_:B8d41c360c1db5eccd655cb89bb7ce968 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedi' 7 novembre 2011 nell'allegato B della seduta n. 546 All'Interrogazione 4-06028\n presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, per quanto di competenza di questa Amministrazione, si osserva quanto segue. In merito al progetto di realizzazione del Polo della logistica nella localita' Passo Corese, la soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, ha prescritto indagini preventive sul comprensorio territoriale in questione, al fine di poter individuare eventuali aree di interesse archeologico e rilasciare il parere di competenza. Tali indagini hanno consentito di individuare ventotto aree di interesse archeologico e non centinaia come affermato nell'interrogazione in esame. Preme rendere noto che le indagini sono state eseguite con strumenti sofisticati indispensabili per l'individuazione di eventuali presenze nel sottosuolo e non solo con lo scotico superficiale, come rappresentato nell'interrogazione in esame. Si fa presente, inoltre, che da giugno 2009 i lavori archeologici sono stati affidati dalla committenza alla societa' Land, specializzata in servizi per l'archeologia. Si precisa che, dove le trincee esplorative evidenziano manufatti e/o strutture antiche questi verranno scavati, per scelta della committenza, successivamente. Dette indagini archeologiche preventive, hanno, allo stato attuale, raggiunto un notevole grado di estensione e di affinamento, sino ad interessare, oltreche' la totalita' del primo stralcio di intervento, anche una parte consistente del secondo stralcio. Tale ultima fattispecie ha riguardato lo sblocco di una vasta area di cava moderna che, dopo le dovute ed approfondite valutazioni e verifiche sul terreno, si e' riscontrata come sgombra da emergenze di interesse archeologico, a seguito degli sconvolgimenti causati dalle attivita' estrattive della seconda meta' del XX secolo. Per quanto attiene al primo stralcio di intervento, invece, terminate le indagini preliminari e giunti a buon punto con le verifiche archeologiche di seconda fase, si e' pervenuti alla formulazione da parte della competente soprintendenza di tre differenti fattispecie di pareri di competenza. Nel caso le presenze archeologiche oggetto di indagine siano state compiutamente indagate e rimosse, restando sul terreno null'altro che i sedimi su cui esse insistevano, spesso di origine naturale (per lo piu' canali di scolo e fossati) e, comunque, di nessun interesse culturale, si e' ritenuto di formulare il nullaosta all'utilizzo dei relativi lotti o porzioni di lotto. Qualora dagli scavi siano stati messi in rilievo vestigia di edifici, manufatti o infrastrutture (per lo piu' minimi resti di torchi oleari, percorsi stradali inghiaiati, pozzi, cisterne e cunicoli scavati nel banco roccioso), di ardua valorizzazione e tenue interesse culturale, se ne e' proposta alla competente direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, la rimozione controllata. Ove, infine, si siano messe in luce emergenze di carattere monumentale, come nell'unico caso della cisterna circolare insistente sul lotto L40, ci si e' riservato di proporne la valorizzazione in situ, una volta che siano ultimate le residue indagini di scavo ed i necessari interventi di consolidamento. Al di la' delle analisi delle risultanze delle verifiche archeologiche ai fini dell'edificazione, si rappresenta in ogni caso la notevole divergenza di quanto acquisito per mezzo delle indagini sul terreno rispetto alle ricognizioni di superficie effettuate nel corso degli anni Settanta da M.P. Muzzioli per il suo studio sul territorio di Cures Sabini e, piu' recentemente, dalla British school at Rome, con una drastica riduzione delle presenze significative e la discrasia fra le interpretazioni proposte in quelle analisi e i conclusivi ed incontrovertibili dati di scavo, che hanno messo in risalto come la notevole estensione dell'intervento riguardi un ambito che, nell'antichita', presentava vocazione eminentemente agricola, con tutte le infrastrutture connesse a detta vocazione. Per quanto riguarda l'impiego di mezzi e moderne tecnologie, queste, benche' non sempre permettano una lettura chiara e completa di quanto conservato nel sottosuolo, vengono impiegate, generalmente, nei casi ritenuti necessari e ove le condizioni e l'estensione del sito lo consentano. Relativamente ai piani - territoriale paesistico regionale dove l'area in questione e' inserita in area destinata a parco archeologico, si fa presente che gli attuali PTPR sono stati adottati nel 2007 e pertanto successivamente all'avvio della pratica. Si specifica, in conclusione, che i ritardi lamentati per la realizzazione del Polo della logistica non sono imputabili alla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, bensi' eventualmente alle problematiche e alla tempistica che esulano dalla competenza della stessa che ha, invece, un compito di supervisione. Il Ministro per i beni e le attivita' culturali: Giancarlo Galan." . _:B8d41c360c1db5eccd655cb89bb7ce968 "20111107" . _:B8d41c360c1db5eccd655cb89bb7ce968 "MINISTRO BENI E ATTIVITA' CULTURALI" . _:B8d41c360c1db5eccd655cb89bb7ce968 . . . . "4/06028" . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06028 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100204" . "2014-05-15T00:25:58Z"^^ . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "1"^^ . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "20100204-20111107" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06028 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100204"^^ . . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06028 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI giovedi' 4 febbraio 2010, seduta n.278 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riporta il quotidiano Terra del 26 gennaio 2010, il polo della logistica di Passo Corese (Rieti), previsto su circa 200 ettari di colline nella valle del Tevere, si appresta a coprire di cemento e capannoni un'area incontaminata a nord di Passo Corese; il polo stesso continua a dividere la Sabina su diversi fronti: innanzitutto, su quello del devastante impatto ambientale; in secondo luogo, su quello sociale della vivibilita' per gli abitanti dell'intera area; ancora, su quello incerto e preoccupante del dissesto idrogeologico; infine, ma non meno rilevante, su quello del patrimonio archeologico che ne rimarrebbe insidiato; sul territorio considerato e nell'area circostante sono stati rinvenuti nel tempo centinaia di siti archeologici, distribuiti in dieci periodi storici, gia' ben documentati dagli esiti di due indagini: la prima a cura della professoressa Maria Pia Muzzioli (pubblicata nel 1980 da Olschki, collana Forma Italiae), la seconda finanziata dalla British Academy ed effettuata nel 2000 da un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dalla dottoressa Helga Di Giuseppe (pubblicata nel 2002 nel n. 70 dei Papers of the British School at Rome) che individuava siti archeologici distribuiti in ben 10 periodi storici (quest'ultima ricognizione ha rilevato un numero cinque volte maggiore di siti archeologici rispetto alla ricognizione precedente); il piano territoriale paesistico regionale della regione Lazio ha indicato con chiarezza nella tavola B20 le presenze archeologiche dell'area, da salvaguardare con una fascia di rispetto di 100 metri, ed ha indicato nella tavola C20 l'area in questione come parte di un'area vocata a parco archeologico e culturale; un documento prodotto al termine di una riunione, avvenuta presso la sede del consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Rieti e tenutasi il 12 gennaio 2010 - riunione alla quale hanno partecipato il presidente della Societa' Parco Industriale della Sabina (la spa per il 97 per cento privata a cui e' stata affidata l'intera operazione immobiliare del polo della logistica), quello della Camera di commercio di Rieti, il direttore di Confindustria Publio Scipioni, il direttore di Federlazio ed alcuni esponenti sindacali - sottolinea come le necessarie indagini archeologiche siano in questo momento eseguite «a tappeto» sull'intero territorio e come cio' abbia comportato un lungo ritardo all'avvio dei lavori, con incremento dei costi e incapacita' di determinare con certezza la data di consegna dei lotti urbanizzati agli imprenditori assegnatari; nello stesso documento i partecipanti all'incontro hanno richiesto alle forze politiche locali e alle realta' territoriali di non estendere ulteriormente i tempi delle indagini, perche' cio' sfavorirebbe i progetti degli imprenditori che hanno ferme ed immediate intenzioni di investire nel mega-progetto; tale documento viene ora prontamente contestato da parte di associazioni e comitati - la risposta al documento e' stata sottoscritta da Legambiente Bassa Sabina, Sabina Futura, Arci Poggio Mirteto, Amici del Museo Ercole Nardi, Associazione Germogli, Post Tribu' e Sabina Radicale - che sollevano alcune criticita' non irrilevanti; infatti, attraverso le foto scattate nell'area, si dimostra come le indagini archeologiche riguardino al momento soltanto un terzo circa della superficie del terreno in questione (a sud ne manca ben piu' della meta') e non quindi la totalita' dell'area, come dichiara il documento; inoltre, le indagini sono state eseguite finora soltanto con lo scotico superficiale, mentre richiederebbero strumenti piu' sofisticati e piu' fasi di intervento, come asserito anche dal consorzio per lo sviluppo industriale stesso nella valutazione impatto ambientale (tavola 13, aspetti archeologici), indagini che oggi si compiono non piu' con lo scotico superficiale ma con l'ausilio di nuove tecnologie piu' veloci, piu' economiche e piu' efficaci, come le prospezioni geofisiche e i voli aerei all'infrarosso; infine, in merito all'obiezione sollevata per l'avere provocato ritardi all'avvio dei lavori, comitati e associazioni chiariscono il ruolo degli attori chiamati in causa: «Sia le organizzazioni che difendono l'ambiente, sia la Soprintendenza si assumono quotidianamente le loro responsabilita'», cercando di «trattare un territorio prezioso come quello Sabino con la cura che merita, nell'interesse di tutti» e lavorando «tutti i giorni, con pochissimi mezzi ed un territorio enorme, nel modo migliore e con i tempi lenti, che tutti conoscono, degli archeologi, per salvaguardare un territorio prezioso» -: di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in ordine a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di avviare un ripensamento dei progetti logistici che minacciano la valle del Tevere, tenendo in considerazione, a tal proposito, tutti gli aspetti sopra indicati e attinenti alle questioni ambientali, sociali e culturali, valutando, ove ne sussistano i presupposti, la possibilita' di inibire o sospendere in via cautelativa il progetto di costruzione del polo della logistica di Passo Corese. (4-06028)" . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . _:B8d41c360c1db5eccd655cb89bb7ce968 .