INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03459 presentata da CUSCUNA' NICOLO' ANTONIO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940921

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Ai Ministri della pubblica istruzione, di grazia e giustizia, del tesoro e dell'interno. - Per sapere - premesso: che gia' nella seduta del 26 ottobre 1993 l'onorevole Altero Matteoli inoltro', in merito al problema che si intende riproporre, interrogazione parlamentare, rimasta inevasa dal Ministro della "Prima Repubblica" nella riunione del 26 marzo 1992; che il professor Michele Falcone, nonostante avesse ricevuto intimidazioni di vario genere, denunzio', dopo quattro mesi dalla sua elezione, quale presidente del consiglio d'istituto dei liceo classico "G. Bruno" di Maddaloni, ove ha insegnato fino a pochi mesi or sono, alle autorita' scolastiche e giudiziarie gravissime irregolarita' amministrative e contabili di rilevanza anche penale, e precisamente: 1) accrediti operati con "assegni interni" e con "bonifico" la cui procedura inconsueta per l'amministrazione di un Ente pubblico, farebbe presupporre il reato di distrazione di fondi, proprio perche' tali movimenti sono resi possibili dall'esistenza di diversi conti correnti; 2) corresponsione di bassissimi tassi d'interesse, in ragione dello 0,32 per cento, di gran lunga inferiore a quanto previsto dalla convenzione, fenomeno peraltro diffuso nelle scuole della provincia di Caserta, stranamente mai registrato, nel corso di tanti anni, dallo stesso provveditorato che ha, appunto, compiti di verifica sugli atti amministrativi e contabili; che il professor Falcone, che non ha mai voluto accettare gli "inviti" a "non doversi interessare di fatti amministrativi e contabili, tanto meno dei rapporti scuole-banche, e' stato, prima oggetto di un attentato, poi, di un'inaudita attivita' persecutoria, messa in atto ad ogni livello da un vero e proprio complotto, sorretto e linfalizzato dai soliti politici garanti dell'indecoroso "protezionismo impunitivo", come si evidenzia dalla dinamica degli avvenimenti, tutti ampiamente documentati e documentabili. Infatti, dopo una prima visita ispettiva del dottor Angelo Ciardiello, di cui e' di pochi mesi la notizia del suo arresto per truffa e concussione segui' quella del dottor Giovanni Gentile che, come dira' il suo predecessore definiva "irregolarita' formali" quanto denunziato dal professor Falcone, rifiutandosi, "perche' non rientrava nel suo compito ispettivo, di effettuare un doveroso riscontro degli atti presso il Banco di Napoli di Maddaloni, segui', poi, e prima ancora che le due relazioni venissero depositate presso il Provveditorato, la visita ispettiva del dottor Biagio Scognamiglio che nella sua relazione, degna di essere letta perche', appieno, si possa comprendere il tenore e l'obiettivo della "visita", e ancor piu' perche' si possa avere la consapevolezza di sapere, purtroppo, da quali rappresentanti la scuola e' diretta, proponeva, anche alla luce degli "esiti" delle due ispezioni "tecniche", che venisse adottato il provvedimento di trasferimento per "incompatibilita' ambientali"; che, durante le su indicate ispezioni, e precisamente il 30 ottobre 1992, il preside, professor Franco Vittorio Gebbia, collocato in pensione il 31 agosto 1989, per raggiunti limiti di eta', querelava il professor Falcone, cosi' scrivendo: "non rispondono al vero le irregolarita' amministrative e contabili denunziate dal professor Falcone, come hanno accertato ben due ispezioni tecniche susseguitesi negli ultimi mesi", asserendo di essere stato calunniato e diffamato, sia all'interno che all'esterno dell'istituto, cosi' come gli stato riferito dal professor Antonio Meccariello che era stato, si precisa, componente il consiglio d'istituto, ininterrottamente, dal 1976, con delega di firma; che la relazione del dottor Gentile porta la data di ultimazione "Milano 30 ottobre 1992" e fu depositata presso il provveditorato agli studi di Caserta, il 26 gennaio 1993, mentre