INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04086 presentata da BIELLI VALTER (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 08/10/2002
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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04086 presentata da VALTER BIELLI martedì 8 ottobre 2002 nella seduta n. 200 BIELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: in data 29 agosto 2001 il comando dei carabinieri del NAS di Bologna comunica al servizio veterinario di Forlì e a quello regionale di Bologna la scoperta di un laboratorio per la produzione di un prodotto denominato rabbit brain powder (RBP) presso un macello di carni cunicole - Romagnolcarni - società cooperativa a.r.l.; la struttura di macellazione risulta essere macello di piccioni trasformata in struttura produttiva definita come laboratorio. L'intero immobile risulta affittato alla Romagnolcarni; infatti il proprietario dell'immobile, solo dopo la scoperta del laboratorio ha presentato il contratto in cui sono riservati alla sua persona i locali denominati macello piccioni, ma di fatto destinati al laboratorio; sempre in data 29 agosto 2001 su disposizione del responsabile del servizio, due sanitari (dottori veterinari), unitamente a tecnici della prevenzione eseguono un'ispezione presso l'impianto e verificano l'esistenza del laboratorio che risulta tra l'altro in piena produzione; all'interno del laboratorio si trovano alcune persone tra cui una che risultava occupata presso la Romagnolcarni e il laboratorio presentava tutta una serie di attrezzature funzionali al laboratorio medesimo. Un secondo sopralluogo effettuato dall'ARPA, Medicina del Lavoro, istituto zooprofilattico, ha identificato la presenza di una struttura non notificata, che si avvaleva, per le proprie attività, di un solvente - l'acetone - che è prodotto il cui uso è soggetto ad un insieme di restrizioni; nell'armadio frigorifero, inoltre, era presente un quantitativo di prodotto finito (RBP) - a detta del proprietario - per un peso di oltre 7 kg. Nelle pertinenze del macello veniva inoltre riscontrata la presenza di oltre 500 litri di acetone e le indagini in seguito condotte hanno evidenziato, attraverso fatture che fino alla data del rilievo sono stati acquistati 3.000 kg di tale sostanza; è stato notificato il sequestro convalidato dal sindaco di Forlimpopoli (provincia di Forlì), in quanto la struttura insiste sul territorio di questo comune; successivamente è stato inviato all'Istituto superiore di sanità un campione del prodotto trovato nell'armadio frigorifero del laboratorio, in quanto la natura della sostanza era sconosciuta (essendo il laboratorio abusivo non poteva che essere così). Si è resa necessaria, pertanto, un'indagine analitica per accertare di cosa effettivamente si trattasse; la questione ha avuto successivamente ulteriori sviluppi. A seguito del ricorso presentato dal titolare della struttura al TAR di Bologna si sospendeva il sequestro precedentemente effettuato del laboratorio e del materiale ivi contenuto e si dava la possibilità al titolare di rientrare in possesso del materiale e di rimettere in funzione il laboratorio; ciò che appare sorprendente in tutta la vicenda è che: a) il prodotto RBP (Polvere acetonica di cervello di coniglio da destinarsi all'industria farmaceutica) dalla consultazione del registro presente nello stabilimento, attraverso ricevute relative a solventi utilizzati per la sua preparazione, che hanno data ottobre 1997, dimostrerebbe che fin dal 1997 era in produzione sempre senza alcuna autorizzazione. L'attività esercitata nel laboratorio è riconducibile a quello che nella visura camerale è citata come «lavorazione cervelli di coniglio per uso non alimentare» e tale attività richiede il riconoscimento del Ministero della sanità ai sensi del decreto legislativo 14 dicembre 1992, n. 508 e il nullaosta del sindaco del comune di residenza dell'impianto. Entrambe le condizioni sono, nel nostro caso assenti; b) viene utilizzato acetone per la produzione di RBP, ma l'acetone è prodotto soggetto a precise precauzioni e delimitazioni. Una concentrazione troppo alta di acetone può contaminare le carni macellate. Nel periodo in cui si è preparato il prodotto, che risulta poi essere stato venduto a diverse case farmaceutiche, legate alle grandi multinazionali del settore, non esiste documentazione che attesti qualsivoglia controllo che sia stato effettuato. Il laboratorio e il macello risultano tra loro collegati e con personale impiegato in entrambe le strutture; c) il materiale inviato all'Istituto superiore di sanità, non risulta essere stato pienamente verificato in quanto la risposta avuta in data 3 maggio 2002 attesta «si è proceduto ad effettuare alcuni esami microbiologici che hanno dimostrato l'assenza di relativi contaminati potenzialmente patogeni. In merito alla composizione chimica non è stato possibile fare degli esami specifici in mancanza di materiali di riferimento. Si ritiene tuttavia che trattasi di materiale estratto dal cervello di coniglio che dovrebbe essere utilizzato da aziende specializzate per la produzione di "Kits" diagnostici. Nel caso esistessero altre forme di impiego che in qualche modo potrebbero comportare l'esposizione umana o animale sarebbe necessario analizzare i rischi prima di formulare un parere. Ben diversa è la valutazione da farsi in merito alla situazione ambientale dove avviene l'estrazione con acetone. Infatti questa attività qualora sia effettuata in un laboratorio inserito strutturalmente nel contesto di un macello e non venissero prese le opportune misure di salvaguardia potrebbe comportare oltre ai rischi legati alla salute dei lavoratori, anche l'esposizione alle sostanze chimiche utilizzate per l'estrazione degli alimenti di origine animale prodotti in quel contesto»; d) il TAR ha condannato la ASL e il responsabile del servizio a risarcire al titolare della struttura il risarcimento delle spese legali sostenute; e) è stata avviata nei riguardi del responsabile del servizio veterinario dell'ASL e dei sanitari che hanno effettuato il primo sopralluogo anche l'azione penale; ad avviso dell'interrogante sarebbe stato opportuno che il servizio veterinario della ASL si fosse attenuto ad un comportamento improntato ad elementi di precauzione -: quale valutazione dia il Ministro interrogato della circostanza che, alla luce delle tecniche di laboratorio che oggi sono sempre più sofisticate, l'Istituto superiore di sanità abbia dichiarato che «in merito alla composizione chimica non è stato possibile fare degli esami specifici in mancanza di materiale di riferimento», e non abbia invece formulato una risposta che certificasse la composizione esatta del materiale inviato.(4-04086)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04086 presentata da BIELLI VALTER (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 08/10/2002
Camera dei Deputati
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04086 presentata da BIELLI VALTER (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 08/10/2002
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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BIELLI VALTER (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO)