_:Bc712d3f8e99ba64d870a3b5cade96b34 . . . . "2015-04-28T22:54:17Z"^^ . . "20020703-20030930" . "Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03384 presentata da NICHI VENDOLA mercoledì 3 luglio 2002 nella seduta n. 169 VENDOLA. - Al Ministro dell'ambiente e tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari regionali. - Per sapere - premesso che: sempre più acuta, in larghi strati dell'opinione pubblica meridionale, è la coscienza dei gravi rischi di compromissione irreversibile di delicati eco-sistemi e di pezzi rilevanti del patrimonio paesaggistico-ambientale nelle regioni Basilicata e Calabria; in particolare vengono segnalati, anche dalla meritoria opera delle associazioni ambientaliste, i rischi legati alla coltivazione di OGM (organismi geneticamente modificati) in campo aperto a Pantanello (Matera); i presunti traffici illeciti di rifiuti radioattivi ruotanti attorno alla sede dell'ENEA di Rotondella (Matera); le svariate discariche abusive di rifiuti speciali e pericolosi disseminate in Val Basento; le discutibili estrazioni petrolifere in Val d'Agri. È in questo quadro di incuria ambientale che si può leggere l'aggressione a segmenti rilevanti della costa jonica: segmenti talmente degradati da essere privati, con ordinanza delle Autorità competenti, dei permessi di balneazione; una prima emergenza è la salvaguardia e la messa in sicurezza delle spiagge: emergenza acuita dalla recente approvazione del Piano di utilizzo delle zone demaniali e marittime della costa jonica da parte della Regione Basilicata. Il piano infatti, oltre ad essere generico e lacunoso nel valutare la sostenibilità ambientale, lascia di fatto spazio aperto alla cementificazione selvaggia di una delle ultime coste ancora vergini d'Italia; nel mezzo della pineta costiera jonica, starebbero nascendo enormi ammassi di cemento che custodiscono alloro interno piccoli paradisi destinati esclusivamente ad un turismo d'élite; la costa jonica lucana (lunga circa 40 chilometri) è classificata dal programma dell'Unione Europea denominato «Rete Natura 2000» - traente la sua natura giuridica dalle Direttive Comunitarie n. 409 del 1979 (Uccelli) e n. 43 del 1992 (Habitat) - per il rilevante interesse rappresentato dalla presenza di «tipi particolari» di flora e fauna; ai sensi delle succitate Direttive, sono stati individuati cinque «Siti di Importanza Comunitaria» (SIC) così distribuiti: «Foce Sinni» di ettari 928, «Foce Agri» di ettari 659, «Foce Basento» di ettari 499, «Foce Bradano» di ettari 467 e «Foce Cavone» di ettari 433. Le cinque aree precitate hanno un rilevante interesse naturalistico per via della peculiarità degli habitat ed inoltre la «Foce Sinni» è classificata come «Zona di Protezione Speciale» (ZPS) grazie alla presenza di peculiari sistemi faunistici; il Piano Turistico Regionale della Regione Basilicata prevede una serie di interventi edilizi e non, su tutta la costa jonica, che non terrebbe conto dei problemi che si verrebbero a manifestare nel momento in cui queste opere andranno a fine, come ad esempio: inquinamento della costa, erosione della costa, salinizzazione delle falde, eccetera eccetera; i progetti acquisiti dal succitato Piano sono: il progetto Marinagri, il progetto Cit Holding, il progetto per la costruzione del porto degli Argonauiti ed il progetto Piano dei Lidi; la società Marinagri S.p.A. - da cui prende il nome il progetto - dopo aver richiesto la procedura di rilascio in concessione di terreni demaniali per la realizzazione di un porto turistico - ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997 - avrebbe redatto un progetto per la messa in opera di un «Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri» da realizzarsi in prossimità della foce del fiume Agri, ricadente il tutto nei territori dei comuni di Scanzano Jonico (Matera) e di Policoro (Matera); il principio base su cui si fonda la realizzazione del centro turistico sarebbe quello di realizzare un sistema «ecologico» di relax e svago, mirato a creare un connubio tra l'elemento dell'acqua - presente in detto territorio sotto forma di mare, laguna e fiume - ed una serie di servizi di altissimo livello ben inseriti nel verde e nell'ambiente; il progetto della Marinagri S.p.A., dopo aver ottenuto la legittimazione urbanistica con l'approvazione del Piano Particolareggiato d'Ambito denominato «Foce d'Agri» (approvato dal Comune di Policoro con delibera consigliare n. 74 del 1996), prevede come atto successivo la realizzazione del porto turistico in sostituzione del preesistente bacino di acquicoltura ittica dimesso (in origine i diritti dei godimenti reali appartenevano alla Valdagri S.p.A., la quale ha ceduto il tutto alla Marinagri S.p.A.); per la messa in opera del «Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri» sarebbe previsto un vasto complesso di opere così identificate: 1) villaggio turistico «Ios» costituito da 650 posti letto; 2) villaggio turistico «Thira» costituito da 630 posti letto; 3) villaggio portuale «Akiris» comprendente: a) porto turistico da 225 posti barca, con annesso cantiere navale, con i relativi impianti di distribuzione del carburante e tutti i servizi nautici necessari al reale utilizzo della struttura; b) villaggio turistico «Oia» da 600 posti letto; c) hotel «Ormos» con la classificazione alberghiera di un quattro stelle composto da 190 posti letto; d) club nautico, disco bar ed un ristorante; e) residence su un'area di 74.800 mq; f) pianeta commerciale con gli annessi servizi esteso su un'area di 18.400 mq; per quanto riguarda la costruzione del villaggio lagunare le opere che verrebbero poste in essere sono le seguenti: a) residence per complessivi 19.000 mq; b) centro ricevimenti con parco acquatico e delfinario; c) hotel «Thalas» con la classificazione alberghiera di un quattro stelle composto da 320 posti letto; d) centro di talassoterapia per una ricettività di 250 persone; e) hotel «Poseidon» con la classificazione alberghiera di un tre stelle - con l'iscrizione nelle guide internazionali alberghiere - composto da 400 posti letto, centro convegni ed anfiteatro; f) attività ricreative comprendenti: campo da golf di 18 buche, parco acquatico naturale e delfinario, parco ornitologico, orto botanico e un centro sportivo polifunzionale; la Marinagri S.p.A. ha incaricato la società Modimar s.r.l. (società che ha redatto e messo appunto i diversi progetti) di effettuare indagini meteomarine per rilevare le probabili incongruenze con le opere suddescritte e l'ecosistema preesistente: e, difatti, dalle indagini effettuate è apparsa evidente la tendenza all'arretramento della linea di costa jonica; l'Università degli Studi della Basilicata ed in particolare la LATIBI (Laboratorio di Tecnologie Informative nella pianificazione dei Bacini Idrografici), avrebbero effettuato studi più approfonditi i quali affermerebbero lo scarso ripascimento naturale della linea di costa a causa dell'esiguo apporto di detriti da parte dei diversi fiumi che sfociano nel Mar Ionio. I fiumi sono «costretti» dalla realizzazione di invasi artificiali (Monte Cutugno sul Sinni, Monte Pertusillo e Monte Gannano sull'Agri, Monte Camastra sull'affluente destro del Basento) per l'accumulo e la irrogazione dell'acqua ad uso irriguo e potabile; alla realizzazione degli sbarramenti artificiali si aggiunga l'opera di numerose imprese (abusive e non) dedite alla estrazione di inerti fluviali per il confezionamento di conglomerati cementizi e bituminosi: e tutto ciò sta già comportando un progressivo arretramento della linea di costa e una rotazione verso nord delle foci dei principali fiumi lucani; secondo quanto sviluppato dalla Modimar s.r.l. tramite un programma numerico, la realizzazione del porto turistico a servizio del Villaggio Portuale «Akiris», aumenterebbe notevolmente il fronte erosivo della linea di costa, con un arretramento di circa 100 metri della foce del fiume Agri con la conseguente perdita di ampie zone fluviali e lagunari, zone queste necessarie allo scambio idrico e solido tra il fiume e il mare; l'arretramento della costa sarebbe così evidente ed accentuato che i progettisti hanno dovuto prevedere delle opere di mitigazione le quali, però, presenterebbero un notevole impatto diretto sul fiume Agri. Sarebbero infatti previste delle iniezioni di 30.000 metri cubi di sabbia all'anno (più di tre metri cubi di sabbia al giorno) per far fronte all'arretramento incipiente della costa; per il ripascimento artificiale della costa si prevede la realizzazione di tre pennelli aggettanti in mare della lunghezza di 20 metri e una barriera longitudinale parallela alla costa della lunghezza complessiva di 920 metri, di cui 720 metri sommersi e 160 metri emergenti. Lo scopo sarebbe quello di ridurre l'erosione della zona sottoflutto, dove insiste la foce del fiume Agri, prelevando la sabbia dalla zona sopraflutto che invece sarà interessata da un avanzamento della linea di costa a causa dello sbarramento in dossi dal molo destro del porto; diversi sarebbero i Comitati sorti in difesa della costa jonica che esprimono riserve radicali legate all'incompatibilità tra l'opera proposta e gli aspetti paesistici e naturalistici della zona, in relazione al fatto che: 1) l'area è «Sito di Importanza Comunitaria» (SIC); 2) nel tempo si è venuto a creare un habitat particolarmente interessante dove l'avifauna sosta, nidifica e trova sostentamento; tra le specie animali presenti si annovera la lontra; 3) la prevista struttura portuale altererebbe l'equilibrio delle aree golenali ed esturiali del corso naturale dell'acqua con possibili esondazioni che renderebbero insicuro il tutto; 4) l'area, per i suoi valori naturalistici e paesaggistici, è stata delimitata e sottoposta a maggiore tutela, per cui le eventuali trasformazioni devono essere compatibili con quanto prescritto dalla cosiddetta «Scheda di Ambito D» del Piano Paesistico del Metapontino regolamentato dalla legge regionale n. 3 del 1990; l'Ufficio Regionale per lo Sviluppo Economico del Territorio con delibera n. 1 del 20 dicembre 2000 ha dato parere favorevole alla localizzazione di un Centro Turistico Integrato a Scanzano Jonico ad opera della Cit Holding S.p.A.; il progetto del Centro Turistico Integrato prevede la realizzazione di: 1) tre villaggi albergo da 3.432 posti letto su una superficie di 81.845 mq; 2) due case albergo da 1.877 posti letto su una superficie di 47.397 mq; 3) un centro di formazione turistica da 250 posti; 4) un parco acquatico; 5) un aviosuperficie; 6) reti stradali e parcheggi; nonostante la succitata delibera abbia espresso parere favorevole alla localizzazione in agro di Scanzano Jonico del citato centro, l'Ufficio Compatibilità Ambientale avrebbe sottolineato il fatto che parte dell'area in oggetto ricade nel Piano d'Ambito del Metapontino ovvero nel Piano Territoriale Paesistico di area vasta del Metapontino; tale Piano Territoriale sarebbe stato recentemente modificato nel perimetro con una Delibera del Consiglio Regionale n. 474 del 18 marzo 2002 e da un successivo Decreto del Presidente della Giunta n. 62: tale modifica avrebbe consentito il rilascio del nulla osta per l'inizio dei lavori; la LIPU (Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli) in data 3 giugno 2002 avrebbe presentato al TAR Basilicata la richiesta di sospensiva dei succitati atti normativi di competenza regionale; il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), per il progetto della Cit Holding S.p.A. avrebbe stanziato la cifra di 500 miliardi di vecchie lire; il porto turistico denominato Porto degli Argonauti, si inserirebbe in un contesto più ampio di riqualificazione e miglioramento delle infrastrutture turistiche della costa jonica lucana rappresentando in tal modo il fulcro del «Complesso Turistico Integrato degli Argonauti» previsto in prossimità della foce del fiume Basento; il porto prevederebbe l'accoglienza di 481 barche di lunghezza dagli 8 ai 15 metri a cui si accompagnerebbero tutte le opere accessorie come: pontili, darsene, ricovero per le imbarcazioni, officine e rimesse; lo studio di impatto ambientale relativo al Porto degli Argonauti avrebbe stabilito la necessità di una serie di interventi di mitigazione per la risoluzione dei problemi idraulici connessi all'interazione tra il fiume Basento e il mare; l'intera costa jonica è interessata, dal secondo dopoguerra a oggi, da un intenso fenomeno erosivo che produce l'arretramento di oltre 100 metri di costa in periodi variabili in base alle condizioni climatiche contingenti; lo studio idraulico condotto sull'intera area, avrebbe evidenziato la particolare vulnerabilità dei terreni attigui al corso d'acqua rispetto a piene di elevata intensità. In funzione di detto studio, sarebbero state previste delle misure di contenimento delle piene attraverso la realizzazione di arginature in gabbionata metallica per tutto il tratto terminale dell'asta fluviale del Basento, il taglio della vegetazione ripariale e la rimozione di qualunque ostacolo vegetale e non che ostruirebbe il libero deflusso dell'acqua. Successivamente sarebbero previste delle opere di rinaturalizzazione e di protezione spondale con funzione attentatrice nei confronti dell'onda di piena; infine per fronteggiare l'intrusione del cuneo salino sarebbero state previste opere di immissione in superficie di acqua dolce; il decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 delega alle regioni il compito di gestire amministrativamente i litorali e le relative aree demaniali. In ordine al citato decreto la Regione Basilicata ha adottato con una direttiva della Giunta regionale n. 394 del 2001 la gestione delle aree demaniali e dei litorali redigendo un «Piano di Utilizzazione delle Aree Demaniali della Costa Jonica»; i principi fondamentali su cui si basa il piano sarebbero: 1) elevata rilevanza naturalistica, paesaggistico-ambientale ed economica del mare, dell'arenile e della pineta prospiciente; 2) miglioramento della offerta turista regionale; 3) coerenza con il «Piano Paesistico» vigente e il «Piano di Sviluppo Regionale»; tale piano è stato successivamente denominato Piano dei Lidi il quale prevederebbe la realizzazione di una elevata quantità di opere edilizie e non (quali stabilimenti balneari, spiagge attrezzate con la possibilità di realizzare bar, docce, spogliatoi, bagni e pronto soccorso, campus naturalistici, zone verdi attrezzate e zone per l'attività di pesca) nei seguenti comuni di Nova Siri (Matera), Rotondella (Matera), Policoro (Matera), Scanzano Jonico (Matera), Pisticci (Matera), Bernalda (Matera) -: quale giudizio diano i Ministri interrogati del complesso delle vicende suddescritte; quali interventi si intenda porre in essere per impedire l'ulteriore scempio della costa jonica e per la salvaguardia e la valorizzazione di un territorio che la Comunità Europea ha classificato: «Sito di Interesse Comunitario». (4-03384)" . "1"^^ . "20030930" . "4/03384" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03384 presentata da VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 03/07/2002" . "20020703" . . "Camera dei Deputati" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03384 presentata da VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 03/07/2002"^^ . . . _:Bc712d3f8e99ba64d870a3b5cade96b34 "Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedì 30 settembre 2003 nell'allegato B della seduta n. 364 all'Interrogazione 4-03384 presentata da VENDOLA Risposta. - La regione Basilicata ha illustrato le varie tappe che hanno portato all'approvazione sia del piano particolareggiato che del progetto del centro turistico integrato Marinagri, attualmente in corso di realizzazione in agro del comune di Policoro. In particolare la regione ha precisato che l'area interessata dall'intervento ricade all'interno del piano paesistico di Area Vasta del Metapontino (già strumento di tutela e salvaguardia di aree di particolare pregio) che prevede per l'ambito denominato «Foce del fiume Agri» la redazione di un piano particolareggiato esecutivo d'ambito. Tale piano è stato approvato con decreto del Presidente della giunta regionale n. 711 del 9 settembre 1997. Per tale intervento non si sarebbe proceduto alla valutazione di impatto ambientale in quanto la L.R. n.3/96 aveva precedentemente abolito l'obbligo della V.I.A. a piani e programmi; non si sarebbe altresì proceduto alla valutazione d'incidenza nei termini e nei modi stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica n.357 del 8 settembre 1997 in quanto lo stesso è entrato in vigore successivamente alla data di approvazione definitiva del piano. A seguito all'approvazione definitiva del PPEA (Piano particolareggiato esecutivo d'ambito), la società Marinagri S.p.A, in qualità di soggetto attuatore del piano, avrebbe predisposto la progettazione del Centro turistico integrato «Marinagri» e del relativo porticciolo turistico «Akiris» in conformità al piano medesimo. Per questo intervento si sarebbe avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale ai sensi della legge regionale n. 47 del 14 dicembre 1998, in data 20 marzo 2000. In ossequio al disposto del comma 5 dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 357/97 non si sarebbe proceduto invece all'avvio di una specifica valutazione d'incidenza in quanto la stessa è stata ricompresa nella procedura di V.I.A. In tal senso, lo Studio di impatto ambientale comprenderebbe gli elementi specifici atti a identificare le possibili incidenze negative per le specie e per gli habitat in base ai quali il sito in questione è stato individuato come sito Natura 2000. Infatti la costa ionica lucana rientra nella Rete Natura 2000 per la presenza di peculiari sistemi di flora e fauna; in tale area sono stati individuati, ai sensi della direttiva «Habitat», i siti d'importanza comunitaria: IT 9220055 «Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica»; IT 9220080 «Costa Ionica Foce Agri»; IT 9220085 «Costa Ionica Foce Basento»; IT 9220030 «Costa Ionica Foce Bravano». L'individuazione di tali aree quali siti d'importanza comunitaria risale al 1995, per cui a partire da tale data, per le zone in esame vanno applicate le disposizioni previste dalla normativa comunitaria vigente in materia. Lo stesso progetto sarebbe stato inoltre presentato anche all'ufficio urbanistica e tutela del paesaggio della regione per l'ottenimento delle autorizzazioni richieste dal decreto legislativo 490/99. A conclusione delle istruttorie condotte dall'Ufficio compatibilità ambientale e dall'ufficio urbanistica e tutela del paesaggio, il progetto relativo alla costruzione del Centro turistico ecologico integrato «Marinagri» sarebbe stato esaminato dal Comitato tecnico regionale per l'ambiente che avrebbe espresso il proprio giudizio favorevole subordinato ad alcune prescrizioni. Tutto ciò considerato, la giunta regionale, con DGR n. 2463 del 27 novembre 2001 e DGR n. 1023 del 10 giugno 2002, ha espresso il proprio giudizio favorevole di compatibilità ambientale, ai sensi della legge regionale 47/98 e rilasciato l'autorizzazione paesaggistica, ai sensi del decreto legislativo 490/99. Successivamente, in ottemperanza alle prescrizioni imposte con le citate deliberazioni di giunta, la società proponente ha presentato all'ufficio compatibilità ambientale il piano di monitoraggio relativo al controllo della costa, della qualità delle acque marine, della qualità dell'aria e della qualità floro-faunistica, piano che è stato approvato dal dirigente dell'ufficio con propria determinazione dirigenziale. Tutto ciò premesso, la regione ritiene di aver ottemperato nel rispetto delle norme in materia di valutazione di incidenza per il progetto in esame. Questo ministero, non considerando esauriente quanto rappresantato dalla regione, soprattutto in merito al riscontro o meno di incidenze negative sul sito causate dall'intervento in questione e sull'eventuale applicazione di misure di salvaguardia dell'integrità dell'area, ha chiesto ulteriori delucidazioni in merito al parere espresso dalla giunta regionale sull'argomento precisando nel contempo, che nel caso in esame, trattandosi di siti caratterizzati dalla presenza di un habitat prioritario, cod. 22.50 «Dune Costiere con Juniperus ssp», qualora si sia verificata la possibilità di un'incidenza negativa, per la realizzazione dell'intervento, possono solo essere addotte considerazioni connesse con la salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze di primaria importanza per l'ambiente o, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico. Il ministero dell'ambiente ha sottolineato sia la necessità di predisporre, qualora l'intervento debba comunque essere realizzato, nonostante la presenza di incidenze negative, adeguate misure di compensazione atte a contrastare gli effetti negativi dell'intervento, quindi, anche, la necessità di effettuare ex novo un'adeguata valutazione d'incidenza, qualora la procedura di valutazione d'impatto ambientale non contenga tutti gli elementi atti ad identificare le possibili conseguenze negative per gli habitat e le specie presenti nel sito riguardo agli obiettivi di conservazione dello stesso ed anche alla coerenza globale della struttura e della funzionalità della Rete Natura 2000. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli." . _:Bc712d3f8e99ba64d870a3b5cade96b34 "20030930" . _:Bc712d3f8e99ba64d870a3b5cade96b34 "MINISTRO AMBIENTE E TUTELA TERRITORIO" . _:Bc712d3f8e99ba64d870a3b5cade96b34 .