. "2014-05-15T00:25:15Z"^^ . . . "4/05922" . "0"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05922 presentata da GIULIETTI GIUSEPPE (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 20100202" . "GIULIETTI GIUSEPPE (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO)" . . . "20100202-" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05922 presentata da GIUSEPPE GIULIETTI martedi' 2 febbraio 2010, seduta n.276 GIULIETTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: La scuola «Otto Marzo» di via dell'Impruneta, 51, in Roma, e' stata costruita negli anni '70. Alla fine degli anni '80 fu chiusa, e dopo un tentativo di trasformarla in commissariato, fu abbandonata definitivamente; l'edificio divenne, come e' facile dimostrare, terra di nessuno diventando luogo di spaccio di droghe e di traffici illeciti; nel luglio 2007 circa 40 famiglie lo hanno occupato e in poco piu' di due anni lo hanno ristrutturato rendendolo abitabile rifacendo gli impianti e mettendo in sicurezza lo stabile grazie anche alla riparazione del tetto; contemporaneamente il grande giardino, anch'esso abbandonato che era diventato una pattumiera a cielo aperto, e' stato ripulito, venendo cosi' incontro ad una grande richiesta popolare di avere uno spazio verde per i bambini e per le persone anziane; merito principale di questi significativi miglioramenti e' da ascrivere al centro sociale «Macchia Rossa» che e' da molti anni attivo nel quartiere dimostrando anche molta attenzione sulla questione urbanistica e abitativa e anche umana; e' opportuno ricordare che quando c'e' stato un episodio di violenza; ad ottobre del 2007, «una senzatetto ospite della scuola occupata e' stata accoltellata dal suo convivente», Francesca Cerretto, la ragazza arrestata, ha passato giorni e notti al suo capezzale all'ospedale Forlanini. Dimostrandosi sempre disponibile per qualsiasi tipo di necessita'; ancora, alla fine degli anni '90 i giovani del centro sociale hanno realizzato con la Lega Ambiente un progetto di riqualificazione della spalletta del Tevere, sempre a via dell'Impruneta; tra gli anni 2006 e 2007 e' stato aperto nei locali annessi al centro sociale, in via Pieve Foscania, un «ostello dello sfrattato» di prima accoglienza per i senza tetto; l'ostello e' presto divenuto insufficiente e le famiglie in esso ospitate, sostenute dal centro sociale, hanno deciso di utilizzare l'ex scuola «Otto Marzo», come detto, da lungo tempo abbandonata; l'edificio, da come ci e' dato conoscere, era stato assegnato dal comune alla societa' Sviluppo Italia che intendeva farne un incubatore di impresa. In seguito, il nuovo consiglio di amministrazione di sviluppo Italia ha programmato di farne un parcheggio, sacrificando, cosi', anche il rinato giardino, unica oasi verde della zona; nei mesi scorsi l'occupazione dell'ex scuola «Otto Marzo» e' stata oggetto di una campagna di stampa molto pesante e negativa utilizzando delle notizie riprese dai verbali di alcune dichiarazioni fatte nella caserma dei Carabinieri di Villa Bonelli, dove erano state raccolte testimonianze di cinque immigrati, allontanati dai luoghi occupati perche' violenti; appare particolarmente strano che le richiamate testimonianze, fatte da persone allontanate dalla scuola «Otto Marzo», perche' violente, sono state, senza alcun dubbio accettate, basta leggere il verbale per constatare «I fatti sono descritti senza livore, hanno contenuto verosimile, ed il racconto non presta il fianco a salti logici». Ancora, «Le dichiarazioni accusatorie sono tutte connotate dall'attendibilita' del dichiarante, ... e infine dall'esistenza di riscontri esterni». Infine, e questa sembra la valutazione piu' disattenta «Sotto il primo profilo va valutata la personalita' dei denuncianti e la genesi delle denuncie, che depongono per la genuinita' delle stesse, per l'assenza di ragioni di interesse personale ad incolpare ingiustamente, tenuto conto anche del pericolo di ritorsioni a cui sono sottoposti»; il 