INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02373 presentata da BENEDETTI SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 31/10/2013
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02373 presentato da BENEDETTI Silvia testo di Giovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109 BENEDETTI , MASSIMILIANO BERNINI , GAGNARLI , GALLINELLA , L'ABBATE , LUPO e PARENTELA . — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: i cosiddetti richiami vivi sono uccelli che vengono catturati in roccoli e prodine tramite reti da uccellagione a maglie molto sottili, quasi invisibili, vietate dalla direttiva uccelli 2009/147/CE; ogni anno i roccoli vengono aperti per la cattura degli uccellini da destinare ai cacciatori; l'Italia è l'ultimo dei Paesi dell'Unione europea che fa uso di questa pratica; i servizi legali della Commissione europea confermano che l'Unione europea sta indagando sull'utilizzo delle reti per uccellagione nei roccoli in Italia (pratica EU-Pilot 1611/10/ENVI); secondo l'eurodeputato Andrea Zanoni la deroga della regione Veneto, ma anche della Provincia di Trento e delle regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Marche, che consente l'uso delle reti da uccellagione severamente vietate, viola apertamente la direttiva Uccelli (2009/147/CE) in quanto non prevede «altre soluzioni soddisfacenti», l'esistenza di «condizioni rigidamente controllate» e «la selettività del prelievo»; sono principalmente sette le specie di uccelli utilizzati come richiami per la caccia d'appostamento: allodola, cesena, merlo, tordo sassello, tordo bottaccio, colombaccio, pavoncella; ma ci sono anche fringuello, peppola, pispola e prispolone. Si tratta perlopiù di uccelli migratori e gregari; l'allodola è una specie a rischio, classificata come «vulnerabile» e inserita nella lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia e in declino da 30 anni in tutta Europa; in Italia furono 459 gli impianti di cattura autorizzati tra il 1994 e il 2005, oltre 170 gli impianti mediamente attivi ogni anno, sei le regioni italiane che autorizzano la cattura degli uccelli: Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Toscana e Trentino-Alto Adige; la Lombardia è la regione con più impianti di cattura (50-60 ogni anno); Parma è la prima e unica provincia italiana ad aver vietato l'utilizzo dei richiami vivi; per far cantare questi uccelli d'autunno o d'inverno, quando la caccia è aperta, essendo questi animali canterini in primavera, quando si riproducono, sono sottoposti alla cosiddetta «chiusa»; vengono strappate agli stessi alcune penne e piume, tenuti in cantine buie e alimentati pochissimo; viene così simulato l'inverno in primavera - estate; una volta ripostati alla luce, tra ottobre e dicembre, convinti di essere in primavera, emettono il canto nuziale, attirando così i propri conspecifici; Renato Ceccherelli, veterinario del Cruma (centro recupero uccelli marini acquatici) ha dichiarato che gli uccelli utilizzati come richiamo hanno un tasso di mortalità altissimo e molti di quelli che sopravvivono sviluppano ipersensibilità alle malattie a causa di una immunosoppressione da stress. Patiscono traumi, presentano problemi legati a carenza di vitamine e sali minerali indispensabili alla sopravvivenza e subiscono trattamenti farmacologici deleteri a base di testosterone, impartiti da chi li detiene per obbligare gli uccelli a cantare anche al di fuori del periodo riproduttivo; rinchiusi in gabbie anguste gli uccelli migratori soffrono per lo stravolgimento del loro assetto fisiologico e sovente presentano stereotipie, segno di adattamento patologico alla cattività; al cacciatore che si serve del richiamo vivo interessa solo il maschio, poiché quest'ultimo, cantando, richiama i suoi simili a tiro di fucile; il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi, quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine; queste bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio; i maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa; la liceità dell'impiego di uccelli utilizzati come richiamo costituisce di fatto una difformità dalla legge 20 luglio 2004, n.189, recante «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate», legge che ha profondamente modificato l'assetto normativo in tema di animali; gli uccelli usati per attirare i loro conspecifici durante l'attività venatoria vengono posti in gabbie dove non potranno più volare, con l'impossibilità di aprire le ali e con la mangiatoia e il beverino all'interno della gabbia. Queste gabbie sono quadrate, devono essere modulari, non possono avere sporgenze perché trasportate in automobile. Gli uccelli, inevitabilmente, imbrattano il cibo e l'acqua con le loro deiezioni, con gravi conseguenze igieniche; con la sentenza numero 2341/13 del 17 gennaio 2013 (udienza del 7 novembre 2012), la terza sezione della Corte di Cassazione ha riconosciuto il reato di maltrattamento di cui all'articolo 727 comma 2 del codice penale nella detenzione di uccelli in gabbie anguste; nel testo della sentenza si legge che «il detenere uccelli in gabbie anguste piene di escrementi, essendo l'inadeguata dimensione delle gabbie attestata dal fatto che gli uccelli hanno le ali sanguinanti, avendole certamente sbattute contro la gabbia in vani tentativi di volo, integra il reato di cui all'articolo 727 comma 2 del Codice Penale poiché, alla luce del notorio, nulla più dell'assoluta impossibilità del volo è incompatibile con la natura degli uccelli»; l'ultimo rapporto Eurispes Italia 2013 indica che meno del 20 per cento degli italiani si dice tollerante nei confronti della caccia; il 5 dicembre 2012 il deputato europeo Andrea Zanoni e i rappresentanti della LAC (Lega abolizione caccia) e del CABS ( Committee Against Bird Slaughter ) hanno consegnato circa 18.000 firme alla presidente della commissione petizioni al Parlamento europeo affinché l'Unione europea proibisca per sempre il possesso di uccelli selvatici, sia derivanti da cattura che da allevamento, utilizzati come richiami vivi nella caccia agli uccelli migratori; la LIPU – Lega italiana protezione uccelli ha recentemente avviato la campagna e petizione «No ai richiami vivi» contro la cattura e la detenzione di uccelli come «esche» per l'attività venatoria; l'ISPRA – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con circolare del 21 giugno 2012, indirizzata alla regione Veneto, dà parere sfavorevole alla cattura in deroga degli uccelli con l'utilizzo delle reti per la stagione 2012/2013, sottolineando che quantomeno dovrebbero essere messi in pratica i metodi alternativi quali l'allevamento degli uccelli in cattività; parere di fatto ignorato dalla regione Veneto che con delibera n.1629 del 31 luglio 2012 ha autorizzato ben 46 impianti di uccellagione, per la cattura di 16.000 uccelli migratori; il 18 giugno 2013 il consiglio regionale del Veneto, su proposta del consigliere regionale della Lega Nord Gianpiero Possamai, ha approvato la proposta di Legge che abolisce l'obbligo di tenuta, compilazione ed esibizione dell'apposito registro per gli allevatori di uccelli da richiamo appartenenti alle specie cacciabili; sul Bollettino ufficiale della regione del Veneto n.58 del 12 luglio 2013 è pubblicata la deliberazione della giunta regionale n.1099 del 28 giugno 2013 avente titolo: stagione venatoria 2013-2014. Autorizzazione alla gestione di impianti di cattura per il rifornimento di richiami vivi (articolo 9 Direttiva 2009/147/CE; articolo 4 legge n.157 del 1992; articolo 4 legge regionale n.50 del 1993); nelle note per la trasparenza è specificato che: «Viene approvato, per la stagione 2013-2014, l'annuale programma di gestione degli impianti di cattura per il rifornimento di richiami vivi da mettere a disposizione dei cacciatori aventi titolo ai sensi di legge», quanto deliberato avviene nuovamente in difformità con il parere dell'ISPRA che anche quest'anno ha espresso parere sfavorevole all'attivazione degli impianti di cattura (allegato C della medesima delibera); la cattura di uccelli da richiamo spesso sfocia in gravi violazioni perseguibili penalmente; diverse operazioni di polizia, carabinieri e Corpo forestale stanno facendo luce su furti, traffici e detenzione di uova, nidi, implumi e uccelli; ad oggi risultano pendenti vari processi penali grazie solo a saltuari controlli; rigidi controlli sarebbero invece previsti dall'articolo 9 della direttiva uccelli; un video reperibile in internet intitolato «Contraffazione anelli per uccelli catturati illegalmente» mostra come vengano applicati anelli identificativi a uccelli catturati illegalmente in un laboratorio clandestino in Veneto; anelli che a norma di legge si possono applicare solo agli uccelli di allevamento nei primi giorni di vita come previsto dall'articolo 66, punto 8 del regolamento (CE) 865/2006; questa operazione fraudolenta permette di fatto di trasformare migliaia di uccelli selvatici protetti e non commerciabili, catturati illegalmente, in volatili nati in allevamento e quindi commerciabili legalmente; con la sentenza n.7949/2013 del 19 febbraio 2013 (udienza del 20 settembre 2012), la terza sezione della Corte di Cassazione ha riconosciuto il reato di uso di mezzi di caccia vietati, anche al di fuori delle ipotesi di cui all'articolo 21 lettera r) , secondo cui è vietato «usare a fini di richiamo uccelli vivi accecati o mutilati ovvero legati per le ali e richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono»; la nozione di «mezzi vietati» va intesa, dunque, in senso ampio e comprende qualsiasi strumento da caccia vietato, compresi i richiami in genere, tra i quali vanno inclusi i richiami vivi «non identificabili mediante anello inamovibile»; la sentenza di Cassazione riguarda un ricorso contro una sentenza di condanna di primo grado del tribunale di Bergamo del 20 ottobre 2011 numero 1870/2010; con questa sentenza, la Corte ha rigettato il ricorso ed ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali; l'istituto superiore di sanità ha confermato la positività per il virus dell'influenza aviaria H7N7 in una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali in uno degli allevamenti del gruppo Eurovo colpiti dal virus a Mordano (Bologna); già il 14 agosto 2013 nei comuni dell'Emilia Romagna di Ostellato (FE), Mordano (BO) e Portomaggiore (FE), le autorità sanitarie locali hanno rilevato la presenza del virus sottotipo H7N7; si tratta di tre allevamenti: Ostellato con 128.000 galline ovaiole, Mordano con 586.000 galline ovaiole e Portomaggiore con 18.000 tacchini, i cui animali sono stati uccisi su disposizione delle autorità; il problema riguarda anche il Veneto, visto che a Occhiobello (in provincia di Rovigo) è stata disposta l'uccisione in via preventiva di 200.000 galline ovaiole di un allevamento; l'istituto superiore di sanità fa sapere che oltre al caso confermato di aviaria se ne registra un altro «sospetto», anche in questo caso riguardante un operaio impegnato in un allevamento di volatili colpito dall'influenza aviaria (lo stesso stabilimento del caso confermato); il 16 luglio 2013, la giunta del Veneto con la delibera 1286 «Regime di deroga al divieto di utilizzo di volatili appartenenti agli ordini degli anseriformi e caradriformi nell'attività venatoria – disposizioni esecutive per la stagione venatoria 2013/2014» ha concesso nell'attività venatoria l'uso e la movimentazione di richiami vivi, anatre comprese, uccelli questi ritenuti veicolo del contagio; il 21 settembre 2012 la regione, in seguito ad un caso di H5N1, aveva vietato fiere, mostre e mercati di avifauna, consentendo però le fiere dedicate agli uccelli ornamentali, ovvero le sagre degli uccelli nelle quali sono presenti, in particolare, anche anatre usate come richiami vivi nella caccia; la legge 11 febbraio 1992, n.157, recante «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio» affida all'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ISPRA (già Istituto nazionale per la fauna selvatica – INFS)»... di controllare e valutare gli interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome, di esprimere i pareri tecnico-scientifici richiesti dallo Stato, dalle regioni e dalle province autonome»; nell'ottobre 2011 una lettera trasmessa dalla Commissione europea all'Italia ha chiarito e confermato la posizione espressa da Bruxelles, già in luglio, sull'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca Ambientale), quando aveva affermato che «i pareri rilasciati da Ispra sui provvedimenti regionali in materia di caccia devono considerarsi obbligatori e le Regioni debbono necessariamente uniformarsi»; nella lettera inviata all'Italia la Commissione europea scrive che «la legge nazionale italiana affida a Ispra il compito di fornire, in qualità di organo nazionale scientifico e tecnico, le necessarie valutazioni scientifiche e i pareri a tutte le amministrazioni nazionali, regionali e provinciali su una serie di aspetti che riguardano l'attuazione della Direttiva Uccelli; dal nostro punto di vista questo ruolo di Ispra è fondamentale al fine di assicurare, in tutto il territorio italiano, un'attuazione coerente, unitaria e fondata sui solide basi scientifiche della direttiva uccelli», esprimendo «apprezzamento per le capacità e l'autorevolezza dell'istituto, dei cui pareri sia la Commissione europea che la Corte di Giustizia dell'Unione europea hanno finora riconosciuto la validità scientifica e la coerenza con i principi di conservazione della Direttiva Uccelli», e ricordandone l'importanza in particolare in tema di deroghe di caccia, la Commissione sottolinea come tutte le condanne contro l'Italia abbiano avuto per prologo il fatto che tali pareri sono stati «sistematicamente ignorati dalle autorità regionali», «Riteniamo quindi che, per le Regioni italiane – conclude la Commissione – seguire i pareri Ispra sia un ottimo modo per evitare possibili problemi nell'applicazione della direttiva uccelli»–: quali iniziative intendano adottare i Ministri, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, per affrontare risolutamente il problema dei «richiami vivi» che sono in totale antitesi con: la biologia, l'etologia, l'ecologia e la fisiologia degli uccelli; gli sforzi per la conservazione di specie minacciate come l'Allodola; il senso etico della grande maggioranza degli italiani; il rispetto del parere vincolante dell'ISPRA; il rispetto della direttiva uccelli 2009/147/CE; il rispetto delle sentenze emesse dalla Corte Suprema di Cassazione il rispetto della legge 20 luglio 2004, n.189, recante «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate»; le misure di prevenzione contro la diffusione del virus dell'influenza aviaria; quali siano le ragioni per le quali lo Stato italiano è rimasto l'ultimo dei Paesi dell'Unione europea a permettere pratiche come l'utilizzo dei richiami vivi, lasciando che il comportamento di alcune amministrazioni per venire incontro a una esigua minoranza di cittadini, i cacciatori, rischi di far pagare a tutti i contribuenti le pesanti sanzioni europee ormai alle porte; quali siano le iniziative che i Ministeri intendano adottare per combattere in modo efficace il commercio illegale degli uccelli e la contraffazione di anelli identificativi per uccelli utilizzati come richiamo e se ritengano di potenziare il sistema dei controlli, come previsti dall'articolo 9 della direttiva uccelli; se si intendano assumere iniziative per chiarire, una volta per tutte, soprattutto per fornire precise indicazioni alla cittadinanza e agli enti nazionali e locali, se in Italia il parere dell'ISPRA sia vincolante oltre che obbligatorio, come affermato dalla Commissione europea. (4-02373)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02373 presentata da BENEDETTI SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 31/10/2013
Camera dei Deputati
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02373 presentata da BENEDETTI SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 31/10/2013
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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BERNINI MASSIMILIANO (MOVIMENTO 5 STELLE)
GAGNARLI CHIARA (MOVIMENTO 5 STELLE)
GALLINELLA FILIPPO (MOVIMENTO 5 STELLE)
L'ABBATE GIUSEPPE (MOVIMENTO 5 STELLE)
LUPO LOREDANA (MOVIMENTO 5 STELLE)
PARENTELA PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE)
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