INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/04181 presentata da COLA SERGIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19990910

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Al Ministro della sanita'. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riferito dalla signora Bruna De Luca, residente in Nola in vicolo Pompeo Fellecchia n. 2, alla stessa fu diagnosticata dal suo ginecologo - dottor Ferdinando Meo - una patologia all'apparato genitale, tale da imporre sollecitamente un intervento chirurgico; dopo le opportune terapie preparatorie all'intervento, la De Luca fu sottoposta ad opportuni trattamenti in data 8 luglio 1999, presso l'ospedale FateBenefratelli di Benevento ove il dottor Meo esercita la propria attivita' professionale; in data 14 luglio fu ricoverata per essere operata, naturalmente dopo che fu esperito tutto l'iter burocratico che un ricovero richiede; nella mattinata del giorno successivo veniva, pertanto, trasportata in barella nella sala operatoria per essere sottoposta ad intervento programmato; mentre il dottor Meo si apprestava a praticare alla De Luca l'anestesia, intervenne il primario, il quale, con tono alterato e senza sentire alcuna ragione, alla presenza della esterrefatta signora De Luca, in uno stato di comprensibile agitazione e panico, intimava di sospendere l'intervento chirurgico in corso; ai garbati e rassicuranti chiarimenti del dottor Meo, il quale rappresentava che la locale autorita' amministrativa sanitaria aveva autorizzato l'intervento che era previsto si svolgesse in quel giorno e a quell'ora, il primario replicava con arroganza, dando disposizione di spostare la signora De Luca dal tavolo operatorio sulla barella: cio' nonostante la stessa implorasse per il suo particolare stato; sempre secondo i riferimenti della signora De Luca, che assume anche di aver presentato un esposto all'autorita' giudiziaria, il primario procedette all'esecuzione di un altro intervento chirurgico alla presenza della stessa signora De Luca, la quale distesa sulla barella, fu costretta, in un intuibile stato di prostrazione, ad assistere all'operazione chirurgica del primario durata per ben tre ore; solo a seguito di un opportuno intervento del direttore sanitario, informato di quanto accaduto, fu possibile finalmente eseguire l'operazione chirurgica, peraltro svolta in assenza del primario, che continuando imperterrito nel censurabile comportamento, riteneva doversi allontanare; il primario nei cinque giorni di ricovero successivi all'operazione, non intervenne nemmeno una volta per controllare il decorso -: una volta accertata la veridicita' di quanto esposto, quali iniziative si intendano assumere perche' episodi del genere, che non e' nemmeno possibile qualificare per la loro gravita', non abbiano piu' a verificarsi; se, in particolare, non si debbano impartire precise direttive affinche' i responsabili del servizio sanitario nazionale considerino i malcapitati pazienti non piu' come bestie o numeri, ma come persone delle quali va tutelata la dignita'. (3-04181)
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