INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05651 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100111
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05651_16 an entity of type: aic
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05651 presentata da RITA BERNARDINI lunedi' 11 gennaio 2010, seduta n.263 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: la prima firmataria del presente atto assieme a Maurizio Bolognetti, membro della direzione nazionale di Radicali italiani, il 27 dicembre 2009 ha visitato le carceri lucane di Matera, Melfi e Potenza; tutti e tre gli istituti penitenziari presentano una situazione di preoccupante sovraffollamento, carenza di personale di ogni tipo, condizioni di detenzione ben lontane da quanto previsto dal dettato costituzionale e dall'ordinamento penitenziario in termini di trattamento finalizzato alla rieducazione e al futuro reinserimento sociale di quanti oggi sono privati della liberta' personale; in particolare, quanto a sovraffollamento, nel carcere di Matera sono presenti 160 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 140 (ma due reparti sono chiusi), nella casa circondariale di Melfi ci sono 207 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 128, a Potenza i detenuti sono 242 a fronte di una capienza regolamentare di 172; quanto agli agenti di polizia penitenziaria, se nel carcere di Melfi si registrano presenze appena sufficienti viste le molte incombenze relative ai servizi esterni al carcere, nel carcere di Matera mancano 26 agenti, mentre in quello di Potenza ne mancano 30; gli educatori costituiscono una figura professionale quasi inesistente nelle carceri lucane: ce ne sono solo due nel carcere di Potenza e un solo educatore nelle carceri di Matera e Melfi; l'attivita' trattamentale, nonostante gli sforzi di tutto il personale dei tre istituti lucani, e' ridotta all'osso con il risultato che i detenuti sono costretti a passare quasi l'intera giornata ristretti nelle celle; quanto al lavoro, sono impegnati a svolgere peraltro solo mansioni alle dirette dipendenze dell'amministrazione penitenziaria il 25 per cento dei detenuti di Matera, il 14 per cento dei detenuti di Melfi e il 12 per cento dei detenuti di Potenza; anche laddove esistono strutture sportive come nella casa circondariale di Potenza dove c'e' un'attrezzata palestra, queste sono inutilizzate per la carenza di personale; in tutti e tre gli istituti penitenziari si registra un'altissima percentuale di detenuti che, provenendo da altre lontane regioni, sono impossibilitati ad avere colloqui con i propri familiari, anche quelli piu' stretti, come figli, coniugi, genitori; inoltre, poiche' il regolamento penitenziario vieta le telefonate a familiari che abbiano a disposizione solo un telefono cellulare e non un apparecchio fisso, per diversi detenuti e' nei fatti impossibile qualsiasi contatto affettivo; in nessuno dei tre istituti e' attiva un'area verde per i colloqui con i bambini, che si vedono cosi' costretti ad incontrare il proprio padre o la propria madre in luoghi tristi e inospitali; gli edifici che ospitano le tre strutture penitenziarie sono tutti fatiscenti e mancano di qualsiasi tipo di manutenzione, anche ordinaria, per mancanza di fondi; secondo un comunicato stampa delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria riguardante la casa circondariale di Potenza il degrado della struttura «offende la dignita' umana» e la mancanza di spazi determina l'incivilta' della detenzione con evidenti ripercussioni sulle gia' scarse attivita' trattamentali; in particolare, tutta la cinta muraria, secondo una denuncia della UIL Penitenziari, si presenta in condizioni pessime, inadeguata e pericolosa per l'incolumita' fisica, cosi' da richiedere un'immediata straordinaria manutenzione per ripristinare almeno elementari criteri di sicurezza; quanto agli spazi ristretti in cui sono costretti a vivere i detenuti, paradossale appare il caso della casa circondariale di Matera dove due reparti ristrutturati rimangono vuoti e chiusi per mancanza di personale; da segnalare, quanto ad esempio di incivilta', il reparto del carcere di Potenza dove le celle sono dotate di water a vista, togliendo ai detenuti qualsiasi forma di rispetto della loro privacy; d'altra parte, le condizioni igienico-sanitarie dei tre istituti lucani sono a dir poco scadenti stante la penuria dei fondi persino per l'acquisto del materiale per la pulizia delle celle; il passaggio della sanita' penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, ben lungi dall'essere realizzato in Basilicata, sta determinando grave pregiudizio alla salute dei detenuti: sia nel carcere di Potenza che in quello di Matera manca una copertura h 24 del personale medico e infermieristico; in particolare, a Matera, il trasferimento dei beni mobili e strumentali finalizzati alle funzioni sanitarie dal Ministero della giustizia alle ASL materane e' ancora in alto mare, non essendo stato ancora ultimato l'inventario delle strumentazioni da rottamare e di quelle da prendere in carico; appare singolare, a questo proposito, l'atteggiamento dell'ASM Matera che, senza fare alcun sopralluogo, ha dichiarato tutte le strumentazioni inutilizzabili; ad avviso degli interroganti, c'e' da chiedersi come possa essere andata avanti fino ad ora la sanita' nel carcere di Matera e come mai le cose siano addirittura peggiorate con il passaggio al Servizio sanitario nazionale: responsabile appare invece la posizione della direttrice dell'Istituto, dottoressa Maria Teresa Percoco, che ha chiesto di fare «un inventario fedele alla realta'», evitando cosi' inutili sprechi di denaro pubblico per acquistare ex novo attrezzature sanitarie ancora funzionanti -: quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire condizioni di vita dignitose ai detenuti ed agli operatori delle carceri lucane e, in particolare, entro quali tempi si preveda che i tre istituti possano rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti; quali iniziative intendano assumere, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, per accelerare il passaggio della medicina penitenziaria dal Ministero della giustizia al Servizio sanitario nazionale; se non si ritenga di dover acquisire gli inventari dei beni mobili e strumentali finalizzati alle funzioni sanitarie che devono essere trasferiti alle ASL lucane, verificando che non si verifichino sprechi attraverso la rottamazione di strumentazioni ancora efficienti; se non si ritenga di dover acquisire le relazioni tecniche effettuate dalle ASL lucane a seguito della diffida presentata dai Radicali nel mese di agosto 2009, soprattutto per quanto attiene l'agibilita' delle strutture in cui sono costretti a vivere detenuti e personale; se non si ritenga di dover urgentemente intervenire per: riportare a norme di sicurezza il muro di cinta del carcere di Potenza; assicurare il diritto alla privacy ai detenuti del carcere di Potenza che sono costretti ad utilizzare water a vista; ripristinare le dotazioni economiche necessarie alle carceri lucane per far lavorare i detenuti, per effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria e per assicurare l'acquisto del materiale necessario alla pulizia delle celle; istituire finalmente le aree verdi finalizzate agli incontri con i minori; cosa si intenda fare per garantire ai detenuti l'attivita' trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione; se non si intendano adottare le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso i tre istituti di pena lucani, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse; se non si ritenga di dover intervenire per avvicinare i detenuti al loro luogo di residenza e per fare in modo che abbiano possibilita' concrete di contatti telefonici con i loro familiari anche quando questi ultimi non dispongano di un telefono fisso; se il Governo non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione. (4-05651)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05651 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100111
xsd:integer
0
20100111-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05651 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100111
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
xsd:dateTime
2014-05-15T00:23:25Z
4/05651
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)