INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05599 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920929
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Ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno, dell'ambiente e della sanita'. - Per conoscere - premesso che: il comune di Ischia, con deliberazione del consiglio comunale 7 marzo 1992, n. 8, decise di assumere "provvedimenti in ordine a richieste avanzate dai titolari di alberghi (prot. n. 27847 del 17 dicembre 1991) per la realizzazione di un tratto di rete fognaria previo affidamento in concessione; non e' qui il caso di analizzare quanto di discutibile contenesse tale deliberazione, tra l'altro in relazione all'articolo 9 della stipulanda convenzione su cui si registrarono dissensi ed astensioni come quella del consigliere comunale del MSI, Giovanni Balestriere; occorre invece mettere in appropriata luce - per quanto successivamente descritto - che su proposta precisa del suddetto consigliere, l'atto deliberativo conteneva l'impegno per il sindaco "a far predisporre gli atti necessari e la relativa progettazione per il collegamento tra lo sbocco del Rio Corbore con l'impianto fognario" di cui alla stipulanda concessione: il consigliere Giovanni Balestriere aveva infatti per tempo intuito quello che avrebbe potuto accadere ed aveva sull'argomento impegnato il consenso all'urgente intervento da parte del consiglio, del sindaco e della giunta; infatti, quattro mesi dopo, a seguito di una intensa pioggia lungo il percorso del Rio Corbore, si erano scaricati sulla spiaggia e nel mare tonnellate di materiali inquinanti ed il sindaco di Ischia emetteva l'ordinanza 13 luglio 1992, n. 628, con la quale stabiliva il divieto di balneazione "nello specchio d'acqua del mare antistante lo scarico del Rio Corbore, limitatamente al tratto di litorale interessato"; in pari data il signor Giovan Giuseppe Agnese, titolare dello stabilimento balneare "Bagno Paradiso" - via Cristoforo Colombo - Ischia, localita' Lido dirigeva al sostituto procuratore di Napoli dottor Lucio Aschettino, una denuncia nella quale, tra l'altro, si legge: "...nonostante innumerevoli denunce esposte alle autorita' locali, al sindaco del comune di Ischia, all'ufficiale sanitario USL 21, al servizio ecologia USL 21, al dirigente USL 21 dottor Magliulo, ai vigili urbani del comune di Ischia, e capitaneria di porto, esiste a tutt'oggi sulla spiaggia del Lido, via Cristoforo Colombo uno scarico fognario a cielo aperto dove quotidianamente si riversano tonnellate di acque putride emanando un fetore nella zona che con il primo caldo allontana i turisti, creando non poche difficolta' alla gestione delle nostre attivita', ma in modo particolare alla salute di chi come me e' costretto a vivervi quotidianamente, respirando odori puzzolenti. Finora nessuna delle autorita' su menzionate ha ritenuto opportuno prendere dei provvedimenti. Interpellati singolarmente ci hanno risposto che il tutto dipende dalla lavanderia PAT che tra l'altro e' autorizzata allo scarico delle sue acque nel canalone di Rio Corbore. Orbene dobbiamo farle notare che anche quando la PAT era stata costretta ad un periodo di forzata chiusura il problema sussisteva quindi il motivo e' solo da ricercarsi nella negligenza e nell'inettitudine nonche' nella politica clientelare che i nostri amministratori ormai da anni attuano sul suolo ischitano, permettendo che un alveo destinato solo alla raccolta di acque piovane sia divenuto uno scarico fognario nonche' un fiume in piena durante i periodi di pioggia, accogliendo lungo l'intero suo percorso di oltre 7 chilometri le acque e qualsiasi rifiuto delle zone di Piedimonte, Molara, Starza, Campagnano e Via Michele Mazzella per poi scaricare il tutto sulla spiaggia e nel mare antistante il Lido. Quando si verificano questi eventi, ed in modo particolare con le prime piogge agostane, la spiaggia tenuta in concessione viene portata completamente via dalle acque eliminando cosi' l'attivita' balneare ed arrecandoci non pochi danni economici, oltre ai danni ambientali arrecati dall'enorme quantita' di rifiuti (bombole gas vuote, qualsiasi tipo di lattina, materassi, frigo, cucine, televisori, ecc.) che per giorni restano galleggianti nello specchio d'acqua finche' le correnti marine non le portano alla deriva e costringendoci all'abbandono della spiaggia finche' nuove correnti riescono a portare della sabbia per coprire gli anfratti scavati dalle piene. Riteniamo opportuno relazionarLa schematicamente del percorso dell'alveo che parte da Piedimonte nel comune di Barano d'Ischia e che prima di raggiungere la zona "Cava delle nocelle" dove e' ubicata la lavanderia PAT lungo il suo percorso a cielo aperto ha di gia' raccolto gli scarichi fognari delle zone della Molara e della Starza in quanto il comune di Barano non ha in questa zona alcuna rete fognaria. Appena dopo la PAT vi e' un'attivita' di lavorazione marmi che domenicalmente scarica le proprie vasche rendendo le acque marine del Lido per diverse centinaia di metri di colore latticcio, premettiamo che quanto andiamo affermando e' documentato da riprese filmate della locale Teleischia, nonche' dal Capo Vuoso del Circomare Ischia fatto intervenire in loco al momento dell'accaduto. Continuando il suo percorso l'alveo all'altezza di via Acquedotto ed esattamente nella zona dei Pilastri, questo ritorna a cielo aperto e la zona e' invasa da odori nauseanti e puzzolenti nonche' da una nube di vapore acqueo proveniente dalle acque minerali usate ad alta temperatura per il riscaldamento di serre e vivai esistenti in loco, nonche' gli acri odori sono da ricercarsi negli scarichi fognari provenienti dalle abitazioni di via Acquedotto che scaricano nella trincea della sottostante strada adibita qualche decennio addietro a ricovero antiaereo ed ora divenuto raccolta fognaria dell'intero abitato di via Acquedotto. Dalla zona dei Pilastri l'alveo ridiventa coperto e costeggia via Michele Mazzella raccogliendo le fogne di tutte le abitazioni disseminate lungo i suoi due lati, costringendo spesso chi non ha la possibilita' dell'immissione diretta a munirsi di pompe per lo scarico della propria fogna visto che quella zona come tutte le precedenti non sono provviste di condotte fognarie. Continuando lungo il percorso dell'alveo e precisamente dal tratto di via Michele Mazzella fino a giungere sulla spiaggia del Lido, lungo l'intero tratto lungo circa 3 chilometri operano svariate attivita' commerciali, enormi complessi alberghieri con proprie lavanderie, rimessaggi di mezzi pubblici e privati con annessi autolavaggi dei propri mezzi di trasporto, stabilimenti termali con piscine che giornaliermente devono smaltire diverse migliaia di metri cubi di acque sia nere che minerali e ad elevate temperature. In che modo? La risposta la da' il fiume che scorre quotidianamente sulla spiaggia per poi raggiungere le acque del Lido inquinando con la presenza di colibatteri fecali l'intero litorale che va dal Porto per raggiungere il Castello Aragonese, rendendo tale tratto di mare balneabile con quali e quanti rischi? In modo particolare per i bambini..." -: quali iniziative risultino al ministro di grazia e giustizia che la procura della Repubblica di Napoli abbia assunto e quali altre in ordine alla sconcertante vicenda e ai ministri di cui al presente atto per la parte di loro competenza, essendo del tutto intollerabile che la questione non sia stata ancora affrontata e risolta come pure il consigliere del MSI Giovanni Balestriere non solo aveva proposto ma aveva ottenuto, facendolo incorporare nell'atto deliberativo n. 8 del 7 marzo 1992, ferme restando - naturalmente - tutte le altre responsabilita' nel prodursi dell'inquinamento del Rio Corbore e perche' lo stesso non abbia assolutamente piu' a verificarsi nel futuro. (4-05599)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05599 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920929
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PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)