"INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04721 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920909" . . . . . "TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)" . "Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, delle poste e telecomunicazioni, di grazia e giustizia, delle finanze e del tesoro. - Per sapere, che cosa intenda fare il Governo e i ministri interrogati, in merito all'esposto fatto in rappresentanza degli azionisti e mutuanti di \"Intermecato Gruppo\" e, qui di seguito, riportato: \"A Sua Eccellenza il Signor Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, e per conoscenza A Sua Eccellenza il Signor Presidente della Repubblica, A Sua Eccellenza il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, A Sua Eccellenza il Signor Ministro di Grazia e Giustizia, A Sua Eccellenza il Signor Presidente del Tribunale di Lucca, A Sua Eccellenza il Signor Procuratore Generale della Repubblica di Firenze, lettera aperta Eccellenza, Noi sottoscritti, in rapppresentanza della pratica totalita' degli Azionisti e dei Mutuanti delle societa' del \"Gruppo Intermercato\" esistente fino al 19 marzo 1991 in Lucca, Milano, Genova, Firenze, Roma ed in Bucarest attraverso il supermercato \"Titan\", con complessivamente oltre 700 addetti fra operai, impiegati, dirigenti, consulenti e collaboratori, con oltre 7.000 azionisti e 14.000 mutuanti, in rappresentanza quindi di circa 50.000 cittadini fra interessati e loro familiari, ci stringiamo attorno ed a sostegno dello Stato e delle Sue Istituzioni quali la Magistratura in questo momento di dolore e di sgomento, ed allo Stato ed alle Sue Istituzioni siamo legati e fedeli prescindendo dalle singole convinzioni politiche e prescindendo anche da situazioni che non abbiamo ne' capito, ne' condiviso ma che abbiamo accettato con mansueta fiducia convinti che il possibile errore non avrebbe sminuito la buona fede e la capacita' di riconsiderare, convinti anche che ogni cittadino debba rinnovare la propria fiducia al Suo Paese ed alle Istituzioni democratiche soprattutto quando l'operato delle stesse possa parergli errato, affrettato o quanto meno privo di connessioni con la effettiva realta'. Negli anni, dal 1986 al marzo 1991 noi tutti abbiamo prestato soldi alle societa' del Gruppo Intermercato; nel tempo ne siamo divenuti comproprietari ed il denaro da noi pagato per l'acquisto delle azioni venne usato per pagare interessi sul denaro aquisito in prestito e con il quale vennero innegabilmente realizzate aziende e strutture; della loro validita' economica e sostanziale avremmo voluto essere noi, e solo noi a poter decidere tramite gli strumenti costituzionalmente ratificati quali le Assemblee e tramite gli strumenti dei quali per nascita siamo dotati, come la capacita' di valutare i risultati nel tempo, lungo il tempo necessario a conseguirli. Cosi' non e' stato, forse perche' il Gruppo Intermercato stava crescendo troppo, forse perche' non si era sposato a nessuno, forse perche' non aveva saputo farsi accettare e capire dagli organi di sistema, forse ancora perche' il suo vertice non seppe reagire alle campagne di stampa perseveranti ed ossessive, basate su provvedimenti accusatori provenienti dalla Consob e la cui validita' e' stata nei fatti poi smentita dalle sentenze di proscioglimento da ogni accusa di sollecitazione illecita dei pubblico risparmio, proscioglimenti addirittura in sede di udienza preliminare: in ogni caso lo avevamo accettato e capito noi tutti, con i suoi vantaggi ed i suoi rischi, liberi di scegliere e liberi di ripudiare o di maledire, ma solo per nostra decisione e volonta', le nostre stesse scelte ed i nostri stessi uomini; ma cosi' non e' stato e tali scelte, ancorche' perseguitate piu' che perseguite, paiono essere tuttora valide, almeno per molti di noi. Uno dei motivi e' la rete televisiva nazionale chiamata \"Retemia\". Per le seguenti ragioni: Nata nel 1988, Retemia ha esercitato l'attivita' televisiva creandosi una sua fascia di ascolto, seppur per programmi commerciali, la cui creazione e' costata denaro e tempo, cosi' come immaginiamo siano costate al Cavalier Berlusconi le sue reti e come pensiamo sia stato per chiunque abbia creato \"oggi\" una attivita' al fine di sfruttarne i benefici \"domani\". Nel 1990 la societa' proprietaria della Rete (Vallau S.r.l.) ha inoltrato in assequio alla Legge la richiesta di \"concessione\" titolando a giusta ragione ogni necessario requisito. Lo stesso Signor Ministro Oscar Mammi', in una Sua intervista ad un noto quotidiano puntualizza che era pronto a dare le concessioni precisando di avere escluso Retemia solo in seguito ai fatti penali (non sollecitati da una sola denuncia, esposto o lamento). Nel 1991 intervengono le presunzioni penali: Retemia viene di fatto sequestrata ed azzittita (e recentemente e' stato proprio il Signor Ministro Martelli a ricordare che non esiste potere legale se il cittadino non puo' criticare civilmente il sistema e, nel nostro caso, questa critica e' stata impedita adendo ad atti giudiziari che ci hanno intimidito e preoccupato). Retemia nonostante tutto continuo' a trasmettere, seppur di fatto militarizzata mediante una \"amministrazione giudiziaria\" disposta dal tribunale di Lucca a seguito della richiesta della Procura della Repubblica; continuo' ad avere il suo pubbiico e la (valida e corretta) gestione giudiziaria svolta dal Dottor Andres accompagno' Retemia fin dal 1991 a produrre un utile mensile lordo superiore ai 700 milioni di lire e tale utile prosegue tuttora nonostante i fatti successivi. Il 7 gennaio 1992 viene (finalmente e dopo mesi e mesi di richieste da parte di noi azionisti) convocata da un altro Amministratore Giudiziario nominato nel luglio 1991 sempre dallo stesso Tribunale nella societa' proprietaria della Vallau srl (la Intermercato S.p.a.) l'Assemblea sociale dela capogruppo (Intermercato spa appunto) alla quale partecipammo in circa 2.000 muniti di deleghe (Assemblea presieduta dallo stesso Amministratore Giudiziario, Ragionier Leo Cattani) e deliberammo al 98 per cento di maggioranza di versare circa 65 miliardi complessivi, fra costo e sovraprezzo, entro 6 mesi nella Intermercato al fine di ricapitalizzare sia la stessa che Retemia che tutte le altre societa' del Gruppi Intermercato. Una settimana dopo l'Assembiea (convocata e presieduta da un Amministratore nominato dal Tribunale) apprendemmo con sconsolato stupore che era inutile versare il denaro in quanto la Intermercato risultava essere stata dichiarata fallita (sempre dal Tribunale di Lucca) circa una settimana prima ... che il suo Amministratore Giudiziario convocasse l'Assemblea. Ovviamente ci e' stato impedito di aumentare il capitale e subito dopo a catena (sempre e solo su procedura di ufficio) sono state fatte fallire tutte le societa' che avevano sede a Lucca (e solo quelle sono fallite mentre le altre con diverse sedi non lo sono); fra queste societa' la Vallau S.r.l (ovvero Retemia); precisiamo che oltre ad avere un attivo mensile dichiarato dallo stesso Amministratore Giudiziario di circa 700 milioni mensili, la Vallau aveva debiti irrisori verso terzi (meno di 2 miliardi) e debiti consistenti (visto che in ossequio alla legge aveva dovuto acquistare direttamente tutte le strutture di trasmissione) verso societa' dello stesso gruppo (ovvero eravamo creditori e debitori di noi stessi). L'unico che ebbe \"l'incoscenza\" di presentare un esposto all'Autorita', in quanto riteneva si fosse (per lo meno) evidenziato il reato di non avere convovato \"senza indugio\" l'Assemblea nonostanta l'evidente perdita di piu' di un terzo del Capitale Sociale, fu (ed e' singolare) il principale accusato il quale venne immediatamente perseguito per calunnia senza che fosse fatta altra indagine che ... interrogare (dallo stesso PM che conduce l'indagine \"Intermercato\") lo stesso Amministatore Giudiziario. D'altra parte sempre la stessa persona aveva gia' precedentemente inoltrato una denuncia nei confronti di alcuni membri della Polizia Giudiziaria in quanto, secondo la denuncia e seconda la matematica, nel rapporto del 4 marzo 1991 (unica origine delle ordinanze coercitive) si sono riscontrati errori numerici, di somme e di conteggi, omissioni nel riportare numeri ed altre inesattezze; la denuncia giunse in Procura a Lucca, e il giorno successivo, senza che alcun tipo di indagine venisse effettuata, venne inquisito per calunnia, e rinviato a giudizio. Nei fatti si \"scoraggio'\" in tal modo ogni ulteriore protesta di chiunque al punto tale che \"osiamo\" farci vivi solo proteggendoci reciprocamente con le nostre firme. Sua Eccellenza capira' lo sconforto nel renderci conto che era un tunnel senza fine: Le societa' \"dovevano\" fallire perche' era insostenibile procedere penalmente per truffa senza