14 settembre, alle ore 4,40, a seguito di tali denuncie, si verifica un blitz di alcune centinaia di carabinieri, che circondano i locali occupati con blindati perquisiscono l'edificio non trovando, da come ci e' dato sapere, nessun corpo di reato, ed arrestano cinque persone incensurate; i cinque, lavoratori precari che non potendosi permettere un affitto a prezzi «romani» hanno avuto il merito di non rassegnarsi a sopravvivere ma al contrario di lottare insieme ad altri, bisognosi, spinti dalla necessita' materiale di avere un tetto che li potesse proteggere. È cosi' che in due anni di occupazione hanno trasformato un sogno in realta'; i cinque, tre uomini ed una donna, vengono tradotti in carcere, il quinto viene messo agli arresti domiciliare. La donna, in particolare, viene trasferita due volte, prima a Civitavecchia e poi a Perugia, e data la sua presunta pericolosita', viene utilizzato un gabbiotto chiuso dentro il cellulare; il 21 settembre, dopo l'interrogatorio di garanzia, viene, agli indagati, confermato l'arresto, il 29 settembre il tribunale del riesame ribadisce la necessita' di misure cautelare, trasformandole m arresti domiciliare per tutti. Anche se gran parte delle accuse sono subito cadute, come l'associazione a delinquere, il possesso di armi quali mazze, catene e bottiglie incendiarie (armi da guerra) che non sono state trovate perche' da varie testimonianze si e' appreso che non erano mai esistite; l'inverosimile furto di 15 quintali di rame, organizzato da due degli imputati e che avrebbe reso loro un profitto superiore ai 10.000.00 euro, e' stato dichiarato inesistente dalle perizie effettuate sullo stabile occupato; per il furto di energia e' opportuno ricordare che gli occupanti hanno fatto, piu' volte richiesta di regolare allaccio, tale regolarizzazione non e' stata loro mai consentita; in buona sostanza «dall'inchiesta - teorema» elaborata, e dell'impianto accusatorio da essa derivante rimangono: la presunta estorsione di 15 euro al mese versate, che l'assemblea degli occupanti gestisce per spese comuni, le cui ricevute sono gia' state presentate al GIP; e le accuse di violenze senza riscontro, fatte, come sopra descritto, da immigrati irregolari e senza tetto, erano stati allontanati dalla scuola perche' violenti. Questo e' ampiamente dimostrabile dalle persone che civilmente hanno occupato la scuola «Otto Marzo»; il castello accusatorio si e' andato sgretolando, perche' privo di ogni ragionevole fondamento, ma continua la persecuzione contro di loro; nelle ore successive al blitz, il sindaco Gianni Alemanno ha fatto riferimento, commentando l'operazione, appena conclusa, all'esistenza di un «vero e proprio racket delle occupazioni» del quale sarebbero vittime «persone costrette a pagare un affitto e a partecipare a manifestazioni» ed altre addirittura «aggredite e malmenate perche' non pagano questi veri e propri pizzi». Una tesi, quella del primo cittadino capitolino, che fa eco a quanto piu' volte sostenuto dal presidente della commissione sicurezza del Comune, il quale aveva avuto modo di lanciare i suoi strali contro il blog del comitato di occupazione della «Otto Marzo», definendolo «un canale di informazione deviato». Vi e' da chiedersi se siano solo occasionali circostanze, oppure le circostanze non siano tali; in sentenza ad avviso degli interroganti sembrano essersi verificati tali e tante anomalie da giustificare un approfondimento da parte del Ministro della giustizia; infine, e questa e' per il momento l'unica notizia positiva, che agli indagati sono stati revocati gli arresti domiciliari ed attualmente sono sottoposti all'obbligo di firma. Una forma, sia pure attenuata, di limitazione della loro liberta' -: se non si intendano assumere iniziative ispettive con riferimento e quanto riportato in premessa.(4-05922)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05922 presentata da GIULIETTI GIUSEPPE (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 20100202"^^ . .