INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03853 presentata da POLLEDRI MASSIMO (LEGA NORD FEDERAZIONE PADANA) in data 25/10/2004

Interrogazione a risposta orale Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-03853 presentata da MASSIMO POLLEDRI lunedì 25 ottobre 2004 nella seduta n. 533 POLLEDRI e CÈ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 1 o agosto 2003 è stato presentato presso gli uffici della squadra mobile della Questura di Reggio Emilia una denuncia, a firma dell'interrogante riguardo una presunta irregolarità nella gestione di una gara di appalto del Comune di Guastalla (Reggio Emilia); l'appalto in questione riguardava l'erogazione di un servizio di ristorazione in alcuni servizi comunali e si è concluso con l'aggiudicazione all'unico concorrente partecipante ed ammesso che è stata la CIR scrl (cooperativa italiana di ristorazione) di Reggio Emilia; il presunto illecito riguardava un file di testo pubblicato nel sito del comune di Guastalla, relativo alla gara d'appalto succitata che, visti i dati di proprietà di tale file di testo, sembrava prodotto su computer licenziato alla CIR srl; per effetto l'interrogante ha ritenuto opportuno, nell'ambito dei poteri e principi costituzionali previsti nel nostro ordinamento, di esercitare il suo diritto di attività conoscitiva attraverso gli strumenti delle interrogazioni e delle interpellanze al fine di ottenere notizie e informazioni non solo conoscitive ma anche per svolgere un'indagine per controllare, per indirizzare ma anche semplicemente per esprimere un'opinione e comunque con una funzione di garanzia per il buon svolgimento dell'amministrazione pubblica; senza entrare nel dettaglio appare opportuno ricordare, non tanto per i destinatari della presente, quanto per tutti i possibili lettori ( rectius CIR) che tali strumenti sono soggetti al previo giudizio di ammissibilità, sia sotto il punto di vista formale che sostanziale; nella prassi questi strumenti sono stati utilizzati nei confronti di altri organi dello Stato nonché hanno riguardato decisioni aziendali di imprese pubbliche e private; per effetto, sono state presentate l'interpellanza urgente 2-00924, l'interrogazione a risposta scritta 4-06109, l'interrogazione a risposta in Commissione 5-02054; in data 20 agosto 2003, proprio poco tempo dopo l'esposto di cui sopra, veniva potocollata dai Comune di Piacenza - protocollo generale - una lettera anonima a firma di un pseudo dipendente della COPRA (data 14 agosto 2003) che denunciava presunte irregolarità, o meglio compiva illazioni, circa la gestione della cooperativa in parola nonché supposte truffe a danno dei dipendenti; a parere dell'interrogante tale esposto anonimo è consequenziale all'attività di denuncia sopra illustrata e decisamente di parte poiché esplicitamente il firmatario utilizza l'espressione «tanti compagni» ricordando quindi una precisa area politica e appare quindi strumentalizzato per altri fini; in data 14 novembre 2003 veniva presentata alla polizia giudiziaria di Piacenza un esposto redatto dal presidente della cooperativa reggiana CIR, Ivan Lusetti, che, a sua volta, denunciava presunte irregolarità commesse dalla coop piacentina COPRA, portando a sostegno delle proprie tesi la denuncia anonima di cui sopra, quella protocollata dal Comune di Piacenza; in questo esposto veniva anche presa una posizione di critica circa l'operato parlamentare, legittimo come sopra illustrato, dell'onorevole Massimo Polledri; la consecutio temporis della denuncia anonima e di quella della CIR appare all'interrogante anomala. Vi è, a parere dell'interrogante, l'evidente tentativo da parte della CIR di utilizzare questo documento, la cui provenienza e il cui contenuto non è controllabile, per dare ufficialità ad un proprio esposto al fine ultimo non quello di giungere ad una certezza del diritto ma solo quello di creare discredito sulla stampa locale per tutti i soggetti indicati nell'esposto; ai sensi dell'articolo 333 del codice di procedura penale «... delle denunce anonime non può essere fatto alcun uso...»; ai sensi dell'articolo 240 del codice di procedura penale «... i documenti che contengono dichiarazioni anonime non possono essere acquisiti né in alcun modo utilizzati...»; che la denuncia anonima in argomento non può essere considerata corpo di reato; che ai sensi dell'articolo 5 del decreto ministeriale 30 settembre 1989, n. 334, «... le denunce anonime e gli altri documenti anonimi che non possono essere utilizzati nel procedimento sono annotati in apposito registo... il registro e i documenti sono custoditi presso la Procura della Repubblica con modalità tali da assicurarne la riservatezza»; quindi, alla luce di quanto illustrato vi è in capo al Comune di Piacenza, in un soggetto non meglio individuato nella fase del protocollo e della conservazione degli atti, una condotta che ha in primo luogo violato ogni possibile norma di riservatezza, determinando anche un'ipotesi di reato penale, in quanto una volta in possesso di una presunta notitia criminis questa doveva necessariamente essere trasmessa alla Procura della Repubblica per gli adempimenti di cui sopra, cosa che non è avvenuta; anzi questo atto è stato trasmesso senza alcun rispetto nella normativa citata, o comunque regolamentare prevista dal Comune, alla CIR al fine strumentale per attaccare un potenziale concorrente anche con un utilizzo politico -: se il Governo sia a conoscenza dei fatti illustrati; se siano state avviate indagini da parte della Procura della Repubblica di Piacenza, alla luce della presentazione di una denuncia anonima e se eventualmente questa sia stata iscritta nel registro di cui all'articolo 5 del decreto ministeriale 30 settembre 1989, n. 334.(3-03853)