INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04218 presentata da CASCIO FRANCESCO (FORZA ITALIA) in data 19961015

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Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che all'interrogante risultano i seguenti fatti: il dottor Giovanni Portuesi, medico principale della polizia di Stato, specialista in psichiatria, il 27 novembre 1995 e' stato trasferito dalla questura di Vercelli a quella di Milano "per esigenze di servizio" nota 333-E/MD 481/2 prot. 9876 del 25 novembre 1995; solo il 30 dicembre 1995, dopo molti solleciti e con l'aiuto della legge sulla trasparenza, il dottor Portuesi viene a conoscenza delle motivazioni del provvedimento che suonano per lui in modo estremamente negativo, bollandolo genericamente come elemento dallo scarso rendimento; esiste una nota del dottor Cordelli, direttore centrale della direzione centrale di sanita' in cui, per giustificare la richiesta di trasferimento, l'alto burocrate fa esplicito riferimento alle "indicazioni" del signor questore, delle locali rappresentanze sindacali - soggetti che non hanno alcun potere di emettere pareri sui medici - e di psicologi e psichiatri del centro di neurologia e psicologia medica - il cui parere ha valore solo se acquisito con le opportune garanzie e se messo per iscritto - nota a firma A. Cordelli, direttore centrale di sanita' del 21 ottobre 1995; considerati tali aspetti, il trasferimento del dottor Portuesi appare come una "punizione" per il sanitario; un'ulteriore richiesta del dottor Portuesi - del 3 gennaio 1996 - di conoscere il contenuto delle "indicazioni" del questore, di sindacati e psicologi rimane inevasa, forse in considerazione che, per avere un qualsivoglia valore tale indicazioni dovrebbero essere tradotte in uno scritto; il giorno 3 aprile 1996 il Tar della Lombardia, sezione prima sospende il trasferimento del dottor Portuesi e chiede gli atti che lo stesso medico non ha ancora ottenuto al dipartimento della polizia di Stato. Il dottor Portuesi, sulla base della sospensiva, fa cosi' rientro a Vercelli, ma il dipartimento, eludendo la volonta' dei giudici del Tar, dopo due giorni lo manda in missione a Milano fino al 21 maggio successivo; il giorno 21 maggio 1996 si tiene la seconda udienza dinanzi al Tar: il ministero dell'interno, sollecitato, ha trasmesso ai magistrati una documentazione assolutamente incompleta: mancano proprio quelle relazioni che dovrebbero provare "l'incapacita'" del dottor Portuesi o la sua presunta "insanita'". Agli atti, invece, vi e' una nota ispettiva dell'ottobre 1995 dell'ispettore generale medico, dottor Giannelli che riscontra la perfetta gestione dell'ufficio sanitario diretto dal dottor Portuesi. Assieme a tale nota ve n'e' un'altra a firma del dottor Cordelli, redatta in data 18 aprile 1996, in cui viene fatto esplicito riferimento alle pressioni esercitate da un sindacalista di Vercelli che caldeggia il trasferimento in oggetto, e si ammette inoltre che il dottor Portuesi il 28 luglio 1995 e' stato convocato a Roma per una "visita specialistica" al centro di neurologia e psicologia medica; chi viene sottoposto a "visita specialistica" non solo deve essere avvisato, ma tale visita puo' essere effettuata solo dalla commissione medica ospedaliera e della visita, come di ogni altro parere amministrativo, deve esservi sempre traccia scritta. Al dottor Portuesi venne detto solo di recarsi alla direzione centrale di sanita' senza null'altro specificare; in tale sede, il medico intratteneva un colloquio con un superiore intorno a disparita' di vedute con una paziente-sindacalista. Di tutte queste attivita' il dipartimento, in un primo momento, non e' riuscito a fornire nemmeno la piu' piccola prova; mancando la documentazione necessaria per decidere, il Tar ha ordinato al Ministero la produzione di tali documenti ed ha confermato la sospensiva del trasferimento, consentendo al dottor Portuesi di tornare a Vercelli; sulla base dell'ordine del Tar, il dipartimento ha fornito, con molto ritardo, solo due "appunti", privi di qualsiasi protocollo, firmati rispettivamente dal dottor Armando Angelucci e dal dottor G. Cuomo. Entrambi i citati sanitari, secondo quanto risulta all'ordine dei medici, sono sprovvisti di specializzazione in psichiatria e inoltre, significativi indizi indurrebbero ad approfondire quale sia l'effettiva data di redazione dei due appunti, e in particolare di quello del dottor Cuomo; il giorno 28 giugno 1996 il capo della polizia, formalmente interessato del caso dall'associazione nazionale funzionari di polizia, ha fatto sapere che il trasferimento del dottor Portuesi sarebbe stato determinato da "una proposta della direzione centrale di sanita', formulata in base alle indicazioni in tal senso fornite dal Questore di Vercelli", ma di tali indicazioni del Questore - comunque irrituali, in quanto il questore non ha alcun titolo a valutare l'operato tecnico di un medico - non si rinviene alcuna traccia negli atti forniti dall'amministrazione al Tar Veneto, se non una generica indicazione de relato del direttore centrale di sanita'. Le opinioni del questore, inoltre, risultano peraltro smentite dai risultati di un'ispezione ministeriale del tutto favorevoli al dottor Portuesi, e nella lettera del capo della polizia sono accuratamente omesse tutte le altre motivazioni che sono state sopra citate -: perche' quello che appare "un ottimo medico" sia stato sottoposto a un vero e proprio calvario di "visite occulte", trasferimenti, abusi, disagi ed evidenti mortificazioni professionali; quali siano i veri motivi che hanno indotto l'amministrazione a cotanta attenzione verso il dottor Portuesi, elemento che consta essere tetragono a "raccomandazioni" di qualsiasi tipo, da qualunque parte esse provengano; se non intenda avviare una severa inchiesta per accertare se, e in quanti casi, della psichiatria si sia fatto un uso distorto in polizia, e per capire quali siano i reali interessi che si nascondono dietro il trasferimento del dottor Portuesi; se non ritenga di revocare immediatamente il provvedimento di trasferimento del dottor Portuesi, affiancandosi cosi' alle disposizioni del Tar in attesa dei risultati dell'auspicata inchiesta chiarificatoria dei fatti suesposti; quali provvedimenti intenda assumere verso i responsabili di questa kafkiana vicenda. (4-04218)
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