INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05290 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20091209
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05290 presentata da RITA BERNARDINI mercoledi' 9 dicembre 2009, seduta n.255 BERNARDINI, GIACHETTI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la mattina di giovedi' 22 ottobre il signor Vasco Carraro, 62 enne, di Padova, si e' rivolto al posto di polizia ferroviaria della stazione di Genova-Brignole chiedendo soccorso medico a causa della propria condizione fisica debilitata e di un dolore al ginocchio destro talmente acuto da impedirgli ogni articolazione; agli agenti che gli chiedevano di declinare le proprie generalita', il signor Carraro rispondeva di non essere intenzionato a farlo, atteso che allo stesso non era stata contestata alcuna infrazione o violazione di legge; condotto al Pronto Soccorso dell'ospedale Galliera di Genova, al paziente veniva nuovamente richiesto di fornire le proprie generalita', richiesta alla quale seguiva un secondo rifiuto; dopodiche' il signor Carraro veniva sottoposto a visita medica generica, al prelievo del sangue, ad accertamenti della glicemia, della pressione e della temperatura, ad una radiografia al ginocchio, all'elettrocardiogramma, ad una visita psichiatrica ed alla TAC cerebrale; effettuati gli esami di rito, veniva consigliato al signor Carraro il ricovero presso il reparto di medicina generale in modo da sottoporsi ad un'intensiva fase di idratazione a base di soluzione fisiologica; preoccupato dal fatto che durante la visita psichiatrica il medico non aveva nascosto l'intenzione di provvedere al ricovero del paziente presso una struttura psichiatrica, almeno fino alla definizione completa delle sue generalita' anagrafiche, il signor Carraro prospettava al responsabile del pronto soccorso la possibilita' di provvedere in proprio, all'esterno della struttura, alla esecuzione della terapia consigliata, e di non essere quindi intenzionato a sottoporsi ad alcun periodo di degenza ospedaliera; il paziente accondiscese alle richieste del personale medico-sanitario solo dopo aver ricevuto insistite e reiterate rassicurazioni circa il fatto che il ricovero sarebbe avvenuto esclusivamente presso il reparto di medicina, generale e solo per qualche giorno. Pero'; contrariamente a quanto prospettatogli, il signor Carraro venne immediatamente condotto nel reparto S.P.D.C. Psichiatria (letto n. 1) dell'ospedale Galliera di Genova, quindi, rinchiuso in una «cella» con porta blindata e sbarre alle finestre, all'interno della quale venne trattenuto contro la sua volonta' ed in assenza di valida autorizzazione da parte del Sindaco e/o del giudice tutelare per tutti i 5 giorni a seguire (dal 22 ottobre al 26 ottobre compresi); nel corso del ricovero coatto presso il reparto di Psichiatria dell'ospedale Galliera di Genova, il signor Carraro continuava ad opporre un netto rifiuto alla richiesta dei personale medico di fornire le proprie generalita' ed inoltre: a) faceva piu' volte presente al medico responsabile che quanto gli veniva fatto era contrario alla sua volonta' e che pertanto avrebbero dovuto immediatamente «dimetterlo» consentendogli di uscire dalla struttura ospedaliera; b) chiedeva di essere messo in contatto con personale della Polizia Giudiziaria o dei Carabinieri anche al fine di presentare loro una formale denuncia nei confronti della direzione sanitaria dell'ospedale genovese; c) si rifiutava di assumere qualunque tipo di alimentazione (non l'idratazione) opponendosi fermamente a che venisse attivato nei suoi confronti un regime di alimentazione forzata; d) assumeva regolarmente i farmaci che gli venivano somministrati previa richiesta di informazione sul meccanismo d'azione degli stessi (richieste alle quali gli veniva sempre detto che trattavasi di «sostenitori dell'umore»); in particolare, nel pomeriggio di lunedi' 26 ottobre, nel corso di un colloquio avuto con il responsabile dei reparto di psichiatria, il signor Vasco Carraro - dopo aver inutilmente rinnovato la richiesta di incontrare personale della polizia giudiziaria o dei carabinieri al fine di denunciare il trattamento al quale era sottoposto - chiedeva di prendere visione della propria cartella clinica la quale, giova ribadire, pur segnalando «disturbi psichici», non conteneva alcuna relazione e/o richiesta, sottoscritta da due medici, di sottoporre il paziente a trattamento sanitario obbligatorio; ne' alcun tipo di autorizzazione in tal senso firmata dal Sindaco di Genova; solo la mattina del 28 ottobre al signor Vasco Carraro venne consentito di incontrare un agente di polizia che prestava servizio all'interno dell'ospedale, al quale il paziente consegno' subito un esposto-denuncia indirizzato al procuratore generale della Repubblica di Genova contro i medici responsabili del suo ricovero ospedaliero coatto; giova sottolineare che nella predetta circostanza l'agente di polizia non rilascio' al denunciante alcun tipo di documentazione e/o verbale contenente le coordinate (tempo e luogo) dell'avvenuta ricezione della denuncia; dopo aver incontrato il rappresentante delle forze dell'ordine, il signor Carraro non si oppose al suo trasferimento presso l'ospedale di Padova; trasferimento che in effetti fu eseguito nella stessa giornata del 28 ottobre con due infermieri a bordo di una autoambulanza condotta da due autisti. Il viaggio da Genova a Padova avvenne in assenza dei rappresentanti della polizia municipale o delle forze dell'ordine, nonostante il decreto, della Giunta Regionale del Veneto n. 847 del 2009, al comma 3 del paragrafo 7 preveda, per ovvi motivi di cautela, che «nella fase del trasporto del malato al presidio sanitario (...), oltre al personale sanitario, dovra' sempre essere presente all'interno dell'ambulanza la polizia locale in numero di operatori adeguato alle necessita' di sicurezza»; solo una volta giunto presso il secondo S.P.D.C. del reparto di psichiatria di Padova, il paziente, nel prendere visione del contenuto della cartella