. "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "2014-05-15T00:11:10Z"^^ . . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "20090727-" . "4/03754" . . . "0"^^ . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03754 presentata da TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090727" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03754 presentata da TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090727"^^ . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03754 presentata da MAURIZIO TURCO lunedi' 27 luglio 2009, seduta n.209 MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: nel mese di luglio 2009 l'Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia ha inviato via fax un «comunicato a tutti gli operatori-agenzie di viaggio-pubblico»; detto comunicato postato sul sito dell'Ente nazionale per il turismo di Cipro www.turismocipro.it. recita: «Sono stati recentemente offerti sul mercato italiano offerte e/o pacchetti turistici di alcuni Tour Operatori Italiani con l'indicazione \"Cipro\" o \"Cipro Nord\", riguardanti alberghi situati nei territori della Repubblica di Cipro illegalmente occupati dall'esercito turco dal 1974, e principalmente nelle zone di Famagosta e Kyrenia. Tali strutture alberghiere sono state sottratte con la violenza ai legittimi proprietari e sono ora sfruttate illegalmente ed abusivamente. Tutte le leggi e le convenzioni nazionali ed internazionali stabiliscono infatti che i proprietari rimangono in possesso dei titoli di proprieta'. Segue elenco completo di tali strutture sfruttate, illegalmente ed abusivamente (non riportate in questa interrogazione). Si rammenta inoltre che l'aeroporto di Tymbou (chiamato \"Ercan\") nei territori occupati, funziona illegalmente senza l'autorizzazione dell'ICAO. Giungere a Cipro attraverso questo punto di accesso costituisce specifica violazione delle normative della Repubblica di Cipro e che puo' addurre ad azioni penali. Per la normativa della Repubblica di Cipro, infatti, e' reato penale l'acquisto, la vendita e lo sfruttamento abusivo di proprieta' immobiliari situate nella parte sotto occupazione turca senza il consenso del proprietario. Relativo materiale pubblicitario puo' essere confiscato e chi ne e' in possesso, potrebbe subire azione penale nel caso in cui vi e' ragionevole sospetto, che egli sia attivamente coinvolto in promozioni illegali di proprieta' o nello sfruttamento abusivo di alberghi che appartengono a proprietari deportati. Recentemente, inoltre, la Corte di Giustizia delle Comunita' Europee ha sentenziato che le decisioni dei tribunali ciprioti hanno validita' e sono rese esecutive in tutti i Paesi dell'Unione Europea. Si invitano, pertanto, tutti gli operatori, agenzie di viaggi e pubblico, a prendere visione del Comunicato Ufficiale dell'Ambasciata della Repubblica di Cipro a Roma, di seguito riportato. Comunicato dell'Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia. Riportiamo alcune annotazioni sulla situazione politica di Cipro che possono tornare utili ai visitatori. Nell'estate del 1974 la Turchia, prendendo a pretesto un tentativo di colpo di stato, promosso dal regime militare al potere in Grecia, ha invaso militarmente Cipro. L'invasione turca e la conseguente occupazione del 36,2 per cento del territorio della Repubblica di Cipro sono stati condannati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonche' da tutti gli altri organismi internazionali. In questi territori occupati e' stata, altresi', dichiarata unilateralmente una \"Repubblica Turca di Cipro del Nord\", che e' un'entita' illegale e non riconosciuta da alcun paese, con l'unica eccezione della Turchia. Promuovere quindi il turismo dei territori occupati potrebbe significare favorire e sostenere questo regime illegale, in violazione delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 541/83 e 