INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05970 presentata da CIRIELLI EDMONDO (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE) in data 10/09/2014
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05970_17 an entity of type: aic
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05970 presentato da CIRIELLI Edmondo testo di Mercoledì 10 settembre 2014, seduta n. 287 CIRIELLI . — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: da tempo, ormai, alcuni europarlamentari denunciano un dramma assurdo e doloroso, che parla di violazione dei diritti dei minori, calpestati senza nessuno scrupolo in nome del bene di uno Stato; si tratta delle vicende legate allo Jugendamt, agenzia federale tedesca per l'infanzia, che svolge anche un'encomiabile opera a difesa dei giovani sottoposti a violenza e ha una funzione di sostegno attivo ai tribunali e di difesa degli interessi della Germania; il codice sociale tedesco, infatti, prevede per legge che lo Jugendamt intervenga sempre quando ci sono delle cause di divorzio tra genitori che hanno figli minori, soprattutto quando a separarsi sono coppie binazionali; a riguardo, però, numerose sono le denunce presentate da cittadini europei, di nazionalità non tedesca, alla Commissione europea per le petizioni, proprio in merito all'operato dello Jugendamt in Germania; la Commissione per le petizioni, conformemente al proprio regolamento, si occupa di questioni che rientrano nel campo di attività dell'Unione europea e, di conseguenza, la sua competenza riguarda le disposizioni del trattato relative ai diritti fondamentali dei cittadini comunitari e a questioni che comportano una possibile discriminazione sulla base della nazionalità, dell'origine o della lingua, e all'interpretazione nell'attuazione degli atti legislativi dell'Unione europea, da parte delle autorità nazionali, tenendo sempre presente che, per tali questioni, la Corte di giustizia europea è l'unico organo competente a formulare un giudizio vincolante sull'interpretazione del diritto comunitario; in particolare, da un documento di lavoro del 22 dicembre 2008 della Commissione europea per le petizioni si evince che la stessa ha ricevuto «numerosissime petizioni e lettere di sostegno in merito a presunte misure discriminatorie e arbitrarie compiute dalle autorità preposte alla tutela dei giovani in alcuni Stati membri, in particolare dallo Jugendamt in Germania»; i cittadini europei, firmatari delle petizioni, affermano che il problema della discriminazione sulla base della cittadinanza deriva dalla procedura adottata dallo Jugendamt tedesco che discrimina il coniuge non tedesco a seguito della separazione nell'ambito di matrimoni misti, rendendo impossibile per quel coniuge avere contatti con il proprio figlio e nei casi in cui siano stati concessi incontri con il genitore, questi avvengono solo alla presenza di un supervisore, il quale durante gli incontri controlla se il genitore parla al figlio in tedesco e, nel caso in cui il figlio o il genitore parli una lingua che egli non comprende, interrompe bruscamente la conversazione; in caso di coppie binazionali, lo Jugendamt persegue missioni ben specifiche, come si legge nel documento del 2008: «Si deve compiere ogni sforzo per impedire che i bambini lascino il territorio tedesco; al genitore che è cittadino tedesco si deve affidare immediatamente la custodia esclusiva dei figli e, nel medio termine, la tutela genitoriale; ai bambini deve essere impedito qualsiasi contatto con la seconda cultura e lingua; i contatti con il genitore non tedesco devono preferibilmente essere interrotti se il genitore straniero rifiuta di accettare le norme tedesche, incluso l'obbligo dell'uso esclusivo della lingua tedesca durante i colloqui; si deve garantire che il mantenimento/gli alimenti siano pagati in Germania. Gli importi sono imposti al genitore straniero anche quando il genitore non tedesco non ha più pretese giuridiche sui bambini perché questi sono diventati adulti; l'accesso dei genitori stranieri a tutti i documenti e ai dati che lo Jugendamt raccoglie deve essere negato conformemente alla legge tedesca sulla protezione dei dati personali»; nelle conclusioni e raccomandazioni dello stesso atto si legge: «Risulterebbe tuttavia del tutto inopportuno non riconoscere il fatto che a quanto pare si sono verificati numerosi abusi dei diritti genitoriali a causa di discriminazioni basate su criteri etnici, nazionali o