"Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dei beni culturali e ambientali, dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: nei giorni scorsi mi e' stato recapitato, dall'ufficio postale della Camera dei deputati, un \"esposto\" anonimo, che denuncia una serie di abusi ed omissioni messe in atto dall'attuale Soprintendente ai beni culturali e ambientali di Napoli, architetto Mario De Cunzo; quanto esposto, se risultasse veritiero, proverebbe una gestione \"affaristica\" e tangentizia dei beni culturali in Campania, secondo un modello ampiamente verificato dalle indagini della Magistratura in altri settori ed in auge in tutto il territorio nazionale; in particolare viene denunciato un \"affidamento a trattativa privata di due lavori di restauro per un importo di due miliardi, alla impresa Iapicca\", che risulterebbe non idonea a svolgere detti lavori in quanto mancante della relativa iscrizione all'Albo Nazionale Costruttori per la categoria 3A (restauri). Cio' sarebbe stato il \"prezzo\" pagato dal De Cunzo all'ex ministro Facchiano in cambio della promozione a soprintendente di Napoli. Il tutto in spregio a quanto stabilito dall'articolo 2 della legge 10 febbraio 1962, n. 57 e successive modificazioni, in tema di appalti di opere pubbliche; lo stesso esposto riferisce di un affidamento di due lavori per lire 1.600.000.000 (un miliardo e seicento milioni) senza gara ed a prezzi enormemente gonfiati. Cio' sarebbe avvenuto nel febbraio del 1993 \"su segnalazione del senatore Spadolini, tramite le sorelle Croce finalizzata a garantire all'architetto Mario De Cunzo la permanenza a Napoli quale Soprintendente evitandogli la sospettata \"promozione\" a ispettore centrale. Questi ha affidato all'impresa Calvanese senza alcuna giustificazione a trattativa privata due lavori di cui uno dell'importo di 700 milioni per il consolidamento e restauro della Chiesa di S. Giovanni a Carbonara e l'altro dell'importo di 900 milioni per il consolidamento e restauro del Palazzo Filomarino in Napoli\". Successivamente (novembre '93) gli stessi lavori sarebbero stati oggetto di un \"contratto variativo\" che oltre ad aumentare l'importo dei lavori, ha enormemente gonfiato i prezzi. \"Basti ad esempio: un pavimento in cotto 20%20 quotato mediamente sulle 40.000 al mq., nel contratto aggiuntivo viene pagato a ben lire 106.500/mq. Per altri tipi di pavimenti in cotto, non quotati in tariffe, vengono concordati prezzi ancora piu' scandalosi fino ad arrivare all'incredibile prezzo di lire 795.000/mq.\"; sempre secondo l'esposto: \"il Ministero BB.CC. con varie circolari tra cui la n. 91/91 del 17 luglio 1991 e la n. 4975 del 10 luglio 1991 ribadisce che nei progetti di restauro le Soprintendenze, quale organo dello Stato e nel contempo istituto di cultura, deve significare, nel migliore dei modi la sua competenza scientifica e tecnica \"e da cio' scaturisce...l'esigenza di non far ricorso se non nei casi di comprovata necessita' e previa autorizzazione ministeriale, a progetti esterni all'Amministrazione\" e prescrive che debba sempre restare allegata alla perizia la preventiva autorizzazione ministeriale. Nonostante cio' l'architetto Mario De Cunzo, che ha in organico alle sue dipendenze ben 27 architetti - lasciando questi pressoche' inutilizzati - ha affidato e continua ad affidare a quattro, cinque professionisti esterni, sempre gli stessi, progettazioni per cui ha pagato parcelle per centinaia di milioni senza aver ne' richiesto ne' ottenuto alcuna autorizzazione dal Ministero. I fondi per il pagamento delle parcelle vengono presi distraendoli dai fondi ordinari destinati a manutenzioni, ristrutturazioni e consolidamenti dell'edilizia demaniale e privata d'interesse storico-artistico. I progettisti abituali sono: 1) architetto Adele Pezzullo, ex dipendente della Soprintendenza di Napoli e poi di Salerno che, amica del De Cunzo, dopo gli ovvi accordi con lui, ha trovato piu' conveniente licenziarsi e lavorare come progettista esterno; 2) architetto Maurizio Di Stefano, figlio del professor Di Stefano, presidente del comitato di settore del Ministero dei beni culturali e ambientali; 3) architetto Carmine Gambardella, marito di una sostituta procuratore della Repubblica presso la sezione urbanistica della Procura circondariale di Napoli; 4) architetti Rozza e Napolitano quali prestanome dell'ingegner Michele Candela, dipendente del comune di Avellino; 5) ingegner Renato Sparacio; 6) architetto Marisa Margiotta. Ne' puo' affermare l'architetto De Cunzo che gli architetti in organico sono troppo impegnati in quanto essi sono quasi del tutto inutilizzati e lo stesso architetto De Cunzo si e' piu' volte proposto per l'espletamento di compiti che non gli competono, quali la redazione di piani paesaggistici, il controllo dei progetti di riattamento di scuole eseguiti dalla Prefettura di Napoli all'inizio dell'anno scolastico\"; nel citato \"esposto\", si sostiene: \"Circa tre anni or sono l'architetto Elio Garzilli fu nominato Soprintendente ai beni ambientali di Salerno, succedendo all'architetto Mario De Cunzo, trasferito in pari data alla Soprintendenza di Napoli. Gia' ad un primo esame della situazione amministrativa e contabile della Soprintendenza di Salerno, l'architetto Garzilli, rivelo' che era stata compiuta dal suo predecessore una serie incredibile di abusi e irregolarita' con evidenti responsabilita' penali che assolutamente non potevano essere ne' ignorate, ne' tantomeno avallate, per cui fu costretto a chiedere l'intervento del superiore Ministero dei beni culturali. Il Ministro fu informato di tutto quanto rilevato con numerose relazioni ed esposti, ma, per mettere a tacere la cosa, anziche' trasmettere il tutto alla competente Procura della Repubblica, si limito' a informare la Procura della Corte dei conti, ben piu' lenta e discreta dell'altra. Poiche' l'architetto Garzilli non accettava di assumersi la responsabilita' di coprire le malefatte dell'architetto De Cunzo, venne trasferito alla Soprintendenza di Bologna, sede da lui gia' da tempo richiesta, e al suo posto a Salerno venne \"promosso\" il piu' accomodante architetto Giuseppe Zampino\" -: se siano a conoscenza di quanto esposto; le iniziative che intendano assumere per verificare la veridicita' di quanto esposto; se esista un provvedimento presso la Corte dei conti a carico del De Cunzo e se cio' e' compatibile con il ruolo che attualmente ricopre; nel caso, di eventuali riscontri di quanto esposto, se concordino sulla necessita' di nominare una commissione d'inchiesta sulla gestione De Cunzo; il numero delle prescritte autorizzazioni rilasciate dal competente Ministero per accedere a prestazioni professionali esterne all'Azienda. (4-02670)" . . . . "NESPOLI VINCENZO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO)" . "4/02670" . . . _:Bf3f0f763979d516d71e4520c82359a2c . . . "19940802-19941205" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02670 presentata da NESPOLI VINCENZO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940802" . "1"^^ . "2014-05-14T19:22:57Z"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02670 presentata da NESPOLI VINCENZO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940802"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . _:Bf3f0f763979d516d71e4520c82359a2c "19941118" . _:Bf3f0f763979d516d71e4520c82359a2c "MINISTRO MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI" . _:Bf3f0f763979d516d71e4520c82359a2c .