_:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 "Per poter rispondere, su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'interrogazione parlamentare in esame, questo Ministero ha prontamente attivato il Commissariato del Governo nella Regione Lazio, per acquisire gli indispensabili elementi di risposta dalle competenti Autorita' sanitarie regionali. Dai dati soltanto ora cosi' pervenuti risulta che l'Assessorato Salvaguardia e Cura della Salute della Regione Lazio, nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali, in data 11 giugno 1996 ha conferito al proprio Settore Ispettivo l'incarico di effettuare le indagini piu' appropriate ed approfondite per accertare lo svolgimento dei fatti e le cause del decesso della Sig.ra Chiara D'Attilio, avvenuto in data 8 giugno 1996, nella clinica privata \"Villa Mafalda\" di Roma, a seguito di un'emorragia comparsa dopo intervento laparotomico (taglio cesareo). Lo stesso giorno, gli ispettori incaricati delle indagini si sono subito recati presso la Casa di Cura \"Villa Mafalda\", incontrandovi il Presidente-Amministratore delegato Avv. Renato Era, il Direttore Sanitario Dott. Pier Maria Gautieri, il Direttore Amministrativo Dott. Claudio Impeciati ed Dott. Giorgio Bonfanti, anestesista. Nel corso della verifica ispettiva veniva richiesta copia della seguente documentazione: relazione dettagliata sullo svolgimento cronologico dei fatti inerenti il ricovero, il trattamento terapeutico e il decesso della paziente Sig.ra Chiara d'Attilio; copia della cartella clinica corredata con le copie delle richieste del sangue; elenco nominativo del personale medico, con la relativa qualifica, che abbia preso parte all'assistenza della paziente; copia dell'atto autorizzativo e del regolamento interno della Casa di Cura con elenco del personale medico e non medico previsto nella relativa dotazione organica. In esito ai colloqui intercorsi ed in base a quanto desumibile dalla documentazione successivamente prodotta, gli ispettori hanno formulato le seguenti considerazioni e valutazioni. La Sig.ra Chiara D'Attilio, di anni 25, era primaria e stava portando a termine una gravidanza del tutto normale, durante la quale era stata seguita dal suo ginecologo di fiducia, Dott. Carlo Valenti, che espleta la propria attivita' professionale presso la Casa di Cura \"Villa Mafalda\". Per tale ragione la paziente decideva di ricoverarsi in data 4 giugno 1996, alle h. 9.00, nella stessa clinica, in seguito all'inizio del travaglio di parto spontaneo. Dopo monitoraggio cardio-tomografico, risultato regolare, alle h. 22.00, essendo sopravvenuto l'arresto del travaglio, la Sig.ra D'Attilio lasciava la Casa di Cura contro il parere del Dott. Valenti. Il rientro in clinica avveniva il 7 giugno 1996, alle ore 8.00, a causa di un nuovo travaglio, che veniva ulteriormente stimolato alle ore 11.00 dal Dott. Valenti mediante infusione di ossitocina. Alle ore 12.30 veniva praticata alla paziente analgesia peridurale dalla Dr.ssa Maria Carla Sirgiovanni. Mezz'ora dopo, completata la dilatazione, la Sig.ra D'Attilio era condotta in sala parto ed aveva inizio il periodo espulsivo. Alle 14.30 il Dott. Valenti, constatata la mancata progressione del feto, decideva di praticare il taglio cesareo, che determinava l'estrazione di un feto vitale di sesso maschile, in buone condizioni, alle ore 15,12. Circa un'ora dopo, la paziente veniva ricondotta \"in buone condizioni psico-fisiche\" nella propria camera di degenza. Alle ore 18.30, nel corso di una visita di controllo, l'ostetrica Maria Pia Bentivoglio riscontrava nella paziente una perdita ematica vaginale nettamente superiore alla norma e l'accrescimento volumetrico dell'utero. Essendo divenute precarie le condizioni generali della donna in rapporto alla perdita ematica, il Dott. Valenti, sopraggiunto intorno alle ore 19.00, chiamava il medico di guardia, Dott. Roberto Arzilla, anestesista. Questi constatava la presenza di un imponente shock emorragico (alle ore 20.15 i globuli rossi erano 1.400.000 e l'Hb 3,7) ed iniziava le pratiche rianimatorie e di terapia intensiva atte a riequilibrare i parametri vitali gravemente compromessi. Successivamente (h. 21.10 circa) la Sig.ra D'Attilio veniva trasportata in sala operatoria ove, dietro indicazione del Dott. Valenti, l'aiuto ginecologo Dott. Tarquini provvedeva a suturare una lacerazione del collo uterino e a praticare il tamponamento dell'area utero-cervico-vaginale. Nel frattempo (h. 21.05) era stato inviato un fax al Policlinico Umberto I, contenente la richiesta urgente di sangue ed alle ore 21.40 perveniva al Centro Trasfusionale il campione di sangue per le prove ematologiche crociate. Le sacche di sangue richieste venivano consegnate all'incaricato della Casa di Cura, Sig. Walter Bernardini della Croce Bianca, alle ore 22.31 e giungevano a \"Villa Mafalda\" circa venti minuti dopo. Nonostante la terapia trasfusionale e rianimatoria (culminata nell'innesto di un Pace-Maker temporaneo), l'imponente fenomeno emorragico perdurava fino al decesso della Sig.ra D'Attilio, avvenuto alle ore 2.20 del giorno 8 giugno 1996. Dalla disamina della sequenza dei fatti, gli ispettori hanno desunto che l'unico intervento idoneo a scongiurare l'esito letale della grave complicanza emorragica sopravvenuta dopo l'intervento per \"parto cesareo\", avrebbe dovuto essere una tempestiva isterectomia, come indicato, del resto, dai normali protocolli terapeutici. Inoltre, l'esame della documentazione prodotta dalla Casa di Cura \"Villa Mafalda\" ha consentito di constatare che il \"regolamento interno\" da essa adottato non corrisponde ai requisiti previsti dagli artt. 27, 30 e 31, comma 2, della Legge Regionale 31 dicembre 1987, n. 64, concernenti, rispettivamente, la dotazione del personale medico, la nomina dei responsabili dei raggruppamenti delle unita' di degenza, la guardia medica ostetrica. D'altro canto, anche l'Azienda U.S.L. Roma A, competente per territorio, avvalendosi dei propri servizi di Assistenza Sanitaria (SAO) ed Igiene Pubblica (SIP), ha sottoposto piu' volte a verifica il reparto di ostetricia della Casa di Cura, in data 11, 15 e 17 giugno 1996, rilevando talune carenze strutturali ed organizzative che hanno successivamente formato oggetto di specifica diffida nei confronti dei responsabili della stessa Clinica. La relazione degli ispettori regionali e' stata trasmessa all'Assessorato Salvaguardia e Cura della Salute della Regione Lazio. Gli estensori ne hanno proposto, altresi, l'inoltro all'Autorita' giudiziaria ed al Direttore Generale dell'Azienda U.S.L. Roma A per quanto di rispettiva competenza. Esula, evidentemente, dalle attribuzioni di questo Ministero ogni possibilita' di intervento nei riguardi dei sanitari di cui dovessero venir confermate specifiche responsabilita' nel gravissimo evento. L'adozione delle conseguenti misure che risultassero giustificate nei loro confronti, quindi, dovra' discendere, necessariamente, dagli esiti delle inchieste, amministrativa e giudiziaria, di cui non e' dato ancora conoscere le conclusioni. Il Ministro della sanita': Bindi." . _:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 "19961031" . _:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 "MINISTRO MINISTERO DELLA SANITA'" . _:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 . _:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01005 presentata da GRAMAZIO DOMENICO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960618" . _:B008d911052a24fccdd408cb73c51f8c2 . "Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della sanita'. - Per sapere - premesso che: in data 8 giugno, nella clinica Villa Mafalda, e' morta per un'emorragia, seguita a parto cesareo, la signora Chiara D'Attilio, di anni 22, che durante la gravidanza non aveva avuto complicazioni e che, a parere dei medici, avrebbe potuto partorire naturalmente; nonostante cio', il ginecologo professor Carlo Valenti, forse per alleviare il dolore delle doglie, praticava un'anestesia epidurale e quindi procedeva al cesareo; dopo l'intervento, dal quale veniva alla luce un bimbo, iniziava l'emorragia che avrebbe condotto la D'Attilio alla morte -: per quale motivo la richiesta di sangue fatta al policlinico Umberto I sia arrivata con circa tre ore di ritardo dalla richiesta; se ci sia stato un intervento immediato e tempestivo da parte dei medici di Villa Mafalda; se siano vere le negligenze denunciate dai familiari della partoriente; se sia possibile che, alle soglie del 2000, si possa ancora morire di parto in una delle cliniche piu' note della capitale.( (4-01005)" . "4/01005" . . . . . "19960618-19961111" . "GRAMAZIO DOMENICO (ALLEANZA NAZIONALE)" . "1"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01005 presentata da GRAMAZIO DOMENICO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960618"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "2014-05-15T10:17:29Z"^^ .