linguistici, che sono stati attuati non regolarmente e, a quanto risulta, non sono stati controllati. Ciò ha nuociuto agli interessi del minore in quasi tutti i casi esaminati dalla commissione per le petizioni. [...]Tutti gli Stati membri dovrebbero favorire una maggiore vigilanza democratica o parlamentare a livello nazionale e regionale sugli enti preposti alla tutela dei minori e offrire quindi ai cittadini la possibilità di cercare soluzioni efficaci più vicine al loro luogo di interesse»; nonostante ciò, e anche quando sono presentate denunce molto circostanziate, non è possibile per la Commissione trarre conclusioni assolute a causa della mancanza di informazioni provenienti da altre parti, né è possibile per la Commissione valutare chiaramente la portata del problema sollevato dai firmatari; uno di questi genitori, Marinella Colombo, ha scritto un libro eloquente, «Non vi lascerò soli», che non è soltanto un resoconto terrificante di come una madre abbia di fatto perso i propri figli (l'ultimo colloquio con loro le sarebbe stato permesso a fine 2010), ma è anche un atto di accusa contro le manchevolezze dell'Europa di oggi, dove cose così possono ancora accadere; secondo le notizie riportate su alcuni quotidiani nazionali, nel 2006, quando si separa dal marito tedesco, Marinella ottiene l'affidamento dei suoi due figli, da subito però lo Jugendamt si insinua nella causa di separazione; nel 2008, per non perdere il proprio lavoro, Marinella è costretta a tornare in Italia e, pur essendoci un accordo tra lei e il marito, una mattina, a sua insaputa, i figli vengono prelevati da scuola dalle forze dell'ordine e riportati a Monaco di Baviera. Marinella scoprirà anche che sulla sua testa pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minori, emesso già mesi prima, mentre i bambini, però, erano in vacanza con il marito. La sua drammatica vicenda che dura ormai da oltre 6 anni e che l'ha fatta finire in carcere e poi agli arresti domiciliari per ben tre volte, porta alla luce le pratiche anomale e discriminanti dello Jugendamt nei confronti dei coniugi stranieri di coppie miste, testimoniate dalle cause pendenti presso la Corte europea dei diritti dell'uomo; in uno di questi drammatici casi di denuncia, proprio la Corte europea dei diritti dell'uomo ha accertato la violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, recante diritto di rispettare la vita familiare, e, ai sensi dell'articolo 41 della Convenzione relativa all'equa soddisfazione, ha concesso agli attori la compensazione per i danni subiti, i costi e le spese, invitando le autorità tedesche a restituire immediatamente i figli alla famiglia; uno speciale del telegiornale di France3 ha poi portato alla luce casi in cui il meccanismo dello Jugendamt entra in moto anche quando una famiglia decide di andare a vivere fuori dalla Germania come nel caso di una coppia il cui padre è francese, i cui figli sono stati prelevati da scuola dallo Jugendamt e affidati a un'altra famiglia; si sarebbero, quindi, verificati numerosi abusi dei diritti genitoriali, a danno dei minori, con evidenti discriminazioni basate su criteri etnici, nazionali o linguistici, a cui non sarebbe stato posto rimedio e, anzi, sembra che non siano stati neppure verificati; il «bene del bambino» per i tedeschi non sembra essere il bene superiore dei figli, come previsto da tutte le convenzioni internazionali, ma è il bene del bambino secondo la comunità tedesca, che porta ad anteporre l'essere tedesco dei bambini al loro vero bene, facendo in modo che nessun minore lasci la Germania, che l'affido esclusivo non venga mai dato al genitore straniero, e interrompendo o rendendo difficile i suoi contatti col figlio; se confermata, questa prassi costituirebbe una gravissima violazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e dei principi dell'Unione europea che proclamano il rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti del fanciullo; i diritti del bambino, infatti, costituiscono parte integrante del diritto comunitario, come stabilito dall'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e sono tutelati dalla Costituzione italiana, quali principi fondamentali della cultura e del diritto italiano, il quale persegue l'interesse del minore, quale priorità dello Stato; l'articolo 11 del regolamento Bruxelles II bis , inoltre, prevede che il bambino possa essere ascoltato durante il procedimento di rimpatrio o di affidamento