INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/04409 presentata da COLA SERGIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19991011

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Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: sul quotidiano Corriere della Sera del 7 ottobre 1999 e' comparso un articolo, a firma di Gian Antonio Stella, nel quale si riporta la storia del signor Luciano Rapotez; nel 1955, il signor Rapotez e' stato arrestato all'eta' di 35 anni con l'accusa di avere ucciso, durante una rapina, un orefice, la fidanzata e la domestica. E' rimasto tre anni in carcere ed ha subito tre giorni di vere e proprie torture, affinche' confessasse; il Rapotez e' stato in seguito assolto da un verdetto che riconosceva "il trattamento violento", le "sevizie" e le "confessioni estorte"; a seguito della triste vicenda, il Rapotez ha perso il lavoro, e' stato lasciato dalla moglie e dai figli e se n'e' andato in Germania, per rifarsi una vita; Luciano Rapotez intraprese varie iniziative per vedere riconosciuto il risarcimento per gli ingiusti danni subiti, inviando lettere a Presidenti della Repubblica, da Saragat a Leone a Pertini, a capi di Governo, a Presidenti di Camera e Senato, a ministri di grazia e giustizia, ricevendo risposte negative, in quanto la normativa sui danni da ingiusta detenzione non era stata ancora varata; dopo l'entrata in vigore della legge per il risarcimento degli errori giudiziari, nel 1979 il Rapotez presento' una richiesta che ha avuto risposta negativa per una presunta prescrizione; dopo una serie infinita di ricorsi, la Corte di cassazione ha ritenuto che nei confronti del signor Rapotez sono state effettivamente praticate torture ed ha riconosciuto la responsabilita' civile, il diritto al risarcimento e, cosa fondamentale, ha sostenuto che la prescrizione non aveva operato. I tempi di scadenza, infatti, secondo la Suprema Corte, erano stati fermati dalle precedenti lettere di protesta del Rapotez; ancora nell'articolo si legge che lungo la strada da Roma a Milano, dove e' il domicilio dell'avvocato del signor Rapotez, Stefano Taurini, si persero le tracce della sentenza della Corte di cassazione, per cui i tempi per il nuovo ricorso decaddero ed il procedimento fu dichiarato estinto; il signor Rapotez ricomincio' l'iter per vedersi riconoscere i propri diritti; l'Avvocatura dello Stato, per mano del giudice istruttore Alberta Beccaro, ha assodato che non c'era stata prescrizione dal 1955 al 1979, quando fu presentato il ricorso, ma che comunque i tempi erano maturati nel periodo successivo; tale decisione e' stata presa senza tenere conto dei ben 31 passaggi giudiziari che secondo il giudice non hanno interrotto la prescrizione in mancanza di una lettera formale di risarcimento -: se i fatti riportati dal giornalista Gian Antonio Stella rispondano al vero; in caso affermativo, se non sia il caso di appurare sollecitamente se sussistano responsabilita' per i pregiudizi subiti dal signor Luciano Rapotez ed a chi siano attribuibili; quali siano le iniziative che si intendano assumere per fare in modo che una cosi' triste vicenda abbia una conclusione secondo giustizia, riconoscendo l'interruzione della prescrizione e risarcendo il signor Luciano Rapotez; quali provvedimenti, infine, si intendano adottare affinche', dopo una sentenza di assoluzione, siano riconosciuti, in tempi meno lunghi, i danni per ingiusta detenzione. (3-04409)
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