INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05771 presentata da DI STANISLAO AUGUSTO (ITALIA DEI VALORI) in data 20100120
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05771 presentata da AUGUSTO DI STANISLAO mercoledi' 20 gennaio 2010, seduta n.269 DI STANISLAO. - Al Ministro di giustizia. - Per sapere - premesso che: il 13 Gennaio 2010 in occasione del Consiglio dei Ministri, il Ministro della giustizia annuncia lo «stato di emergenza» per le carceri italiane fino al 31 dicembre 2010 e ha presentato il «Piano Carceri»; il Ministro della giustizia afferma: «Nel corso di quest'anno intendiamo realizzare 47 nuovi padiglioni, cioe' strutture che insistano e si affiancano a istituti di pena gia' esistenti, che non ci danno l'incombenza di dover individuare l'area, espropriarla e procedere a tutto l'iter amministrativo. Mentre apriamo questi 47 cantieri sul modello dell'Aquila, noi evadiamo tutta la procedura burocratica per realizzare nel 2011 e nel 2012 le strutture tradizionali e flessibili a cui daremo vita con tempi tipo l'Aquila e con modelli organizzativi di quel tipo. Abbiamo reperito 500 milioni nella legge Finanziaria e altri 100 milioni sono stati presi dal bilancio del ministero della Giustizia. Con 600 milioni costruiremo i 47 nuovi padiglioni e nel frattempo individueremo le modalita' sia dal bilancio statale che dai finanziatori privati per realizzare gli altri istituti nel 2011 e nel 2012. Il totale dovra' fare 21.749 posti, che si aggiungeranno ai posti attualmente disponibili. Quanto alle norme di accompagnamento che fanno parte del Piano, ci sara' un disegno di legge contenente due articoli. Il primo, che concede la possibilita' a chi deve scontare un anno solo di reclusione, di scontarlo ai domiciliari e l'altra norma, che prevede la cosiddetta messa alla prova per coloro i quali hanno la possibilita' di essere imputati per reati fino a tre anni, di svolgere lavori di pubblica utilita' sospendendo il processo. Questo servira' a deflazionare il sistema Giustizia sia sul piano carcerario che su quello processuale»; in Italia ci sono 40 istituti penitenziari gia' costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati, che pero' sono inutilizzati e versano in uno stato d'abbandono totale: l'istituto carcerario di Morcone (Benevento), per esempio, e' stato costruito, abbandonato, ristrutturato, arredato e nuovamente abbandonato dopo un periodo di costante vigilanza armata ad opera di personale preposto; l'istituto carcerario di Arghilla' (Reggio Calabria), parimenti inutilizzato, e' mancante della sola strada d'accesso, delle fogne e dell'allacciamento idrico, ma e' per il resto ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d'avanguardia; vi sono intere ed impervie regioni nelle quali il problema delle strutture inutilizzate si sovrappone alla frammentazione ed alla sporadicita' di quelle esistenti che costringono i preposti nuclei traduzioni e piantonamenti a frequenti e rischiosi viaggi diversamente non necessari; e' il caso della Sardegna dove sono state frettolosamente dismesse ben otto case mandamentali (Ales, Bono, Carbonia, Ghilarza, Sanluri, Santavi, Terralba e soprattutto, per l'eccezionale spreco, Busachi, che, dopo essere costata 5 miliardi di lire, non e' stata mai inaugurata), oppure regioni nelle quali a causa della mancata programmazione in funzione dell'estensione, si e' costretti allo stesso andirivieni da e per istituti posti al limite provinciale come per Lecce nuovo complesso, sorto nel nord di una provincia che si estende per oltre 70 chilometri, quotidianamente percorsi da tutte le Forze dell'ordine provinciali che, ad esempio, potrebbero utilizzare (con semplici adeguamenti tecnici) la casa mandamentale di Maglie solo parzialmente utilizzata per ospitare detenuti semiliberi; ancora maggiore e' lo spreco nella stessa provincia, nel comune di Galatina, dove l'istituto penitenziario e' del tutto inutilizzato malgrado la posizione strategica; ad Udine, si registra la chiusura della sezione femminile del penitenziario a fronte di situazioni «sature» in altri istituti, ormai al collasso; a Gorizia risulta inagibile un intero piano dell'istituto carcerario e non sono stati programmati i necessari lavori, cosi' come a Venezia e a Vicenza, dove la capacita' ricettiva e' ridotta a 50 unita'; a Pinerolo (Torino), il carcere e' chiuso da dieci anni ma e' stata individuata l'area ove costruirne uno nuovo; a Revere (Mantova), dopo 17 anni dall'inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti (costo stimato: 5 miliardi di lire) e' ancora incompleto. Non solo, i lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati piu' di 2,5 milioni di euro, sono gia' stati saccheggiati; l'istituto carcerario di Codigoro (Ferrara) che, nel 2001, dopo lunghi lavori, sembrava pronto all'uso, e' ad oggi ancora chiuso; a Pescia (Pistoia), il Ministero ha soppresso la casa mandamentale; a Pontremoli (Massa-Carrara), il locale istituto femminile, inaugurato nel 1993, con capienza pari a 30 detenute, e' attualmente chiuso; ad Ancona Barcaglione, il penitenziario da 180 posti inaugurato nel 2005, nonostante le spese di mantenimento della struttura vuota ammontassero a mezzo milione di euro all'anno, gli ospiti non sono mai stati piu' di 20 e i dipendenti 50; in Abruzzo, nel penitenziario di San Valentino (Pescara), costruito da 15 anni, non ha alloggiato nessun detenuto; in Campania, l'istituto di Gragnano (Napoli) e' stato inaugurato e chiuso a causa di una semplice frana; lo stesso e' accaduto a Frigento (Benevento); in Puglia, oltre a Minervino Murge (Bari), struttura mai entrata in funzione, c'e' il caso di Casamassima (Bari), carcere mandamentale condannato all'oblio da un decreto del Dipartimento; a Monopoli (Bari), nell'ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati che hanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni; ad Altamura (Bari), si aspetta ancora l'inaugurazione di una delle tre sezioni dell'istituto; non sono state mai aperte le strutture mandamentali di Volturara Appula (Foggia), 45 posti, incompiuto, e Castelnuovo della Daunia (Foggia), arredato da 15 anni; Accadia (Foggia), penitenziario consegnato nel 1993, ora del comune, e' inutilizzato; a Bovino, e' presente una struttura da 120 posti, gia' pronta, chiusa da sempre come ad Orsara, nella stessa provincia di Foggia; l'istituto di Irsina (Matera), costato 3,5 miliardi di lire negli anni ottanta, ha funzionato soltanto un anno ed oggi e' un deposito del comune; gli istituti di Mileto (Vibo Valentia) e di Squillace (Catanzaro) sono stati ristrutturati e poi chiusi. In quello di Cropani (Catanzaro), abita solo un custode comunale. Gli istituti di Arena (Vibo Valentia), Soriano Calabro (Vibo Valentia), Petilia Policastro (Crotone) e Cropalati (Cosenza) sono stati soppressi; a Gela (Caltanissetta) esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto; a Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa e' stato inaugurato un istituto per 140 detenuti, costato all'epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 e' stato chiuso e recentemente tramutato in centro polifunzionale; il carcere di Licata (Agrigento) e' completato, ma non essendo stato collaudato e' ad oggi inutilizzato; ad Agrigento, sei sole detenute occupano i 100 posti della sezione femminile; tale disastrosa situazione e' stata denunciata piu' volte dal sindacato della polizia penitenziaria; dopo aver drasticamente tagliato risorse al comparto sicurezza ora il Governo ha dichiarato di voler stanziare 600 milioni di euro con la legge finanziaria per il 2010» e il bilancio del Ministero di giustizia chiedendo ulteriori fondi all'Unione europea con apposita proposta divenuta anche oggetto di una risoluzione dell'Europarlamento; secondo le stime dello stesso dipartimento penitenziario, per erigere un padiglione da 200 posti occorrono circa 20 milioni di euro; e' pertanto evidente che i fondi stanziati dal Governo non sono minimamente sufficienti a gestire ne' l'emergenza annunciata e ne' la costruzione delle nuove carceri, tanto meno per adempiere all'intero piano annunciato e approvato in Consiglio dei Ministri; la semplice e, soprattutto, notevolmente meno onerosa ristrutturazione degli edifici gia' presenti sul territorio risulterebbe attuabile sicuramente in tempi brevissimi se confrontati con quelli necessari alla costruzione ex novo di carceri, contribuendo cosi' alla realizzazione della tanto perseguita razionalizzazione del sistema penitenziario, punto programmatico di Governo -: se il Governo intenda intervenire, e come, sui 40 penitenziari incompleti e non inutilizzati ignorati dal piano carceri e se non ritenga di considerarli una risorsa concreta ed immediata per fronteggiare l'emergenza annunciata.(4-05771)
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DI STANISLAO AUGUSTO (ITALIA DEI VALORI)