una sola denuncia o esposto, nei confronti di un imprenditore con 54 societa' (utili o meno stava all'imprenditore ed a noi deciderlo man mano) operanti fra le quali una della 12 Reti Televisive Nazionali; per fallire era necessario che qualcuno presentasse istanza di fallimento; le poche istanze presentate (meno di 20 su oltre 14.000 persone) erano ultra abbondantemente coperte dal denaro (liquido) sequestrato (oltre 6 miliardi nelle banche); noi non richiedevamo altro che le societa' restassero aperanti nell'attesa che le posizioni Giudiziarie si chiarissero, ma a questo punto il cane si mordeva la coda in quanto se le societa' non fallivano...e cosi', via... Tutti i fallimenti sono stati dichiarati di ufficio e tutti sulla base di (e solo di) relazioni dello stesso nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza che conduceva (e conduce ancora, in trasferta da Roma a Lucca ad oltre 2 anni di distanza) le indagini penali; e si tornava da capo, anche in considerazione che, pur salvaguardando tutta la buona fede degli inquirenti, ci siamo trovati a renderci conto che gli stessi debiti (sempre verso di noi) venivano \"spostati\" nelle relazioni da \"questa societa'\" a \"quell'altra\" a seconda di quale era sottoposta a procedura fallimentare (sempre d'ufficio); in tal modo la Capital Italia srl con una esposizione complessiva verso di noi per non oltre 40 miliardi si vide \"accreditata\" dagli inquirenti di debiti per \"oltre 400 miliardi\", i quali si \"spostano\" successivamente sulla Finmercato srl, e cosi' via. Su questo, come su ogni altro punto puo' ben esprimere e documentare il Professor Giovanni Flora del foro di Firenze che ha presentato i ricorsi per conto delle sopraddette societa' e che nel tempo ha aquisito dati, riferimenti e documenti e documenti esplicanti e comprovanti quanto ora accennato. Le varie societa' sono state dichiarate man mano fallite d'ufficio. Noi non difendiamo nessuno operato se scorretto e delinquenziale, difenderemmo e difenderemo chiunque venga privato della logica, della razionalita' della certezza e della coerenza nella accusa e della possibilita' reale di esprimersi in una difesa compiuta, positiva ed effettiva. Il termine \"latitante\" ha due ottiche di visuale: si puo' latitare dalla Giustizia e si puo' latitare dalla ingiustizia; stara' ad un processo pubblico l'accertarlo. Di \"accertato\" vi e' solo il fatto che l'unica persona sottoposta a misure cautelari non deve avere grossi problemi a darci ed a dare spiegazioni visto che ha gia' presentato circa 13 o 14 richieste di revoca del provvedimento cautelare, la quindicesima e la sedicesima pendono tuttora e sarebbe semplicistico sostenere che un cittadino \"deve\" necessariamente andare in carcere solo perche' due anni prima, in situazioni totalmente diverse e ridimensionate man mano nei fatti (basti ricordare i 4 rinvii a giudizio su 76 richieste) venne firmato un ordine di custodia cautelare per lo meno \"veloce\" visto che due anni di indagini sono serviti solo a proscogliere, in sede di udienza preliminare, una infinita' di accusati oltre che a scagionare da buona parte dei reati attribuitigli anche il principale accusato (di reati sono rimasti solo quelli strettamente necessari a mantenere in essere il provvedimento coercitivo). Noi difendiamo cio' che e' stato indubbiamente costruito, soprattutto perche' lo abbiamo pagato noi e, nei fatti e' cio' che volevamo avere e che desidereremmo mantenere pertanto non accettiamo il fatto che si utilizzi l'indagine penale (ampiamente \"apprezzata\" e sospinta da determinata stampa ed addirittura, come da interrogazione Parlamentare dell'Onorevole Tassi datata 6 marzo 1991 e quindi precedente i provvedimenti coercitivi, \"anticipata\" su un settimanale) al fine di distruggere ogni valore, ogni bene e soprattutto ogni \"potenzialita'\" di reddito (tragica e' la affermazione puramente gratuita che la \"operazione di costruire case in Romania\" fosse una invenzione; visto che nel frattempo senza soldi e senza mezzi alcune case sono state ugualmente costruite, non fosse altro che per dimostrare l'errore fatto); per proteggerci a parole e danneggiarci nei fatti; se cosi' accadesse ognuno di noi non potrebbe evitare di dover supporre che azioni civili sono state provocate da azioni penali ed alle seconde necessarie come sostegno in assenza di altri elementi tangibili. Eccellenza, affermare