quella del dottor Ciardello, fu depositata, e solo in seguito a pressioni del provveditorato e del 1^ Div., il 24 aprile 1993, in stridente contraddizione persino su dati oggettivi e incontrovertibili, per cui risulta inconcepibile come il preside Gebbia sia potuto entrare in possesso di relazioni per nulla ufficializzate; a meno che "gli esiti" ispettivi erano gia' stati preordinati, come va supposto anche perche' mai gli ispettori hanno voluto trovare un riscontro della contabilita' della scuola con le documentazioni depositate presso il Banco di Napoli; che risulta inqualificabile la denunzia del preside Gebbia, massimamente sul piano umano e sociale, lasciando ancor piu' valida l'ipotesi del complotto ordito ai danni del professor Falcone; che la denunzia del preside Gebbia e l'esposto del professor Falcone, relativo alla irregolarita' dallo stesso registrate, accorpati in un unico procedimento giudiziario, ricevevano, da parte di entrambi i PM, proposta di archiviazione, avverso la quale, diversamente dal professor Falcone, il preside Gebbia presentava istanza di opposizione rigettata dal Gip che, in data 3 marzo 1994, archiviava la denunzia, riconoscendo, come il PM l'anno precedente, che "il comportamento del professor Falcone, scevro del reato di calunnia, era finalizzato esclusivamente al perseguimento dell'interesse pubblico"; che nel fascicolo processuale v'e' copia della lettera che il professor Falcone inoltro' al Ministero del tesoro e al provveditore agli studi, nella quale sono precisati i numerossimi mandati di pagamento ed altrettante reversali che non appaiono nei corispettivi estratti conti bancari che vanno al 1985 al 1991 e sono revvisabili anche le copie degli atti esibiti dalla scuola come prova giustificativa della regolarita' contabile dell'istituto; che e' sfuggito alle autorita' giudiziarie, certamente in perfetta buona fede, che la scuola ha offerto una prova "giustificativa"limitata solo ad alcune operazioni contabili, e che si rendeva necessaria una piu' approfondita indagine perche' gli atti esibiti, rintracciabili nei relativi estratti conto non certo per il numero indicato, ma per gli importi che risultano accreditati o pagati con una diversa numerazione, lasciano intravvedere ipotesi che la contabilita' si sia svolta con conti correnti diversi; che il dottor Giuseppe Amorese, commercialista, avvocato, pubblicista, nel suo "motivato parere", diversamente dagli ispettori tecnici, ha ribadito la necessita' di affidare, al fine di effettuare indagini piu' approfondite, cosi' come avevano relazionato gli stessi carabinieri di Maddaloni in data 8 ottobre 1992, proponendo il sequestro degli atti esistenti presso l'istituto, il Banco di Napoli di Maddaloni e presso il provveditorato agli studi, ad un esperto perito che "possa chiarire le sicure irregolarita' che, formali contabilmente, possono nascondere sostanziali distrazioni di fondi a titolo di appropriazione indebita "di peculato, come appare fondato ipotizzare"; che il provveditore notificava, dopo aver ricevuto il "parere favorevole" del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, cosi' espresso anche alla luce di una relazione, a firma dello stesso provveditore, che risulta falsa e non rispondente, assolutamente, a verita' oggettive, e che mai e' stata portata a conoscenza del professor Falcone che si e' visto, cosi', anche impedito nel diritto di difesa dinanzi al TAR per la richiesta di sospensione del provvedimento, proprio e soprattutto perche' la menzionata relazione e' stata parte integrante e determinante per la formulazione del "parere favorevole" espresso dal C.N.P.I., il vergognoso provvedimento di trasferimento di ufficio, in data 1^ settembre 1993 "per incompatibilita' ambientale"; pur se nello stesso decreto, secondo quello stile che ha caratterizzato la vita politica della prima Repubblica, al professor Falcone e' riconosciuto un indubbio valore etico alla base del suo comportamento, e per tali motivi etici, gli e' stata assegnata la sede di Capua, "la piu' agevole e la meglio collegata con mezzi pubblici per l'interessato che e' residente a Casagiove"; che il provveditore, che non aveva voluto ricevere delegazioni di docenti, pronti a riferirgli ogni dato amministrativo e didattico, nel colloquio del 7 giugno 1994 avuto alla presenza del professor Luigi Tescione e dell'avvocato Pasquale Marotta, ebbe a dire che, "sarebbe stato dalla parte del professor Falcone, qualora le dichiarazioni rese fossero state veritiere" puntualmente ribadite e documentate con lettera AR del 13 giugno 1994, perche' quanto prima potesse ricevere il professor Falcone la revoca del provvedimento, ai sensi del principio dell'autotutela, cosi' come aveva promesso lo stesso provveditore; che, nel menzionato colloquio, in riferimento, poi, allo scioglimento del consiglio d'istituto, avvenuto nel mese di aprile del corrente anno, gia' richiesto dal preside lo scorso anno, di cui mai ha voluto rendere pubbliche le motivazioni, asserendo, in una riunione del consiglio d'istituto, "che si trattava di questioni personali tra lui e il Provveditore" il provveditore dichiarava che avrebbe convocato il consiglio scolastico provinciale, perche' aveva avuto modo di appurare, analizzando i vari verbali, l'assoluta inesistenza di serie motivazioni, e che avrebbe nominato un ispettore per verificare l'attendibilita' degli otto dimissionari tra i quali figuravano due docenti e tre discenti, eletti per la prima volta pochi mesi prima, assenti, per giunta, nella riunione dell'8 marzo 1994, per cui mai avrebbero potuto addurre come motivo di dimissioni "l'assenza di democrazia, da sempre, nel consiglio d'istituto", e che siffatta indagine si rendeva indispensabile, perche' nella citata riunione del consiglio d'istituto il professor Falcone, unitamente ad altri componenti, aveva fatto presente che la scuola sperperava il pubblico denaro, poiche' continuava a pagare, pur se con qualche leggera modifica, l'astronomica somma di lire 6 milioni per la manutenzione di appena 8 computer, laddove sarebbero bastate poche centinaia di migliaia di lire, e per questo aveva proposto, approvato da tutti, lo scioglimento della convenzione. E si faceva, altresi', presente che esagerate erano le somme di lire 12 milioni per gli "acquisti di facile consumo" e di lire 40 milioni per "attrezzature didattiche", soprattutto perche' l'anno precedente erano state spese solo 200.000. Il verbale redatto, secondo una prassi quasi consolidata, non rispondeva al vero in quanto l'approvato scioglimento del contratto di manutenzione, si convertiva nel "rinvio ad una prossima riunione del consiglio d'istituto della discussione sul contratto di manutenzione". Di qui, dopo pochi giorni, le dimissioni degli otto componenti; che il provveditore, con lettera del 20 giugno 1994, notificava di aver inoltrato le documentazioni resegli note dal professor Falcone, alla Procura della Repubblica e, nel frattempo non revocava il trasferimento d'ufficio; che, in seguito alle vive e indeclinabili proteste avanzate dal professor Falcone gia' nella riunione del consiglio d'istituto del 26 marzo 1992, il tasso di interesse balzo', a partire dal 1^ aprile 1992 dallo 0,32 per cento all'8 per cento, e che nel mese di luglio 94 sono stati accreditati sul conto del liceo "G. Bruno" per gli interessi maturati e non corrisposti dal 1987 al 1991 la somma di 18 milioni; che la corresponsione di bassissimi tassi d'interesse che cosi si trovano da troppi anni e' fenomeno diffuso nelle scuole della provincia di Caserta -: perche' non siano stati presi seri e severi provvedimenti per il deplorevole comportamento del capo d'istituto che si e' sempre rifiutato di esibire, non solo al professor Falcone, ma anche ad altri componenti il consiglio d'istituto, le documentazioni piu' volte richieste, che non ha dato esecutivita' a delibere approvate alla unanimita', che non hanno risparmiato di esercitare azioni terroristiche su quanti non condividevano il suo parere, che annullava, senza motivazioni, gare d'appalto espletate nel pieno rispetto della legge, che disapprovava quanti protestavano per la stesura di verbali incompleti e non rispondenti al vero in piu' punti, che rifiutava, sebbene piu' volte sollecitato, ad ottemperare agli obblighi derivantigli dall'osservanza degli articoli 52 e 53 della legge sulla contabilita' dello Stato; se sia vero che le banche che svolgevano le funzioni di istituti cassieri come si evince da una lettera del provveditorato delle scuole della provincia erano le seguenti: Banco di Napoli, Banca Nazionale del Lavoro, Banco di S. Spirito, Monte dei Paschi di Siena, Banca Commerciale Italiana, Credito popolare, Banca Popolare, Banca sannitica, Banca popolare massicana, Cassa rurale e artigiana, Banca popolare dell'Irpinia, Cassa rurale, Cassa rurale e artigiana M/L, e se sia vero che tutte hanno corrisposto alle rispettive scuole, per molti anni, tassi di interesse di gran lunga inferiori a quelli previsti dalle convenzioni, per cui e' d'obbligo conoscere a quanto ammontano i miliardi maturati e non corrisposti; se sia vero che il liceo scientifico di Mondragone, retto dal preside, professor Nicola Mastroianni prima del suo trasferimento al liceo classico di Maddaloni, percepiva l'interesse dello 0,50 per cento perche', se cosi' fosse, il suo comportamento nei riguardi del professor Falcone assumerebbe toni ancor piu' tragici e deprecabili, e se e' vero che la Banca Massicana, istituto cassiere del menzionato liceo scientifico, annovera tra gli azionisti un funzionario del provveditorato agli studi di Caserta, resosi autore del provvedimento di trasferimento; perche' il provveditore non abbia mai voluto ricevere delegazioni di docenti, disposti a riferirgli su ogni dato amministrativo, contabile e didattico, e perche', sebbene sia stato puntualmente tenuto informato, non ha mai aperto, come sarebbe stato suo dovere di cittadino e di funzionario dello stato, un'inchiesta per il recupero di un bene della collettivita'; perche' gli ispettori tecnici, che hanno avuto la possibilita' di registrare l'acclarato danno erariale, non hanno inteso informare le autorita' preposte; perche' l'autorita' giudiziaria non e' andata a fondo delle situazioni denunziate dal professor Falcone, e se ha mai aperto un'inchiesta sul danno erariale subito dall'intera istituzione scolastica provinciale, anche perche' il fenomeno e' stato riportato anche dalla stampa; se l'autorita' giudiziaria ha dato corso alle denunzie inoltrate dal professor Falcone per calunnia e diffamazione e altre tese a punire quanti si sono resi autori del complotto; se il Ministro della pubblica istruzione, alla luce dei fatti esposti anche nella relazione richiestagli dal dottor Walter Tommasino, in data 13 maggio 1994, inoltrata al Ministero, e alla luce della sentenza di archiviazione emessa dal GIP, in perfetta sintonia con quella gia' pronunziata dal PM secondo cui "il comportamento del professor Falcone, scevro del reato di calunnia, e' stato teso esclusivamente al perseguimento dell'interesse della collettivita', non intenda rendere un atto di doverosa giustizia restituendo il professor Falcone alla sua cattedra e al suo posto di presidente del C.T.S. dal momento che il suo operato e' stato sempre teso all'interesse dello Stato e della istituzione scolastica; quale incarico ispettivo e' stato conferito, in data 21 aprile 1994, dall'ex Ministro della pubblica istruzione al dottor Walter Tommasino; quanti e quali sono le scuole che hanno subito siffatto grave danno erariale e a quanti miliardi ammonta; perche' il provveditorato non richiede il recupero degli interessi maturati e non corrisposti dall'atto della stipula delle convenzioni per tutti gli istituti della provincia di Caserta che sono stati cosi' penalizzati per una ultra trentennale disamministrazione. (4-03459)
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MINISTRO MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE 
19951012 

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