INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05329 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20091209
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05329_16 an entity of type: aic
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05329 presentata da DOMENICO SCILIPOTI mercoledi' 9 dicembre 2009, seduta n.255 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: da anni e' in corso una battaglia legale e morale per la salvaguardia del Parco nazionale del Pollino, sito sui monti tra Calabria e Lucania; nel territorio del comune di Laino Borgo (Cosenza), esiste una centrale elettrica, nota come centrale del Mercure, di proprieta' dell'ENEL; la centrale e' stata costruita a meta' degli anni sessanta e all'epoca operava con due unita', alimentate dapprima a lignite e poi a OCD (olio combustibile denso), ciascuna della potenza di 75 MW elettrici; l'autorizzazione alla costruzione della centrale del Mercure risale al 1962, epoca in cui venne rilasciata alla S.M.E. (Societa' Meridionale Elettrica) con il decreto del Ministero per l'industria e per il commercio di concerto con il Ministro per i lavori pubblici emanato in data 22 maggio 1962; nella centrale termoelettrica del Mercure, le due unita' da 75 MW erano predisposte inizialmente per il funzionamento a lignite, materiale estratto da giacimenti presenti nella zona; nel 1966 inizio' il periodo di sfruttamento della lignite nella valle del Mercure, e gia' allora non furono adottate, da parte della societa', le misure minime atte a preservare l'ambiente e i cittadini dalle abbondanti emissioni dei fumi. Nessun filtro risultava essere installato nell'impianto. I fumi uscivano dalla ciminiera e ristagnavano nella valle del Mercure a causa della particolare conformazione pedo-climatica dell'area industriale (inversione termica e «catino»). I danni alle persone, agli animali e alle coltivazioni furono enormi, tanto che venne riconosciuto, dopo varie lotte, il diritto al risarcimento; nel 1970 il giacimento lignifero di contrada «Pianette» si esauri' e lo sfruttamento degli altri due giacimenti, in contrada «La Guardia» e contrada «Cavicchio», non venne ritenuto conveniente dal punto di vista economico, tant'e' che l'ENEL decise di' utilizzare l'olio combustibile denso, seppur in piena «austerity» per lo «scandalo petrolio» e per la crisi petrolifera; per tale situazione, l'ENEL avvio' la riconversione dell'impianto per il funzionamento a carbone, presentando nel 1984 il progetto di trasformazione alle Amministrazioni comunali, sia lucane che calabresi; nel 1985 il progetto venne formalmente trasmesso alle regioni Calabria e Basilicata per acquisirne il parere; nel 1986-1987 venne nominata una commissione scientifica per lo studio di impatto ambientale; nel 1987 venne presentata all'ENEL lo studio di impatto ambientale elaborato dalla commissione scientifica; per la riconversione a carbone non furono investite ne' le istituzioni calabresi ne' quelle lucane; in seguito l'ENEL, avendo ritenuto per motivi di ordine economico, in virtu' del rapporto costi/benefici, di non procedere alla riconversione, colloco' definitivamente a riposo i due generatori, nonostante vari e costosi interventi di ammodernamento effettuati; piu' precisamente, una sezione della centrale fu disattivata e dichiarata dismessa al Ministero dell'industria e all'ufficio tecnico imposta di fabbricazione di Catanzaro nel 1993, mentre l'altra e' stata posta in stato di arresto, con cessazione del servizio, dal 1997; il 15 novembre 1993 e' stato istituito il Parco nazionale del Pollino, a cavallo tra Calabria e Basilicata, comprendente il sito dove sorge la centrale ENEL del Mercure; per i gravi danni ambientali e di immagine che questa centrale arreca alla valle del Mercure e al Parco nazionale del Pollino, viene da chiedersi perche' l'Ente Parco non si sia battuto per chiedere la bonifica e lo smantellamento dei sito industriale, tra il 1997 e il 3 ottobre 2000 - data di presentazione all'Ente Parco, da parte dell'ENEL, del progetto di riconversione a biomasse di uno dei due gruppi della centrale; il 3 ottobre 2000 e il 28 marzo 2001 in due sedute all'Ente Parco viene esaminato il progetto di riconversione a biomasse della centrale ENEL del Mercure; l'Ente Parco aveva gia' rilasciato autorizzazioni alla societa' TERNA (societa' dell'ENEL) per la realizzazione del megaelettrodotto da 380.000 V, Rizziconi-Laino, che oggi deturpa alcune tra le aree piu' belle e significative del Parco nazionale del Pollino; l'ENEL, in data 25 settembre 2001, ha presentato richiesta all'Amministrazione provinciale di Cosenza di riattivazione, con utilizzo di biomasse come combustibile, della sezione 2 della centrale del Mercure, sita nel territorio del comune di Laino Borgo (Cosenza), all'interno del Parco nazionale del Pollino; l'8 aprile 2002 alla prima seduta della conferenza di servizi, l'Ente Parco ha chiesto che l'ENEL producesse la seguente documentazione integrativa al progetto: uno studio di impatto ambientale con particolare riferimento al traffico veicolare, emissione di fumi e inquinamento e un piano dettagliato sulla reperibilita' del materiale oggetto di lavorazione; l'8 maggio 2002, nel corso della seconda seduta della conferenza di servizi, l'ENEL ha consegnato la documentazione integrativa, inoltrata all'Ente Parco; il 10 maggio 2002 il Comitato tecnico-consultivo per il rilascio delle autorizzazioni e concessioni dell'Ente Parco, vista la documentazione integrativa acquisita agli atti in data 8 maggio 2002, esprime parere favorevole al rilascio dell'autorizzazione per la riconversione della centrale; il 16 maggio 2002 la provincia di Cosenza ha inviato un quesito al Ministero dell'ambiente, per verificare se fosse necessaria la procedura di VIA per il progetto di riconversione della centrale ENEL del Mercure, ed il Ministero dell'ambiente ha risposto, con una nota del 30 maggio 2002, sostenendo che per il progetto di riconversione della sezione 2 della centrale ENEL del Mercure non era necessaria la VIA regionale (decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996), in quanto impianto termoelettrico; questa interpretazione sommaria contrasta con le caratteristiche reali dell'opera, in quanto essa e' una centrale termoelettrica, quindi un'opera industriale complessa formata principalmente da due impianti: il primo, la caldaia, che brucia il combustibile derivante da biomassa creando vapore e acqua da per una potenza termica di 134 Mw, pertanto dovrebbe rientrare nella lettera A del punto 2 dell'allegato B del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, modificato ed integrato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 settembre 1999 che cosi' recita: «2. Industria energetica ed estrattiva: a) impianti termici per la produzione di vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50 Mw»; il secondo, la turbina, che serve per generare energia elettrica per 35 Mw netti (41 Mw lordi), nella quale viene successivamente immesso il vapore e/o l'acqua calda prodotti dal primo impianto; il 18 giugno 2002 il Ministero dell'ambiente ha segnalato la necessita' di sottoporre il progetto a valutazione d'incidenza; ciononostante, il Parco, con autorizzazione rilasciata in data 20 giugno 2002 dall'allora direttore Annibale Formica, ha dato il via libera alla messa in esercizio della riconversione a biomassa della centrale del Mercure; ampia documentazione tecnica dimostra la pratica impossibilita' di reperire in loco la biomassa necessaria ad alimentare la centrale e, infatti, la quantita' di biomassa necessaria ad alimentare una centrale cosi' grande, tra le piu' grandi d'Italia, e' stimata nell'ordine delle 400.000 tonnellate/anno e oltre, quantita' assolutamente non reperibile ne' in loco ne' per un amplissimo raggio dalla centrale; l'ENEL, nella propria relazione tecnica che accompagna il progetto, ha dichiarato che la gran parte della biomassa sarebbe costituita da «legno cippato» che conta di prelevare dai boschi della Calabria e della Basilicata, stimata da ENEL stessa in 370.117 metri cubi. Quantita' che stime sulla reale «disponibilita' annua accessibile» indicano, invece, essere notevolmente inferiori. In parole povere, le stime dell'ENEL circa la disponibilita' di «legno cippato» sul territorio delle due regioni non sono corredate da alcuna spiegazione e sono notevolmente sovrastimate anche alla luce della presenza di 3 centrali a biomasse gia' funzionanti in Calabria (Cutro, Strongoli e Crotone) che drenano tutta la biomassa calabrese disponibile. Il territorio della Basilicata dovrebbe, quindi, da solo, fornire la maggior parte del «legno cippato» per la centrale del Mercure ubicata nel comune di Laino Borgo, in Calabria, considerando inoltre che in Basilicata viene prevista la realizzazione di almeno due centrali a biomasse (Stigliano e materano) di potenza pari o abbastanza prossima a quella dell'impianto del Mercure; l'ente elettrico dovrebbe pertanto disboscare grandi