ad altre famiglie se ciò non appaia inopportuno in ragione della sua età o del suo grado di maturità e questo non accade pressoché mai, facendo supporre che il diritto tedesco non sia in accordo con quello europeo; la stessa eurodeputata francese Nathalie Griesbeck ha dichiarato che «Già varie volte le istanze giuridiche europee hanno sottolineato queste violazioni: da una parte la Corte di giustizia dell'Unione Europea con una sentenza del luglio 2010 e dall'altra anche la Corte europea dei diritti dell'uomo», denunciando che «lo Jugendamt non rispetta i regolamenti e le convenzioni europee. L'Europa non può intervenire con la forza, ma in ottemperanza di queste sentenze lo Jugendamt dovrà uscire dalla sua concezione restrittiva e che oltraggia, come riconosciuto dalla giurisprudenza, il diritto di vivere in famiglia e il benessere dei bambini»; l'europarlamentare italiana Cristiana Muscardini, in tante interrogazioni rivolte alla Commissione europea, ma anche in una lettera indirizzata, tra l'altro, a politici italiani, da Gianni Letta a Franco Frattini, all'ex ministro della Giustizia Angelino Alfano e all'allora guardasigilli Paola Saverino, i «genitori stranieri perseguiti rimangono spiazzati perché non possono beneficiare dei principi giuridici europei del Regolamento di Bruxelles II bis , mentre ne subiscono tutte le conseguenze negative, comprese quelle penali. Bisogna eliminare questo squilibrio giuridico e morale, che coinvolge anche gli aspetti politici di questa situazione malsana. Se l'Unione Europea pretende di essere la patria dei diritti umani non può continuare ad accettare una situazione simile nel settore della tutela dei minori e della genitorialità. Bisogna intervenire prima che si arrivi a una deriva nazionalistica insopportabile e inconcepibile nell'Europa unita»; nonostante il regolamento in questione sia obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile negli Stati membri dal 1 o marzo 2005 e nonostante l'Unione europea sia consapevole che lo Jugendamt non applica il regolamento ma il diritto di famiglia tedesco, non dispone di competenze di controllo in tal senso; a questo si aggiunge il fatto che i giudici italiani non mettono mai in dubbio le sentenze o ordinanze tedesche e, anzi, pare che si prodighino, come nel caso di Marinella Colombo, a collaborare di buon grado per adempiere alle loro disposizioni; non è ammissibile che un Paese come la Germania, che in Europa ha un ruolo chiave nel destino di tanti Paesi, sia anche uno tra i primi a disattendere i regolamenti dell'Aja; se nemmeno il Governo del Paese di appartenenza è in grado di proteggere questi genitori allora si capisce come questi siano davvero abbandonati a loro stessi; la cosa più grave però è che non sono previste sanzioni nel caso in cui i regolamenti e le normative sulla tutela dei minori, che pure esistono, non vengano rispettati e questo potrebbe far supporre che evidentemente la tutela dei minori è meno importante di tante altre materie–: se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quale sia allo stato attuale la situazione relativa ai numerosi abusi dei diritti genitoriali, a danno dei minori, perpetrata dallo Jugendamt e se non ritengano doveroso, in quanto rappresentanti dello Stato italiano, tutelare i bambini coinvolti in queste vicende e garantire i loro diritti, ponendo in essere un'azione diplomatica con lo Stato tedesco; quali iniziative ritengano doveroso adottare per avviare una riflessione nell'ambito dell'Europa sull'opportunità di dotare l'Unione europea di compiti di controllo sull'applicazione dei regolamenti da parte degli Stati membri e, soprattutto, sull'opportunità di introdurre misure sanzionatorie per alcuni specifici illeciti, come quelli a danno dei diritti fondamentali del fanciullo. (4-05970)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05970 presentata da CIRIELLI EDMONDO (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE) in data 10/09/2014
Camera dei Deputati
xsd:integer
0
20140910
20140910
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05970 presentata da CIRIELLI EDMONDO (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE) in data 10/09/2014
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=9&idDocumento=4/05970
xsd:dateTime
2018-05-16T19:38:20Z
4/05970
CIRIELLI EDMONDO (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE)
http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=6&idDocumento=4/05970