_:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c "Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedi' 16 febbraio 2010 nell'allegato B della seduta n. 283 All'Interrogazione 4-05235\n presentata da FABIO EVANGELISTI Risposta. - L'Italia segue con estrema attenzione il contenzioso sulla questione del Sahara occidentale, particolarmente preoccupata per le sue conseguenze dal punto di vista umanitario e delle implicazioni sulla stabilita' regionale. In ambito Nazioni unite partecipa allo sforzo messo in atto dall'organizzazione per favorire una soluzione pacifica della controversia. In ogni circostanza ha ribadito di ritenere che solo nell'ambito del dialogo diretto tra Marocco e Fronte Polisario, sotto gli auspici delle Nazioni unite, potra' essere trovata una soluzione giusta e duratura del contenzioso. A tal fine ha reiterato in tutte le numerose occasioni d'incontro con le Autorita' di Rabat e con gli esponenti del Fronte Polisario l'invito ad adottare un approccio costruttivo e a mantenere un dialogo franco, aperto e senza precondizioni che possa condurre il negoziato attualmente in corso ad affrontare questioni di sostanza. L'Italia partecipa alla missione con 5 osservatori militari e ne sostiene il funzionamento attraverso il finanziamento del suo bilancio. Nel solo 2009 il nostro contributo e' stato di oltre i milione di euro. La United nations mission for the referendum in western Sahara opera nel Sahara occidentale, con una forza complessiva di 242 unita'. Dispiegata a seguito dell'accordo del 1988 tra Marocco e Fronte Polisario, la missione ha, tra l'altro, il compito di controllare il rispetto del cessate il fuoco tra le parti in lotta ed identificare gli elettori per la partecipazione al referendum sull'autodeterminazione previsto dal Piano di pace delle Nazioni unite. Il 30 aprile 2009 dopo un complesso negoziato incentrato sulla necessita' di conferire maggiore rilievo agli aspetti umanitari, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha adottato all'unanimita' la risoluzione 1871 sul rinnovo per un anno di Minurso. In tale occasione, Francia e Regno Unito hanno chiesto che il Department of Peacekeeping Operations (DPKO) inserisca nel prossimo rapporto al Consiglio criteri di valutazione appropriati sui progressi conseguiti dalla missione. Per quel che riguarda l'eventuale riconoscimento dello status diplomatico alla rappresentanza del Fronte Polisario in Italia, si ritiene che, nell'attuale fase particolarmente delicata del negoziato condotto sotto gli auspici delle Nazioni unite, iniziative di carattere unilaterale porrebbero a rischio il prosieguo del dialogo tra le parti. In tal senso non riteniamo opportuna l'ipotesi di un riconoscimento da parte dell'Italia dello status diplomatico alla rappresentanza del Fronte Polisario, decisione che sarebbe tra l'altro in contrasto con la tradizionale linea di condotta del Governo italiano ispirata ad una doverosa comprensione delle ragioni di entrambe le parti coinvolte nel contenzioso. In merito alla tematica del rispetto dei diritti umani e dell'azione tesa ad evitare la condanna a morte dei sette attivisti saharawi attualmente detenuti in Marocco da parte delle Autorita' di Rabat, l'Italia attribuisce importanza fondamentale alla tematica dei diritti umani e intende seguire con attenzione l'evolversi della situazione del rispetto dei diritti dell'uomo nel Sahara occidentale in stretto raccordo con gli altri membri dell'Unione europea. È nostra intenzione affrontare la tematica nell'alveo comunitario, per valutare congiuntamente ai partner europei le iniziative che dovessero essere ritenute utili a garantire il pieno rispetto dei diritti umani. In tale quadro, in linea con la posizione espressa dalla Presidenza dell'Unione europea nella Dichiarazione del 10 dicembre 2009, il Ministro degli esteri Frattini, in un comunicato rilasciato l'11 dicembre 2009, ha sottolineato che il rispetto per i diritti umani costituisce un valore assoluto ed un fondamentale principio internazionale, auspicando una costruttiva cooperazione del Marocco per risolvere la vicenda dell'attivista dei diritti umani Aminatu Haidar, in sciopero della fame nell'isola di Lanzarote in Spagna. La vicenda si e' conclusa positivamente con il ritorno in patria della Signora Haidar il 18 dicembre 2009. Il Ministro Frattini ha manifestato il proprio apprezzamento per la sensibilita' umanitaria dimostrata dalle Autorita' marocchine e si e' augurato che la soluzione del doloroso caso umanitario «possa contribuire alla prospettiva di un rasserenamento e di una costruttiva ripresa del dialogo fra le parti sotto gli auspici delle Nazioni unite». L'Italia attribuisce altresi' rilevanza fondamentale alla questione dell'abolizione della pena di morte, di cui la moratoria rappresenta una tappa fondamentale. In quest'ottica, l'Italia ha promosso, insieme ad una vasta alleanza trans-regionale di Paesi, una risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni capitali all'Assemblea generale delle Nazioni unite. La risoluzione e' stata approvata nel 2007 con 104 voti a favore e nel 2008 con 106 voti, a riprova di una crescente sensibilita' a livello internazionale. In entrambi i casi, il Marocco si e' astenuto. Pur prevedendo il codice penale marocchino la pena capitale, in Marocco vige una moratoria di fatto dal 1993 ed e' da tempo in corso un dibattito in seno all'opinione pubblica ed al mondo politico marocchino in vista dell'abolizione della pena di morte. A giudizio di molti osservatori, la situazione nel Paese sarebbe matura per l'avvio da parte delle Autorita' di Rabat della procedura di modifica costituzionale e di revisione del codice penale, necessarie all'abolizione della pena capitale. Il Marocco ha ratificato la maggior parte degli strumenti internazionali in materia di diritti umani. Tra le eccezioni, vi sono lo Statuto di Roma istitutivo della Corte penale internazionale, che il Marocco ha firmato ma non ancora ratificato, ed il Protocollo di Palermo sulla prevenzione, soppressione e punizione del traffico di persone, specialmente donne e bambini, che Rabat non ha invece firmato. Si segnala che il Marocco e' stato sottoposto all'esame periodico universale (Upr) Universal periodic review del Consiglio diritti umani delle Nazioni unite nell'aprile 2008. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Stefania Gabriella Anastasia Craxi." . _:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c "20100216" . _:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c "SOTTOSEGRETARIO DI STATO AFFARI ESTERI" . _:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c . _:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI)" . _:Ba9f03ba39df0d712e440d45ea1f2da8c . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05235 presentata da EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20091201"^^ . . "4/05235" . . "20091201-20100216" . "1"^^ . . "2014-05-15T00:20:40Z"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05235 presentata da EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20091201" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05235 presentata da FABIO EVANGELISTI martedi' 1 dicembre 2009, seduta n.254 EVANGELISTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: il popolo saharawi e' un popolo che da anni lotta per ottenere autodeterminazione, un popolo che ha bisogno piu' che mai dell'appoggio dell'opinione pubblica internazionale e del riconoscimento non solo dell'Organizzazione per l'Unita' Africana (OUA) e di alcuni Paesi del terzo mondo; da tempo il Fronte Polisario (l'organo di autogoverno politico della Repubblica Araba Saharawi Democratica) ha cessato le azioni militari e si e' dichiarato pronto ad accettare un'amministrazione internazionale composta dall'ONU e dall'OUA, chiedendo in cambio il ritiro delle truppe di Hassan II dal territorio del Sahara Occidentale; l'ONU, nel corso degli anni, mediante risoluzioni dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza, ha riaffermato piu' volte il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi e ha presentato diversi piani di regolamento per la soluzione del conflitto, come il piano di regolamento delle Nazioni Unite approvato dal Consiglio di sicurezza con risoluzioni n. 658 del 27 giugno 1990 e n. 690 del 29 aprile 1991, gli accordi di Houston firmati nel settembre 1997 dalle due parti in conflitto e il piano Baker II per l'autodeterminazione del popolo Saharawi, elaborato su richiesta del Consiglio di sicurezza e da questo approvato con risoluzione n. 1495 del 31 luglio 2003; in particolare la citata risoluzione dell'ONU n. 690, approva la creazione della missione MINURSO (Mission des Nations Unies pour le Referendum dans le Sahara Occidentale) che ha il mandato di controllare lo svolgimento del referendum, programmato entro il termine di 29 settimane dall'entrata in vigore del cessate-il-fuoco tra le forze marocchine e quelle del Fronte Polisario, sul territorio contestato del Sahara Occidentale (gia' Sahara spagnolo); la successiva risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1871 del 30 aprile 2009 estende il mandato della missione MINURSO, relativamente all'espletamento del referendum, fino al 30 aprile 2010, sollecitando le parti a continuare i negoziati per giungere a una soluzione politica del conflitto che preveda l'autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale e consenta finalmente la libera espressione della scelta del popolo Saharawi sul proprio avvenire; il protrarsi del conflitto, ormai piu' che trentennale in questa zona, obbliga all'esilio tanti Saharawi, mentre la popolazione che vive nei territori occupati dal Regno del Marocco e' vittima di inammissibili violazioni dei propri diritti umani piu' volte denunciate in sede internazionale; a tal proposito, proprio l'8 ottobre 2009 si e' appreso che sette attivisti saharawi dei diritti umani, sei uomini e una donna, sono stati arrestati, a quanto pare arbitrariamente e illegalmente, e rischiano una incriminazione per alto tradimento, un reato punito con la pena capitale; Aminatou Haidar, anch'essa militante per il riconoscimento dei diritti umani dei Saharawi nei territori occupati, ha da circa venti giorni iniziato lo sciopero della fame per protestare contro l'espulsione dal suo Paese ed e' tutt'ora trattenuta a Lanzarote in territorio spagnolo -: quale sia oggi la posizione del Governo sulla questione del Sahara occidentale; quali iniziative intenda mettere in pratica per favorire una soluzione condivisa e definitiva del conflitto in questa regione, nell'ambito di quanto stabilito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in questi anni; come intenda adoperarsi affinche' abbia termine il dramma umanitario che il popolo Saharawi vive da piu' di trent'anni in violazione dei propri fondamentali diritti umani e affinche' si possa giungere alla piena accettazione delle parti del principio del diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi mediante il libero e democratico referendum previsto dalle risoluzioni ONU; quali passi intenda compiere per far riconoscere, alla rappresentanza in Italia del Fronte Polisario, lo status diplomatico come e' stato fatto in passato per altri movimenti di liberazione riconosciuti dall'ONU come interlocutori ufficiali in processi di pace; come intenda adoperarsi, non solo in sede ONU, perche' venga impedita l'eventuale condanna a morte dei sette attivisti che si battono per il rispetto dei diritti umani del popolo Saharawi e per sollecitare un'azione incisiva e rapida del Governo italiano su quello del Marocco per la liberazione di questi ultimi. (4-05235)" .