assessore regionale difesa-ambiente n. 2062 del 1^ agosto 1994 sia stata "provvisoriamente" consentita la pesca vagantiva per diciotto mesi e con decreto assessore regionale difesa-ambiente n. 1076 del 23 maggio 1995, sia stata formalizzata la classificazione delle acque ai fini di pesca; la zona umida dello Stagno di Santa Gilla e' tutelata, sulla carta, dalla convenzione internazionale di Ramsar, resa esecutiva in Italia con decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1976 (ed individuata con decreti ministeriali 1^ agosto 1977 e 3 settembre 1980), dal vincolo paesaggistico, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 431 del 1985, e' classificata in gran parte zona "1" (conservazione integrale) del vigente piano territoriale paesistico n. 11, reso esecutivo con Dpgr 6 agosto 1993, n. 276 ed e' destinata a riserva naturale ai sensi della legge regionale n. 31 del 1989. Inoltre e' tutelata come "Stagno di Cagliari, Saline di Macchiareddu, Laguna di Santa Gilla" (codice ITB000023) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat naturali e semi-naturali; gia' da anni le associazioni ecologiste Amici della terra, Comitato per la riserva naturale dello Stagno di S. Gilla e Gruppo d'intervento giuridico portano avanti numerose azioni legali e di sensibilizzazione per la salvaguardia delle rive dello Stagno di Capoterra (estrema propaggine sud ovest dello Stagno di S. Gilla) ad opera di societa' della lega delle cooperative (lottizzazione "Mille") e la canalizzazione attraverso la stessa zona umida fino al mare del Rio S. Lucia (uno dei principali apporti idrici di acqua dolce), hanno fatto bonificare decine di discariche abusive ed hanno impedito la realizzazione di un nuovo tracciato della strada statale n. 195 entro la zona umida; a partire dall'estate 1996 le suddette associazioni ecologiste hanno avviato una serie di verifiche per appurare quali fossero i risultati della suddetta opera di risanamento: lungo il "canale circondariale est" (ricavato per evitare l'inquinamento dello Stagno ad opera degli scarichi fognari, ma separato da esso da un esile argine in terra da riporto) sono stati segnalati (nota del 31 luglio 1996) alle pubbliche amministrazioni ed alla magistratura competenti ben quattordici scarichi di ignota provenienza e numerose estese discariche di rifiuti urbani e speciali (rottami metallici, pneumatici, eccetera) in localita' Campo Scipione-Campo S. Paolo (oggi in corso di bonifica ad opera del comune di Cagliari). Successivamente (nota del 30 ottobre 1996) sono stati richiesti accertamenti circa la presenza pluriennale di stoccaggi di circa tremila tonnellate di cratopeci (peci dense) e circa dodicimila tonnellate di peci clorurate in localita' Macchiareddu (a poche decine di metri dalla zona umida), residui di lavorazione ex Rumianca di cui oggi e' stata autorizzata (ma non effettuata) la bonifica (autorizzazioni assessore regionale difesa-ambiente n. 1626 del 7 settembre 1995, n. 73 dell'8 febbraio 1996 e n. 2081 del 7 ottobre 1996) senza alcuna valutazione di anni di esposizione agli agenti atmosferici ed al dilavamento; accertamenti sono stati richiesti anche sugli effetti della realizzazione di enormi "vasconi di colmata", estesi oltre duecentoventi ettari entro la zona umida (tra Punta Manna e Cabunastasiu), contenenti fanghi di dragaggio (carichi di tenori inquinanti), frutto dei lavori di risanamento sopra citati proprio "ove per un certo periodo di tempo sono stati versati gli scarichi industriali responsabili dell'inquinamento da mercurio" (vedi relazione generale del "Protocollo di disinquinamento", pagina 30). Anche in questo caso non si e' a conoscenza di alcuna verifica circa gli effetti degli agenti atmosferici, del dilavamento, dell'eventuale carenza di impermeabilizzazione e, comunque, i "vasconi di colmata" si presentano come una sterminata distesa nera e sterile; inoltre con decreto assessore regionale difesa-ambiente n. 164 del 1^ marzo 1996, e' stata concessa l'autorizzazione definitiva allo scarico dell'impianto