. . . . "20150224" . "Camera dei Deputati" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03610 presentata da MELILLA GIANNI (SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA') in data 14/02/2014"^^ . . . . . . "20140214" . "http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=6&idDocumento=4/03610" . "1"^^ . "MELILLA GIANNI (SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA')" . "http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=9&idDocumento=4/03610" . . . . . "4/03610" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03610 presentata da MELILLA GIANNI (SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA') in data 14/02/2014" . . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03610 presentato da MELILLA Gianni testo di Venerdì 14 febbraio 2014, seduta n. 174 MELILLA . — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: secondo quanto appreso dal referente dei detenuti della Associazione radicali Abruzzo, nella persona del dottor Francesco Lo Piccolo, incaricato di contribuire – in assenza dell'istituzione di un garante regionale – a tutelare i diritti delle persone ristrette in carcere, sussiste in Chieti una situazione meritevole d'essere evidenziata e portata all'attenzione del Governo; Tarek Sgaieri, cittadino tunisino nato nel 1985, è stato arrestato il 22 ottobre 2008 per aver commesso una rapina e per essere stato trovato in possesso di un modesto quantitativo stupefacenti. Per questi motivi, gli è stata inflitta una pena la cui scadenza è prevista per il prossimo 24 febbraio; all'inizio dell'anno scorso, in considerazione del comportamento esemplare tenuto dal detenuto nel periodo di permanenza presso il carcere di Chieti, lo stesso è stato ammesso – insieme ad altri 6 compagni (detenuti ed ex detenuti) – ad un programma di lavoro all'esterno previsto dall'articolo 21 dell'O.P. che prevedeva l'assunzione in work experience (tirocinio formativo) con borsa lavoro presso una cooperativa edile. In virtù di detta opportunità emersa nell'ambito di un progetto europeo elaborato dalla Regione Abruzzo (nel quadro delle azioni del Fondo sociale europeo) per l'inserimento sociale di detenuti ed ex detenuti italiani e stranieri, il detenuto è riuscito a crearsi una vera e propria prospettiva di reinserimento, accompagnata a livello sociale anche dall'esercizio dell'attività sportiva praticata nel tempo libero con la squadra «Integra Sport» della Caritas teatina: l'inserimento nel mondo del lavoro per il detenuto è stato un vero e proprio toccasana: lo stesso ha iniziato immediatamente a distinguersi, sia presso i propri colleghi che nei confronti del datore di lavoro, per l'assiduità, l'impegno, l'abilità e la assoluta abnegazione nello svolgimento dell'attività di manovale; anche nell'ambito dell'attività sportiva ha mostrato attinenza agli scopi non solo agonistici, ma socio-culturali dell'attività «Integra Sport», diretta a favorire l'integrazione e fortemente appoggiata con spirito ecumenico anche dalla Diocesi. Nel frattempo Tarek, già da anni convertito dall'islamismo alla fede evangelica, ha potuto frequentare ministri di culto protestanti, normalmente autorizzati all'ingresso nella casa circondariale di Chieti, approfondendo la sua formazione religiosa ed usufruendo di permessi premio sempre volti ad approfondire il percorso spirituale o ad espletare attività di volontariato (ad esempio per due anni consecutivi ha partecipato come volontario alla Giornata nazionale della colletta alimentare). Non ha mai richiesto permessi per fini personali o familiari, essendo sostanzialmente solo sul territorio nazionale; certamente consistente è stato l'investimento, non solo in termini di risorse finanziarie (anche di provenienza europea), che lo Stato, la regione Abruzzo, la comunità locale ( profit e non-profit , enti religiosi) e gli operatori penitenziari hanno rivolto nei confronti del signor Sgaieri, anche al fine di garantire una parità di trattamento rieducativo e di opportunità indipendentemente dai requisiti di cittadinanza e secondo il più autentico spirito della normativa penitenziaria; non è frequente verificare che – come invece è accaduto in questa circostanza – a fronte di una simile apertura di credito, il detenuto dia dimostrazione dell'effettivo raggiungimento di una vera e propria integrazione sociale, lavorativa ed affettiva; come detto, da quando ha iniziato a lavorare Tarek Sgaieri ha acquisito fiducia in se stesso, senso di responsabilità, si è guadagnato la stima e l'amicizia dapprima dei colleghi di lavoro e poi via via di tutti quanti sono entrati in relazione con lo stesso. L'attività svolta ha consentito al giovane anche di ottenere una seppur modesta indipendenza economica ed una concreta aspettativa di stabilità. Si pensi ad esempio che il datore di lavoro ha sin d'ora preannunciato la propria disponibilità a trasformare, alla scadenza e previo rinnovo del permesso di soggiorno (onde non incorrere lui stesso in sanzioni), l'attuale contratto di tirocinio formativo in assunzione a tempo indeterminato; in una situazione del genere, è accaduto che lo Sgaieri – in vista dell'imminente provvedimento di scarcerazione definitiva per intervenuta fine pena – abbia demandato al proprio legale il compito di inoltrare alla Questura di Chieti, competente per territorio, la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno: documento senza il quale, stante la legislazione vigente, il lavoratore non potrebbe continuare a soggiornare in Italia, così da proseguire il proprio cammino di crescita sociale, familiare ed economica e di conseguenza non potrebbe essere assunto; senonché, inopinatamente è stato disposto il rigetto dell'istanza benché, per le ragioni che si diranno, è opinione dell'interrogante che difettino chiaramente i requisiti per negare il provvedimento autorizzativo; se è vero come è vero, difatti, che Sgaieri, ormai 7 anni fa, si è macchiato di un reato (articolo 628/III CP) che secondo la normativa sui permessi di soggiorno deve essere «valutato» ai fini del rilascio, è altresì innegabile che – a fronte di tale elemento, di per sé non ostativo – risiedono innumerevoli altre circostanze tali da far ritenere non solo opportuno ma addirittura doveroso il rinnovo del permesso di soggiorno; basti pensare che, la prospettiva di un eventuale rimpatrio del giovane, ha suscitato l'immediata presa di posizione del datore di lavoro e degli stessi colleghi i quali non hanno esitato a dirsi pronti a manifestazioni di protesta ed astensione dal lavoro nel caso in cui Sgaieri venisse allontanato; anche relativamente alla sistemazione abitativa, v’è stata l'offerta, da parte di una famiglia residente in provincia di Chieti che ha conosciuto il giovane e la sua storia tramite i suoi colleghi di lavoro, di mettere a disposizione gratuitamente un alloggio per consentire allo Sgaieri di continuare a soggiornare nel circondario che – finalmente – gli ha offerto quell'opportunità di riscatto tanto attesa che, lo stesso, non si è lasciato sfuggire; si pensi infine – considerando la valenza simbolica della circostanza – che lo stesso Arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, ha apprezzato la partecipazione dello Sgaieri al progetto della Caritas Integra Sport, tanto che il detenuto ha potuto partecipare ad una conferenza stampa tenuta in proposito dal medesimo arcivescovo; siamo dunque in presenza di una situazione che potremmo definire «piacevolmente eccezionale»: quella, cioè, di un giovane che in pochi anni è riuscito a passare dalla condizione di rappresentare l'archetipo dell'extracomunicatio «cattivo» a quella di dimostrazione concreta che un'opportunità c’è, solo che la si voglia cogliere; abbandonare Sgaieri a se stesso sarebbe un errore imperdonabile; vorrebbe dire obbligarlo a fare immediato ritorno in Tunisia: Paese dal quale manca ormai da molti anni (circa 10-12) e presso il quale non potrebbe fare affidamento nemmeno sui legami affettivi, vista l'ostilità che familiari ed (ex) amici nutrono nei confronti del giovane, reo di essersi convertito ormai da molti anni alla religione cristiano-evangelica; rispedire Tarek Sgaieri in Tunisia vorrebbe dire non solo frustrare il progetto di reinserimento che lo ha reintrodotto alla legalità e che lo ha visto partecipare con spirito di abnegazione ma la stessa concezione della giustizia; vorrebbe dire gettare nello sconforto i tanti operatori che hanno creduto e credono non solo in quel giovane ma in tutti coloro a cui quell'opportunità viene concessa. Significherebbe gettare alle ortiche tutte le risorse finanziarie che lo Stato e la regione Abruzzo hanno destinato ad uno scopo tanto nobile e ambizioso; è ovvio che vedere sfumare le possibilità doverosamente offerte al detenuto dalle istituzioni statali per diniego dello Stato stesso indurrebbe il detenuto ed i compagni in condizioni similari, a perdere ogni ragionevole fiducia nella giustizia italiana; peraltro, data la situazione personale dello Sgaieri, che rende quantomeno difficoltoso il suo rientro in Tunisia, lo stesso potrebbe facilmente optare per un reiterarsi della situazione di clandestinità, in Italia o in un altro Paese dell'Unione europea, e inevitabilmente per il ricorso a mezzi di sussistenza illegali (lavoro nero quando non ulteriori crimini). L'eventuale provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, avrebbe dunque una sola probabile conseguenza: quella di generare ulteriore illegalità in una situazione in cui tutti i presupposti sussistono per il regolare inserimento della persona sul territorio italiano ed ogni presidio economico, trattamentale e umano è stato speso dallo Stato affinché ciò fosse possibile; risulta, peraltro, che sussistano numerosi casi consimili e precedenti risolti in senso sfavorevole ai detenuti stranieri–: se rispondano al vero le circostanze indicate e quali iniziative intenda il Governo adottare al riguardo; se sia vero o meno che personale addetto alla questura di Chieti, sin dal momento della presentazione dell'istanza tesa ad ottenere il rilascio del permesso di soggiorno e quindi a prescindere da qualsiasi istruttoria e dall'esame della documentazione, abbia preannunciato l'imminente e certo rigetto della domanda; se e quali iniziative i Ministri dell'interno e della giustizia intendano adottare affinché gli investimenti trattamentali compiuti in sede penitenziaria ed il loro buon esito siano tenuti in prioritaria considerazione nella procedura di rinnovo dei permessi di soggiorno (non già rinnovati per intervenuta detenzione); se non sia indispensabile e urgente assumere iniziative per contemperare l'impiego di investimenti rieducativi su soggetti extracomunitari in detenzione e la normativa sull'immigrazione. (4-03610)" . "2018-05-16T14:19:29Z"^^ . "20140214-20150224" .