che Retemia non \"puo'\" avere la \"concessione\" in quanto appartiene ad una societa' fallita vorrebbe dire dimostrare che quanto noi temiamo possa essersi, pur inconsapevolmente, verificato. Retemia ha ogni requisito che la legge richiede, ed esiste da molti anni prima di emittenti che pare abbiano la \"concessione\" scontata; Retemia possiede tutti i requisiti economici e morali e non e' possibile in uno Stato di diritto considerare colpevole chiunque prima anche del primo grado di un processo penale; e soprattutto non e' accettabile, nell'attesa di \"verificare\" se esiste o meno un truffatore da punire, punire nel frattempo i presunti truffati. Ma cosi' e' stato e di questo la informiamo. La supplichiamo di voler prendere conoscenza che gli azionisti ed i mutuanti hanno operato tramite i loro legali al fine di costituire una societa' alla quale essi partecipino e che ricostruisca con equita' le proporzioni di possidenze e di crediti complessivamente presenti nel Gruppo Intemercato; che tale societa' si presentera' al tribunale di Lucca chiedendo di acquisire tutti i rami aziendali delle societa' dichiarate fallite (e per le quali sono pendenti i ricorsi) provvedendo ai pagamenti necessari ed augurandosi che non si abbiano ulteriori pressioni di carattere Giudiziario sugli appartenenti al Gruppo Intermercato (oltre 14.000 persone sono state interrogate ed alcune numerose volte ma di tali interrogatori neppure uno e' stato presentato alla udienza preliminare, conclusasi con 4 rinvii a giudizio su 76 richieste e neppure uno di essi e' presente nel fascicolo penale nonostante che il costo per realizzare circa 16/20.000 interrogatori debbe essere stato enorme e pertanto gli stessi dovrebbero essere quantomeno \"indispensabili\" cardini). Non vogliamo nulla che non sia nostro, ma non vogliamo equivoci sulla strada a percorrere; noi siamo i legittimi proprietari di ogni bene presente al 19 marzo nel Gruppo Intermercato, e detti beni ci attendiamo di ritrovare integri e, al limite, migliorati dall'azione penale, non certo distrutti, sviliti e sminuiti o, peggio, svenduti o affittati a cifre vergognose come purtroppo gia' accaduto per le nostre Agenze di Viaggi e per il nostro Viareggio calcio spa, rilevati le prime in gestione (Agenzie sul lungomare di Viareggio ed a Forte dei Marmi nelle quali avevamo investito circa 4 miliardi) totale per 4 anni alla cifra \"complessiva\" di 60.000.000 (non per \"un anno \" ma per tutti e quattro, nonostante il solo immobile di proprieta' della MiaViaggi superi i due miliardi di valore), in acquisto la seconda nella quale avevamo investito circa 6 miliardi e \"acquistata\" al prezzo di lire ... 55.000.000 (cinquantacinquemilioni). Un giornale, (L'Unita') ha poi rivelato che ambedue le proprieta' sono passate in mano ad una societa' da poco costituita (Impresa Italia spa di Lucca) nel cui Consiglio di Amministrazione sedeva (fino a due mesi dopo l'uscita del giornale) il fratello del PM che aveva promosso l'azione penale e che conduce le indagini; non era nostro dovere intervenire ed abbiamo atteso che qualcuno lo facesse, inutilmente; ci siamo \"preoccupati\" quando abbiamo scoperto che tale societa' Impresa Italia spa aveva \"modificato\" il proprio statuto inserendo anche la \"gestione di emittenti televisive nazionali o locali\" ed aveva aumentato il proprio Capitale a 5 miliardi. Per rispetto non abbiamo voluto tirare alcuna conclusione, ma abbiamo dovuto ulteriormente preoccuparci allorquando abbiamo rilevato dalla stampa che unitamente alla persona sopra indicata, nel consiglio di amministrazione e nella proprieta' reale di tale societa' vi erano riferimenti che riconducevano a personaggi inquisiti per fatti di mafia. Ma sempre per rispetto abbiamo aspettato e qualcosa e' successo: il fratello del signor PM ha dato le dimissioni e, circa due mesi dopo ... la societa' Miaviaggi e' stata fatta fallire. (Agenzie di Viaggio. Ma nonostante questo non protestiamo in quanto crediamo che stia allo Stato scegliere le strade dei propri interventi, ma soprattutto in momenti come questi noi sentiamo il bisogno di superare la paura e con rispetto e dignita', nel rispetto della altrui dignita', informare. La nostra supplica, di gente civile e dignitosa, non meno di altri, e' di non chiudere la strada alla societa' Vallau e alla costituenda nuova societa', per l'ottenimento della autorizzazione