INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01883 presentata da CESARO LUIGI (FORZA ITALIA) in data 19960711
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_01883_13 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che: lo scalo aereo di Capodichino, definito nei documenti ufficiali Aip Italia "aeroporto militare aperto al traffico civile", allo stato, dispone di una sola pista utile per il decollo, di una lunghezza di 2.640 metri e di otto piazzole di sosta, ubicate di fronte all'aerostazione; detta aerostazione, tra le piu' importanti del Mezzogiorno d'Italia, negli anni e' stata interessata da una serie interminabile di lavori di riattazione ed ammodernamento funzionale; nonostante l'esecuzione dei lavori anzidetti, l'aeroporto di Capodichino, per ragioni legate alla sua collocazione, non si presta piu' a grandi ampliamenti; la capacita' funzionale dell'aerodromo, a massimo regime, non puo' spingersi oltre i 2.500 passeggeri per ogni ora, per un equivalente annuo di non piu' di 2.200.000 passeggeri annui; tali lusinghieri risultati, in termini di traffico aereo e passeggeri che transitano per lo scalo aeroportuale napoletano, sono stati sinora conseguiti grazie alla abnegazione ed al sacrificio di tutti gli operatori a terra; nonostante le strutture di radio assistenza (radar, radiofari, sistemi di atterraggio) siano al passo con i tempi, non e' facile superare le pesanti difficolta' logistiche create dall'ubicazione dello scalo, schiacciato tra la collina del Vomero ed i monti dell'area nolana; tale collocazione geografica dello scalo aeroportuale partenopeo limita, infatti, in maniera insormontabile le operazioni di decollo ed atterraggio dei velivoli, comportando tempi lunghissimi per l'effettuazione dei due importanti momenti di ingresso ed uscita della pista e non consentendo di superare piu' di sedici movimenti orari nelle ore di punta; a Napoli, anche chi non ha alcuna dimestichezza in materia di aviazione civile, sa bene che queste difficolta', legate alla collocazione dello scalo aeroportuale, riducono a zero le possibilita' di un qualsiasi intervento, di qualsiasi natura, che possa consentire un ampliamento significativo e migliori condizioni di decollo ed atterraggio dei velivoli che sullo scalo gravitano; l'attuale lunghezza della pista dell'aeroporto di Capodichino, infatti, e' un fattore di grossa limitazione dei movimenti aeroportuali; essendo la fase di decollo dei velivoli l'operazione piu' delicata e non potendosi spingere l'aereo a pericoli di sorvolo sulla citta' (operazione vietata in base alla normativa sulla certificazione dei velivoli); il problema del sorvolo della citta' e' difficile da superare quando gli aeroporti sono praticamente integrati nel tessuto urbano; l'integrazione di Capodichino nel tessuto urbano, avvenuta gradualmente lungo la direttrice nolano-pomiglianese, anche e soprattutto in assenza di ogni e qualsivoglia controllo delle attivita' edilizie abusive che negli anni scorsi sono state portate a compimento, e' diventata oramai una realta' con cui convivere; altri problemi di ordine logistico che impediscono l'ampliamento dello scalo sono costituiti dalla mancanza di piazzole di sosta e di raccordi di alta velocita' dovute allo sviluppo dell'industria aerospaziale (stabilimenti Alenia ed Ati-Tech), dell'aeronautica militare (il quinto Gmv ed il Villaggio azzurro) e specialmente della base militare statunitense di stanza a Capodichino; in pratica non vi e' piu' spazio per allungare o risistemare la pista ed i piazzali e, anche espropriando terreni in direzione dell'Euromercato di Casoria, non avrebbe alcun senso spendere centinaia di miliardi per stravolgere ulteriormente il territorio senza peraltro ottenere risultati oggettivamente validi sotto il profilo squisitamente operativo, per non parlare dell'impatto ambientale di una scelta di tal genere; del resto, queste difficolta' insormontabili per lo sviluppo dello scalo aeroportuale di Capodichino sono note al Ministero dei trasporti e dell'aviazione sin dal 1972, quando, con il "rapporto Lino", lo stesso dicastero, nel descrivere "la situazione aeroporti aperti al traffico civile", in relazione alla situazione di Capodichino descriveva in maniera apocalittica le condizioni logistiche dello scalo; nel "rapporto Lino" si legge testualmente: "L'aeroporto di Capodichino confina a NW, W e SW con agglomerati urbani della periferia della citta' di Napoli. Cio', oltre a causare notevoli limitazioni operative, determina problemi di carattere ecologico. Per i sopradescritti motivi ed anche a causa dei rilievi ortografici ad est del sedime, un sostanziale ampliamento dell'aeroporto si presenta estremamente difficoltoso e non conveniente"; a 24 anni dalla redazione di quel rapporto ministeriale, le cui conclusioni appaiono essere illuminati, gli inconvenienti e l'antieconomicita' di una qualsiasi operazione di ampliamento dello scalo di Capodichino, sono, addirittura, notevolmente aumentate; in oltre due decenni, aree che dovevano essere vincolate ad inedificabilita' si sono drasticamente assottigliate a causa dello sviluppo di una attivita' edilizia abusiva, molto diffusa in zona, che ha comportato l'ulteriore inglobamento dello scalo in un tessuto urbano che ha quasi del tutto fagocitato Capodichino; ora, pero', sembra essere tornato d'attualita' il problema di dotare la Campania di un aeroporto alternativo che sia adeguato allo sviluppo del traffico aereo, che in occasione del Giubileo aumentera' notevolmente anche da e per Napoli e, pertanto, da piu' parti si avanzano con insistenza progetti di sviluppo di Capodichino, le cui finalita', alla luce dei problemi esposti e ben conosciuti anche dal Ministero dei trasporti, appaiono poco chiare; al momento, l'unica via praticabile per consentire un articolato e rapido sviluppo del traffico aereo in Campania, puo' passare attraverso una scelta di ampliamento e di ricondizionamento dell'aeroporto militare di Grazzanise, che, fatti salvi i problemi demaniali, militari e civili, consentirebbe di predisporre in tempi relativamente brevi un progetto modulare di areostazione commisurato ai traffici previsti; una scelta, quella di Grazzanise, che appare essere ottimale, anche in considerazione del fatto che la cittadina casertana e' sfiorata da assi viari di scorrimento veloce e dalla ferrovia, per cui sarebbe facilmente raccordabile (in un sistema di trasporti integrato aereo-terrestri) con Napoli e potrebbe fungere altresi' anche come scalo di supporto con Fiumicino, attraendo un traffico di transito e qualificandosi come aeroporto alternativo in caso di condizioni meteo avverse; tutto cio', ovviamente, non deve andare a ledere Capodichino, che invece andrebbe ad assumere le connotazioni di aeroporto interregionale -: se il Ministro responsabile del dicastero interrogato sia a conoscenza dei problemi che sottointendono lo sviluppo dello scalo aeroportuale di Capodichino; se e quali provvedimenti intenda adottare o promuovere, di concerto con altri enti interessati, per migliorare le condizioni logistico-operative di Capodichino; se e quali ipotesi reputi praticabili, e quindi da realizzare, nella predisposizione di un aeroporto alternativo a Capodichino commisurato ai traffici previsti; se ritenga possibile far cadere tale scelta sull'aeroporto di Gazzanise, vista la particolare predisposizione, che presta lo scalo militare casertano ad un ricondizionamento per fini civili e ad uno sviluppo fuori dal tessuto urbano, grazie alla sua favorevole collocazione geografica. (4-01883)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01883 presentata da CESARO LUIGI (FORZA ITALIA) in data 19960711
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01883 presentata da CESARO LUIGI (FORZA ITALIA) in data 19960711
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
COSENTINO NICOLA (FORZA ITALIA)
RUSSO PAOLO (FORZA ITALIA)
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2014-05-15T10:21:59Z
4/01883
CESARO LUIGI (FORZA ITALIA)