INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02295 presentata da BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20090216
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02295 presentata da ANTONIO BORGHESI lunedi' 16 febbraio 2009, seduta n.133 BORGHESI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 20 marzo 2007 fu presentata, a firma Donadi e Borghesi, una interrogazione parlamentare sui fatti seguenti: da circa tre anni, ovvero dal momento del loro arresto avvenuto a Natal (Brasile) nel novembre 2005, cinque cittadini italiani sono detenuti nel carcere brasiliano di Raimundo Nonato in condizioni disumane; a quanto si apprende da fonti di stampa, avrebbero perso 20 chili ciascuno, vivrebbero in sei in una cella idonea ad ospitare un solo detenuto, non avrebbero letti e nemmeno una parte del tetto, non usufruirebbero delle ore d'aria e, a causa delle cattive condizioni igieniche, avrebbero contratto la tubercolosi e la scabbia; pare addirittura che per sopravvivere abbiano solo tre litri di acqua a settimana; nell'agosto del 2006, sono stati condannati dal tribunale federale di Rio Grande del Nord per traffico internazionale di donne, riciclaggio di danaro e prostituzione. Della loro vicenda si occupera' la Corte interamericana dei diritti dell'uomo, dopo che il difensore di uno dei sei detenuti ha depositato un ricorso chiedendo che la Corte accerti la violazione della Convenzione americana (articoli 5 e 8) e condanni il Brasile per il mancato rispetto «delle piu' elementari condizioni di vita dei detenuti» e «dei principi dell'equo processo»; tale ricorso e' stato presentato in favore del detenuto Giuseppe Ammirabile, di 43 anni, di Mola di Bari (condannato a 56 anni, 9 mesi e 21 giorni), ma riguarda indirettamente anche altri cinque italiani: Paolo Quaranta, di 56 (condannato a 22 anni, 2 mesi e 10 giorni), Vito Francesco Ferrante, di 43 (17 anni e 4 mesi); Paolo Balzano, di 47 (7 anni), tutti di Mola di Bari, Salvatore Borrelli, napoletano di 48 (56 anni, 9 mesi e 21 giorni), e Simone De Rossi, di 31 di Venezia (12 anni e 2 mesi); consta all'interpellante che si legge nell'esposto presentato avverso lo Stato del Brasile alla Commissione interamericana dei diritti dell'uomo per violazione degli articoli 5 e 8 dell'omonima Convenzione, «la denuncia per violazione e' stata realizzata attraverso la reiterata inosservanza da parte dell'Autorita' giudiziaria brasiliana delle piu' elementari norme penali, sostanziali e processuali, poste a garanzia del fondamentale diritto di difesa, nonche' delle disumane condizioni di vita cui e' sottoposto il Signor Ammirabile nel penitenziario brasiliano di Raimundo Nonato»; da fonti di stampa si apprende che l'ambasciatore italiano abbia gia' avuto contatti con il direttore del carcere brasiliano «Professor Raimundo Nonato Fernandes» e pare che sia in vista il trasferimento in un istituto detentivo in cui possano essere garantite condizioni di vita umane; tuttavia, non e' dato sapere se tra i detenuti in attesa di imminente trasferimento ci siano anche i nostri connazionali; anche laddove questo fosse vero, sarebbe sicuramente importante ottenere un trasferimento che consenta di ottenere condizioni di vita carceraria umane, ma cio' comunque non risolverebbe un altro nodo fondamentale della vicenda e cioe' quello di verificare se i nostri connazionali siano stati sottoposti, o meno, ad equo processo; l'allora Vice Ministro Franco Danieli nel rispondere all'interrogazione sosteneva che: il caso dei signori Salvatore Borrelli, Paolo Balzano, Simone De Rossi, Vito Francesco Ferrante, Paolo Quaranta e Giuseppe Ammirabile e' da tempo seguito dal ministero degli affari esteri in stretto contatto con l'ambasciata d'Italia in Brasilia ed il consolato di Recife; come ricorda l'interrogante, i sei connazionali sono stati tratti in arresto il 2 novembre 2005 nella citta' di Natal (Stato del Rio Grande del Nord) perche' accusati, tra l'altro, di associazione a delinquere e reati connessi allo sfruttamento della prostituzione e sono stati condannati in primo grado l'11 dicembre 2006 a severe pene detentive. I legali difensori degli interessati hanno presentato ricorso in appello e il giudizio di secondo grado e' attualmente pendente davanti al tribunale regionale federale di Recife; le rappresentanze interessate, di concerto con il ministero degli affari esteri e in costante contatto con i familiari dei sei connazionali e con i loro difensori, sono intervenute nel corso del tempo a piu' riprese presso le competenti Autorita' locali onde fornire la dovuta assistenza agli interessati. In occasione del processo di primo grado si e', in particolare, provveduto a sollecitare, nel pieno rispetto dell'ordinamento brasiliano, uno svolgimento del procedimento il piu' celere possibile, nel quale fossero garantiti i diritti di difesa degli imputati; sotto il profilo dell'assistenza consolare, la sede a Recife si e' adoperata affinche' agli interessati fosse assicurato un regime carcerario rispondente a criteri di umanita', i problemi di salute degli stessi fossero adeguatamente affrontati e la loro incolumita' personale fosse salvaguardata. Sono altresi' state effettuate alcune visite consolari; con provvedimento emesso dalle competenti Autorita' brasiliane il 12 luglio scorso, i signori Salvatore Borrelli, Paolo Balzano, Vito Francesco Ferrante e Giuseppe Ammirabile sono stati trasferiti nel carcere di massima sicurezza di Campo Grande, nello Stato del Mato Grosso do Sul. Il signor Paolo Quaranta e il signor Simone De Rossi sono invece tuttora reclusi rispettivamente nei penitenziari di Natal e di Mossoro', nello Stato del Rio Grande do Norte; a seguito del citato trasferimento e alla luce delle pressanti richieste dei familiari, la direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie ha inviato istruzioni al consolato generale a San Paolo, nella cui circoscrizione e' ricompreso il penitenziario di Campo Grande, affinche' provveda, durante il periodo di permanenza degli interessati in detta struttura, a monitorare il loro stato di salute e a sincerarsi che le condizioni di detenzione, pur nella durezza del regime cui i connazionali sono sottoposti, rispettino i diritti fondamentali e la dignita' della persona: il consolato generale ha ottenuto dalle Autorita' penitenziarie una visita consolare nel carcere di Campo Grande, nel corso della quale i signori Salvatore Borrelli, Paolo Balzano, Vito Francesco Ferrante e Giuseppe Ammirabile sono tutti parsi in buona salute; la rappresentanza e', altresi', intervenuta presso le competenti Autorita' locali al fine di agevolare il rilascio di un permesso di visita alla signora Giuliana Giovene, moglie del signor Ammirabile, giunta appositamente dall'Italia lo scorso agosto per incontrare il marito e gli altri detenuti. Dopo la visita la signora Giovene e' stata ricevuta dalla nostra ambasciata in Brasilia, dove ha confermato di aver trovato il consorte in buone condizioni fisiche, anche se provato dalle rigide regole di detenzione; lo scorso 24 ottobre la signora Giovene e' stata nuovamente ricevuta al ministero dall'ambasciatore Adriano Benedetti, direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie. In quell'occasione, la signora Giovene ha ringraziato per l'assistenza fornita e non ha segnalato particolari problemi di salute del marito o degli altri detenuti; nel caso particolare del signor Simone De Rossi, entro il mese di novembre il giudice competente dovrebbe pronunciarsi sulla concessione della semi-liberta'. l'auspicato trasferimento in Italia dei detenuti potrebbe essere realizzato, una volta esperite le vie di ricorso interne ed ottenuta una sentenza definitiva, sulla base dell'accordo tra Italia e Brasile sul trasferimento dei detenuti. La firma dell'accordo, parafato a Roma il 22 novembre 2006 e non ancora sottoscritto, e' stato oggetto del colloquio del 19 settembre scorso tra l'ambasciatore d'Italia in Brasile, Michele Valensise, ed il Ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro. Il collega brasiliano ha concordato sull'urgenza della firma e della ratifica dell'accordo, nell'interesse di entrambi i Paesi; a tutt'oggi nulla di quanto indicato sembra essersi realizzato; si e' in attesa del giudizio di appello, nella speranza che la giustizia vera sia fatta, ma si ha bisogno dell'interesse delle nostre istituzioni in modo tale che l'equo processo sia garantito. L'ambasciata italiana in Brasilia ben come il Consolato di Recife e il Consolato di São Paulo, sono tutti a conoscenza del caso e forniscono loro assistenza -: se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto appena esposto ed eventualmente quali ulteriori elementi possano aggiungere alle gravissime circostanze esposte in premessa; se non ritengano opportuno riassumere la posizione diplomatica ufficiale e pressante nei confronti dello Stato del Brasile, in primo luogo al fine di garantire una dignitosa detenzione ai nostri connazionali e in secondo luogo al fine di celebrare un regolare processo in cui siano tutelati i diritti fondamentali degli imputati; se non ritengono opportuno agire nel senso di accelerare la operativita' dell'accordo citato sul trasferimento dei detenuti. (4-02295)
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