550/84, che chiedono la sua dissoluzione e fanno appello a tutti gli stati, a non riconoscerlo e a non favorirlo in nessun modo. Bisogna inoltre tenere conto del fatto che gran parte degli alberghi e delle altre strutture turistiche, pubblicizzate nei territori occupati, sono proprieta' di greco-ciprioti espulsi con la violenza dagli invasori turchi. Tali strutture sono arbitrariamente ed illegalmente occupate e sfruttate, contro la volonta' dei legittimi proprietari. È opportuno aggiungere che, tutti i punti di accesso alla zona sotto occupazione militare turca sin dal 1974 sono stati dichiarati dal governo della Repubblica di Cipro, chiusi al traffico internazionale. Giungere quindi a Cipro attraverso questi punti di accesso - cioe' attraverso i porti di Famagosta, Kyrenia e Karavostasi e gli aeroporti di Tymbou (\"Ercan\") e di Lefkoniko (\"Getickale\") che funzionano illegalmente nei territori occupati - costituisce specifica violazione delle leggi della Repubblica di Cipro, che puo' addurre ad azioni penali. Bisogna anche tenere presente che la situazione vigente nei territori occupati rende difficile l'assistenza medica, diplomatica o consolare in caso di bisogno, mentre e' resa invalida anche l'assicurazione in caso di incidente automobilistico. Dal 20 ottobre 2006 la legislazione della Repubblica di Cipro considera un crimine acquistare, vendere o sfruttare abusivamente proprieta' di greco-ciprioti site nei territori occupati. Relativo materiale pubblicitario puo' essere confiscato e chi ne e' in possesso potrebbe subire azione penale nel caso in cui vi e' ragionevole sospetto che egli sia attivamente coinvolto in promozioni illegali di proprieta' o nello sfruttamento abusivo di alberghi che appartengono a proprietari deportati. Inoltre, il 28 aprile 2009 la Corte di Giustizia delle Comunita' Europee ha emesso una sentenza, secondo la quale le decisioni dei tribunali di Cipro riguardo alle proprieta' immobiliari hanno valore legale e possono essere applicate in tutti i paesi membri dell'UE [vedi caso Apostolides vs Orams: (C-420/07) http://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2009-04/cp090039it.pdf) (N.B. Le informazioni contenute nell'informativa non si applicano alle escursioni giornaliere, organizzate dagli operatori, nella zona nord di Cipro - area sotto occupazione turca - purche' non coinvolgano pernottamenti in strutture turistiche sfruttate abusivamente ed illegalmente).»; in realta' il fax originale era di tutt'altro tenore e lo si puo' rilevare dalla lettura della lettera inviata il 19 giugno 2009 dall'avvocato Gabriele Verzelli all'Ente nazionale per il turismo di Cipro, all'Ambasciata della Repubblica di Cipro e al Ministero degli affari esteri. La lettera avente per oggetto «comunicato 18 giugno 2009 sull'operato Sun&Sea s.r.l.» recita: «La Sun&Sea srl mi ha dato incarico di tutelare i propri interessi in relazione al comunicato che Codesto Ente ha diffuso nella giornata di ieri 18 giugno a tutti gli operatori e le agenzie di viaggi presenti sul territorio nazionale. Il comunicato, per quanto apparentemente mirato a chiarire taluni aspetti della situazione politica di Cipro, contiene di fatto un gravissimo atto denigratorio che la Sun&Sea intende contestare e respingere con fermezza, e rispetto al quale mi ha conferito l'incarico di reagire con tutti gli strumenti legali a disposizione. Debbo, in effetti, rilevare che il ridetto comunicato, a cui e' allegato il Comunicato Ufficiale dell'Ambasciata della Repubblica di Cipro a Roma, contiene due passaggi nei quali si afferma testualmente: a) \"Sono stati di recente offerti sul mercato italiano pacchetti turistici dell'operatore Sun&Sea con la ingannevole indicazione \"Cipro\" riguardanti gli alberghi \"Salamis Bay Conti Resort & SPA della citta' di Famagosta e Acapulco Resort & SPA della citta' di Kyrenia\"; b) \"Per la normativa