INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05395 presentata da BOSSA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20091211
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05395 presentata da LUISA BOSSA venerdi' 11 dicembre 2009, seduta n.257 BOSSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: il comune di Sant'Antimo (Napoli) registra da anni la presenza di una consolidata ramificazione della criminalita' organizzata che, negli ultimi anni, con ripetute evidenze investigative, dimostra di aver accresciuto il suo potere di condizionamento sul territorio; nell'area frattese le associazioni camorristiche sono largamente infiltrate ed hanno impiantato e diffuso una vasta rete di interessi illeciti, attuando un'azione penetrante e pervasiva di coinvolgimento collusivo per imbrigliare e condizionare settori e soggetti della vita pubblica e sociale; la magistratura e le forze dell'ordine sono assiduamente impegnate in una meritoria, complessa azione investigativa per snidare e contrastare i sodalizi mafiosi che operano in zona; nel contesto locale sono particolarmente e pericolosamente attivi i clan Ranucci-Puca-Verde che hanno una forte influenza sul territorio, con un formidabile potere economico e provando piu' volte ad esercitare un condizionamento sul potere politico, attraverso l'inserimento nelle istituzioni di esponenti collegati direttamente o indirettamente (per rapporti economico-imprenditoriali o, addirittura, familiari) all'organizzazione; nel predetto comune e' in carica una giunta di centrodestra guidata da Francesco Piemonte, eletto sindaco nel 2007; di recente trentatre' arresti di personaggi affiliati a tre clan attivi sono stati effettuati dalla polizia su ordine della Direzione distrettuale antimafia. Tra loro Stefano Ranucci, Pasquale Puca e Antonio Verde, 39 anni, figlio del capo storico del clan, Francesco. Con loro, fra gli arrestati, c'e' anche un brigadiere dei carabinieri, indagato per favoreggiamento e corruzione, segno della capacita' pervasiva dei clan di Sant'Antimo di infiltrarsi anche negli apparati dello Stato; in base all'attivita' investigativa coordinata dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia sarebbe emerso che i clan di Sant'Antimo pretendevano una percentuale del 20 per cento su tutte le attivita' illecite nel territorio, assurgendo cosi' al ruolo di capicamorra di un'area vasta, che va oltre Sant'Antimo e da' il segno di un potere in espansione; durante la stessa operazione sono stati arrestati anche Eduardo Nuvoletta, figlio del capo camorra Angelo Nuvoletta, e Giacomo D'Aniello ed Emilio Mazzarella, entrambi ritenuti esponenti del clan dei Casalesi. La cosa fa capire quale sia oggi la forza dei clan di Sant'Antimo anche nel tessere trame di relazioni territoriali con altre potenti organizzazioni; alcune settimane fa un funzionario del comune di Sant'Antimo e' stato arrestato con l'accusa di falso e truffa, nell'ambito di una inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il provvedimento restrittivo aveva per oggetto una serie di vicende illecite riguardanti le licenze rilasciate dal comune di Sant'Antimo a favore dell'esercizio commerciale denominato «bar Royal», esercizio situato in territorio del predetto comune, i cui locali sono stati, peraltro, sottoposti a sequestro preventivo in quanto totalmente abusivi; dalle indagini e' emerso che il funzionario dell'ufficio tecnico comunale, d'intesa con altri soggetti, tra cui i titolari della societa' che gestisce l'esercizio commerciale, nella sua qualita' di geometra responsabile addetto all'ufficio urbanistica-edilizia privata del comune di Sant'Antimo, avrebbe formato atti ideologicamente falsi, e false attestazioni, certificando la conformita' alle norme urbanistiche vigenti dei predetti locali, nonostante il carattere pacificamente abusivo sotto il profilo urbanistico degli stessi in tal modo consentendo il rilascio, da parte dell'amministrazione, dell'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, nonche' della autorizzazione sanitaria; due anni fa, sempre per ordine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, grazie all'azione dei pubblici ministeri Capasso e Cannavale, finirono in carcere dodici persone che, per conto del clan Ranucci, organizzavano e gestivano una strategia per accaparrarsi appalti e controllare licenze edilizie e limitare la gia' scarsa vigilanza contro gli abusi edilizi; nella poderosa ordinanza di custodia cautelare che diede luogo ai dodici arresti fini' anche il nome dell'attuale sindaco di Sant'Antimo, Francesco Piemonte, benche' estraneo ai fatti contestati e non indagato. In alcune intercettazioni ambientali presunti affiliati nonche' parenti del clan Ranucci pronunciavano il suo nome, indicandolo come il candidato prescelto dal clan; le intercettazioni di quella inchiesta hanno aperto una finestra sull'interesse che il clan Ranucci aveva per la politica, mostrando di aver tentato di partecipare attivamente alle elezioni del giugno del 2007. L'obiettivo del clan Ranucci e' - testuali parole di alcune conversazioni intercettate -: «fare una strage di voti»; «presentarsi casa per casa e picchiare gli elettori»; «prendersi le schede elettorali». L'obiettivo e' gestire il potere locale, strappare commesse pubbliche, pilotare appalti, orientare il mercato dell'edilizia; in quell'ordinanza si fanno i nomi dell'imprenditore Crescenzo Barretta, contattato da Alessandro Ranucci, fratellastro del boss, e convinto a candidarsi. Barretta, a sua volta, secondo i magistrati, avrebbe avuto contatti con un altro candidato, Angelo Chianese, che gli fa presente di «stare con Francesco Piemonte» (sindaco in carica); ulteriori intercettazioni, raccolte nel carcere di Poggioreale, confermano l'interesse di altri pregiudicati per la candidatura del sindaco Piemonte; tra loro Pasqualino Puca, che conferma la circostanza in un colloquio con un altro detenuto -: se il Ministro non ritenga indispensabile ed urgente che venga disposto l'accesso, con le modalita' previste dalla normativa vigente, presso il comune di Sant'Antimo al fine di acquisire dati, documenti e notizie, stante la necessita' di verificare che non ricorrano pericoli di infiltrazione di tipo mafioso nei servizi dell'ente e per, effettuare, altresi', un controllo di legalita' ed accertare se, nell'ambito dell'apparato politico-amministrativo, emergano elementi su collegamenti, diretti o indiretti, con la criminalita' organizzata ovvero sussistano forme di condizionamento degli amministratori che possano compromettere la determinazione degli organi elettivi ed il buon andamento dell'amministrazione comunale.(4-05395)
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BOSSA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO)