_:B90de9268557ed5b42bb40b7cc45c3768 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedi' 14 settembre 2010 nell'allegato B della seduta n. 367 All'Interrogazione 4-06250\n presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, si forniscono i seguenti elementi di risposta. Le argomentazioni sostenute nell'interrogazione prendono spunto da quanto riportato nel settimanale Left del 18 febbraio 2010 in ordine ad un progetto di realizzazione di porto turistico di Catania prodotto anni addietro dall'associazione canottieri riuniti, sotto la gestione dell'autorita' marittima e dalla stessa respinto. Infatti, sono evidenti le similarita' delle argomentazioni di censura sull'operato dell'autorita' portuale di Catania che non hanno mai trovato corrispondenza nei provvedimenti adottati in sede civile, penale ed amministrativa. Non ultimo l'esito dell'ispezione ministeriale ordinata con decreto ministeriale 9 aprile 2008 n. 16000/2008/SM. Nell'ambito della suddetta relazione conclusiva e' stata ampiamente verificata la situazione inerente il piano regolatore portuale (Prp) presentato al comune di Catania, nonche' in ordine alla vicenda inerente il prolungamento della diga foranea di levante e la valutazione d'impatto ambientale. Per quanto riguarda la realizzazione del porto turistico si comunica quanto segue: l'autorita' portuale, nelle determinazioni adottate nell'ambito della fase di responsabilita' del comune di Catania, nella persona del signor sindaco quale moderatore della conferenza di servizi, non ha fatto altro che attenersi alle indicazioni determinate dal suddetto organo collegiale; nell'ambito della citata fase procedurale e' palese l'atteggiamento inerte dell'amministrazione civica, investita come detto della moderazione e dei meccanismi di attivazione della conferenza di servizi; l'errata formulazione del verbale di conferenza dei servizi, nonostante l'invito a piu' riprese inoltrato dall'autorita' portuale di Catania, nella parte in cui si e' attribuita a detta autorita' portuale la decisione unilaterale di come proseguire l'iter, ha di fatto precostituito il ricorso della Spa Acqua Marcia; ogni dettaglio della procedura, allo stato degli atti, ivi incluse le osservazioni sopra citate, e' stato puntualmente riferito al Commissario ad acta nominato dal tribunale amministrativo regionale Catania; il commissario ad acta, anziche' sostituirsi all'inerte azione amministrativa del comune di Catania, nella qualita', si e' sostituito all'intera Conferenza dei servizi, assumendosi la competenza tecnico-amministrativa della scelta del miglior progetto in gara, di esclusiva competenza, invece, della conferenza dei servizi, ove rappresentate peraltro tutte le prerogative istituzionali di riferimento (ambientali, di sicurezza della navigazione, urbanistico-edilizie, demaniali, sanitarie, di tutela del torrente Acquicella) che non possono ammettere pronunciamenti sostitutivi; la mancata comparazione dei progetti, assumendo il commissario ad acta che non esistesse invece la condizione di cui al secondo comma dell'articolo 37 del Codice della navigazione, ha potenzialmente creato un nocumento di profilo erariale per l'autorita' portuale di Catania, atteso che la licitazione privata tra i concorrenti avrebbe certamente creato le condizioni di una maggiore entrata a titolo di canone concessorio; se il Tar di Catania ha ritenuto illegittima la richiesta dell'autorita' portuale di Catania inerente l'adeguamento dei progetti, peraltro determinata dalla conferenza dei servizi, allora si sarebbe dovuto tornare all'analisi dei progetti iniziali cosi' come sono stati presentati; a tutt'oggi la mancata definizione dell'iter precostituisce un potenziale danno economico per l'autorita' portuale. Infatti, se l'azione amministrativa della conferenza dei servizi avesse rispettato i termini di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997, l'ente portuale avrebbe, ad oggi, incamerato il canone annuale (non inferiore a 200.000,00 euro annui) da almeno un quinquennio; nell'ambito della scelta tecnica adottata unilateralmente dal commissario ad acta, lo stesso ha tenuto conto delle determinazioni del Piano urbanistico attuativo, strumento di variante del Piano regolatore generale comunale adottato dal comune di Catania, benche' detto strumento sia stato disapplicato sulle aree di competenza dell'ente portuale dal Tar di Catania, a seguito di ricorso della stessa autorita' portuale nell'anno 2007, per avere il comune di Catania disatteso i termini dell'accordo di programma sotteso al detto Pua, nell'ambito del quale le aree demaniali dell'autorita' portuale erano state stralciate facendo rinvio ad apposita concertazione tra i due enti; l'inerzia del comune nella trattazione del piano regolatore portuale, presentato nel febbraio dell'anno 2004, di fatto precostituisce un ulteriore danno non solo per l'autorita' portuale ma anche per il potenziale aggiudicatario della procedura in argomento, atteso che la variante proposta inerente la destinazione attuale di darsena peschereccia e diportistica in porto turistico, costituisce il presupposto principale di fattibilita' tecnico-amministrativa dell'opera. A tale proposito si ritiene che della materia, almeno stralciando quest'ultimo aspetto, avrebbe dovuto investirsene il commissario ad acta in quanto il decreto del Presidente della Repubblica 509 del 1997 fornisce proprio ogni strumento per la variazione degli strumenti urbanistici nel cui contesto deve inserirsi l'opera. Infine, relativamente al prolungamento della diga foranea di levante, si comunica che con dispaccio n. 2107/VIA/A.O.1.3H. del 16 febbraio 2001, il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha ritenuto di non assoggettare l'opera in questione alla procedura di valutazione impatto ambientale nazionale in quanto non costituente variante sostanziale del porto, precisando altresi', che dei 500 metri previsti per la costruzione della diga foranea risultano essere stati realizzati solamente i primi 300 metri previsti nel progetto di primo stralcio. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Altero Matteoli." . _:B90de9268557ed5b42bb40b7cc45c3768 "20100914" . _:B90de9268557ed5b42bb40b7cc45c3768 "MINISTRO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI" . _:B90de9268557ed5b42bb40b7cc45c3768 . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . _:B90de9268557ed5b42bb40b7cc45c3768 . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06250 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI martedi' 23 febbraio 2010, seduta n.288 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: i porti italiani, per legge, devono dotarsi di un piano regolatore portuale (PRP), da concordare e armonizzare con il piano regolatore generale (PRG) della citta'; secondo quanto riporta il settimanale Left del 18 febbraio 2010, a Catania il piano regolatore generale e il piano regolatore portuale sono obsoleti: il piano regolatore generale risale ancora al 1961, subendo numerose varianti, mentre il piano regolatore portuale e' del 1978 e mai entrato in funzione anche perche' bloccato nel 1985 dalla legge n. 431 (cosiddetta legge Galasso per la tutela sui beni paesaggistici e ambientali) in quanto non prevedeva la tutela del torrente Acquicella, che sbocca accanto al porto; in questa situazione nel 2001 e' stata indetta una gara per la creazione di un grande porto turistico, con circa 1100 posti barca, ciascuno dei quali da affittarsi in media a 5.000 euro l'anno, e che avrebbe dovuto sorgere proprio sul torrente Acquicella, contrariamente a quanto previsto dalla legge Galasso; e' stata istituita una conferenza di servizi (comune, provincia, autorita' portuale ed altri) per procedere con la gara, alla quale sono stati sottoposti i piani di cinque societa'; la conferenza di servizi li ha esaminati e bocciati tutti, ma e' rimasta aperta per ben 8 anni, essendolo tutt'ora, di fatto in violazione del regolamento (decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997) che disciplina la concessione di beni del demanio marittimo: tale anomalia favorisce, ad avviso degli interroganti, le cinque ditte partecipanti, rimaste le sole in gara per tutti questi anni, ad esclusione di altri possibili concorrenti; l'autorita' portuale proponeva nel 2004 un piano regolatore alla commissione urbanistica del comune, che nel 2007 lo respingeva. Il piano prevedeva l'edificazione sulle banchine portuali di centri commerciali, parcheggi di venti piani e altre amenita' per un totale di un milione e centomila metri cubi di cementificazione; nel 2009 Santo Castiglione, presidente dell'autorita' portuale, ha riproposto un piano simile al precedente, che il consiglio comunale non ha ancora discusso; nel 2007, mentre la gara per il porto turistico e' aperta ormai da sei anni, il tribunale amministrativo regionale di Catania ha nominato un commissario ad acta, responsabile per «il procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto». Il commissario e' l'ammiraglio Antonio Zanghi', il quale nel 2001 aveva fatto parte della conferenza di servizi per la famosa gara, in qualita' di comandante presso la capitaneria di porto; l'8 maggio 2009 il commissario ha messo un provvedimento dal quale si apprende che: a) nel 2005 diverse societa', che avevano partecipato alla gara del 2001 hanno presentato versioni corrette dei loro progetti; b) in questa occasione veniva nuovamente bocciato il progetto di Acqua Marcia, che presentava ricorso al tribunale amministrativo regionale; c) secondo il commissario, l'Acqua Marcia era stata bocciata per errore, in quanto gli allegati al suo progetto del 2005 erano stati oggetto di una svista; d) il progetto Acqua Marcia viene finalmente considerato come il piu' meritevole; secondo il settimanale citato inoltre, la nuova diga foranea, prolungamento del molo di levante del porto di Catania iniziata nel 2001 e non ancora ultimata, e' stata realizzata senza la procedura di valutazione d'impatto ambientale (V.I.A.). Essa doveva essere utilizzata per l'attracco di navi container e da trasporto, ma la costruzione ha fatto elevare i fondali rendendo il suo scopo iniziale impossibile. In compenso, la nuova diga e' posta di fronte all'area dove dovrebbe sorgere il futuro porto turistico: qualcuno gia' si chiede se la funzione del nuovo molo non sia stata fin dall'inizio quella di proteggere il porto turistico dai marosi. In tal caso, finanziamenti pubblici sarebbero stati utilizzati per favorire opere di privati -: quali siano state le modalita' di assegnazione dei lavori per la creazione del porto turistico di Catania, e in particolare se tale assegnazione sia avvenuta nonostante l'assenza di un piano regolatore e di fatto in violazione della legge n. 431 del 1985 e del regolamento che disciplina la concessione di beni del demanio marittimo (decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997); se corrisponda al vero quanto sopra esposto relativamente alla realizzazione della diga foranea sul molo di levante del porto di Catania avvenuta senza procedura di valutazione di impatto ambientale. (4-06250)" . "20100223-20100914" . . . . . "2014-05-15T00:27:29Z"^^ . . . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06250 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100223"^^ . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "4/06250" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06250 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100223" . . "1"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" .