della Repubblica di Cipro, infatti, e' reato penale l'acquisto, la vendita, la locazione e la promozione pubblicitaria di proprieta' immobiliari situate nella parte sotto occupazione turca, senza il consenso del proprietario. Recentemente, inoltre, la Corte di Giustizia delle Comunita' Europee ha sentenziato che le decisioni dei tribunali ciprioti hanno validita' e sono rese esecutive in tutti i Paesi dell'Unione Europea\". Con riguardo al primo punto, la mia assistita non accetta che venga menzionato il suo nome e che Codesto Ente - circostanza assai piu' grave - esprima un giudizio di valore dal contenuto palesemente diffamatorio laddove etichetti come \"ingannevole\" l'indicazione \"Cipro\" fornita da Sun&Sea, gettando discredito nei confronti di un noto tour operator che opera correttamente sul mercato turistico e che fa dell'immagine uno degli aspetti strategici della propria attivita' imprenditoriale. Cipro e', certamente, prima di tutto una indicazione geografica e non puo' in nessuna maniera essere considerata ingannevole: i distinguo politici sono argomenti che ai turisti non interessano se non nella misura necessaria al turista a recarsi in piena sicurezza nella meta prescelta; la Sun&Sea fornisce addirittura in carattere evidenziato rosso questa informazione sol che si consulti il suo catalogo alla pagina 28. Per quanto concerne il secondo aspetto, la mia assistita contesta il contenuto palesemente diffamatorio del comunicato di Codesto Ente laddove con argomentazioni sibilline ovvero ambigue sulle leggi penali vigenti nella repubblica di Cipro mira ad adombrare una qualche responsabilita' penale della Sun&Sea laddove tenti di vendere o solo pubblicizzare un pacchetto turistico riguardante l'isola di Cipro. Premesso che quanto affermato da Codesto Ente al punto sub b) va verificato nonche' approfondito nelle sue implicazioni normative e giurisprudenziali, e' evidente che il tentativo del gia' richiamato comunicato e' quello di ingenerare nel destinatario la convinzione che la legge della Repubblica di Cipro sia applicabile anche in territorio straniero e per fatti posti in essere in territorio straniero: purtroppo mi riferisce la mia cliente che il tentativo ha gia' avuto buon esito con danni economici e di immagine incalcolabili al momento. Per contro non sussiste alcuna legittima ragione che consenta a Codesto Ente di intervenire con simili argomentazioni che insinuino nell'interlocutore false e tendenziose aspettative a danno della mia assistita. Alla luce di quanto esposto, diffido, per conto della Sun&Sea, Codesto Ente dal proseguire con simile condotta ed a rettificare immediatamente con gli stessi strumenti di comunicazione ed ai medesimi soggetti il contenuto del comunicato specificando che l'appellativo \"ingannevole\" che accompagna l'espressione \"indicazione Cipro\" non e' appropriato e non riguarda in alcuna maniera la condotta della Sun&Sea, nonche' a chiarire che, nonostante le leggi della Repubblica di Cipro, ne' la Sun&Sea ne' i suoi clienti compiono alcun reato recandosi nei territori occupati. In difetto di rettifica entro la giornata di domani ho avuto preciso mandato dalla Sun&Sea di agire sia civilmente che penalmente per sanzionare la condotta diffamatoria posta in essere. Ho, infine, preciso incarico di sollevare formale protesta presso il competente Ministero dello Stato Italiano affinche' intervenga a reprimere la condotta di Codesto Ente diretta a danneggiare senza motivazione legittima l'attivita' commerciale di una impresa italiana con metodi sleali posti in essere da chi puo', con ogni probabilita', avvalersi dell'immunita' diplomatica.»; quando l'Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia sostiene che «Nell'estate del 1974 la Turchia, prendendo a pretesto un tentativo di colpo di stato, promosso dal regime militare al potere in Grecia, ha invaso militarmente Cipro», in realta' amputa volontariamente buona parte di quella storia che ha portato la Repubblica Turca non gia' a invadere militarmente Cipro, ma ad esercitare il legittimo potere di garanzia che gli era stato internazionalmente riconosciuto. Per precisare i fatti intorno al 1974 va ricordato che nel novembre del 1973 sali' al potere della giunta militare greca il Brigadiere Dimitrios Ioannides, su posizioni ancora meno tolleranti verso la Turchia, tanto che nell'estate 1974 sembro' sul punto di scoppiare una nuova guerra tra la Grecia e la Turchia. A Cipro la presenza della giunta greca si faceva sentire in particolare con il ruolo della Guardia nazionale, i cui ufficiali erano nominati da Atene: il 2 luglio 1974, il Presidente della Repubblica di Cipro, l'Arcivescovo Makarios - gia' oggetto di numerosi attentati tutti promossi ed eseguiti da greci o greco ciprioti - rese pubblica una lettera aperta in cui denunciava le manovre dei colonnelli greci per minare la sua autorita' utilizzando la Guardia Nazionale ed EOKA-B, un gruppo paramilitare. Il 15 luglio mattina attraverso un vero e proprio colpo di stato militare greco la Guardia nazionale assalto' il palazzo presidenziale, ne prese il controllo e diede l'annuncio della morte di Makarios, che invece riusci' a mettersi in salvo raggiungendo Londra. Lo scopo di questo «golpe» era l'annessione dell'intera isola di Cipro alla Grecia. Venne insediato come Presidente Nicos Samson (la cui unica notorieta' era l'efferatezza delle sue azioni contro i turco-ciprioti). Il 20 luglio 1974 la Turchia, dopo consultazioni con l'Inghilterra, intervenne militarmente in soccorso della comunita' turco-cipriota nell'esercizio della garanzia riconosciutale dai Trattati (Inghilterra, Grecia e Turchia erano state nominate garanti dell'indipendenza dell'isola di Cipro secondo i trattati di Zurigo e Londra rispettivamente del 1959 e del 1960); e se e' vero quanto l'Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia sostiene dicendo che «in questi territori occupati e' stata, altresi', dichiarata unilateralmente una \"Repubblica Turca di Cipro del Nord\", che e' un'entita' illegale e non riconosciuta da alcun paese, con l'unica eccezione della Turchia», e' altrettanto vero quello che - comprensibilmente - tace. A pochi giorni dalla formalizzazione definitiva dell'ingresso nell'Unione europea dell'intera isola, sia i cittadini greco ciprioti che quelli turco ciprioti, sarebbero stati chiamati a votare attraverso un referendum l'adozione del piano dell'ONU, il piano Annan, che avrebbe portato alla riunificazione dell'isola. Il piano era stato negoziato ed approvato dalle due comunita' con l'accordo di Grecia e Turchia e con l'apporto della Commissione europea attraverso il commissario all'allargamento Gúnter Verheugen. A pochi giorni dal voto referendario c'e' il voltafaccia del Governo o, per dirla con il commissario Verheugen, il tradimento. Emblematici sono alcune affermazioni fatte durante il dibattito del Parlamento europeo il 21 aprile 2004, tre giorni prima del referendum, a tradimento consumato. Pat Cox, presidente del Parlamento europeo: «occorre notare, soprattutto per quanto riguarda le emittenti radiotelevisive di Cipro, che i programmi in onda in prima serata sono chiaramente manipolati; che gli stranieri vengono deliberatamente esclusi, come nel caso del commissario Verheugen, che nelle prossime settimane diventera' un concitoyen europe'en dei nostri colleghi ciprioti e che questo comportamento ci offre una triste immagine non degna di uno Stato che per altri versi tenta e dovrebbe soddisfare i criteri di Copenaghen». Nulla in confronto di quello che di li' a poco avrebbe detto il commissario Verheugen: «La situazione emersa e' la seguente. Il governo del Presidente Papadopoulos della Repubblica di Cipro ha deciso, con totale sconcerto di tutti, per un netto rifiuto del piano di pace proposto dalle Nazioni Unite e ha pertanto chiesto alla comunita' greco-cipriota di non votare a favore del piano in questione. Secondo me, si tratta di una situazione oltremodo spiacevole sotto due aspetti. Innanzi tutto, quando nel 1999 abbiamo modificato la nostra strategia nei confronti di Cipro e abbiamo dichiarato al governo greco-cipriota, su insistenza del governo cipriota, che la composizione del conflitto non avrebbe costituito presupposto per l'adesione dell'isola all'Unione europea, era perfettamente chiaro che avremmo fatto tutto il possibile per consentire l'adesione di Cipro, e che, viceversa, il governo della Repubblica di Cipro si sarebbe impegnato per giungere a una soluzione e che in ogni caso il processo di pacificazione non sarebbe fallito per la resistenza opposta dai greco-ciprioti. Ho avuto decine di colloqui con l'ex Presidente Kleridis e con l'attuale Presidente Papadopoulos basati su questi punti. Non puo' esserci alcun equivoco. Siamo giunti a un accordo preciso, ossia che noi avremmo organizzato l'adesione di Cipro e che loro si sarebbero impegnati a non far naufragare la composizione del conflitto a causa dei greco-ciprioti. Non potevamo parlare per i turco-ciprioti. Invito il Presidente Papadopoulos a tener fede alla parola data. Il secondo punto che voglio porre in evidenza e' che il ciclo di negoziati avviato sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite e' stato paralizzato per lunghissimo tempo dalla ferma opposizione dei turco-ciprioti. È anche grazie agli sforzi dell'Unione europea che si e' potuto superare questo blocco e, in ogni fase del processo, il governo della Repubblica di Cipro ha ribadito di essere d'accordo sulle linee di principio del piano Annan chiedendo si' che ne venissero modificati alcuni punti secondari, ma nel rispetto delle condizioni definite dal piano stesso. Per citare letteralmente: within the parameters of the plan. Quanto affermato dal Presidente Papadopoulos dopo la conclusione dei colloqui in Svizzera suona sostanzialmente come un rifiuto dei principi di base di questo piano. Da quanto dichiarato dal Presidente Papadopoulos posso solo trarre la conclusione che il governo della Repubblica di Cipro oggi respinge la soluzione di stampo federale appoggiata dalle Nazioni Unite e dall'intera comunita' internazionale intesa ad appianare la questione di Cipro e basata sulla convivenza e sull'uguaglianza con pari diritti tra greco-ciprioti e turco-ciprioti. Sto per dire qualcosa di non molto diplomatico. Onorevoli deputati, personalmente mi sento tradito dal governo della Repubblica di Cipro. Per mesi e mesi io, al pari di tutti gli altri, credendo in totale buona fede alle promesse del governo greco-cipriota, mi sono prodigato affinche' venissero create le condizioni atte a permettere ai grecociprioti di approvare il piano. Purtroppo tutto questo non e' accaduto. Il minimo che tuttavia ora si puo' pretendere da un paese che tra meno di dieci giorni aderira' all'Unione europea e' che perlomeno fornisca informazioni veritiere ed equilibrate in merito agli obiettivi e al contenuto del piano. Non era finora accaduto nella storia della Commissione europea che a uno dei suoi membri venisse vietato, in uno Stato membro, di rilasciare una dichiarazione su una questione centrale europea adducendo quale scusa un'eventuale ingerenza negli affari interni. Invito il Presidente Papadopoulos a impegnarsi affinche' nel suo paese siano rigorosamente rispettati i principi fondamentali della liberta' d'informazione e di espressione e che da oggi in avanti abbia diritto di rivolgersi ai mezzi d'informazione ciprioti chiunque possa formulare una dichiarazione esaustiva e che rispecchia le intenzioni delle Nazioni Unite in merito al piano in oggetto. Personalmente sono, come sempre, disposto a farlo. Vorrei concludere affermando che qui non si tratta di una transazione commerciale. Mi rattrista molto il fatto che nelle numerose dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da parte greco-cipriota non siano praticamente mai state pronunciate parole quali \"pace\", \"riconciliazione\" o espressioni come \"comprensione reciproca\" e \"coesistenza di culture e appartenenze diverse di comunita' religiose differenti\", e che in realta' si discuta esclusivamente di aspetti di carattere commerciale (...)». Alla fine del dibattito prese la parola anche il Commissario Chris Patten: «Desidero solo dire poche parole in merito a questo argomento, che non rientra tra quelli su cui di norma mi pronuncio. Innanzi tutto, porgo le scuse a nome del commissario Verheugen, che ha dovuto allontanarsi dall'Aula prima del termine del dibattito. Aveva un altro impegno estremamente importante e, secondo i programmi, la discussione in corso sarebbe dovuta finire ben prima. Nondimeno, capisco il motivo per cui il dibattito si sia protratto cosi' a lungo: suscita sentimenti accesi e un grande interesse nell'intera Aula. Ci e' stato chiesto che cosa accadrebbe se la parte greca dell'isola si esprimesse con un \"no\" e la comunita' turca con un \"si'\". Faccio presente che la Commissione ha gia' annunciato che nella disgraziata eventualita' che cio' avvenga, e che noi auspichiamo non sia cosi', presentera' subito una serie di proposte volte ad aiutare la comunita' turca. È logico che non possiamo permettere che la comunita' turca venga punita in termini economici e sociali a causa di decisioni prese da altri; pertanto dovremo tentare di pervenire a una soluzione del problema dell'isolamento economico di questa parte dell'isola nel modo piu' efficace e rapido possibile. Vorrei soffermarmi brevemente sul Consiglio europeo di Helsinki del 1999, il primo Vertice cui ho partecipato. Se non erro, abbiamo sempre riconosciuto che nella politica che perseguivamo all'epoca era insito un elemento di rischio. Non e' una sorpresa. Ritenevamo fosse essenziale tentare di separare la questione del conflitto di Cipro dall'integrazione dell'Europa centrale e orientale nell'Unione europea. Penso che si sia adottata la decisione giusta e che fosse il modo corretto di procedere. A fronte di queste premesse, pero', e alla luce di alcune delle affermazioni del commissario Verheugen, potrete capire il motivo per cui non sia solo il Commissario a sostenere con forza che gli avvenimenti di questi ultimi giorni e settimane ci hanno profondamente delusi. Si tratta di una sensazione che domina all'interno dell'Esecutivo e al di fuori di esso. Spero ancora che non verremo delusi. Tuttavia, non si puo' ignorare il fatto che si ha comunque l'impressione di essere stati traditi.»; il referendum che ebbe luogo il 24 aprile 2004, contestualmente ma separatamente, vide il 75,83 per cento dei greco-ciprioti esprimersi contro e il 64,9 per cento dei turco ciprioti a favore del «piano Annan» che avrebbe riunificato l'isola di Cipro dopo mezzo secolo di angherie, tentati omicidi, omicidi, perpetrati dai greco ciprioti nei confronti di tutti coloro che puntavano alla riunificazione di Cipro -: se sia gia' a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative abbia preso o intenda prendere nei confronti dell'Ambasciata di Cipro per la diffusione di notizie, ad avviso degli interroganti, false e tendenziose, atte a turbare l'attivita' degli operatori e delle agenzie di viaggio nonche' a limitare la liberta' di movimento di cittadini italiani che intendessero recarsi a Cipro Nord; se non ritenga di farsi promotore all'interno dell'Unione europea di una soluzione che punti all'adozione piena del «piano Annan», gia' votato dai cittadini turco ciprioti, attraverso l'indizione di un referendum nella parte greco-cipriota come estremo tentativo di dialogo. (4-03754)" . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" .