di depurazione della circoscrizione aeroportuale di Cagliari nel "canale circondariale est" sopra citato in localita' foce Rio Sestu (comune di Elmas), nonostante "il comparto di disinfezione esistente, per mancanza di dispositivo automatico, non consente il continuo rispetto dei limiti della tabella A della legge n. 319 del 1976 per i parametri batteriologici". Analogamente il depuratore comunale di Elmas, e' stato autorizzato provvisoriamente allo scarico nel medesimo canale in localita' foce Rio Sa Murta con decreto assessore regionale difesa ambiente n. 165 del 1^ marzo 1996, nonostante abbia la sopra citata carenza e "non risulti in funzione in tutte le sue fasi in particolare per quanto riguarda la sedimentazione primaria e la linea fanghi"; oltre a quanto sopra descritto, le citate associazioni ecologiste hanno denunciato con nota del 6 dicembre 1996 la "scoperta pubblica", a distanza di mesi da quando in realta' avvenuto di uno stoccaggio abusivo in un vascone di cinquecento metri quadrati di circa cinquemila tonnellate di rifiuti inquinanti (residui di lavorazione) entro l'azienda ex Gencord, oggi Metalpha Bridgestone Corporation, in localita' Macchiareddu (comune di Assemini); secondo il Servizio ecologia della provincia di Cagliari (relazione n. 142 del 7 giugno 1996), vi sono anche numerosi scarichi fognari diretti nello Stagno, in particolare in localita' Gilliacquas, in comune di Elmas, mentre con nota protocollo n. 20640/A1 del comune di Cagliari, si ammettono perlomeno due scarichi fognari di acque bianche e nere privi di autorizzazione e di alcuna depurazione nel piu' volte citato "canale circondariale est" (il quale e' privo della benche' minima impermeabilizzazione, essendo costituito da mera terra da riporto, ne' si e' sicuri della stessa continuita' degli argini); con nota protocollo n. 2442/C/20 del 1^ ottobre 1996, il Servizio rilevazioni ambientali - igiene pubblica dell'azienda Usl n. 8 ha rilevato le discariche e gli scarichi segnalati dalle associazioni ecologiste ed ha accertato che gli scarichi delle acque bianche e nere della zona ovest di Cagliari avvengono senza depurazione direttamente nel "canale circondariale est" e che gli scarichi della zona industriale di Elmas e dell'attigua zona commerciale vengono recapitati nella condotta fognaria cagliaritana; con nota protocollo SG(96)D/036174 del 16 settembre 1996 il segretario generale della Commissione europea ha comunicato di aver registrato gli esposti ecologisti come reclamo con il numero 96/4570/SG(96)A/14264, mentre risulta che il Servizio rilevazioni ambientali - igiene pubblica dell'azienda Usl n. 8, il Noe dell'Arma dei carabinieri ed il corpo regionale forestale e di vigilanza ambientale stiano conducendo indagini per conto della procura della Repubblica presso la pretura di Cagliari; i comuni interessati (Cagliari, Elmas, Assemini, Capoterra) hanno richiesto ulteriori finanziamenti pubblici per complessivi venti miliardi di lire circa nell'ambito del programma Life dell'Unione europea e dei Piani integrati d'area (Pia) di cui alla legge regionale n. 14/1996 per la realizzazione di interventi (tra cui un porticciolo turistico a Gilliacquas di Elmas) che non sembra pongano in primo e fondamentale piano l'eliminazione di discariche e scarichi inquinanti, mentre ultimamente la giunta regionale (delibera n. 30/42 del 17 luglio 1996) ha stanziato altri 8 miliardi di lire per il completamento dei lavori di risanamento di cui al piu' volte citato Piano da affidare alla provincia di Cagliari; con elevata probabilita' le discariche abusive di rifiuti attualmente conosciute sono soltanto la minima parte di quelle realmente realizzate in un trentennio di attivita' industriali con rischi gravissimi per l'equilibrio degli ecosistemi e per la stessa salute pubblica -: se sia a conoscenza dei fatti descritti; quali iniziative intenda attuare per il rispetto degli obblighi internazinali e comunitari di tutela dello Stagno di Santa Gilla. (4-06349)
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