superfici forestali in Basilicata, in massima parte ubicate in aree protette (Pollino, Appennino Lucano, Gallipoli Cognato, Vulture, Foreste regionali demaniali). Ma e' fin troppo evidente che la Basilicata non possiede la consistenza boschiva ipotizzata dall'ENEL per il funzionamento della centrale del Mercure; il legno cippato» non compare nella definizione di biomasse di cui il comma 1, lettera a) dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 387 del 2003 «attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricita'», che definisce prodotti delle biomasse quelle relative alle attivita' residuali della lavorazione del legno e delle attivita' silvicolturali; secondo quanto specificato nel decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357 all'articolo 5 comma 3, si fa notare che per i progetti indicati nell'Allegato A e B del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 non sottoponibili alla procedura di VIA, il proponente (ENEL) deve presentare alle autorita' competenti (regione Calabria e regione Basilicata) una relazione documentata (valutazione d'incidenza) per individuare e valutare i principali effetti che il progetto puo' avere sul sito di importanza comunitaria (SIC) o sulla zona di protezione speciale (ZPS), tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo; in ragione del coinvolgimento geografico ed ambientale delle regioni Calabria e Basilicata, la valutazione di impatto ambientale (VIA) nazionale sarebbe, altresi', da ritenersi necessaria, in base all'articolo 71 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che stabilisce come: «In materia di valutazione di impatto ambientale (VIA), sono di competenza dello Stato: le opere e gli impianti il cui impatto ambientale investe piu' regioni...»; come stabilito anche dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritarie, l'intervento puo' essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica, o per esigenze di primaria importanza per l'ambiente, oppure, previo parere della Commissione europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2003, articolo 6, comma 10). In tutti gli altri casi (motivi di interesse privato o pubblico non rilevante), si esclude l'approvazione; tutto il Parco nazionale del Pollino era gia' considerato area IBA (Important Birds Areas) e la Commissione europea ha indicato queste aree come zone da prendere da riferimento da parte degli Stati membri dell'Unione europea per l'istituzione di aree ZPS, fatto che l'Italia ha recepito, anche in seguito alla sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia delle Comunita' europee per «insufficiente classificazione di nuove ZPS» (20 marzo 2003, causa C-378/01), emanando il nuovo elenco delle ZPS, ai sensi della direttiva 79/409/CEE (suppl. ord. Gazzetta Ufficiale n. 170 del 24 luglio 2007), concernente le aree protette (nello specifico, Parco nazionale del Pollino e zone di protezione speciale (ZPS) IT9210275 - Massiccio Monte Pollino e Monte Alpi -, e IT9310303 - Pollino e Orsomarso che in pratica lo comprendono). La centrale del Mercure si trova cosi' all'interno del Parco nazionale del Pollino e della ZPS Pollino e Orsomarso - IT9310303; uno studio del professor ingegner Paolo Rabitti e del dottor Felice Casson, segnala, tra l'altro, la presenza nell'area di specie protette, quali la lontra (oggetto, recentemente, anche di un progetto di tutela del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interessanti le regioni meridionali, sottoscritto anche dal presidente del Parco nazionale del Pollino), che avrebbero, dall'avvio della centrale, danni molto rilevanti; con decreto n. 536 dell'8 febbraio 2007 (BUR Calabria n. 5 del 16 marzo 2007) a firma del dirigente generale vicario, settore 55 del Dipartimento ambientale della regione Calabria, nel prendere atto del parere della Commissione di valutazione d'incidenza, si esprime parere favorevole con prescrizioni al progetto centrale termoelettrica del Mercure, riattivazione sezione 2 con «impiego di biomasse ricadenti in area SIC-ZPS - Valle del Fiume Lao - Pollino Orsomarso, nel comune di Laino Borgo»; secondo un'analisi tecnica da parte della OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), la valutazione d'incidenza rilasciata dalla regione Calabria appare vistosamente carente e non supportata da studi e pareri obbligatori da parte di organismi nazionali e comunitari; il 30 luglio 2009 l'Ente Parco nazionale del Pollino ha dato parere favorevole nella conferenza di