INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04646 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920907

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e previdenza sociale, dell'interno, di grazia e giustizia, delle finanze, dei trasporti e dell'industria, commercio e artigianato. - Per sapere - premesso che e' pervenuta la seguente lettera distribuita ai soci della Cooperativa da parte di uno di essi, scritta in italiano non certo da letterato, ma sufficientemente chiaro per lumeggiare il grave stato di cose delle varie cooperative emiliane piu' o meno "rosse": "San Rocco al Porto, li' 22 maggio 1992 Il sottoscritto Sias Mario nato a Cuglieri (OR) il 13/05/60 e, residente a San Rocco al Porto in via Giovanni XXIII n. 100; socio trasportatore n. 238 di C.T.P. Cooperativa Trasporti Parma SCRL, presento questa denuncia al fine di ottenere giustizia nonche' l'allontanamento degli indiziati dalle cariche che occupano. Accusati: Fava Ermanno venditore ed altro della ditta Autocamion SpA via Emilia Parmense loc. Montale (PC) e signora Antonella impiegata di fiducia del Fava e, compilatrice materiale dei contratti e dei finanziamenti anche Ella al corrente dei seguenti fatti; signor Calzetti Amilcare presidente della CTP via Romeo Azzoni 6/A Parma ; signor Turchi ragioniere responsabile della contabilita' e dei contratti finanziari della CTP anche Lui al corrente dei seguenti fatti e, signora Maura convivente o moglie o amante del Calzetti, la quale occupa il posto di gestione dell'ufficio traffico della CTP. Sono socio dal 1985 della cooperativa C.T.P. scrl dove il lavoro dovrebbe svolgersi nel seguente modo: la CTP ha stipulato convenzione d'acquisto con l'Autocamion spa per la fornitura di automezzi e affini ecc. ed il socio CTP, libero comunque di acquistare gli automezzi dove vuole, richiede all'ufficio traffico i viaggi da eseguire, il quale ufficio traffico dovrebbe assegnarli in modo che ogni socio abbia un utile uguale a tutti gli altri, paragonato comunque al proprio investimento; in cambio la CTP si intratterra' una percentuale sul fatturato imponibile pari al 08,90 per cento. In realta' pero' succede questo: il presidente Calzetti e' molto amico del signor Fava e chi non compra camion dal suddetto concessionario, viene penalizzato con i ricavi oppure con la qualita' nonche' redditivita' dei viaggi, vistoche' all'ufficio traffico (ufficio che assegna i viaggi) c'e' la signora Maura. Il presidente dispone altresi' del sistema di ricattare ogni socio che abbia da protestare; per esempio io, da un cliente mi sono rifiutato di scaricare a mano e per di piu' da solo, il carico di un intero camion cosi', anche se ho ragione del fatto, il presidente ha un reclamo scritto del cliente "esigente" in modo che quando presento obiezioni, egli tira fuori il "foglio" davanti a tutti, cercando di appiopparmi la qualifica di "lavativo" (esperimento che gli e' riuscito solo in parte), nello stesso tempo gli altri soci, visto il mio risultato, non si azzardano minimamente a presentare proteste perche' verrebbero subito messi al bando e, cosa piu' grave, verrebbero messi in "vacanze forzate" dalla signora Maura. I componenti del Consiglio di Amministrazione, non trovano di certo conveniente contraddire il presidente, perche' a loro volta sono stati "lottizzati" dal Calzetti con il sistema del "Fatturato conveniente", loro hanno anche automezzi nuovi acquistati con prezzi vantaggiosi e un paio di loro, visto il posto che occupano, hanno potuto fare uno strappo alla "regola", comprando il camion da altro concessionario. Nel 1988 mi e' stato proposto l'acquisto di un nuovo automezzo del tipo MB 11/17, (uguale identico a quello ordinato dal collega Caffettani) al prezzo, visto la convenzione CTP/Autocamion, di lire 89.200.000+IVA anziche' lire 98.160.000 risparmiando lire 8.960.000+IVA, cosi' ho sottoscritto il preventivo alla presenza di Calzetti, Fava e altra persona di loro conoscenza, ho atteso poi la consegna dell'automezzo, avvenuta a distanza di mesi 8 (otto) ovvero nel dicembre del 1988. Al