INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05268 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920922
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05268_11 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle finanze, dell'interno, del tesoro, del lavoro e previdenza sociale e di grazia e giustizia. - Per sapere se il Governo nella sua mania antifascista, che ha contraddistinto il suo operato in perfetta successione e azione dal 1945 ad oggi, per onorare non si sa che, ma soprattutto per distruggere tutto quanto di positivo, anche e soprattutto in campo sociale, sia stato dato e fatto a favore dei cittadini, dal passato regime, intenda continuare nell'azione incoata, ad esempio dalla intendenza di finanza di Piacenza, la quale rispolverando vecchie carte, pretende oggi di far pagare agli abitanti di Ceci, comune di Bobbio, le case che costoro ebbero previo finanziamento personale del duce Benito Mussolini di lire duecentomila nell'ormai lontano 1941 dopo che una rovinosa frana aveva distrutto l'abitato. Il terreno era stato offerto dal pubblico potere, la mano d'opera per lo piu' assolutamente gratuita degli interessati, il materiale pagato nella somma suindicata personalmente da Mussolini. Di fatto, poi, le case vennero costruite su un'area messa a disposizione da un cittadino. La realta' dei fatti e' ben esposta nelle indicazioni qui di seguito riportate scritte dal reverendo Don Luciano Stagni, alla data della stesura. Rettore del Santuario di Monte Penice Bobbio, che riportava quanto testimoniato da Don Bernardo Malacalza, all'epoca parroco e protagonista dell'interessamento fattivo e, come sopra indicato fruttuoso, presso il duce, insieme al verbale di assegnazione delle prime case: "A seguito delle testimonianze fornitemi da tutti gli interessati e da varie persone fededegne, interpellato personalmente il sacerdote don Leo Lino Ridella, parroco di Ceci dal 1952 al 1966 e letto le di lui memorie circa le "Nuove case" di Ceci di Bobbio, con tutta coscienza ritengo doveroso scrivere quanto segue: Nel 1938-1939 una frana profonda minacciava la frazione Casoni di Ceci di Bobbio. Il Corriere della sera di allora usciva con questo titolo (il comune ne conserva copia): "Un paese che cammina: Casoni di Ceci". Il parroco di allora, don Bernardo Malacalza, che gia' aveva ottenuto un sussidio di lire 5.000 da sua Eccellenza Benito Mussolini per la costruzione del ponte sul Rio di Ceci terminato nel marzo 1940, presentava istanza, sempre a sua Eccellenza Mussolini, perche' intervenisse per la grave situazione e per le famiglie sinistrate. Ottenne lire 200.000 (duecentomila). Ma la somma concessa al parroco, passo' attraverso il comune di Bobbio che provvide alla costruzione delle case per i sinistrati per la somma di lire 200.000 affidando all'impresa Pietro Bianchi i lavori iniziati nel marzo 1940. Le case per le 15-18 famiglie dovevano essere tre, come da contratto esistente in municipio. La costruzione fu iniziata su di un'area privata, non espropriata e non pagata allora. In giugno, 10 giugno, la guerra. I prezzi aumentarono e le case furono portate a termine con manovalanza gratuita, legname gratuito da parte degli interessati (esistono ancora "giornaliere" della prestazione di mano d'opera non pagata e quantitativo di legname: vedi il Fraschetta Severino detto Cella, vivente) e in qualche modo (senza luce; senza acqua; senza servizi igienici; senza fognature; senza intonaco; senza pareti divisorie; senza alcun accenno di affitto, ma come proprieta'). Le case furono due e non tre... Alcune famiglie restano senza abitazione... Non si fanno azioni legali, perche' non si ha il coraggio di fare del male a nessuno... Le abitazioni (due camere: m. 5%6 e m. 5%5) furono assegnate per sorteggio. A consegnare le chiavi fu il prefetto di Piacenza. Soltanto negli anni 1950 i proprietari del terreno ritennero giusto che gli si pagasse l'area messa a disposizione per la costruzione delle case in oggetto. Provvide, tardivamente, l'intendenza di finanza di Piacenza che, se mai, voleva omettere o giustificare, ma in modo non corretto, il malfatto precedente. Vennero complessivamente versate lire 600.000 circa, tra i signori Fraschetta Maurizio, Fraschetta Giuseppina, Pellegrini Giovanni. (A detta di alcuni, ma la notizia non e' da tutti confermata, l'intendenza di finanza ha quietanzato i tre signori appena citati con l'introito della terra non utilizzata del progetto 1940 e ceduta poi a privati). Da allora non si seppe piu' nulla. Nel dicembre 1971 causa la fatiscenza dei tetti e dei soffitti gli occupanti chiedono licenza edilizia. Il comune da' comunicazione all'intendenza. L'intendenza non ha mezzi finanziari e delega il comune. Questi concede licenza edilizia, lasciando agli occupanti le case ogni onere finanziario. Si rifanno i tetti, i soffitti, gli intonaci; si costruiscono i servizi con acqua, luce... Nel 1972 si richiedeva il versamento di lire 5.000 per il primo passo del riscatto (ma quale passo, se gia' si intendevano assegnate in proprieta'?). Versarono tutti (tranne due, troppo convinti di essere proprietari dell'immobile...). Nel 1976-31 ottobre 1977 una disposizione del Ministero dava ancora la possibilita' di riscatto. Nessuno ne sa nulla. Il comune rilascia la licenza edilizia per il rifacimento del tetto del caseggiato, ma non accenna alla legge in corso e... non avverte gli interessati i quali, anche se non convinti, hanno pero' dimostrato buona volonta' e mosso nel 1972, come ricordato, il primo... passo per l'eventuale riscatto. Il 5 settembre 1985, dopo 45 anni di silenzio da parte degli enti pubblici arriva la prima drastica sorpresa: lo sfratto. In data 7 gennaio 1986 poi, la richiesta di versamento del canone di affitto, retroattivo, a partire dal 1980. N.B. Il comune di Bobbio non prese mai in considerazione la manutenzione delle case, perche' le ha sempre considerate proprieta' privata, dopo l'assegnazione. Allo stato attuale mi pare di dover chiedere: 1) come si e' arrivati dopo 44 anni a chiedere l'affitto delle abitazioni? 