servizi sulla centrale ENEL del Mercure, promossa dalla provincia di Cosenza; l'11 agosto 2009 con deliberazione n. 64 del consiglio direttivo del parco del Pollino, e' stata emessa una sospensiva di 45 giorni del parere favorevole (all'ENEL) n. 7550 del 28 luglio 2009, reso il 30 luglio 2009 nella conferenza di servizi presso la provincia di Cosenza; il 21 agosto 2009, l'Ente parco nazionale del Pollino ha richiesto parere all'Avvocatura dello Stato di Potenza; il 21 settembre 2009 con deliberazione n. 66 del consiglio direttivo del Parco nazionale del Pollino si e' data proroga di ulteriori 45 giorni alla sospensione di 45 giorni del parere favorevole (all'ENEL) n. 7550 del 28 luglio 2009, reso il 30 luglio 2009 nella conferenza di servizi presso la provincia di Cosenza; l'8 ottobre 2009 l'Avvocatura dello Stato di Potenza ha emesso parere avverso il provvedimento favorevole (all'ENEL) n. 7550 del 28 luglio 2009 - di cui si suggerisce la revoca in autotutela - reso dall'Ente parco il 30 luglio 2009 nella conferenza di servizi presso la provincia di Cosenza; il 12 ottobre 2009 con deliberazione n. 67, il consiglio direttivo del Parco del Pollino acquisisce e fa proprio il parere dell'Avvocatura dello Stato e da' mandato al direttore del parco per l'adozione degli atti connessi e conseguenti; il 28 ottobre 2009, con determinazione n. 1111, del direttore dell'Ente Parco nazionale del Pollino, si procede all'annullamento in autotutela del parere favorevole (all'ENEL) n. 7550 del 28 luglio 2009, reso il 30 luglio 2009 nella conferenza di servizi presso la provincia di Cosenza; la conferenza di servizi della provincia di Cosenza, chiusa il 31 luglio 2009, non ha espresso ancora il parere, nonostante il TAR abbia imposto termini, ormai anch'essi scaduti, anche a motivo della sospensiva prima, e del ritiro del parere poi, da parte dell'Ente parco; a tutt'oggi l'Ente Parco nazionale del Pollino, non ha, da parte sua, ancora emesso il nuovo parere, cosi' come previsto da norme e regolamenti; la situazione sta degenerando, oltre che in relazione alle problematiche ambientali, anche con ricadute di carattere sociale e di ordine pubblico. Infatti sono gia' occorse manifestazioni popolari contro la riapertura della centrale, e sono stati organizzati presidi permanenti davanti alla sede dell'Ente parco, per chiedere il rispetto dei diritti delle popolazioni della valle del Mercure -: quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro, per tutelare le popolazioni della valle del Mercure che sarebbero irrimediabilmente danneggiate dal progetto dell'ENEL, relativo alla riapertura della centrale elettrica, progetto potenzialmente pericoloso per la salute, per l'ambiente e per lo sviluppo economico ed occupazionale dell'intera area; quali iniziative si intendano adottare per tutelare le preziose caratteristiche naturalistiche dell'area in questione, area sottoposta a duplice vincolo ambientale, in quanto situata all'interno del Parco nazionale del Pollino e della zona di protezione speciale (ZPS) Pollino-Orsomarso, nonche' adiacente ad altre aree protette, SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS, che dall'entrata in funzione della centrale ENEL avrebbero gravissimo e irreparabile nocumento; quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere, con l'urgenza che il caso richiede, per assicurare che il progetto dell'ENEL sia pienamente conforme alla normativa sia italiana che comunitaria; se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sia informato dell'atteggiamento assunto dal consiglio direttivo e dal direttore del parco nazionale del Pollino, che, dopo essere stati costretti a ritirare in autotutela il precedente parere, a seguito dei gravissimi rilievi avanzati nei confronti dell'Ente Parco dall'Avvocatura dello Stato di Potenza, non hanno ancora espresso, a quanto consta all'interrogante, il nuovo, necessario e obbligatorio parere riguardo al progetto proposto dall'ENEL. (4-05329)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05329 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20091209
xsd:integer
1
20091209-20100511
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05329 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20091209
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
xsd:dateTime
2014-05-15T00:21:19Z
4/05329
SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI)
blank nodes
SOTTOSEGRETARIO DI STATO AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
20100511