INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05585 presentata da BULGARELLI MAURO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 27/02/2003

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05585 presentata da MAURO BULGARELLI giovedì 27 febbraio 2003 nella seduta n. 273 BULGARELLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che: viale Università di Lecce (già viale Taranto o viale Degli studenti) era un grande viale di impianto ottocentesco alberato in questo secolo con pini d'aleppo di età tra i 40 e 60 anni; in città quasi tutti sono stati concordi nell'affermare la necessità di un intervento con un'opera di straordinaria manutenzione; anche marciapiedi, percorsi da centinaia di studenti e residenti ad ogni ora del giorno sono in cattivo stato, gli alberi caduti non rimpiazzati, insomma una condizione di abbandono da vari anni comportante interventi seri di conservazione e restauro; il viale si trova a ridosso della città storica, in parte ricade in area con emergenze archeologiche, comunque per intero in zona A1 ed A2 del PRG, tuttavia sul tipo di intervento non esiste né accordo né adesione: la maggioranza dei consiglieri comunali ha dato il suo assenso al progetto dell'amministrazione presentato come «sistemazione» del viale, mentre tale non è, esso è invece foriero di una radicale trasformazione dell'area (di quasi 19.000 metri quadri) e delle abitudini della gente, oltre che della distruzione di un pezzo di storia della città; il progetto in questione prevede per l'anno corrente delle grandi opere infrastrutturali che, sfruttando ingenti finanziamenti dell'Unione europea, dovrebbero portare alla trasformazione del viale alberato in una sorta di super strada a quattro corsie; secondo quanto denunciano recentemente dalle locali associazioni ambientaliste, tali lavori sono stati pianificati senza alcun rispetto per le regole e per i cittadini, prevedendo l'indiscriminato abbattimento dei grandi alberi; comprensibilmente tutta la città è in fermento, come mostra la quantità e la qualità delle firme raccolte per chiedere il provvisorio fermo dei lavori (oltre 1000), e soprattutto l'esame dell'ampio «ventaglio» di motivazioni relative ai «no» verso l'intervento sul viale, per come questo si profila: 1) riduzione sostanziale dello spazio pedonale utile, della massa di verde pubblico, e dell'ombra, nelle vicinanze delle case e delle scuole; 2) assenza di preventivo parere e studio circa le possibili scoperte archeologiche; 3) la mancanza di studio circa i flussi di traffico pedonale e similare, che giustifichino almeno in parte la mole dell'intervento, in particolare sembrano completamente ignorati i flussi scolastici e quelli pedonali legati all'uso dei mezzi pubblici, sulla effettiva possibilità di spostamento per disabili, anziani e bambini; 4) assenza di studi circa le conseguenze della sparizione dei parcheggi per i residenti e commercianti della zona, per la collocazione strana e forse contraria al Codice della Strada dei pochi parcheggi previsti (sulla corsia di sinistra mentre gli edifici si trovano sulla destra); 5) la mancata previsione di raccordo con il progetto della metropolitana di superficie (ancora in pectore dell'Amministrazione nonostante altrove sia stata tassativamente esclusa o abbandonata); 6) mancanza di raccordo con l'esigenza sbandierata di corsie preferenziali, e per mezzi di soccorso; 7) errata collocazione e pericolosità della pista ciclabile; 8) la distruzione di 216 pini e sui motivi per cui quei pini possono essere stati li impiantati; 9) motivi di indole storica, artistica, monumentale, per il fatto che il noto obelisco sarà in una posizione anomala rispetto alle prospettive, l'intervento non rispetta infatti il paesaggio urbano e quindi l'ambiente stesso e la conseguente disarmonia con la destinazione di fondi europei (i fondi della misura 5.1 non vanno solo spesi velocemente ma nel rigoroso rispetto delle esigenze ambientali e di tutela del paesaggio urbano); con riferimento ai punti 8 e 9 l'interrogante segnala che il destino dei vetusti pini del «viale Università», che hanno catalizzato l'attenzione e la sensibilità di buona parte della città e della stampa, rientra in un quadro generalizzato a Lecce assai preoccupante. Questa strage annunciata infatti non è isolata: una strage analoga è prevista dal Comune su via Taranto dove, per lasciare spazio alle automobili, pare si vogliano distruggere moltissime querce in encomiabile stato vegetativo, e ancora per quanto concerne la vicenda relativa al parco-bosco di Villa Tuzzo, nel quale soccomberanno altre centinaia di alberi a causa dell'incomprensibile ostinazione nel mantenere o approvare un tracciato sbagliato, quest'ultima questione è oggetto di un'interrogazione in attesa di