2) come mai non si chiede l'affitto dei primi 40 anni? 3) come e' giustificato l'affitto di lire 700.000, annue se gia' ritenute di proprieta'; 4) quale, semmai, la manutenzione dell'intendenza di finanza? 5) se vi e' stata una valutazione delle case, dopo 44 anni, a quanto ammonta la manutenzione del caseggiato da parte dei privati? 6) quanto la loro prestazione d'opera e di legname al momento della costruzione? 7) quali i diritti dei sinistrati di oggi: frane, terremoti...; 8) se il comune di Bobbio nel gennaio 1976 concede licenza edilizia all'avviamento dei restauri, perche' non invita gli interessati ad inoltrare domanda di riscatto quando gia' nel 1972 si e' fatto il primo passo con il versamento di lire 5.000? Il "Piano verde" 1960-1970 prevedeva per i coltivatori diretti fino al 50 per cento di contributo a fondo perduto per la ricostruzione della casa (e tutti i sinistrati in oggetto erano iscritti nella Coldiretti). La legge "Lucifredi" poi un'iscrizione di possesso dopo 20 anni... Per ultimo: dato il sollecito interessamento, cosa si pensa per coloro che pur avendone avuto diritto, come gia' ricordato, non e' stato loro assegnato, ne' dato nulla, pur avendo impiegato legname e 200 ore lavorative gratis?". Di seguito si riproduce l'atto di assegnazione. ASSEGNAZIONE DEI PRIMI SEI APPARTAMENTI AD ALTRETTANTE FAMIGLIE DELLA FRAZIONE "CASONI" COLPITE DALLA FRANA - APPARTAMENTI FACENTI PARTE DEL GRUPPO CASE POPOLARI COSTRUITE PER MUNIFICA DONAZIONE DEL DUCE - IN CECI L'anno 1941, XIX dell'era fascista, addi' 27 luglio, in Ceci di Bobbio. Presenti: Vittorio Casartelli, Commissario prefettizio; Gino Mozzi, Segretario politico; Bianchi Pietro, titolare della impresa costruttrice; Borsari Amilcare, Segretario del comune di Bobbio. la popolazione e la famiglie interessate. Si e' proceduto all'insediamento di sei famiglie colpite dalla frana "Casoni" nei primi sei appartamenti ultimati, in territorio di Ceci, localita' "Caminata". Dopo il rito della Benedizione, del fabbricato eseguito dal Reverendo Parroco di Ceci, Don Bernardo Malacalza, fatta diligente ispezione ai singoli locali che vennero trovati tutti e bene ultimati in ogni parte si sono imbussolati i nomi dei capi famiglia destinati ad occupare detti appartamenti e si ebbe il seguente risultato, procedendo da sinistra a destra ed a cominciare dal primo terreno: Primo piano (terreno): il primo appartamento venne assegnato alla famiglia Fracchetta Giuseppe fu Luigi. Il secondo appartamento venne assegnato alla famiglia Fraschetta Luigia. Il terzo appartamento venne assegnato alla famiglia Fraschetta Natale fu Carlo. Piano superiore (sopra a partire da sinistra): il primo appartamento venne assegnato alla famiglia Fraschetta Marco fu Giuseppe. il secondo appartamento venne assegnato alla famiglia Fraschetta Severino fu Carlo. Il terzo appartamento venne assegnato alla famiglia Fraschetta Luigi fu Luigi. Il commissario prefettizio ha dichiarato insediate dette famiglie in questo primo gruppo di case costruite per la munifica donazione del Duce, al quale si leva dalla popolazione di Ceci un vibrante saluto di fede e di riconoscenza. Fatto in triplice originale, dei quali uno da conservarsi nell'archivio del comune, il secondo da inviarsi; oggi l'intendenza di finanza di Piacenza, che, evidentemente ignora, per dovere d'ufficio la realta' delle cose, come, quanto meno, l'usucapione intervenuta, nonche' l'obbligo della cosiddetta assegnazione, pretende addirittura diecine di milioni dai proprietari che ebbero la casa costruita su terreno messo a disposizione gratuitamente da un privato, con i soldi personali del duce, e senza nessun esborso da parte dello Stato -: se non sia caso di intervenire per evitare una simile ingiustizia, con provata e documentata prevaricazione dello stato attuale su diritti gia' acquisiti da oltre mezzo secolo da quei cittadini; se, in merito, siano in atto inchieste amministrative, indagini di polizia giudiziaria o tributaria e se i fatti siano noti alla procura generale presso la Corte dei conti al fine di accertare, perseguire e reprimere le responsabilita' contabili sempre conseguenti agli abusi e omissioni anche negli obblighi di controllo, addebitabili e addebitate a pubblici funzionari siano essi di carriera come intendi di finanza o onorari come ministri o sottosegretari specie se muniti di delega. (4-05268)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05268 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920922
xsd:integer
0
19920922-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05268 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920922
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
xsd:dateTime
2014-05-14T19:47:14Z
4/05268
TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)