. "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00204 presentata da VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 05/07/2001" . "4/00204" . "2015-04-28T22:50:36Z"^^ . _:Bc3dc6df2c1984e351e5ff1168f5038e7 . "VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . . "Camera dei Deputati" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "20010705-20020903" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00204 presentata da VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 05/07/2001"^^ . . . "Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00204 presentata da NICHI VENDOLA giovedì 5 luglio 2001 nella seduta n. 011 VENDOLA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che: il 13 giugno 2001, su disposizione della magistratura di Bari, venivano arrestati cinque imprenditori accusati di una gravissima truffa per lavori di allargamento del molo Pizzoli e di completamento dell'ansa di Marisabella nell'area portuale di Bari; secondo la tesi accusatoria del pubblico ministero Gianrico Carofiglio gli arrestati avrebbero truffato alle amministrazioni locali 14 miliardi di lire, anche incorrendo nei reati di falso e frode; tra gli arrestati compare il nome di Benedetto D'Agostino, contitolare della Sailem, una delle più importanti imprese specializzate in lavori marittimi e portuali, già arrestato nel 1997 dalla procura di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa; secondo le rivelazioni di «collaboratori di giustizia» della fama di Giovanni Brusca e di Angelo Siino, il suddetto Benedetto D'Agostino è un tipico imprenditore «a disposizione di Cosa Nostra»; l'inchiesta barese ha appurato che la gara per licitazione privata finalizzata alla concessione dell'appalto dei lavori di completamento delle strutture portuali di Bari nell'area Pizzoli-Marisabella terminava, dopo alcune vicissitudini, con l'aggiudicazione alla Ati (Associazione Temporanea di Imprese), avente quale capogruppo e mandataria la Sailem Spa di Palermo (in persona di D'Agostino Giovan Battista, amministratore unico, nonché D'Agostino Benedetto, socio e procuratore speciale e amministratore unico dal 28-4-1997 al 31-12-1998, e Ferruggia Luigi, quale procuratore generale). Seguiva la stipulazione del contratto d'appalto in data 12-8-1994, approvato con decreto del direttore generale delle OO.MM. del ministero dei lavori pubblici in data 19 settembre 1994; le indagini hanno altresì evidenziato: 1) la sostanziale assenza di competenze specifiche in materia di topografia in capo ai vari componenti della direzione dei lavori e la carenza di strumentazioni tecniche adeguate per l'effettuazione dei controlli sull'effettivo svolgimento dei lavori e sulla regolarità delle operazioni di verifica; cioè: la pressoché totale assenza di controlli da parte dell'amministrazione dei lavori pubblici; 2) la assoluta inidoneità della strumentazione tecnica utilizzata, in particolare della draga «LIA», per il tipo di lavori commissionati al raggruppamento di imprese Ati, in relazione alla particolare durezza del materiale roccioso presente sul fondale dell'ansa di Marisabella: la draga utilizzata non avrebbe mai potuto conseguire i risultati cui la Sailem si era impegnata in sede di stipulazione del contratto; 3) in verità, per quanto esposto, la Sailem non avrebbe neppure potuto partecipare alla gara; in questo contesto, i reati contestati con l'ordinanza di custodia sono il falso in atto pubblico (articolo 479 codice penale), la truffa aggravata continuata (640 capoverso codice penale) e la frode in pubbliche forniture aggravata e continuata (356 codice penale); particolarmente grave risulta il coinvolgimento nell'inchiesta e nella misura custodiale di tale Corrado Cipriani, incaricato delle mansioni di tecnico-verificatore della Sailem Spa, vera mente del disegno criminoso nonché figlio di Cipriani Michele, all'epoca dell'inizio dei lavori dirigente superiore e ispettore tecnico di zona presso il Ministero dei lavori pubblici, con competenza proprio sul porto di Bari; grazie alla «copertura» paterna, il Corrado Cipriani avrebbe avuto la possibilità di muoversi assolutamente indisturbato nell'ambiente del genio civile per le opere marittime di Bari; il ruolo dei Cipriani, padre e figlio, apre una finestra su una inquietante vicenda di corruzione che determina, come si evince dalla suddescritta inchiesta barese, una probabile infiltrazione mafiosa nell'apparato burocratico del Ministero dei lavori pubblici -: perché non abbia funzionato il sistema dei controlli, sia al momento della gara, sia e soprattutto nel corso dei lavori e delle verifiche sui relativi stati di avanzamento; a cosa siano attualmente addetti i funzionari che avrebbero dovuto controllare e che non lo hanno fatto; di quali altri appalti per opere portuali sia stata vincitrice la Sailem e cosa sia successo in ciascuno di quei casi; se tuttora il genio civile per le opere marittime di Bari (e in generale le strutture periferiche del Ministero dei lavori pubblici) sia sprovvisto dei mezzi e delle professionalità per svolgere i controlli tecnici di sua competenza e, in generale, i propri compiti di istituto; se il Ministero dei lavori pubblici intenda costituirsi parte civile nel procedimento penale per le frodi di Marisabella; se il Governo intenda promuovere una ispezione interna al Ministero dei lavori pubblici per verificare quale sia il livello di permeabilità della sua più alta burocrazia ai fenomeni corruttivi e di collusione con interessi mafiosi. (4-00204)" . "1"^^ . "20020903" . "20010705" . _:Bc3dc6df2c1984e351e5ff1168f5038e7 "Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedì 3 settembre 2002 nell'allegato B della seduta n. 185 all'Interrogazione 4-00204 presentata da VENDOLA Risposta. - Si fa preliminarmente presente che i lavori di che trattasi furono aggiudicati da questa Amministrazione mediante licitazione privata con le modalità di cui all'articolo 29, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 406 del 1991, ovvero con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. La scelta di tale sistema trovava la sua giustificazione nell'esigenza di verificare, in sede di gara, aspetti tecnici significativi, legati alle modalità esecutive dell'opera che avrebbero, poi formato oggetto di specifico obbligo contrattuale da parte dell'impresa. La verifica della documentazione presentata dalle imprese in sede di gara, a riprova del possesso dei requisiti prescritti dal relativo bando di gara è stata, quindi, effettuata da una apposita Commissione nominata con decreto ministeriale 1 o luglio 1994, n. 1830, con particolare riguardo a: cifra d'affari globale, negli ultimi tre esercizi antecedenti la pubblicazione del bando, almeno pari a lire 125 miliardi; cifra d'affari in lavori, negli ultimi tre esercizi antecedenti la pubblicazione del bando, almeno pari a lire 105 miliardi; costo del personale dipendente negli ultimi tre esercizi antecedenti la pubblicazione del bando, non inferiore allo 0,10 per cento della cifra d'affari in lavori; importo complessivo dei lavori eseguiti nell'ultimo quinquennio antecedente la pubblicazione del bando, almeno pari a lire 35 miliardi nella categoria 13/B e a lire 23 miliardi nella categoria 13/A; esecuzione nell'ultimo quinquennio antecedente la pubblicazione del bando di un lavoro di almeno lire 11 miliardi oppure di due lavori di complessive lire 14 miliardi nella categoria 13/B; di un lavoro di almeno lire 7 miliardi oppure di due lavori di complessive lire 9 miliardi nella categoria 13/A. L'aggiudicazione a favore dell'A.T.I. di cui S.A.I.L.E.M. era capogruppo mandataria è avvenuta a seguito dell'esclusione del Raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Morrillon Corvol Courbot EMCC S.A., capogruppo, e ingegner Mantelli e C. S.p.A., mandante, che globalmente aveva formulato l'offerta economicamente più vantaggiosa, ma che non aveva positivamente superato la verifica della documentazione presentata a riprova del possesso dei requisiti prescritti dal bando di gara. Inoltre, prima della stipula del contratto d'appalto, questa Amministrazione ha provveduto ad accertare, nei confronti delle imprese formanti il raggruppamento temporaneo d'imprese, dei rispettivi rappresentanti legali e direttori tecnici, degli altri eventuali componenti i rispettivi organi di amministrazione, nonché dei loro conviventi, il requisito dell'assenza delle cause ostative ex legge n. 646/1982, acquisendo apposite dichiarazioni rilasciate dalle competenti Prefetture, ai sensi dell'articolo 7, della legge 19 marzo 1990, n. 55, cosiddetto «antimafia». Per quanto attiene ai controlli in corso d'opera, si pone in evidenza che, in attuazione degli articoli 10 e 16 del Capitolato Generale d'Appalto, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 16 luglio 1962, n. 1963, il Capitolato Speciale d'Appalto, poneva, quale onere dell'Impresa, la fornitura di personale ed attrezzi per l'esecuzione di rilievi, sia a terra sia in mare, da effettuare sotto la vigilanza del personale dell'Amministrazione che, però, tenuto conto delle modalità con le quali vengono, oggi, realizzati i rilievi topografici (sistemi computerizzati integrati gestiti da sofisticati software ) si limitava a riportare i dati loro comunicati sul brogliaccio di campagna e alla lettura dei valori delle profondità riscontrate. Allo stato, comunque, non sono state contestate dall'Autorità Giudiziaria competente, nei confronti dei funzionari di questa Amministrazione che hanno diretto i lavori in questione, gravi violazioni nell'applicazione delle disposizioni di legge e di regolamento disciplinanti la gestione dei lavori, né sono emerse, o sono state contestate specifiche responsabilità personali dei singoli che, come rilevato dalla medesima Autorità Giudiziaria «sono stati indotti in errore dall'altrui inganno». È apparsa su alcuni quotidiani la notizia della confessione del titolare dell'impresa SAILEM circa la falsificazione delle relazioni di escavo. Non esistono, pertanto, elementi ostativi alla permanenza in servizio dei funzionari in questione. Per quanto riguarda l'inadeguatezza dei mezzi utilizzati dall'A.T.I., aggiudicataria, nella esecuzione dei lavori, questa Amministrazione rappresenta che, a termini di capitolato, la scelta dei mezzi effossori, idonei alla buona esecuzione dell'opera, era rimessa all'impresa la quale, a riguardo, aveva rilasciato formale dichiarazione di avere la disponibilità, per tutta la durata dei lavori, dei mezzi d'opera terrestri e marittimi necessari all'esecuzione delle opere appaltate e di assumere il formale impegno alla eventuale integrazione di tali mezzi nel caso in cui la Direzione dei Lavori li avesse giudicati insufficienti per le esigenze del lavoro. Il rallentato ritmo dei lavori e la conseguente limitata produzione è stata più volte contestata dalla Direzione Lavori all'Impresa, mediante rituali ordini di servizio. L'inottemperanza a tali inviti e il conseguente perdurare dei rallentamenti nell'esecuzione dei lavori, ha indotto la direzione lavori e l'ufficio del Genio Civile per le Opere marittime di Bari all'attivazione della procedura di rescissione del contratto per gravi negligenze dell'appaltatore, in applicazione dell'articolo 27 del regolamento 350/1895, conclusasi in data 13 settembre 1999, con l'emissione del decreto ministeriale n. 5246, con il quale questa Amministrazione ha formalmente rescisso il contratto d'appalto relativo ai lavori in oggetto. Si fa presente che gli Uffici di questo Ministero, ancorché quantitativamente carenti di tecnici quali ingegneri, architetti e geometri, sono dotati delle professionalità in grado di effettuare i controlli tecnici nelle esecuzioni di opere, mentre non sono in possesso, né sarebbe economicamente conveniente, di attrezzature sofisticate di controllo per le quali è possibile il ricorso a Società specializzate. Per quanto attiene l'avvio della procedura volta alla costituzione di parte civile questo Ministero, è fermamente motivato non appena perverranno notizie in merito al rinvio a giudizio. Per quanto concerne gli altri appalti aggiudicati alla S.A.I.L.E.M., dal 1993 ad oggi, si riportano qui di seguito sintetiche informazioni riguardo lo stato dei singoli contratti. Porto di Porto Empedocle (Agrigento) - Lavori di prolungamento del molo di ponente - Importo a base d'appalto 8.038.500.000 - Contratto stipulato in data 25 febbraio 1994, per l'importo di lire 4.103.850.000 - rescisso con decreto ministeriale in data 29 maggio 1998, n. 2542, per grave negligenza e contravvenzione agli obblighi ed alle condizioni contrattuali dell'impresa appaltatrice, ai sensi dell'articolo 27 dell'articolo 27 del regio decreto n. 350/1895, in attuazione dell'articolo 340 della legge 2248/1865. Porto di Napoli - Costruzione della banchina di levante del molo Carmine. Importo a base d'appalto 8.738.732.000 - contratto stipulato in data 11 febbraio 1997, per l'importo offerto di lire 8.126.779.550 - sono in corso le operazioni di collaudo per la definizione dei rapporti con l'appaltatore. Porto di Grado (Gorizia) - Lavori di dragaggio per il ripristino e l'approfondimento del canale di accesso al Porto - importo a base d'appalto 2.245.450.000 - contratto stipulato in data 25 febbraio 1994, per l'importo offerto di lire 1.101.850.000 - sono in corso le operazioni di collaudo per la definizione dei rapporti con l'appaltatore. Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri." . _:Bc3dc6df2c1984e351e5ff1168f5038e7 "20020903" . _:Bc3dc6df2c1984e351e5ff1168f5038e7 "SOTTOSEGRETARIO DI STATO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI" . _:Bc3dc6df2c1984e351e5ff1168f5038e7 .