INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00641 presentata da LANDOLFI MARIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960531

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che agli interroganti risultano i seguenti fatti: il signor Tommaso Casillo, in occasione delle consultazioni amministrative del 20 novembre 1994, fu eletto consigliere del comune di Casoria (Napoli), e, successivamente, anche consigliere regionale della Campania; lo stesso, in data 13 giugno 1995, fu tratto in arresto dai carabinieri del Reparto operativo speciale di Napoli nell'ambito dell'operazione "Katana", in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla dottoressa Isabella Iaselli - Ufficio XVII GIP, presso il Tribunale di Napoli, perche' indagati, "unitamente ad altri, del concorso nel reato di abuso di ufficio aggravato per aver cagionato alla pubblica amministrazione un danno patrimoniale di rilevante entita', favorendo l'attivita' di organizzazione di tipo mafioso"; il Casillo, cosi' come si evince dalla richiesta di adozione delle misure cautelari da parte dei sostituti procuratori della direzione distrettuale antimafia di Napoli (Melillo, Gay, Roberti, Cantelmo, Mancuso), in qualita' di presidente dell'Area di sviluppo industriale di Napoli, unitamente ad altri pubblici funzionari, imprenditori ed esponenti del clan camorristico Alfieri, manipolava appalti, gonfiava artificiosamente gli importi di importanti commesse pubbliche per la realizzazione di infrastrutture nell'area di sviluppo industriale di Napoli; l'indagine della Direzione distrettuale antimafia napoletana, ancora in corso, resa possibile anche grazie alle dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia (tra questi, il collaborante Carmine Alfieri), ha posto in evidenza un patto scellerato che si era stretto tra politici, imprenditori e camorra ai danni dello Stato; dopo l'arresto, precisamente in data 31 luglio 1995, con decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri Dini, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale - numero 183 del 7 agosto 1995, il signor Casillo veniva sospeso dalla carica di consigliere regionale; lo stesso Casillo, ope legis, veniva sospeso anche dalla carica di consigliere comunale e dalle funzioni di presidente del consesso civico di Casoria, in considerazione della gravita' degli elementi d'accusa raccolti dagli inquirenti a suo carico e, nonostante in data 10 luglio 1995 il Tribunale per il riesame, nel confermare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, avesse posto l'indagine agli arresti domiciliari presso la propria abitazione; partendo da questi dati di fatto e di diritto sopra cennati, Tommaso Casillo, consigliere regionale della Campania e presidente del consiglio comunale di Casoria (Napoli), arrestato perche' accusato di gravi reati, perdipiu' commessi nell'esercizio di pubbliche funzioni, venne sospeso e poi rimosso da entrambe le cariche elettive, in ossequio alle normative antimafia vigenti; l'ultimo provvedimento afferente il signor Tommaso Casillo adottato dal Ministro dell'interno, Rinaldo Coronas, su proposta del prefetto di Napoli, Achille Catalani, in data 28 febbraio 1996, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 1996, disponeva la rimozione del Casillo dalla carica di consigliere comunale del comune di Casoria in considerazione del fatto che "la rilevanza delle fattispecie penali in cui e' coinvolto l'amministratore ha ingenerato nella popolazione locale uno stato di allarme con conseguente pericolo di turbativa dell'ordine pubblico"; il ministro Coronas, nel decretare la rimozione del Casillo dalla carica elettiva, scrive testualmente nel dispositivo: "la posizione processuale penale (di Casillo, ovviamente)si pone in particolare contrasto con l'esercizio delle funzioni pubbliche cui il medesimo amministratore e' preposto e con le esigenze di decoro, dignita' e prestigio della carica elettiva ricoperta"; purtroppo, l'azione dello Stato nell'applicazione delle misure limitative e di interdizione dai pubblici uffici del Casillo e' apparsa, in questi mesi, contrastante e contraddittoria, in quanto l'amministratore e' stato dapprima sospeso da entrambe le cariche (consigliere regionale e comunale), poi reintegrato a seguito della revoca dell'ordinanza di custodia cautelare, quindi rimosso per "problemi di ordine pubblico" ed ora, al seguito di ricorso al TAR, in predicato di essere di nuovo reintegrato nelle funzioni di consigliere, indi, presidente del consiglio comunale del comune di Casoria; il TAR Campania, che ha gia' "sospeso" l'efficacia del decreto di rimozione di Casillo emesso dal Ministro in data 28 febbraio 1996, rischia di ingenerare tutti quei dubbi e quell'allarme sociale destato dal precedente reintegro del Casillo in consiglio comunale e che e' alla base delle motivazioni del decreto di rimozione, di cui ora il TAR ha sospeso l'efficacia; la relazione del Prefetto di Napoli, allegata al decreto di rimozione adottato dal Ministro Coronas, evidenziava in maniera palese il fatto che la reintegra del Casillo nelle cariche elettive "ha destato immediato allarme sociale nella popolazione locale, con pericolo di grave turbativa dell'ordine pubblico, come confermato dalle competenti attitudini del signor Tommaso Casillo, evidenziata dalle competenti autorita' locali, a sfruttare i pubblici poteri per fini illeciti"; questo e' quanto scriveva il Prefetto di Napoli Achille Catalani; quanto scritto dal Prefetto nella relazione inviata al Ministro per chiedere la rimozione del Casillo autorizza a pensare che "le competenti autorita' locali" che confermano "il pericolo di ordine pubblico" e "la potenziale attitudine del Casillo a sfruttare i pubblici poteri per fini illeciti" siano le forze dell'ordine, quindi polizia di Stato e arma dei Carabinieri; probabilmente, cio' e' da mettere in relazione al fatto che il signor Tommaso Casillo, gia' arrestato nell'ambito dell'operazione "Katana", in passato, quanto ricopriva altri uffici pubblici (presidente dell'USL 26 di Casoria) era gia' incorso nella commissione dei reati quali l'abuso di ufficio, come e' possibile accertare dai processi che pendono sul capo del Casillo; infatti, e' possibile far rilevare che il Casillo e' imputato anche per falso ideologico in relazione al rilascio di false certificazioni per far ottenere, in maniera illegittima, l'accesso di alcuni medici ai corsi di specializzazione post-laurea, procedimento istruito dai sostituti Cantone e Morello della procura circondariale di Napoli -: se i ministri interrogati sono a conoscenza della vicenda che ha interessato il signor Tommaso Casillo; se e quali determinazioni s'intendano adottare per preservare l'ordine pubblico e difendere il decoro e la dignita' delle istituzioni del comune di Casoria e del consiglio regionale della Campania; se e quali provvedimenti si intendano adottare per difendere la serieta' e l'obiettivita' del provvedimento di rimozione chiesto dal prefetto di Napoli e firmato dal Ministro dell'interno Coronas nei confronti di un consigliere comunale e regionale (Tommaso Casillo), la cui efficacia e' stata sospesa dal TAR Campania, pur avendo il Casillo, gia' dimostrato in piu' di un'occasione, di utilizzare i pubblici uffici per fini personali. (4-00641)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00641 presentata da LANDOLFI MARIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960531 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
CUSCUNA' NICOLO' ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) 
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LANDOLFI MARIO (ALLEANZA NAZIONALE) 

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