clinica cosi' come predisposta all'ospedale Galliera di Genova, venne a conoscenza dell'emissione a suo carico di un provvedimento di trattamento sanitario, obbligatorio autorizzato dal sindaco di Genova in data 27 ottobre e di un successivo ordine di trasferimento, sottoscritto sempre dal primo cittadino della capoluogo ligure, datato 28 ottobre; documenti, questi, mai esibiti ne' tanto meno notificati al diretto interessato; a giudizio dell'interrogante il «trattamento» al quale e' stato sottoposto il signor Vasco Carraro in occasione dei suo ricovero coatto nel capoluogo ligure presenta alcuni profili di dubbia legittimita', posto che: 1) la degenza coatta presso il reparto S.P.D.C. di Psichiatria dell'ospedale Galliera di Genova avvenuta nei giorni 22, 23, 24, 25 e 26 ottobre, non e' stata preceduta dalla convalida della proposta di cui all'articolo 33, comma 3, legge n. 833 del 1978 e quindi senza che vi fosse alcun provvedimento di autorizzazione emanato in tal senso dal sindaco nella sua qualita' di autorita' sanitaria ne' alcuna convalida da parte del giudice tutelare; 2) cio' detto, non si era comunque in presenza di una malattia mentale tale da giustificare, ex articolo 34 della legge citata, il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio cosi' come disposto in data 27 ottobre; 3) le cure alle quali e' stato sottoposto il signor Vasco Carraro potevano tranquillamente essere prestate, come richiesto dal paziente, non in situazione di degenza ospedaliera, ma attraverso il ricorso a misure sanitarie extraospedaliere, cosi' come imposto dall'articolo 34 prima citato; 4) l'ordinanza di TSO del 27 ottobre e' stata eseguita senza che la stessa venisse prima esibita e/o notificata all'interessato; ne' vi erano circostanze tali da giustificare l'intervento in stato di necessita'; 5) nel corso dei primi giorni di ricovero coatto presso l'ospedale Galliera di Genova, al signor Vasco Carraro non e' stato consentito di comunicare con agenti di polizia giudiziaria e/o carabinieri, cio' in palese ed evidente contrasto con quanto previsto dall'articolo 33, comma 6, della citata legge, laddove e' stabilito che «Nel corso del trattamento sanitario obbligatorio, l'infermo ha diritto di comunicare con chi ritenga opportuno»; sulla vicenda il signor Vasco Carraro, tramite la stazione dei Carabinieri di Padova, ha presentato un secondo esposto-denuncia indirizzato al procuratore della Repubblica di Genova nei confronti della Direzione Sanitaria dell'ospedale Galliera di Genova, di due medici assegnati presso la predetta struttura nonche' del Giudice tutelare del capoluogo ligure chiedendo che l'organo inquirente proceda per i reati di sequestro di persona, violenza privata, abuso d'ufficio, inganno e frode nella fornitura di un servizio pubblico, omissione di atti d'ufficio, falso in atto pubblico ed omesse misure obbligatorie di sicurezza; per protestare contro il trattamento ricevuto il signor Carraro e' in astensione completa dal cibo (beve solo acqua) dalla mezzanotte del 19 ottobre; astensione che il giorno 30 ottobre il medesimo ha trasformato in sciopero completo della fame. A Padova, nel reparto di psichiatria, il paziente e' stato sottoposto, ai primi di novembre, ad alimentazione forzata contro la sua volonta' per sette giorni con somministrazione complessiva, durante il detto periodo, di 2 chilogrammi di alimento per endovena e 1150 grammi tramite sondino naso-gastrico; eccetto questa parentesi, il signor Carraro, come ricordato, non si nutre da ormai piu' di un mese e per questo motivo ha gia' perso oltre 20 chilogrammi di peso; la legge n. 833 del 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, ha stabilito il principio generale per cui i trattamenti sanitari dovrebbero essere volontari, ponendo specifici limiti per la sottoposizione di un paziente a trattamenti sanitari obbligatori. Non a caso il personale sanitario ha l'obbligo di cercare il «consenso e la partecipazione» del paziente sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (TSO) avendo quest'ultimo, inoltre, il diritto alla scelta del medico e del luogo di cura, nonche' il diritto di comunicare «con chi ritenga opportuno»; il paziente puo' essere obbligato a trattamento sanitario solo nel caso in cui le condizioni richiedano un urgente intervento terapeutico e non siano possibili misure extra ospedaliere; nonostante la normativa sia chiara, sono sempre piu' numerosi i casi di persone che, pur non presentando alcuna patologia psichiatrica, vengono sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio; si descrivono spesso persone che, senza alcuna necessita' e urgenza, su iniziativa di medici spesso compiacenti e disinvolti, vengono «ricoverate» all'interno di «camere di sicurezza», vere e proprie celle con porte blindate e inferriate alla finestra, il tutto senza alcun conforto di terapie, se non la sola terapia farmacologia -: quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per accertare la veridicita' dei fatti riportati in premessa anche al fine di verificare se sussistano i presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare a carico dei medici in servizio presso l'ospedale Galliera di Genova; se il Governo intenda accertare il rispetto effettivo della normativa vigente in materia di trattamento sanitario obbligatorio e se a tal proposito intenda istituire un sistema stabile di controlli e monitoraggio sul complesso delle strutture operanti in tale ambito.(4-05290)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05290 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20091209
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20091209-20100705
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05290 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20091209
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)
GIACHETTI ROBERTO (PARTITO DEMOCRATICO)
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
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4/05290
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)