_:B45048d38c483666048728b5c43b06df3 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata giovedì 13 settembre 2007 nell'allegato B della seduta n. 204 All'Interrogazione 4-00168\n presentata da FASOLINO Risposta. - In risposta all'interrogazione indicata in esame, si rappresenta quanto segue, sulla scorta delle notizie fornite dal competente Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria e delle considerazioni svolte dal Dipartimento per la giustizia minorile, che in prima istanza si è occupato della vicenda. Le immagini fotografiche e televisive che ritraggono Erika De Nardo, menzionate dall'interrogante, sono state realizzate presso l'oratorio di Buffalora di Brescia dove, il 21 maggio 2006, si è svolta la manifestazione sportiva organizzata dal gruppo sportivo oratorio Buffalora. Nello stesso giorno la detenuta Erika De Nardo ha fruito di un permesso premio e, in considerazione dell'alta valenza trattamentale dell'iniziativa, è stata ammessa a partecipare alla manifestazione. All'evento sportivo erano presenti, come di consueto, alcuni giornalisti della stampa locale ed operatori dell'emittente televisiva TV Reporter. La detenuta De Nardo, in quell'occasione, non ha rilasciato alcuna intervista né risulta che direzione dell'istituto di Brescia abbia effettuato alcuna comunicazione alla stampa in merito alla sua presenza. Per quanto concerne «l'accesso di fotografi e giornalisti alle manifestazioni sportive o artistiche cui partecipano i detenuti», nel premettere che il dovere di informare da parte delle istituzioni e il diritto ad essere informati da parte dei cittadini costituiscono un cardine della democrazia, si osserva che una corretta informazione giornalistica sulle attività trattamentali, realizzate all'interno e all'esterno degli istituti penitenziari, è fondamentale per diffondere tra i cittadini una adeguata conoscenza delle problematiche penitenziarie, finalizzata a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del recupero sociale delle persone detenute, nel rispetto dell'articolo 7 della Costituzione. Ampliando il discorso, nel condividere senz'altro con l'interrogante che un eccesso di attenzione mediatica nei confronti di soggetti autori di un fatto gravissimo, come nel caso di specie, potrebbe produrre una immagine impropria del dramma nel quale l'intera vicenda si è consumata, si ritiene tuttavia di poter sostenere che la struttura detentiva e il personale educativo ivi preposto hanno il compito istituzionale - nella tutela dei soggetti che a vario titolo sono sottoposti ai provvedimenti restrittivi dell'autorità giudiziaria - di riconsegnare la responsabilità agli autori del gesto, nella conoscenza approfondita del problema e non, come spesso accade, della reazione sociale. In linea con tale principio, la partecipazione della giovane Erika ad una partita potrebbe essere inquadrata in quel processo di crescita consapevole, mirato ad aiutarla a riappropriarsi responsabilmente della consapevolezza del reato commesso, attraverso un progetto specificamente costruito, nella certezza che l'espiazione della pena ha valore, esclusivamente, se c'è la restituzione alla società del reo consapevole del proprio gesto. In merito, va, peraltro, evidenziata la valenza positiva associata alla produzione nazionale di vasta rassegna stampa quotidiana riguardante le attività trattamentali (teatro, manifestazioni sportive, artistiche, lavorative, eccetera), in quanto testimonianza di realtà e situazioni positive, esempi di buone prassi volte al recupero sociale dei detenuti. Il Ministro della giustizia: Clemente Mastella." . _:B45048d38c483666048728b5c43b06df3 "20070913" . _:B45048d38c483666048728b5c43b06df3 "MINISTRO GIUSTIZIA" . "20060606" . . "FASOLINO GAETANO (FORZA ITALIA)" . . _:B45048d38c483666048728b5c43b06df3 . "Camera dei Deputati" . . . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00168 presentata da GAETANO FASOLINO martedì 6 giugno 2006 nella seduta n.009 FASOLINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: Erika De Nardo la sera del 21 febbraio 2001 massacrò a coltellate, insieme con il fidanzato Omar Favaro, a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, la madre Susy Cassini e il fratellino undicenne Gianluca; la particolare efferatezza del delitto: il diniego di pietà alla madre incredula e implorante nonché al fratellino che chiedeva, sotto i ripetuti colpi omicidi «Perché lo fai?»; la durata temporale del delitto non riconducibile a un solo colpo mortale, unico e incontrollabile ma ad una serie interminabile di ben 120 coltellate; Erika De Nardo, lungi dal crollare sotto i colpi del rimorso raccontò, agli inquirenti, nel tentativo di sviare le indagini che ad uccidere la madre e il fratellino sarebbero stati due albanesi, dimostrando così, oltre a ferocia fuori del comune, un terrificante cinismo; nel corso delle successive indagini, le confessioni non sono state mai rese in modo spontaneo, il che avrebbe potuto significare almeno un parziale tardivo coinvolgimento emotivo dei due giovani omicidi; in data 14 dicembre 2001 presso il tribunale dei minori di Torino è stata emessa sentenza di condanna per Erika nella misura di 16 anni e per Omar di anni 14, sentenza confermata in Appello il 30 maggio 2002 e in Cassazione il 9 Aprile 2003 (nella sentenza Erika è definita la regista, Omar l'esecutore); che Omar, diventato maggiorenne a maggio e trasferito dal Ferrante Aporti di Torino al carcere di Asti Quarto, il 12 novembre 2004 ha chiesto il primo permesso per uscire di prigione e dal 5 gennaio 2005 potrà beneficiare dei permessi premio purché presenti un progetto legato ad attività socializzanti di recupero o di volontariato (fino ad oggi, comunque, nonè mai uscito dal carcere); Erika, invece, al compimento del 21 o anno è stata trasferita dal carcere dei minori di Milano a Brescia, in un carcere per adulti e in data 21 maggio 2006 è uscita momentaneamente di prigione per un'iniziativa di risocializzazione: la gara sportiva «oltre il muro» organizzata dall'Uisp di Brescia presso la struttura dell'oratorio della Buffalora. Come riferisce la stampa, Erika non «lasciava incredibilmente trapelare la minima ombra» e ha giocato disinvoltamente con le altre compagne; la figura di Erika è da anni oggetto di studio da parte del personale del carcere, dei giudici e dei suoi avvocati. La sua, è stata definita personalità apparentemente implacabile che ha mostrato un solo cedimento in occasione del trasferimento nel carcere per adulti quando ha dichiarato di avere paura; la sua immagine sui giornali, che hanno riportato in massa l'evento, appare in stridente contrasto con il feroce delitto commesso ed è suggestiva per l'induzione, specie nel lettore giovane o giovanissimo, di sentimenti di emulazione e mitizzazione. L'insieme diventa, altresì, offensivo e provocatorio nei confronti della memoria della giovane madre e dell'innocentissimo fratellino -: se non ritenga che sarebbe necessario non consentire l'accesso per fotografi e giornalisti alle manifestazioni sportive o artistiche cui partecipano i detenuti. (4-00168)" . "4/00168" . "20070913" . "2015-04-28T22:22:51Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00168 presentata da FASOLINO GAETANO (FORZA ITALIA) in data 06/06/2006"^^ . "1"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00168 presentata da FASOLINO GAETANO (FORZA ITALIA) in data 06/06/2006" . "20060606-20070913" . . .