all'esercizio della attivita' di emissione radiotelevisiva tramite l'emittente denominata Retemia; di concedere a noi il tempo di presentarci a richiedere cio' che e' nostro al di fuori ed al di sopra da \"giochi di prestigio\" che fin troppe societa' sane hanno visto fallire e nel rispetto delle decisioni di un Tribunale che obbediamo ma che non puo' porre altre condizioni diverse dal dover seguire le leggi della Repubblica italiana e non altre \"imposizioni indirette\" o \"veti di fatto\" a questo o quello utili o necessarie. Puo' darsi che qualcuno abbia sbagliato o che ci siano stati reati, puo' darsi di no proprio per questo esistono i processi; per accertare l'esistenza di reati e di colpevoli, se i processi fossero superflui immaginiamo che verrebbero aboliti. Se ci saranno reati e colpevoli essi pagheranno con il carcere, ma se l'errore fosse di altri? Speravamo passati per sempre i tempi di Tortora. Se non fosse tutto oro cio' che luccica negli atti di indagine sarebbe lo Stato, nella sua doppia veste di cittadini (noi) e di Istituzioni (sempre noi) a dover pagare il prezzo di non essersi fermati a riflettere che, forse, se 14.000 famiglie non si sentono imbrogliate (si sono costituite circa ... 35 parti civili, nonostante inviti molto poco velati a farlo) e' anche perche' loro sapevano cio' che si stava cercando di fare, e sapevano che poteva riuscire ma anche non riuscire e costare denaro, tempo e tentativi. Ora sanno che non \"SI\" e' fermato ma \"E'\" stato fermato; questo pensiero e' strettamente legato a Retemia ed alla sua liberta' di espressione e di esistenza; spegnere Retemia e \"lasciare\" che altri ne diventino proprietari (prezzi ovviamente fallimentari, magari sanciti da questa o quella perizia) significherebbe \"dimenticare\" 14.000 famiglie in ogni caso senza colpa alcuna; quelle stesse famiglie alle quali si chiede, si e' chiesto e si chiedera' fedelta', appoggio, fiducia, coraggio, sacrifici. La supplichiamo, Eccellenza di interrompere la diabolica interdipendenza che vede \"necessaria\" la distruzione dei beni ed il fallimento delle societa' per giustificare le presunzioni della indagine penale o per ogni altro motivo che non sia la mancanza di quei mezzi dei quali noi possiano e vogliamo fornirle; sono cose separate anche se nella stessa citta' e tali devono restare. Retemia non e' il nostro solo obiettivo, ma e' il punto sul quale possiamo rivolgere a lei una preghiera precisa. Permetta la sua esistenza, come in e da diritto, fino a quando o l'indagine penale non sara' sfociata in una sentenza definitiva di giudizio, o fino a quando non sara' stata data a tutti gli aventi diritto la possibilita' di far parte di una societa' nuova che possa sostituirsi alla Vallau Srl nell'ottenimento della \"concessione\". Ben dice la legge detta \"Mammi'\" nel punto ove si esclude la possibilita' di \"concessione\" alle societa' fallite; ma il senso del fallimento e' ben lontano da cio' che a Lucca e' successo. Il fallimento di una azienda non puo' discendere dal diritto di questo o quel Tribunale di determinare se e quali aziende debbano operare in una determinata citta' ma deve esistere nella sola necessita' di proteggere i creditori ed i soci, noi siamo soci e creditori e non ci sentiamo protetti. Ci protegga Lei, Eccellenza, Lei come Stato, per quanto puo' e riterra' giusto. Noi siamo e resteremo fedeli al nostro Paese, perche' cosi' ci e' stato insegnato dalle nostre famiglie, dai nostri insegnanti ed anche dal 1986 al 1991 da quanto Mendella diceva su Retemia: \"Non capiranno, ci riterranno pericolosi e ci attaccheranno, ma e' giusto cosi', questo e' il nostro Paese e questa e' la nostra Magistratura ed e' l'unica che abbiamo, difendiamola quando sbagliera' perche' a difendersi nel giusto ci pensera' da sola. Chinati giunco che il vento passa!\". Questo abbiamo imparato e questo mettiamo in atto. Certi di un Suo interessamento accetti la nostra gratitudine\"; se, in merito siano in atto inchieste amministrative, indagini di polizia giudiziaria o tributaria, e se i fatti siano noti al Consiglio superiore della magistratura e alla Procura generale presso la Corte dei conti. (4-04721)" . "4/04721" . . . "19920909-" . . "0"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "2014-05-14T19:45:53Z"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04721 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920909"^^ .