INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00147 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19940421
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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: come e' stato riportato dai telegiornali nazionali, il 16 aprile scorso, al processo contro Bruno Contrada presso il Tribunale di Palermo, l'avvocato difensore del funzionario di Polizia ha dichiarato che il suo cliente nel 1980 avrebbe presentato un rapporto investigativo sul mafioso Inzerillo piu' altri 55, contenente il nome di Sindona; secondo l'avvocato di Contrada, il nome di Sindona sarebbe stato escluso dal rapporto dall'allora Questore di Palermo, appartenente alla Loggia segreta P2; tali affermazioni sembrano voler accreditare la tesi che Bruno Contrada sarebbe stato vittima di oscure manovre, e non invece artefice di collusioni con la mafia, come sostiene la magistratura di Palermo; tali affermazioni risultano pero' palesemente false, dato che gli stessi atti giudiziari, ampiamente riportati sulla stampa locale e nazionale, confermano che il Questore di Palermo, che nell'aprile del 1980 effettivamente ricevette il rapporto di Bruno Contrada, e che fu successivamente inquisito per aver tolto da tale rapporto il nome di Sindona, era il dottor Vincenzo Immordino, mai iscritto alla P2, mentre era invece iscritto il dottor Nicolicchia, che pero' giunse e fu Questore a Palermo successivamente, rimanendo percio' estraneo alla vicenda; nel febbraio del 1984, come riporto' la stampa nazionale, il giudice Giovanni Falcone scrisse nell'ordinanza di assoluzione per il dottor Vincenzo Immordino che: "...inserire Sindona in quella vicenda sulla base di elementi indiziari, avrebbe finito per indebolire l'intera struttura dell'inchiesta"; come dichiaro' alla stampa (la Repubblica) il dottor Vincenzo Immordino, dopo essere andato in pensione, il "fascicoletto in parte manoscritto" che venne trasmesso da Contrada, fu accompagnato dalla "strana contemporanea" richiesta, da parte del poliziotto, di essere messo in congedo dal 1^ maggio di quell'anno; il dottor Vincenzo Immordino si lamento', in detta intervista, anche dei tentativi di infangare il merito ed il valore della coraggiosa operazione di Polizia promossa dal giudice Gaetano Costa contro il clan Inzerillo, attraverso l'accusa di aver cancellato il nome di Sindona dal rapporto Contrada, che tra l'altro fu presentato stranamente nell'imminenza degli arresti, e non nella fase piu' viva delle indagini; fu proprio nei primi giorni di maggio che il Procuratore della Repubblica di Palermo Gaetano Costa, promotore di una vasta e coraggiosa serie di indagini contro la mafia, firmo' l'emissione di decine di mandati di cattura contro il clan Inzerillo, dando vita ad una grande operazione di Polizia alla quale Contrada non partecipo' perche' in congedo; fu verosimilmente tale operazione a scatenare la feroce reazione mafiosa che porto' il 6 agosto di quell'anno all'assassinio del Procuratore di Palermo dottor Gaetano Costa; la vedova del giudice Costa, dichiaro' poi al settimanale Avvenimenti che nei giorni precedenti l'assassinio, il Procuratore ucciso le avrebbe rivelato l'esistenza di pesanti episodi di depistaggio commessi dentro la questura di Palermo; nei giorni successivi all'operazione degli arresti contro il clan Inzerillo, era comparsa improvvisamente sui giornali palermitani la notizia che da un rapporto di Polizia era stato cancellato il nome di Sindona; il Procuratore Costa non adotto' alcun provvedimento a seguito di quelle notizie, e cio' induce l'interrogante a pensare che egli valutasse la presenza del nome di Sindona nel rapporto di Contrada nello stesso modo in cui lo valuto' il dottor Immordino e come poi lo avrebbe valutato il Giudice Giovanni Falcone, ossia un tentativo di depistaggio, come confermerebbero le confidenze del dottor Costa alla moglie sull'ambiguita' dell'ambiente della Questura; un anno dopo, mentre era Procuratore a Palermo il dottor Paino, la notizia della cancellazione del nome di Sindona dal rapporto di Contrada apparve nuovamente sui giornali; a differenza del suo predecessore, il dottor Paino apri' un'inchiesta sulla vicenda, nella quale si inseri' subito Bruno Contrada, denunciando il dottor Vincenzo Immordino per aver cancellato il nome di Sindona: tale inchiesta fini', come gia' detto, con l'assoluzione del dottor Vincenzo Immordino da parte del Giudice Giovanni Falcone; a conoscere il rapporto - e quindi a poter illecitamente divulgare la notizia della cancellazione del nome di Sindona - tra i funzionari di PS erano, secondo quanto risulta all'interrogante, solo il dottor Contrada ed il dottor Immordino e, tra i due, solo il primo poteva avere interesse a farlo; tale divulgazione e' un'ulteriore conferma, ad avviso dell'interrogante, di quegli episodi di depistaggio e connivenza all'interno della Questura di Palermo, denunciati da Immordino, Falcone e Costa; il Giudice Paino, secondo le dichiarazioni del pentito Gaspare Mutolo contenute negli atti giudiziari, risulta essere iscritto all'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, come il dottor Contrada, Monsignor Cassisa e il Conte Cassina, tutti indagati per collusioni con la mafia; alla luce di quanto sopra esposto, le dichiarazioni fatte il 16 aprile dal difensore del dottor Bruno Contrada appaiono all'interrogante, oltre che deliberatamente false, mirate a confondere ed intorbidire l'accertamento dei fatti al processo, perche' non e' credibile che Contrada non ricordi che il Questore a cui presento' il rapporto, e che poi denuncio', era il dottor Vincenzo Immordino e non il dottor Nicolicchia; nonostante la palese falsita', in base a quanto sopra esposto, delle dichiarazioni sopraccitate, il giorno successivo, il 17 aprile 1994, il giornalista Enzo Mignosi del Giornale di Sicilia, ha voluto scrivere che fu il dottor Giuseppe Impallomeni, allora capo della Squadra Mobile di Palermo, il "piduista" che cancello' il nome di Sindona dal rapporto; tale notizia, parimenti falsa in base a quanto sopra esposto oltre che contribuire al tentativo di confondere la verita', appare mirata a colpire un funzionario di Polizia come il dottor Giuseppe Impallomeni, che e' uno dei testi dell'accusa al processo contro il dottor Bruno Contrada, e che gia' verso la fine del 1980, come risulta dagli atti processuali, aveva denunciato il collega per comportamenti di collusione con la mafia; la coincidenza fra le suddette false dichiarazioni del difensore di Contrada e le false notizie giornalistiche, fanno pensare che sia in atto un piano concertato di azioni volte a vanificare il processo e l'azione complessiva di risanamento degli organi dello Stato preposti alla lotta contro la mafia -: se risulti al Governo che quanto sopra risponda al vero; in caso affermativo, se non ritenga di dover aprire una urgente inchiesta volta ad accertare l'eventuale sussistenza di un piano coordinato di comportamenti tra appartenenti alla Magistratura e alle forze dell'ordine volto ad impedire che con il processo contro il dottor Bruno Contrada si pervenga all'accertamento della verita', soprattutto riguardo alla fitta rete di rapporti e di interessi ancora esistente tra uomini dello Stato e criminalita' organizzata. (4-00147)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00147 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19940421
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DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)