INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04601 presentata da MASI DIEGO (MISTO) in data 19941026

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Ai Ministro del tesoro e dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 12 marzo 1993 si suicidava l'imprenditore edile Dario Pozzi, uno dei costruttori piu' noti, piu' "garantiti" della zona di Rho (Mi), a cui facevano capo diverse societa' immobiliari; la scomparsa del Pozzi ha determinato la sospensione immediata dei lavori in tutti i cantieri edili aperti e, a seguito di successive indagini giudiziarie, ha fatto emergere un crack finanziario di enormi proporzioni; il gruppo immobiliare Pozzi era costituito da oltre 22 immobiliari (tutte SRL con capitale sociale di 20 milioni) che operavano da oltre 30 anni nell'hinterland a nord-ovest di Milano; i titolari erano i fratelli Dario ed Angelo Pozzi; il sistema di vendita delle immobiliari del gruppo Pozzi era il seguente: unico sistema di pagamento proposto era la sottoscrizione, all'atto del compromesso, dell'intero valore dell'appartamento, di un pari valore di effetti da lire 5 milioni cadauno con scadenze solitamente trimestrali o da definire in quanto non specificata all'atto della sottoscrizione. L'eventuale accollo di un mutuo veniva definito successivamente e le cambiali in eccesso sarebbero state ritirate dall'immobiliare al rogito. Tutte le cambiali venivano sottoscritte a garanzia e quindi presentate in banca solo per l'incasso; la situazione reale emersa dopo la morte del Pozzi, che vede coinvolte circa 1000 famiglie e' la seguente: tutte le cambiali venivano presentate allo sconto in banca, anche con scadenze fino a 5 anni, subito dopo essere state sottoscritte dai clienti ed in molti casi prima ancora di aver ottenuto la licenza edilizia; successivamente l'immobiliare Pozzi chiedeva ed otteneva un finanziamento da vari istituti fondiari prestando come garanzia l'immobile stesso che veniva gravato d'ipoteca e cio' permetteva un doppio finanziamento: dai clienti attraverso le cambiali scontate dalle banche, e dagli istituti di credito fondiario attraverso i mutui erogati; ad insaputa dei clienti le banche finanziavano due volte l'immobiliare senza che cio' destasse il benche' minimo sospetto; tutti gli immobili sono gravati di ipoteca compresi quelli gia' rogitati da anni, anche se nei compromessi l'immobiliare dichiarava che erano esenti da ipoteche; i suddetti rogiti avvenivano in presenza di un notaio di fiducia delle immobiliari; esistono inoltre casi in cui i clienti pagano le relative cambiali per cantieri i cui lavori sono fermi dalla data del decesso del Pozzi, altri invece hanno solo un prato dove non sempre e' stata ottenuta la concessione edilizia; dopo numerosi tentativi con il fratello Angelo per arrivare ad un concordato stragiudiziale ed una sottoscrizione popolare che avrebbe in un certo senso "limitato i danni", il Tribunale di Milano dichiarava d'ufficio fallite le societa' immobiliari del gruppo; conseguentemente la speranza di aver risolto il problema, si trasformava in una "situazione ad alto rischio sotto l'aspetto sociale"; la situazione delle famiglie coinvolte, acquirenti di una prima casa o negozi sono molto varie, ma riconducibili a 4 casistiche: a) famiglie che hanno versato decine di milioni in anticipo per l'acquisto di una casa, firmato cambiali per centinaia di milioni ed hanno trovato solo un terreno incolto, a volte anche privo della necessaria licenza edilizia; b) famiglie che, dopo aver versato decine di milioni di anticipo per l'acquisto di un alloggio ed aver firmato cambiali per centinaia di milioni non hanno ancora ottenuto l'immobile che e' gia' gravato d'ipoteca ed appartiene al fallimento; c) famiglie che hanno pagato l'appartamento quasi per intero e lo abitano, hanno le ultime cambiali da pagare, ma non possono fare il rogito per divenirne proprietari perche' anche in questo caso l'immobile, gravato d'ipoteca e' del fallimento; d) famiglie che avendo pagato tutto hanno fatto il rogito, ma hanno scoperto che sull'immobile grava un'ipoteca, per cui proprietaria di fatto della casa e' una banca; ora sono nelle mani del curatore fallimentare dottor Luigi Zorloni, viale Tunisia 23, Milano, che ha gia' annunciato tutti gli atti di compravendita ed ha dichiarato che non ha intenzione di occuparsi dei rogitati, ed in una recente riunione ha invitato ad insinuarsi al passivo del fallimento quali creditori chirografari e non privilegiati, quindi se il fallimento dovesse seguire il suo iter normale, si potrebbero racimolare le briciole di quello che lasceranno le banche; in sintesi appare evidente che le 1000 famiglie sono vittima di una truffa e che la loro situazione sconfina ad un problema strettamente giudiziario per calarsi in quello piu' profondamente sociale; inoltre e' stato indetto da ormai 11 giorni uno sciopero della fame per sollecitare un pronto intervento dopo un anno e mezzo di indecisioni -: se non si ravvisino gli estremi di una truffa concertata tra il sistema creditizio ed il signor Pozzi che vantava rapporti con le banche ed otteneva crediti senza le necessarie garanzie; se in conseguenza di cio' non sia opportuno avviare immediatamente tramite Bankitalia un'inchiesta per verificare le modalita' di concessione del credito; se in definitiva non sussistano gli estremi di un concorso di colpa tra le banche e gli autori del crack, tale da far considerare i veri danneggiati e quindi i giusti creditori le 1000 famiglie che in totale buona fede hanno acquisito tutto o in parte le loro case. (4-04601)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
SUPERCHI ALVARO (PROG.FEDER.) 
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4/04601 
MASI DIEGO (MISTO) 

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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEL TESORO 
19950411 

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