. "0"^^ . . . "2014-05-15T00:16:45Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04617 presentata da CARLUCCI GABRIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20091020"^^ . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04617 presentata da GABRIELLA CARLUCCI martedi' 20 ottobre 2009, seduta n.235 CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la Sardegna e' una delle otto regioni che non hanno una banca del sangue cordonale. Alle donne di queste regioni, al momento del parto, non resta che cestinare il prezioso cordone (che contiene cellule staminali in grado di «generare» le diverse componenti del sangue), o rivolgersi a una banca all'estero per conservare a proprie spese (circa 2000 euro, piu', a volte una sorta di «canone») il sangue cordonale a scopo autologo, ovvero «privato»; in Sicilia, la banca del cordone di Sciacca con i suoi 74 punti nascita collegati (piu' di un quarto dei 290 reparti maternita' abilitati in tutta Italia) ha raccolto 15 mila unita' di sangue cordonale nel primo triennio di attivita', fino a uno stop imposto da una vicenda giudiziaria (per sospette irregolarita' nella gestione degli appalti). La raccolta e' ripresa nel luglio 2008, ma ci sono ospedali che ignorano la riapertura della banca, o che lamentano di non aver ricevuto da essa alcun kit per i prelievi. Di fatto, nel secondo semestre dell'anno, solo la meta' dei punti nascita abilitati alla raccolta l'ha fatta realmente, una decina non ha inviato piu' di un campione, altri centri non hanno raggiunto la decina di unita'; a confermare queste difficolta' - e non solo in Sicilia - e' il recente rapporto 2008 sull'attivita' delle banche di sangue di cordone ombelicale (redatto dal Centro nazionale sangue e dal Centro nazionale trapianti): nel resto d'Italia, nel 2008 sono state circa 11 mila le sacche raccolte a scopo di donazione e di queste poco piu' di 3 mila hanno superato i test di qualita' necessari per essere conservate a disposizione di malati da sottoporre a trapianto. Quasi 300, invece, le unita' raccolte per destinarle a familiari malati; le pubblicita' delle banche private in cerca di clienti per il deposito l'autologo, invadono non solo la rete, ma anche il campo una volta riservato alla sola informazione sanitaria, con messaggi non sempre corretti sotto il profilo scientifico, ma molto accattivanti sul piano emotivo, giocati sulla promessa di una medicina futuribile; tra le banche pubbliche, quella di Milano ha raccolto piu' unita' (1631, con 705 «bancate»), seguita da Napoli (1093 raccolte, 510 bancate), Firenze (1062/134), Bologna (976/305) e Reggio Calabria (797/79). Il report evidenzia l'aumento del rapporto tra le unita' raccolte e quelle conservate: vuol dire che tutta la «filiera» funziona meglio. Si arriva al 50 per cento di unita' «bancate» a Napoli, ma si scende al di sotto del 10 per cento Reggio Calabria e al 12 per cento a Firenze. Qui, pero', si e' preferito innalzare gli standard qualitativi per la conservazione, scelta ripagata da una maggiore richiesta da parte dei centri trapianti; Simonetta Pupelia, responsabile area sanitaria dei Centro nazionale sangue ha dichiarato: «È chiaro che un ampliamento del numero dei centri di raccolta sia determinante per potenziare il sistema, ma vanno mantenuti standard qualitativi elevati». Cio' si traduce, pero', in difficolta' da parte delle donne di ricorrere alla procedura. «Spesso e' impossibile effettuare la raccolta se la mamma partorisce nel fine settimana e molti ospedali ancora non offrono il servizio - denuncia Paola Pinna, presidente di Osidea Onlus, organizzazione che fornisce informazioni sul sangue cordonale -. Il numero delle lamentele, tuttavia, sta diminuendo»; l'informazione, comunque, sembra essere l'anello piu' debole nella catena della raccolta di sangue cordonale. Se molte madri, al Nord come al Sud, sono informate della possibilita' di donare il cordone e assistite al momento del parto (anche quando chiedono la raccolta del sangue cordonale per mandano privatamente all'estero), «tante mamme - dice Pinna - ancora ignorano l'opportunita' di fare questo dono, e perfino gli operatori talvolta sono impreparati di fronte alle richieste dei genitori». Carenze di cui non e' all'oscuro neanche il Centro nazionale sangue: «Noi facciamo di tutto per migliorare la comunicazione, pero' la concorrenza e' agguerrita» commenta Simonetta Pupella, alludendo al settore delle banche private la cui presenza e' sempre piu' capillare.» -: se e quali misure intenda avviare per incrementare la presenza delle banche del sangue cordonale su tutto il territorio nazionale; se intenda promuovere una campagna informativa per sensibilizzare le donne italiane a donare il sangue cordonale soprattutto nelle regioni dove le banche di raccolta sono gia' presenti. (4-04617)" . . . . "20091020-" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04617 presentata da CARLUCCI GABRIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20091020" . "CARLUCCI GABRIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "4/04617" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" .