. "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02368 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO) in data 19960724" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02368 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO) in data 19960724"^^ . . . "2014-05-15T10:24:26Z"^^ . . "4/02368" . . "19960724-19970128" . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 . "Ai Ministri dell'ambiente e della sanita'. - Per sapere - premesso che: come si evince ampiamente da articoli pubblicati da alcuni quotidiani veneti del 18 e 19 luglio 1996, nei comuni di Pordenone, Cordecons e Porcia si e' verificato un caso di inquinamento da atrazina e del suo metabolita de-etilatrazina, nella misura di 0,14-0,18 microgrammi per litro, riscontrati dall'azienda per i servizi sanitari nell'acqua dell'acquedotto nord di Pordenone, a fronte dello 0,1 previsto dalla normativa italiana; non sono del tutto noti gli effetti derivanti dall'uso di questo derivato dell'atrazina (di quest'ultima, tra l'altro, non si fa piu' uso in agricoltura da oltre 10 anni); dal 18 luglio scorso, oltre 20 mila persone non possono piu' utilizzare l'acqua del rubinetto; non sono ancora note le esatte concentrazioni del citato prodotto e se siano in aumento; la zona menzionata e' ricca di piccoli pozzi privati non controllati -: quali provvedimenti urgenti intendano adottare per affrontare le prime emergenze; se non ritengano, nell'ambito delle rispettive competenze, di avviare un monitoraggio di tutti i pozzi dell'area citata, al fine di individuare l'estensione dell'inquinamento e di conoscere il numero dei pozzi interessati; quali siano gli effetti di questa sostanza sulla salute umana e animale. (4-02368)" . "PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO)" . "1"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 "Si risponde, su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche per conto del Dicastero dell'Ambiente, sulla base degli elementi fatti pervenire da tale Amministrazione e dalle competenti autorita' sanitarie della Regione Friuli-Venezia Giulia per il tramite di quel Commissariato di Governo. Risulta, in tal senso, che le prime segnalazioni riguardanti la contemporanea presenza di atrazina e del suo metabolita deetilatrazina o desetilatrazina nelle acque destinate al consumo umano del Friuli- Venezia Giulia, risalgono alla fine del maggio 1996, a seguito di indagini analitiche condotte dal presidio multizonale di prevenzione di Udine. L'atrazina e' un fitofarmaco noto per le sue spiccate proprieta' diserbanti, il cui utilizzo e' stato sospeso dal Ministero della Sanita' ormai dal 1986. La desetilatrazina non viene prodotta commercialmente, ma si forma nell'ambiente a seguito di biodegradazione dell'atrazina (per azione di microrganismi presenti nel suolo e conseguente reazione dell'N-deetilazione). La contemporanea presenza di queste due sostanze e' stata rilevata, nel giugno del 1996, anche in alcuni Comuni del territorio della provincia di Pordenone (in particolare, Aviano, Cordenons, Porcia, Pordenone, Roveredo in Piano), dalla locale Azienda per i servizi sanitari n. 6 \"Friuli Occidentale\". In base al decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236, il valore massimo ammissibile della concentrazione di \"atrazina\" e del suo metabolita \"deetilatrazina\" e' di 0,1 microgrammi/litro. I risultati delle analisi effettuate dalla stessa Azienda n. 6 su campioni di acqua potabile prelevati da pozzi privati e da acquedotti nel periodo giugno-luglio 1996, hanno evidenziato il superamento della concentrazione massima ammissibile in una misura variabile tra lo 0,10 e lo 0,60 microgrammi/litro. Un unico campione di acqua, proveniente da un pozzo ubicato nel Comune di Maniago (PD), ha dato valori pari a 0,85 microgrammi/litro. In particolare, il campionamento effettuato presso l'acquedotto di via San Daniele in Pordenone, alimentato da un pozzo tubolare della profondita' di 40-60 metri dal piano campagna ed in grado di rifornire gli abitati della zona di Pordenone Nord, nonche' di parte dei Comuni di Porcia e di Cordenons, ha permesso di rilevare che nel mese di luglio la concentrazione di atrazina e deetilatrazina ha superato i limiti di 0,1 microgrammi/litro. In effetti, la concentrazione di deetilatrazina rilevata nei campioni analizzati in tale circostanza risultava variabile da 0,06 a 0,18 microgrammi per litro, ed a tale misura doveva essere aggiunta anche la concentrazione di atrazina, a sua volta variabile da zero a 0,03 microgrammi per litro. Constatato il superamento del valore massimo ammissibile della concentrazione delle due sostanze, i Sindaci dei Comuni delle zone interessate dall'episodio hanno emesso le previste Ordinanze Sindacali di restrizione dell'uso dell'acqua, vietandone l'impiego potabile e per la preparazione di alimenti. Nel contempo le stesse Amministrazioni comunali hanno provveduto alla distribuzione di serbatoi mobili per garantire adeguata erogazione di acqua potabile ai cittadini ivi residenti. In particolare, per la soluzione del problema di approvvigionamento il Comune di Pordenone e la Direzione Regionale per la protezione civile hanno realizzato la terebrazione di un pozzo spia fino alla profondita' di 396 metri dal piano campagna, al fine di ricercare falde acquifere idonee con cui poter in seguito alimentare l'acquedotto di via San Daniele. Inoltre, per quanto riguarda le falde di maggior impiego per l'approvvigionamento autonomo di acqua da parte dei privati, d'intesa con i Comuni piu' interessati (Pordenone, Porcia, Cordenons, Fontanafredda, Zoppola, Fiume Veneto, Casarsa, Morsano, Chions, Cordovado) e' stato effettuato un monitoraggio a campione allo scopo di raccogliere informazioni sull'eventuale stato di inquinamento delle acque utilizzate, compiendo analisi di potabilita' sui singoli pozzi, su richiesta di privati cittadini e con particolare riferimento alla presenza di erbicidi. Allo stesso modo si e' operato con i pozzi di approvvigionamento di comunita' quali caserme e scuole. In base ai dati pervenuti, alla data del 20 settembre 1996 in tutta la provincia di Pordenone erano stati analizzati 496 campioni d'acqua potabile contenuta nei pozzi, mentre per il controllo degli acquedotti dei Comuni ubicati nella stessa provincia i campioni esaminati risultavano 127. E' opportuno sottolineare, altresi', che fin dalle prime avvisaglie del fenomeno inquinante la Direzione regionale della Sanita', tramite i Dipartimenti ed i Presidi Multizonali di prevenzione dei locali Aziende per i Servizi Sanitari, ha costantemente seguito l'evolversi della situazione. A tal fine, gia' nei primi giorni e' stato attivato un apposito \"gruppo di lavoro\", di cui fanno parte rappresentanti delle Direzioni regionali di Sanita', Ambiente e protezione Civile, di organizzazioni ambientaliste e degli agricoltori, unitamente ad esperti delle Aziende per i servizi sanitari e dell'ERSA - Ente regionale per la promozione e lo sviluppo agricolo. Inoltre, la stessa Direzione Regionale di Sanita' non ha mancato di fornire a tutti i Sindaci della Regione Friuli-Venezia Giulia ed ai Direttori delle Aziende per i servizi sanitari dislocate nel territorio della stessa regione, le indicazioni comportamentali piu' idonee a fronteggiare la situazione e, nel contempo, ad evitare inutili disagi alla popolazione, pur salvaguardandone la salute. In tale ambito e' stata chiarita la portata dei provvedimenti restrittivi riguardanti l'impiego delle acque destinate al consumo umano, precisando che dev'essere in ogni caso evitato l'uso come bevanda, da sola od utilizzata nella preparazione domestica, artigianale od industriale di qualsiasi bevanda o vivanda, restandone consentito l'impiego invece, per le operazioni di sola cottura di pasta, riso, ortaggi, verdure e simili, evitando di utilizzare il brodo ottenuto, e per il lavaggio di verdura e frutta, in quanto il quantitativo di acqua suscettibile, in tal caso, di venire assorbito dagli alimenti e' minimo. Non sussiste alcuna limitazione quando l'acqua viene utilizzata per l'igiene personale degli individui, per il lavaggio di stoviglie e di biancheria, l'innaffiatura di giardini ed orti, come pure per il lavaggio di qualsiasi superficie. Al fine di acquisire elementi piu' approfonditi sul livello di pericolosita' da attribuire al consumo di acque con concentrazioni di atrazina e desetilatrazina e sulla loro rilevanza tossicologica, le Autorita' Sanitarie regionali, oltre ad aver affidato ad un gruppo di esperti dell'universita' di Udine l'incarico di valutare gli aspetti tossicologici dell'atrazina e dei suoi metaboliti, con particolare riguardo all'incidenza tossicologica ed alla farmacocinetica di tali sostanze nelle persone e negli animali, nonche' agli effetti biochimici ed ai biomakers, alla cancerogenesi, tossicologia cellulare e mutagenesi, hanno interpellato l'Istituto Superiore di Sanita'. L'Istituto ha inteso sottolineare che le informazioni al momento disponibili a riguardo della deetilatrazina sono molto limitate a causa della scarsita' di dati presenti in letteratura. Quanto all'atrazina, l'Istituto ha rimarcato che il limite di 0,1 microgrammi per litro di valore massimo ammissibile, appare ampiamente cautelativo, se solo si considera che le \"Linee guida per la qualita' delle acque destinate al consumo umano\" delineate dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' nel 1993, individuano in 2 microgrammi per litro la concentrazione massima ammissibile di questa sostanza. Peraltro, le ordinanze sindacali emanate per vietare l'uso di acque per consumo umano in esito al superamento del limite dello 0,1 microgrammi per litro, in base a quanto prescritto dalla vigente normativa, in linea con quella CE, tengono conto anche delle possibili azioni di altre sostanze tossiche, inconsapevolmente introdotte con alimenti e bevande ovvero legate ad altri fattori di inquinamento ambientale. Il Ministro della sanita': Bindi." . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 "19970116" . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 "MINISTRO MINISTERO DELLA SANITA'" . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 . _:Ba8a0f0d4a5345bd1f0aff4e64ff5ba37 .