INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04048 presentata da STORACE FRANCESCO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941011
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Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che: in data 3 settembre 1994 il dottor Oreste Bonavitacola, presidente del Tribunale di Sulmona (Aquila), ha spedito la seguente lettera al direttore del Corriere della Sera: "Preg.mo sig. direttore, sul quotidiano Il Corriere della Sera da Lei diretto sul numero di venerdi' 8 ottobre 1993 apparve la seguente notizia: "Sulmona - Concussione: Giudice nei guai - Sulmona - Un alto magistrato, Oreste Bonavitacola, presidente del Tribunale di Sulmona, ha ricevuto ieri una informazione di garanzia con l'ipotesi di reato di concussione. Il provvedimento e' stato disposto dai giudici di Perugia ai quali l'inchiesta fu assegnata mesi or sono. Le indagini partirono dalla denuncia di un consigliere regionale, Bruno Di Bartolo, imprenditore. Di Bartolo rivelo' di avere subi'to richieste di tangenti, seguite da minacce di morte proprio per avere rivelato i loschi retroscena di un meccanismo politico-affaristico che da tempo gravava su imprenditori della zona". Non so come la notizia pervenne alla sua redazione ancor prima che io ritirassi il plico raccomandato contenente l'avviso. Certamente la notizia fu divulgata da una agenzia di stampa di Perugia ben addentrata in Procura. Difatti, a quella data (7 ottobre) il plico a me diretto giaceva ancora presso l'Ufficio Postale di Sulmona, avendolo io ritirato soltanto il 9 successivo. Questi sono i misteri della informazione di garanzia, che, pur essendo diretta, ai sensi dell'articolo 369 C.P.P., riservatamente, con "piego chiuso", alla persona sottoposta alle indagini, nel suo interesse e per la sua difesa, finisce, tuttavia, per arrivare a conoscenza di terzi estranei e, quindi, alla stampa. Non ignoro che il giornalista nell'esercizio del diritto di cronaca puo' pubblicare qualsiasi notizia, comunque acquisita, che rivesta carattere di interesse pubblico e sociale, ne' ignoro che una informazione di garanzia, specie se riguardante un magistrato, in un clima di veleni e di sospetti, qual e' quello attuale, desta un interesse enorme, quasi morboso, presso la collettivita'. Posso percio' comprendere l'interesse alla pubblicazione della notizia. Ma quel che non comprendo e' perche' alla notizia non abbia, poi, fatto seguito quella relativa alla chiusura della vicenda giudiziaria aperta con l'informazione di garanzia. Anche tale notizia e' di grande interesse sociale e percio' un giornalista serio, onesto, obiettivo e responsabile deve pubblicarla con pari risalto, essendo interesse del cittadino conoscere le notizie relative alla condotta di un magistrato per la carica pubblica che riveste, siano esse favorevoli che sfavorevoli, onde consentire un giudizio sulla onesta' di chi amministra la Giustizia. Nel mio caso ho dovuto rilevare con amarezza che alla tempesivita' della prima notizia, che mi ha dato "in pasto" alla gente, non ha fatto seguito nemmeno un fugace cenno alla notizia che le indagini preliminari a mio carico sono state chiuse da tempo, cosi' da far conoscere agli stessi lettori destinatari della prima notizia che il presidente Bonavitacola e' uscito dalla vicenda completamente scagionato; cio' per loro tranquillita'. Verosimilmente l'agenzia di stampa, che, a suo tempo, ebbe a fornirle la notizia della informazione di garanzia, ha ritenuto, a torto, che la seconda notizia fosse di scarso interesse sociale o meglio meno clamorosa. Percio' mi affretto a darle la seguente notizia: con decreto in data 8 luglio 1994 il GIP di Perugia, dottor Giancarlo Massei, in relazione alle indagini aperte con l'informazione di garanzia ha accolto la richiesta di archiviazione fatta dal sostituto procuratore della Repubblica, dottor Paolo Vadala', in data 11 gennaio 1994 e reiterata, a seguito di ulteriori indagini, il 26 giugno 1994 per insussistenza dei fatti denunziati. La prego di pubblicare la notizia di cui sopra di modo che il danno arrecatomi con la pubblicazione dell'8 ottobre 1993 sia in parte doverosamente riparato. Con l'occasione e' giusto che i lettori sappiano che i principali miei accusatori, certo Bruno di Bartolo, consigliere della Regione Abruzzo, ex PDS, e Francesco Di Lillo, maresciallo dei carabinieri in servizio presso il SISMI, a seguito di mia denunzia sono indagati per calunnia, per diffamazione, e per altro presso la Procura della Repubblica di Perugia. A carico del Di Lillo pende anche procedimento disciplinare. Distinti saluti. Oreste Bonavitacola, Presidente del Tribunale di Sulmona."; ovviamente la lettera non e' mai stata pubblicata -: preso atto di quanto sopra descritto, come si intenda tutelare il cittadino prosciolto dalle accuse mosse nei suoi confronti, ai fini di una corretta informazione affinche' si dia conto ai lettori anche dell'esito di iter giudiziari favorevoli alla persona inizialmente indagata. (4-04048)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04048 presentata da STORACE FRANCESCO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941011
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19941011-19950620
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04048 presentata da STORACE FRANCESCO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941011
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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4/04048
STORACE FRANCESCO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO)