"Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: l'amministrazione comunale di Baricella (BO) ha commissionato uno \"studio di valutazione di impatto ambientale per una discarica di rifiuti solidi urbani\" da realizzare in quel territorio ad Arkigeo, mentre la SMP ha eseguito un'\"analisi di suscettivita' all'insediamento di impianti di smaltimento\" per incarico dell'amministrazione provinciale di Bologna; le localita' che secondo Arkigeo sarebbero \"vocate\" a discarica risultano il \"Bassone\" ed il \"Collegio di Spagna\" in agro del comune di Baricella e cioe' proprio quelle gia' scelte dall'amministrazione comunale di Baricella, le cui indicazioni sono state cosi' avallate; secondo SMP sarebbe particolarmente \"vocata\" una parte del territorio comunale di Baricella, in cui si trovano i siti di cui sopra; il termine \"vocate\" adottato da Arkigeo e da SMP per indicare le aree scelte come sede di discarica per i rifiuti solidi urbani suona alquanto irridente nei confronti della popolazione di Baricella e delle zone limitrofe, gia' costrette a vivere in un ambiente degradato e che pertanto si ritengono a ragione sufficientemente penalizzate dall'attuale stato di inquinamento; e' pur vero che i grandi agglomerati abitativi urbani nutrono la convinzione che sia normale e giusto che i rifiuti prodotti debbano trovare secolare collocazione in campagna, come se le popolazioni dedite all'agricoltura o a questa strettamente legate da attivita' indotte siano, pacificamente, da classificare come di seconda categoria e la campagna terra di nessuno, capace di sopportare indenne qualsiasi insulto; uno studio di impatto ambientale, che deve preventivamente valutare le conseguenze che l'impianto di una discarica avra' sulla vivibilita' del luogo, non puo' trascurare le situazioni di degrado gia' presenti nel territorio, ma deve dar loro il giusto peso sia nella fase di elaborazione che nelle conclusioni; non risultando che l'obiettivo vivibilita' sia dominante nei due studi di cui si discorre, puo' essere utile ricordare che il legislatore ha sempre doverosamente tenuto presente l'esigenza di garantire al cittadino la qualita' dell'aria, dei suoli dell'ecosistema in cui vive; le due ubicazioni scelte e sopra citate ricadono in zona soggetta a subsidenza che, secondo la Carta della propensione al dissesto idrogeologico edita dalla regione Emilia-Romagna e' definita \"area interessata da fenomeni di rilevata subsidenza\"; la subsidenza e' fenomeno geologico che determina graduale affossamento di ampie zone a causa di assestamenti e costipamenti degli strati del sottosuolo esistenti a diverse profondita' e dunque inarrestabili dall'opera e dal volere dell'uomo. Si puo' dire, anzi, che l'opera dell'uomo, attraverso un sempre piu' massiccio emungimento delle falde acquifere profonde per scopi industriali, agricoli-irrigui ma anche per usi potabili, ha sensibilmente incrementato, durante l'ultimo decennio, tali subsidenze; la Carta dei rischi edita dalla provincia di Bologna situa le ubicazioni proposte del \"Bassone\" e del \"Collegio di Spagna\" in area di subsidenza con valori tra 50 e 10 centimetri per i periodi 1943-1950 e 1970-1972. Di Luise - Dossena - AGIP - hanno pubblicato su Geologia tecnica, secondo trimestre 1990, i valori della subsidenza cumulativa dal 1969 al 1989 riguardanti la pianura padana orientale. Da tale pubblicazione si evince che la zona di Baricella e' soggetta ad una subsidenza dal valore medio di 2 centimetri per anno. Lo Studio dell'abbassamento del suolo nel territorio bolognese (INARCOS 506-1990) che si arresta ad est sulla linea Minerbio-Granarolo-Castenaso, ma che consente una facile e abbastanza sicura estrapolazione nel territorio delle discariche proposte, conferma valori, forse anche superiori ai 2 centimetri per anno per il periodo dal 1983 al 1987. A tale proposito si rende necessaria l'esecuzione di una piu' estesa campagna di livellazioni ripetute per valutare con esattezza l'entita' annua attuale del fenomeno di subsidenza anche in questo lembo orientale. Per una valutazione circoscritta e pertinente del fenomeno nel territorio di Baricella basta tuttavia un sopralluogo nell'area della proposta ubicazione di Collegio di Spagna dove le ampie crepe, i muri decisamente fuori verticale ed i crolli di parte degli edifici ivi costruiti in tempi non lontani dimostrano l'esistenza di una notevole subsidenza fortemente differenziata; nella relazione Arkigeo (parte prima, pagina 34) il fenomeno della subsidenza e' definito \"in termini e dimensioni assolutamente ininfluenti\" e \"valutabile in meno di un millimetro all'anno\"; e' questa una valutazione disancorata dai dati ufficiali e dalla realta' ancora percepibile sui luoghi. Realizzare una discarica in tale situazione di evidente instabilita' del piano di appoggio della discarica significa accettare in prospettiva la rottura dei teli e dei dreni e dunque l'inquinamento delle falde acquifere in aree soggette ad esondazione; le aree scelte come sede delle due citate discariche si situano in \"zone a morfologia depressa potenzialmente soggette ad alluvionamento per difficoltoso deflusso delle acque scolanti\"; il rapporto Arkigeo conferma tale classificazione sia per il Bassone che per Collegio di Spagna; il fenomeno di esondazione, che interessa, ovviamente, le aree morfologicamente depresse nei confronti di aree confinanti e della rete di scolo e deflusso, si manifesta in occasione di piovosita' intensa e di durata relativamente breve, ma puo' dipendere anche da vizi occulti delle arginature dei molti fiumi, torrenti e canali che scorrono nella zona. Esondazione che deve dunque considerarsi per tali aree possibile in ogni momento ed incontrastabile; ubicare una discarica per rifiuti solidi urbani in territori soggetti ad esondazione significa accettare in prospettiva il conseguente evento calamitoso, capace di disperdere ovunque il corpo solido e/o liquido infetto e maleodorante della discarica; a sciogliere eventuali dubbi sul fare o non fare la discarica soccorre il decreto ministeriale n. 559 del 27 dicembre 1987 che recita (punto 3): \"E' necessario che ogni zona prevista dal piano quale sede di impianto venga inquadrata territorialmente per l'estensione di almeno 2 chilometri quadrati in rapporto all'esistenza di .... aree soggette ad esondazione e fasce litoranee\"; nella deliberazione del Comitato interministeriale 27 luglio 1984 e' sancito che il fondo della discarica deve trovarsi al di sopra del livello di massima escursione della falda idrica con un franco di almeno 150 centimetri; la zona interessata dal progetto delle due discariche alternative e' geologicamente costituita da alternanze di depositi sabbiosi, limosi ed argillosi piu' o meno permeabili. Per la loro genesi, tali depositi risultano di forma lenticolare e vicarianti tra loro e tali da doversi ritenere sede di un unico e continuo acquifero superficiale-profondo intercomunicante. Le interconnessioni tra falde superficiali e falde meno superficiali e profonde possono avere percorsi piu' o meno capricciosi e imprevedibili ma debbono certamente considerarsi reali e causa di possibili inquinamenti delle falde idriche sottostanti. Arkigeo, infatti, afferma (a pagina 43) che \"L'acquifero si deve considerare continuo e a superficie libera...\". Tuttavia nella citata relazione, Arkigeo ritiene di poter escludere nel calcolo del \"franco di almeno 150 centimetri dal livello di massima escursione della falda idrica\" la falda o le falde superficiali (pagina 85) proponendo una allocazione della discarica a 5 metri sotto il piano di campagna, cioe' nel pieno del corpo idrico; le giustificazioni a tale originale interpretazione sono ampiamente illustrate nella parte seconda della relazione (pagina 135 e seguenti); poiche' la deliberazione del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984 definisce \"falda idrica\" senza altra specificazione di falda superficiale o profonda, di falda poco o molto produttiva, l'interrogante ritiene che Arkigeo debba modificare anche sotto questo importante profilo le sue conclusioni sulla validita' delle ubicazioni proposte. Inoltre, a questo proposito, non si puo' fare a meno di notare che le misure della profondita' delle falde acquifere riportate in detta relazione, si riferiscono al loro stato nei mesi estivi, durante i quali si puo' solo misurare la \"minima\" escursione, mentre la \"massima\" si deve seguire e misurare nei mesi invernali-primaverili; la zona attorno all'abitato di Baricella soffre gia' di un notevole carico di inquinamento atmosferico ed idrico. Infatti: a) il vicino zuccherificio dispone di tre grandi vasche per la sedimentazione degli scarti di lavorazione contenenti sostanze organiche in fermentazione e putrefazione fetida, prodotti e sostanze chimiche. Il ricevimento delle barbabietole dura mediamente 70 giorni, ma il fetore e le esalazioni in atmosfera delle vasche dura, secondo testimonianze della gente del luogo, tutto l'anno; b) 10 mila suini sono allevati in tre distinte porcilaie. Per rendersi conto della loro presenza e' sufficiente trovarsi a 1-3 chilometri di distanza, a seconda della direzione del vento. Gli effetti sono pesantemente percettibili anche nei travasi delle acque tra le vasche dello zuccherificio in cui, incredibilmente, gli escrementi delle porcilaie arrivano; c) il vicino canale Savena abbandonato porta al Reno le fogne di Bologna. Malgrado gli impianti di depurazione di cui sarebbero dotate le fognature bolognesi, il nauseabondo odore che le stesse esalano nell'aria che i baricellesi sono costretti a respirare, fanno logicamente supporre che gli stessi o non funzionano affatto o che funzionano malissimo. La USL competente per territorio ha posto all'utilizzo delle stesse per usi irrigui, la prescrizione di un tempo di carenza di 30 giorni; sembra dunque che per il territorio del comune di Baricella ricorrano le condizioni illustrate dall'articolo 7 della legge n. 349 dell'8 luglio 1986 che recita: \"1. Gli ambiti territoriali e gli eventuali tratti marittimi prospicienti, caratterizzati da gravi alterazioni degli equilibri ecologici dei corpi idrici, nell'atmosfera o nel suolo, sono dichiarati \"aree ad elevato rischio ambientale\"\"; le condizioni meteorologiche di questo lembo di pianura padana si possono riassumere in 80 giorni di nebbie persistenti durante i mesi invernali con quasi il 100 per cento dei giorni nel mese di gennaio, in venti debolissimi con velocita' di un metro al secondo ma anche in frequente calma atmosferica. L'inversione termica nei mesi invernali regna sovrana ed in tale periodo il ristagno persistente di tutte le esalazioni ed emissioni atmosferiche e' fatale; la dichiarazione di \"area ad elevato rischio ambientale\" per il territorio di Baricella da parte degli organi competenti ed i conseguenti interventi di risanamento e l'attuazione di un \"piano di disinquinamento\" come previsto dalla legge n. 349 del 1986, risulta dunque assolutamente dovuta; la relazione SMP dal titolo \"Analisi di suscettivita' allo insediamento di impianti di smaltimento\" e riferita alle ubicazioni baricellesi del Bassone e del Collegio di Spagna semplifica il problema e (a pagine 12 e 13) avverte che il risultato dello studio \"non considera invece i livelli di inquinamento gia' in atto nei diversi comparti ambientali\"; gli studi di Arkigeo e di SMP, che hanno portato a definire le localita' \"Bassone\" e \"Collegio di Spagna\" suscettibili di ricevere con \"impatto nullo tendente al negativo\", una discarica per rifiuti solidi urbani dimostrano che la fatale \"soggettivita'\" (si veda anche la relazione SMP a pagina 4) con cui vengono misurati i \"pesi\" dei diversi fattori e viene classificata l'importanza dei diversi \"indicatori\", alla fine detta \"soggettivita'\" determina \"valori o graduatorie\" di impatto ambientale altrettanto \"soggettive\". Cio' significa, in buona sostanza, risultati certamente opinabili. Ma nella fattispecie le due ubicazioni proposte sono oggettivamente da rigettare; con la semplice e corretta applicazione della deliberazione del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984 (punto 4.2.2) un'area soggetta a subsidenza non puo' essere utilizzata per ricevere una discarica per rifiuti solidi urbani. Il comma b) del punto 4.2.2. recita: \"Gli impianti devono essere ubicati in suoli la cui stabilita' sia tale, o resa tale, da evitare rischi di frane o cedimenti delle pareti e del fondo discarica, nonche' rischi di spostamenti e deformazioni delle opere idrauliche per il drenaggio delle acque meteoriche.\"; le due ubicazioni del Collegio di Spagna e del Bassone sono soggette a chiari fenomeni di subsidenza con velocita' di abbassamento non dell'ordine di \"meno di un millimetro all'anno\" (come affermato da Arkigeo a pagina 34) ma, se teniamo conto di quanto pubblicato da Di Luise-Dossena-Agip (su Geologia Tecnica n. 21990) di almeno 2 centimetri per anno; inoltre i risultati dello \"Studio dell'abbassamento del suolo nel territorio bolognese....\" (eseguito da Barbarella- Pieri-Russo e pubblicato da INARCOS, n. 5061990) dimostrano che nel quadriennio 1983-1987, la subsidenza del territorio bolognese e' piu' estesa, piu' differenziata e con valori ben maggiori di quelli desumibili dalla ricerca AGIP e dallo studio regionale; lo studio Barbarella-Pieri-Russo si arresta ad est lungo la linea Minerbio-Granarolo-Castenaso in corrispondenza della quale tuttavia sono definiti valori e andamento delle curve di uguale subsidenza che consentono, e in mancanza di meglio, obbligano a proporre una estrapolazione oltre tale linea; e' forse inutile notare come debba, anche per questo lembo orientale della provincia di Bologna, estendersi la prospezione di livellazione ripetuta, affinche' sia possibile, in futuro, valutare con precisione l'entita' del fenomeno, la sua evoluzione nel tempo ed individuare il peso delle diverse cause; come gia' brevemente accennato, oltre a questa non irrilevante velocita' media di subsidenza, nella zona Collegio di Spagna sono visibili incontrovertibili fenomeni di subsidenza intensament differenziata. Gli edifici costruiti attorno agli anni trenta nelle immediate vicinanze della zona della progettata discarica risultano oggi parzialmente crollati, smembrati, pericolanti e abbandonati. Crepe larghe 10-15 centimetri, muri abbondantemente fuori verticale, corree di calcestruzzo armato frantumate per sostegno manco, dimostrano che a Collegio di Spagna la entita' del fenomeno e' variabile in brevissimo spazio e tale da non poter accogliere una qualsiasi opera per la quale sia tassativa la garanzia di stabilita' dell'intero piano di appoggio; una tale condizione di instabilita' obbliga a ritenere da molto probabile a quasi certo che tutte le opere che verranno apprestate per garantire l'isolamento del corpo della discarica dal terreno e dalla falda acquifera sotterranea, quali l'impermeabilizzazione del fondo e dei fianchi della discarica, i dreni per la raccolta e l'adduzione del percolato, non resisteranno alle deformazioni indotte dal terreno di appoggio e alle sollecitazioni di stiramento e di taglio; la deformazione e la rottura delle opere di salvaguardia comportera' la ineluttabile conseguenza dell'inquinamento delle falde idriche sotterranee; la realizzazione di un tale progetto potrebbe definirsi una catastrofe ambientale annunciata, la cui causa vera pero' non sara' la subsidenza ma la negligenza, l'imperizia e l'indifferenza; in zone soggette a possibili esondazioni si possono coltivare i campi, costruire case, erigere fors'anche industrie e si puo', ovviamente, abitare, secondo decisioni che gli interessati prendono a proprio, totale ed esclusivo rischio e pericolo; non si puo' invece ubicare una discarica, come chiarisce il decreto ministeriale n. 559 del 27 dicembre 1987, per il semplice motivo che il danno ed il pericolo conseguente ad alluvionamento o esondazione non riguarderebbe il singolo gestore della discarica ma l'intera comunita' ed i danni ed i pericoli non risulterebbero rapidamente transitori ma difficilmente e molto costosamente rimediabili; anche sotto questo profilo, per le due ubicazioni proposte si configurerebbe un grave danno ambientale prevedibile ma non impedito; progettare nelle aree in questione una discarica per rifiuti solidi urbani con base di appoggio instabile a 5 metri sotto il piano di campagna, nel pieno del corpo idrico sotterraneo e' una irragionevole sfida alle motivazioni che hanno dettato le norme della deliberazione del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984 con la conseguenza che si avrebbe un inquinamento volontario delle risorse idriche; se si tiene poi conto della sorprendente instabilita' o comunque della subsidenza differenziata riscontrabile nei luoghi prescelti, neppure una discarica in elevazione puo' essere accettata come rispondente ai requisiti di legge; cio' che meraviglia e che fra gli \"indicatori\" assunti da Arkigeo non sia stata prevista una classe \"zero\" o comunque \"escludente\"; territori soggetti a subsidenza o a potenziale esondazione fluviale o dichiarati o da dichiararsi \"aree ad elevato rischio ambientale\" debbono essere esclusi a priori dal novero di quelli suscettibili di accogliere discariche per rifiuti solidi urbani; con la semplice e corretta applicazione della deliberazione del Comitato interministeriale (punto 4.2.2.) e del decreto ministeriale n. 559 del 27 dicembre 1987 (punto 3) un semplice, rapido e poco costoso screening avrebbe messo fuori \"gara e punteggio\" le due localita' in questione; un altro aspetto sorprendente e' che malgrado il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 377 del 10 agosto 1988 non preveda per le discariche di rifiuti solidi urbani l'obbligo di uno studio di valutazione di impatto ambientale (evidentemente pero' non lo vieta), l'amministrazione comunale di Baricella ha commissionato il ponderoso studio Arkigeo che, tuttavia, sottovaluta, con argomentazioni assai opinabili e con dati non corrispondenti a quelli ufficiali, i due aspetti o indicatori \"escludenti\" cioe' la subsidenza e la esondabilita' delle due ubicazioni proposte; l'impatto, per quanto attiene allo \"assetto idrogeologico\" conseguente l'allocazione della discarica a - 5 metri sotto il livello di piano campagna in terreni sabbiosi, limosi e argillosi a deposizione lenticolare-vicariante, in falda acquifera, che nei mesi invernali-primaverili in massima escursione raggiunge il metro sotto il piano di campagna viene definito nullo, quando invece tale fatto avrebbe dovuto comportare una netta esclusione; tra le \"componenti ambientali\" vengono elencati componenti o fattori non previsti e non indicati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 dicembre 1988, e che nulla hanno a vedere con la valutazione dell'impatto ambientale, ma che, come \"l'acquisibilita' dell'area discarica\", la \"distanza dell'impianto di depurazione\" la \"offerta mano d'opera ed altro\" hanno solamente rilevanze economiche nella fase di costruzione e gestione della discarica. Nessuna legge prevede che componenti di impatto che agiscono negativamente su una data popolazione e sul relativo territorio, possano essere bilanciati e monetizzati con economie di impianto e/o di gestione, cioe' con vantaggi economici i cui fruitori, oltretutto, saranno coloro che dei rifiuti si sono liberati a danno altrui; per finire, lo studio Arkigeo trascura di valutare e di descrivere lo stato ambientale attuale del territorio indicato come \"vocato\" a ricevere le discariche per rifiuti solidi urbani, che invece risulta negato ad ogni ulteriore assalto di degrado. Sembra, anzi, in aperta antitesi con il dettato dell'articolo 7 della legge n. 349 del 1986, che lo stato di avanzato degrado del territorio del comune di Baricella abbia, forse inconsciamente, portato gli autori degli studi citati, alla oscura convinzione che un ambiente gia' degradato come quello di Baricella, per gli scarichi liquidi e gli effluvi maleodoranti dello zuccherificio e delle porcilaie, per la fogna a cielo aperto del Savena abbandonato, risultera', da una discarica per rifiuti solidi urbani meno danneggiato di un altro ancora in buone condizioni ambientali, dimenticando, forse, che a Baricella vivono uomini, cittadini con gli stessi diritti di tutti gli altri; si puo' dunque concludere che il territorio del comune di Baricella, oltre a non essere suscettibile all'insediamento di una discarica per rifiuti solidi urbani, per le oggettive ragioni sopra esposte, richiede che le autorita' competenti responsabili della salute dei cittadini e del territorio, diano tempestivo inizio al procedimento per la dichiarazione di area ad elevato rischio ambientale per tutto il territorio del comune di Baricella (una parte dello stesso e' gia' cosi' classificata) e per l'ottenimento dei conseguenti provvedimenti di pianificazione, di disinquinamento e per i relativi finanziamenti da parte dei ministeri competenti - : quale sia il suo pensiero in merito a quanto sopra e quali iniziative urgenti intenda porre in essere per evitare che in comune di Baricella si determini un vero e proprio inquinamento volontario delle risorse idriche, con gravissimo danno ambientale facilmente prevedibile e colpevolmente non impedito. (4-00170)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "4/00170" . "BERSELLI FILIPPO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)" . "19920423-" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00170 presentata da BERSELLI FILIPPO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920423" . "2014-05-14T19:34:29Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00170 presentata da BERSELLI FILIPPO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920423"^^ . . "0"^^ . . . .