momento della consegna, mi hanno accompagnato dal Notaio per autenticare in "bianco" il finanziamento e, mi hanno consegnato il camion con la targa di Parma anziche' Milano ove io risiedo; quando ho chiesto delucidazioni, mi hanno detto che per loro "comodo" l'avevano gia' venduto e immatricolato alla CTP e quindi ero costretto ad accettarlo da "usato" e per di piu' con finanziamento a leasing al posto del mutuo semestrale come del resto in preventivo sul quale finanziamento leasing hanno truffaldinamente apposto che il camion era nuovo (truffa dichiarata anche sulla richiesta di finanziamento artigiano dello Stato); se mi fossi rifiutato, l'avrebbero dato ad un altro socio e, io costretto a tenermi il camion vecchio, avrei dovuto pagarmi l'ultimo cambialone (27.000.000 circa) visto che il Fava non lo avrebbe di certo rinnovato mentre, accettando il loro imbroglio, avrei risolto la situazione. Dopo un lungo periodo, mi hanno dato la mia copia del contratto di locazione completa della richiesta del finanziamento sugli interessi da parte dello Stato quindi a mio favore, sopra questo c'era appunto scritto che il camion era nuovo ed il prezzo era di lire 98.170.000 anziche' 89.200.000 come d'accordo, ovvero si hanno "intascato" dalla finanziaria e perdipiu' a mio discapito, la bella somma di lire 8.970.000. Sono andato subito dal Calzetti e, in presenza del Turchi gli ho informati della mia intenzione a riferire tutto agli altri soci; loro mi hanno risposto che se mi comportero' cosi', mi metteranno in condizione di chiudere e di andarmene. Cosi' un giorno davanti a un'assemblea dei soci CTP ho detto a tutti che il Fava, il Calzetti e il Turchi mi hanno "raggirato" e che bisogna stare zitti perche' grazie alla mafia che si e' instaurata nella CTP potremmo finire a ruote all'aria; tutti hanno taciuto impauriti e, gli accusati (dopo aver tirato fuori il famoso foglio del "lavativo") hanno risposto che il rincaro del prezzo del mio autocarro era dovuto ad un mio vecchio debito nei loro confronti, del quale debito, ancora oggi non sono riusciti a provarne le fondamenta. Dopo vari tentativi di suppliche per restituirmi quanto mi devono, non ho avuto altro che un assegno di lire 3.338.000 (il quale poco, dimostra la realta' della loro truffa). Comunque ho cominciato a lavorare male, facendo dei fatturati da fame. Mi hanno fatto anche fare dei lavori in "nero". Allora ho cercato da solo dei clienti per lavorare sebbene sono ancora un socio e porto comunque la quota percentuale alla cooperativa mentre loro continuano a minacciare che se li denuncio, anche io posso passare dei guai per causa dei lavoretti senza fattura che mi hanno assegnato. Ho circolato con il camion intestato alla CTP fino all'aprile 1992, perche' il presidente non si recava a firmare la cessazione della licenza di trasporto che c'era sul mio camion; per firmare, stando a quello riferitomi dall'agenzia automobilistica Autoconsul (PR) egli pretendeva che io ritrattassi le accuse di truffatore e ricattatore che gli avevo rivolto a suo tempo. Ho deciso di non farmi piu' ricattare, in maniera che anche gli altri che si abbiano a trovare nelle medesime condizioni, abbiano anche loro l'opportunita' di reagire. Chiedo di essere risarcito dei soldi che gli accusati si hanno indebitamente trattenuto, chiedo risarcimento per il fatto che l'automezzo non era nuovo ma gia' immatricolato ad altri, vorrei anche essere risarcito dei danni morali e materiali derivati da sette anni di cooperativa, visto che la mia dignita' di libero imprenditore e, la mia possibilita' di progredire, sono stati danneggiati. Sarebbe anche lecito che gli albi nazionali ove questi avventori sono iscritti, provvedessero a sospenderli fino al chiarimento della questione" - se in merito, siano in atto inchieste amministrative, o indagini di polizia giudiziaria o tributaria, e se i fatti siano noti alla Procura generale presso la Corte dei conti, al fine del doveroso accertamento di eventuali responsabilita' di funzionari pubblici. (4-04646)
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