_:B7b4974fda2271e9ab16858e71ed5d2a3 "Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedì 3 settembre 2002 nell'allegato B della seduta n. 185 all'Interrogazione 4-00739 presentata da CRISCI Risposta. - In relazione all'interrogazione in discorso, inerente la bonifica dell'area industriale ex I.R.A., in comune di Pineto (Teramo), dall'inquinamento ambientale determinato dall'attività dell'opificio omonimo adibito, sino ai primi anni 90, alla produzione di pelli sintetiche, si forniscono i seguenti elementi sulla base di quanto comunicato dal comune e dall'amministrazione provinciale di Teramo. Lo smaltimento dei rifiuti industriali, classificabili «tossici e nocivi», avvenuto in assenza di ogni autorizzazione mediante interramento degli stessi sia all'interno che all'esterno dei capannoni industriali e successiva copertura mediante cemento e conglomerati bituminosi, ha determinato l'inquinamento del sottosuolo e della falda sottostante da solventi organici e da metalli pesanti. Sono risultati interessati i pozzi di approvvigionamento sino ad una distanza di 500 metri dallo stabilimento. A seguito della messa in liquidazione della proprietà successivamente rilevata dalla Società Immobiliare Habitat srl è stato definito, a cura del comune di Pineto, un progetto di bonifica dell'area, assistito da un finanziamento della regione Abruzzo, della cui realizzazione la nuova società proprietaria si è assunta l'onere economico. Successivamente l'amministrazione comunale ha adottato, con deliberazione n. 49 dell'11 agosto 2001, il piano di recupero urbanistico edilizio, stabilendo che si procederà alla definitiva sua approvazione soltanto allorché sarà stato emanato l'atto di certificazione di avvenuta bonifica rilasciato dalla Provincia di Teramo. Nella Conferenza di servizi finale del 4 gennaio 2001 sono stati illustrati i risultati della caratterizzazione delle acque di falda ed il piano di bonifica, da cui è risultata un'estesa contaminazione da cadmio e piombo delle acque sotterranee e pertanto la necessità di messa in sicurezza e bonifica sulla falda stessa. Nella medesima Conferenza risulta che il gruppo di lavoro incaricato dal Comune per la redazione del progetto di bonifica avrebbe segnalato l'inopportunità di intervenire sulla falda esterna all'area, adducendo quali motivazioni il rischio di danneggiare le abitazioni ed infrastrutture limitrofe, il possibile intervento di fattori inquinanti esterni nonché il costo rilevante degli interventi. Preso atto di quanto affermato dal gruppo di lavoro, i rappresentanti dell'Agenzia regionale di tutela ambientale e della regione Abruzzo hanno condizionato il proprio parere favorevole all'esecuzione degli interventi, ad una serie di prescrizioni tra cui: esecuzione del monitoraggio su suolo e falda a conclusione della bonifica, al fine di verificare il rispetto dei limiti di cui al decreto ministeriale 471 del 1999; in caso di mancato rispetto dei limiti predetti, esecuzione di interventi integrativi di messa in sicurezza permanente dell'area. In data 13 settembre 2001, il comune di Pineto ha rilasciato l'autorizzazione edilizia n. 1945 per i lavori di demolizione degli immobili ex industriali esistenti nell'area ex IRA e di successiva realizzazione di opere murarie interrate per la messa in sicurezza dell'area di scavo. Nel dispositivo autorizzatorio viene precisato che «la concessione edilizia per la realizzazione delle opere murarie in interrato potrà essere rilasciata solo dopo l'acquisizione della certificazione di avvenuta bonifica dell'area e che le stesse opere non sono da considerare come connesse alle nuove strutture previste da piano di recupero». Da recenti informazioni assunte per le vie brevi dalla Provincia di Teramo, gli interventi di messa in sicurezza e bonifica risultano essere tuttora in corso e la conclusione si prevede non prima della prossima estate. Allo stato dei fatti non è pertanto ancora intervenuta l'approvazione del predetto piano di recupero urbanistico edilizio - al momento semplicemente adottato - che è subordinata, ai sensi della legge regionale n. 83, articolo 35, all'avvenuto completamento dell'intervento di bonifica. Questo Ministero ritiene del tutto evidente che detto completamento vada riferito all'intera estensione della falda, anche se esterna all'area ex IRA, interessata dalla contaminazione causata dalla pregressa attività industriale; in tal senso sembrano andare le prescrizioni fatte inserire dai rappresentanti dell'ARTA e della Regione Abruzzo in sede di Conferenza di Servizi del 4 gennaio 2001, come risulta dalla relazione della provincia di Teramo - VIII Settore - del 16 ottobre 2001. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli." . _:B7b4974fda2271e9ab16858e71ed5d2a3 "20020903" . _:B7b4974fda2271e9ab16858e71ed5d2a3 "MINISTRO AMBIENTE E TUTELA TERRITORIO" . _:B7b4974fda2271e9ab16858e71ed5d2a3 . "20010920-20020903" . "Camera dei Deputati" . . "1"^^ . . . "CRISCI NICOLA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00739 presentata da CRISCI NICOLA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 20/09/2001"^^ . . "Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00739 presentata da NICOLA CRISCI giovedì 20 settembre 2001 nella seduta n. 034 CRISCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio . - Per sapere - premesso che: nel territorio del Comune di Pineto (Teramo) è ubicato un sito, denominato «ex IRA», in cui fino ai primi anni 90, è stata esercitata un'attività di produzione di oggetti di pelletteria, foderine per auto e materiale sintetico, con illecito smaltimento di solventi e di altri prodotti sversati nel terreno sottostante, come è stato rilevato dagli organi competenti di controllo nonché dalla magistratura, che ha emesso provvedimenti penali nei confronti dei proprietari dell'azienda; il sito «ex IRA» fu oggetto di un apposito sopralluogo, nel febbraio del 1998 (Doc. XXIII, n. 23), della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, che visitò l'area proprio a causa della grave compromissione ambientale dei luoghi ed in particolare delle falde acquifere sotterranee e come esempio emblematico di attività economiche fraudolente che hanno per molto tempo esternalizzato i costi di produzione e di smaltimento dei relativi residui industriali a danno dell'ambiente e della salute dei lavoratori; il decreto legislativo n. 22 del 1997 (Decreto Ronchi) prevede all'articolo l7 che: «chiunque cagiona, anche in maniera accidentale, il superamento dei limiti ovvero determina un pericolo concreto ed attuale di superamento dei limiti medesimi è tenuto a procedere, a proprie spese agli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale delle aree inquinate e degli impianti dai quali deriva il pericolo di inquinamento...»; il decreto ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471 prevede all'articolo 17 che: «le regioni predispongono entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto n. 22/97, l'anagrafe dei siti da bonificare...»; non risulta che la regione Abruzzo abbia provveduto a questo adempimento, ma ha concesso un finanziamento di un miliardo, con delibera della giunta regionale n. 2192 del 12 agosto 1998, per la messa in sicurezza dell'area in questione; il decreto ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471 prevede all'articolo 12, comma 2, che: «Il completamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale e la conformità degli stessi al progetto approvato sono accertati dalla Provincia, mediante apposita certificazione...»; la legge regionale 28 aprile 2000, n. 83 dell'Abruzzo, all'articolo 35 prevede: «... il divieto di qualunque utilizzazione dell'area in senso urbanistico ed economico, fino all'avvenuta bonifica...», norma nella quale riconoscersi, avendo la stessa regione assistito con finanziamento pubblico l'intervento di bonifica del sito ex IRA; il comune di Pineto (Teramo) con deliberazione del consiglio comunale n. 49 dell'11 agosto 2001, ha adottato un piano di recupero di iniziativa privata: «P.d.R. 2 (Riqualificazione urbana area ex IRA)», della Società Pineto Casa srl e Cpl Imperial 2 Spa che prevede la trasformazione urbanistica dell'area tramite cambio di destinazione d'uso dei volumi esistenti (opificio industriale mc. 64.000) in un complesso edilizio residenziale, commerciale e direzionale (mc. 53.112) - la commissione edilizia comunale ha espresso parere favorevole a maggioranza nella seduta del 24 luglio 2001 -; le società committenti in data 26 febbraio 2001 prot. Comunale 3875 e in data 30 luglio 2001 prot. Comunale 13819, hanno presentato una pratica edilizia per l'ottenimento dell'autorizzazione alla demolizione degli immobili esistenti, all'escavazione del sito secondo il programma di bonifica e alla realizzazione delle opere murarie in interrato al fine della messa in sicurezza dell'area; il comune di Pineto ha approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 57 del 16 marzo 2001 il progetto avente per oggetto: «Lavori di messa in sicurezza area ex IRA srl con sede in Pineto. Approvazione verbali conferenze di servizi del 22 dicembre 2000 e 4 gennaio 2001. Approvazione progetto di caratterizzazione e disinquinamento». La conclusione dell'iter procedurale è vincolata alla certificazione di avvenuta bonifica dell'area e del piano di recupero non costituisce nessun atto autorizzativo, come affermato nella delibera del consiglio comunale sopra richiamata -: se non si ritenga che il comune di Pineto sia obbligato al rispetto dell'articolo 35 della legge regionale n. 83/00, visto il finanziamento pubblico concessogli dalla regione Abruzzo per la messa in sicurezza area e, pertanto, l'adozione del piano di recupero suddetto sia in contrasto con la legislazione vigente, nazionale e regionale; se sia lecito da parte del comune di Pineto accorpare eventi giuridicamente distinti come sono la necessaria bonifica dell'area e l'avvio di una trasformazione urbanistica della stessa; se sia coerente con il rispetto della legislazione in materia e con le norme tecniche attuative esonerare il soggetto inquinatore dall'onere di bonifica della falda nel raggio di 500 metri dalla fonte di inquinamento, come si evince dalle risultanze della conferenza dei servizi del 4 gennaio 2001; se non si ritenga opportuno ribadire che la certificazione da parte della provincia di avvenuta bonifica dell'area può essere rilasciata solo dopo l'accertamento che tutte le sostanze inquinanti rientrino nei limiti previsti dalla legge, cioè vi sia stato il risultato positivo del completamento degli interventi previsti dal progetto esecutivo di bonifica dell'area ex IRA; se non ritenga che l'approvazione del Piano di recupero - in assenza dell'avvenuta bonifica dell'area e della conseguente certificazione da parte della provincia di Teramo -, determini delle comprensibili aspettative di diritto edificatorio, da parte delle società richiedenti, con il possibile avvio di programmi che potrebbero turbare la corretta valutazione di potenziali clienti.(4-00739)" . . . _:B7b4974fda2271e9ab16858e71ed5d2a3 . "2015-04-28T22:51:38Z"^^ . "20010920" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00739 presentata da CRISCI NICOLA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 20/09/2001" . "4/00739" . "20020903" .