risposta; ma la varietà e la quantità delle proteste spontanee dei cittadini verso il progetto «viale università» dell'Ufficio Tecnico del Comune, cui sino ad oggi il Sindaco non ha inteso dare compiuta risposta, invita all'attesa, alla riflessione, ed al rispetto di tutte le regole; mentre si osserva una sostanziale «furtività» con cui il Comune si sta muovendo sull'argomento con la conseguente diffusa ignoranza circa i modi specifici, i tempi, le conseguenze dell'intervento; il 20 febbraio 2003 i lavori a viale dell'Università sono stati momentaneamente sospesi per scarsa tutela della sicurezza pubblica, inoltre gli strumenti in uso alla ditta appaltatrice sembrano essere inidonei; di seguito, in data 21 febbraio 2003, da una testata locale si apprendevano tre circostanze relative all'opera pubblica appaltata ed in corso di appalto e cioè: A) che la Soprintendenza di Bari aveva chiesto con un fax al Comune di Lecce copia del progetto del viale Università; B) che esisteva un esposto presso l'Autorità Giudiziaria (circostanza a quella data forse non ancora realizzata) e C) che un ingegnere aveva preso contatto con una ditta che avrebbe potuto con esborso relativamente contenuto trasportare i vetusti pini in altro sito; vero è anche che - una settimana prima - il coordinamento delle associazioni ambientaliste aveva sollecitato l'Università e la Soprintendenza, con lettera raccomandata, a prendere posizione in relazione all'opera di cui si tratta; a questa sequenza è seguito, alle ore 4 della mattina di sabato 21 febbraio, un vero e proprio blitz organizzato con l'ausilio di questure di almeno tre province con cui si è cantierizzato l'intero viale, recintato, presidiato con un continuo cordone di Forze dell'Ordine e - pur in orario vietato dai regolamenti comunali - proceduto all'allineamento di enormi ruspe; dopo poco più di due ore è seguita una vera e propria «mattanza» dei pini che venivano fatti schiantare con colpi di benna di caterpillar, poi fatti a pezzi una volta in terra; la maggior parte dei pini non ha ceduto ai colpi di ruspa ed è rimasta la base del tronco ed il ceppo infissi nel terreno quindi allo stato occorreranno centinaia di «scavi» per estirpare quel che resta delle piante. Ed altrettanti «scavi» per il reimpianto; alcuni ceppi sono stati estratti nel giorno di venerdì e giovedì (dopo i primi tagli tra molte manifestazioni contrarie dei cittadini) scavando con le ruspe a profondità di almeno 120 centimetri; due avvocati intervenuti sul luogo per denunciare l'illecito intervento (anche per la esistenza di emergenze archeologiche testimoniate da una carta del 1968) e la pendenza di un esposto alla magistratura penale con richiesta di sequestro del cantiere, non hanno ottenuto l'intervento fosse fermato neanche per il tempo necessario a rintracciare il magistrato di turno e sono stati scacciati «manu militari» dall'area in corso di recinzione: il primo (avv. L. Mariano) fermato ed accompagnato in Questura, il secondo (L. Pedone) allontanato con divieto di riavvicinarsi alla zona delle operazioni; si precisa che il cantiere dal lato «porta Rudiae» non era assolutamente recintato. La presente è stata esaminata dai suddetti legali per verificarne il contenuto relativamente al capoverso che precede; la situazione al momento si presenta come una scena da incubo, quasi tutti gli alberi sono stati stroncati e le associazioni intendono proseguire con la richiesta di legalità. Ove occorra con la richiesta di risarcimento per il danno inferto, con la richiesta di arresto della parte del progetto da realizzarsi ancora con la alterazione dell'assetto viario e pedonale; uno dei due legali fermati il 22 febbraio ha chiesto la sospensione della aggiudicazione del terzo lotto dei lavori in appalto e la convocazione di una conferenza di servizi; molti paesini, soprattutto nel meridione, hanno visto distruggere antiche strade e piazze storiche, omologate ad una visione «computerizzata» dello spazio urbano pubblico: Lecce ed il suo viale non meritano questa sorte, dato che si tratta di un pezzo del viale storico a ridosso delle mura, in una città che va ben oltre il Barocco Leccese -: se non si ritenga doveroso procedere ad una verifica dell'iter amministrativo seguito per il progetto di Viale Università di Lecce al fine di capire se questo sia pienamente regolare e in particolare se vi sia stata sufficiente informazione circa gli intenti dell'amministrazione; se questo intervento irreversibile e distruttivo sia stato approvato dalla sovraintendenze competenti e se l'amministrazione abbia predisposto uno studio sui flussi di traffico non automobilistico; se esistano ulteriori responsabilità nella condotta degli Organi preposti. (4-05585)
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